venerdì 3 aprile 2015

Antibufala: i crateri gemelli australiani di cui si è parlato in questi giorni sono paleozoici e quindi a dispetto degli strepiti non potrebbero in ogni caso avere relazioni con l'estinzione dei dinosauri


Una ricerca di alcuni geologi australiani sulla presenza di possibili tracce della caduta di meteoriti nel centro del continente ha avuto un impatto (è il caso di dirlo) mediatico piuttosto forte, specialmente perché è ancora radicata l'idea (sbagliata) che alla base delle estinzioni di massa ci siano appunto eventi astronomici di questo tipo. Qualcuno ha addirittura pensato (ma va...) all'estinzione dei dinosauri (e si continua con la bestialità di sostenere che i dinosauri si siano estinti per un impatto). In più dalle varie notizie in giro non si capiva l'età in cui sarebbe successo tutto questo e qualcuno addirittura ha scritto che neanche gli Autori avessero idea del momento. Tutto sbagliato: ho cercato l'articolo originale, l'ho letto e ho tratto alcune conclusioni. Soprattutto una:per gli Autori l'età dell'eventuale impatto è molto circoscritta tra Devoniano e Carbonifero, e quindi molto lontana dal Mesozoico. il probabile (anzi probabilissimo) impatto è molto più antico, siamo a cavallo fra Devoniano e Carbonifero, circa 350 milioni di anni fa e non 65. E quindi chiudiamo anche questa vicenda che è servita comunque a qualcuno per incassare visite a siti che sarebbe meglio non si impicciassero di cose "che non sanno e non intendono"....

Innanzitutto questo è l'articolo: A.Y. Glikson, A.J. Meixner, B. Radke, I.T. Uysal, E. Saygin, J. Vickers & T.P. Mernagh (2015): Geophysical anomalies and quartz deformation of the Warburton West structure, central Australia, pubblicato sulla rivista Tectonophysics, vol. 643, pagine 55–72.

Si tratta di uno studio che oltre a fornire dei dati nuovi offre una sintesi di tutto quello che si sa su quella zona.
Nonostante per me per l'ordine in cui sono state messe le cose non agevola la chiarezza della trattazione, abbiamo un caso abbastanza raro nella letterature scientifica in cui si riesce a leggere un lavoro senza dover ricorrere alla lettura di altri articoli per entrare nell'argomento (è necessario solo un accenno alle serie sedimentarie e magmatiche di cui si parla, facilmente reperibile in documenti liberamente consultabili).

Inquadriamo l'area: siamo praticamente nel centro dell'Australia, in una zona che è stata studiata anche per la presenza di possibili giacimenti di idrocarburi. Consta di due aree diverse, due bacini che hanno anche una storia diversa.
Il bacino di orientale di Warburton ha una storia complessa: una sequenza del Paleozoico inferiore è stata deformata nel Carbonifero dall'orogenesi di Alice Springs, durante la quale si sono formati i graniti della Lake Suite, anch'essi deformati; successivamente il tutto è stato ricoperto tra Carbonifero superiore e Terziario dai sedimenti del bacino di Cooper. La sedimentazione quindi si è interrotta soltanto nel Carbonifero inferiore durante l'evento tettonico di Alice Springs. Entrambe queste serie sono ben conosciute in quanto sono stati fatti diversi pozzi, anche per esplorazione petrolifera
La stratigrafia del bacino di Warburton occidentale è diversa: non è stato toccato dall'orogenesi di Alice Springs perché l'area faceva parte della zona non deformata che si trovava davanti alla fascia tettonizzata. C'è una sequenza sedimentaria del Paleozoico inferiore (Cambriano – Ordoviciano) accompagnata alla base da un vulcanismo basaltico tipo quello di un rift. Dal Paleozoico medio invece la situazione si fa più complessa perché ci sono state diverse fasi di sedimentazione centrate in varie zone del bacino, intervallate da fasi di assenza di sedimentazione se non addirittura da fasi deformative.

L'anomalia magnetica positiva del bacino orientale non può essere associata ai graniti della Lake Suite (ne darebbero una negativa), bensì ad un corpo magmatico di composizione più basica contenuto ad una profondità di circa 6000 metri e che dovrebbe trovarsi in mezzo alla sequenza sedimentaria del bacino di Cooper.
Il bacino occidentale presenta anomalie del tutto simili simili. Annoto che ad occidente l'anomalia magnetica è spiegabile con la presenza di un corpo vulcanico basico formatosi durante la fase di rift.
I due bacini di Warburton hanno quindi storie molto diverse ma presentano la curiosa similitudine di avere varie anomalie geofisiche gemelle.
La faccenda quindi si fa intrigante, anche perché in Australia di zone con anomalie simili ce ne sono tante. E fra queste, una è chiaramente associata ad un impatto.

E che uno o più impatti abbiano colpito l'area lo dicono molti indizi.
Innanzitutto le strutture addebitabili ad uno shock improvviso in molti cristalli di quarzo, simili a quelle effettivamente trovate intorno a diversi crateri da impatto di varia età e collocazione geografica. Da notare che queste lamelle si trovano sia nella serie pre – carbonifera che in quella successiva, ma solo quelle nell'ambito più antico mostrano di essersi formate in situ, mentre quelle dei sedimenti post carboniferi appartengono a materiali erosi e ridepositati dopo l'evento che le ha causate.
Comunque, ci sono altre evidenze importanti della possibile presenza di due crateri:
- un gradiente geotermico elevato: è stato osservato diverse volte che dopo un impatto di certe dimensioni, l'area è divenuta sede per un periodo anche lungo di attività geotermica. Il tutto viene spiegato con la formazione durante l'impatto di fratture nella crosta, a profondità notevoli, lungo le quali risalgono fluidi idrotermali
- ci sono precise indicazioni sulla esistenza di queste fratturazioni profonde
- alcune caratteristiche geochimiche dei graniti della Lake Suite: in particolare un anomalo arricchimento in metalli pesanti, che potrebbe proprio provenire da questi fluidi risaliti dal basso

Dopodichè c'è un problema di non trascurabile importanza: mancano i crateri e mancano i depositi a loro associati, gli ejecta, formati da materiali schizzati in aria per l'impatto.
Per spiegarlo viene ipotizzato il probabile sollevamento dell'area di oltre 5000 metri durante l'orogenesi di Alice Springs, necessario a portare in superficie i graniti della Lake Suite. Questo sollevamento avrebbe distrutto anche le tracce del cratere. Se poi l'impatto è avvenuto in una zona che si è successivamente deformata (in questo caso con l'orogenesi di Alice Spring) è abbastanza ovvio che di tracce non se ne vedano più. La storia delle lamelle di quarzo dice la stessa cosa, dato che quelle in posizione originaria appartengono solo a sedimenti deposti prima dell'evento tettonico.

C'è quindi la reale possibilità che i due bacini di Warburton costituiscano un ricordo della formazione di due crateri gemelli, provocati da un corpo che si è diviso in due cadendo (ma ci sono anche dei meteoriti apparentemente unici che invece sono formati da due o più pezzi tenuti insieme dalla loro debole gravità).
Alcuni autori hanno precedentemente ipotizzato persino che i bacini di Warburton siano parte di una struttura ancora più grande, dal diametro di 800 km.

A questo punto bisogna fare delle considerazioni:
1. l'impatto non è confermato da dati diretti come un cratere o livelli di brecce da impatto, ma solo da tutte queste tracce indirette (che in ogni caso rappresentano indizi piuttosto sicuri)
2. l'impatto da un punto di vista temporale si colloca tra Devoniano e Carbonifero. Quindi il can can mediatico sulla possibile relazione fra questo duplice impatto e l'estinzione dei dinosauri è una bufala (come comunque anche quella che l'estinzione sia avvenuta per colpa del meteorite caduto nello Yucatan.... ma vabbè.... 



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Potrebbe scrivere un articolo più dettagliato sulla "bufala dell'asteroide" che estinse i dinosauri? Grazie

Aldo Piombino ha detto...

posso fare di meglio: fra qualche mese uscirà un mio libro sull'argomento, ma lo anticiperò qui sopra!
saluti