Pochi giorni fa ho parlato del limite fra la Placca Euroasiatica e quella Africana tra la Dorsale Medio-Atlantica e Gibilterra, con le sue incertezze ed i pericoli che corrono una buona fetta delle coste fra Spagna, Portogallo e Marocco per quello che sembra un inizio di una nuova subduzione, quella della crosta euroasiatica sotto quella africana. Oggi sono uscite le anticipazioni di un lavoro presentato dal geofisico olandese Rinus Wortel alla assemblea della European Geoscience Union che potrebbe dare una svolta a tutta la Geologia del Mediterraneo. Secondo Wortel anche ad est dello Stretto di Gibilterra si sta invertendo la polarità della subduzione.
700.000 anni fa ci fu un cambiamento del campo di sforzi nell'Italia centro-meridionale a seguito della collisione fra il blocco apulo e l'Appennino. È un esempio significativo di quello che è successo via via in diversi settori dell'area mediterranea quando in altre zone si erano avute collisioni fra parti della crosta europea e di quella africana.
La riorganizzazione del campo di sforzi e dei margini delle varie (micro)zolle che compongono l'area mediterranea è quindi avvenuta più volte negli ultimi 250 milioni di anni quando proprio l'area mediterranea era la giuntura che congiungeva il Gondwana e la Laurasia quando tutti i continenti erano uniti nella Pangea. Di fatto dall'epoca le posizioni relative di Eurasia ed Africa non sono cambiate di molto, se si paragonano agli spostamenti fra gli altri continenti; questo ha però complicato molto le cose perchè non è che le due masse siano rimaste ferme: i movimenti dunque sono stati complessi, spesso dominati da trascorrenze di difficile definizione e il campo di sforzi è cambiato numerose volte. Di fatto ogni situazione ha lasciato qualche traccia ma la loro somma dà un puzzle di difficile soluzione. Recentemente a dare una soluzione ci hanno provato Mark R. Handy ed altri in Reconciling plate-tectonic reconstructions of Alpine Tethys with the geological–geophysical record of spreading and subduction in the Alps pubblicato nella rivista Earth-Science Reviews 102 (2010) 121–158. Un lavoro molto interessante e complesso ed una sintesi che penso rimarrà un punto di riferimento per parecchio tempo.
Saltiamo tutti gli avvenimenti fra il Permiano e l'Oligocene mentre quelli successivi, fino al “presente” sono descritti in questo mio post di 2 anni fa, con l'apertura progressiva dei bacini del Mediterraneo Occidentale (Alboran, Baleari, Ligure-Provenzale e Tirreno) che ha provocato la frammentazione della catena alpina, la quale 15 milioni di anni fa bordava tutto il bordo meridionale dell'Europa, alla quale non erano ancora saldate molte serie che ora formano l'Italia peninsulare. La figura a fianco si riferisce a quando si stava aprendo il bacino ligure-provenzale ma non ancora il Tirreno ed è tratta da Viti et al, (2009): Generation of Trench-Arc-Back Arc systems in the Western Mediterranean Region driven by plate convergence. Ital. J. Geosci, vol. 128 n,1 pp 89-106.
L'apertura di questi bacini è stata accompagnata da un veloce retroscorrimento delle zone che si sono trovate a sud-est di questi bacini, prima la dorsale balearica, poi la Sardegna e la Corsica e finalmente l'arco Calabro – Peloritano. Secondo Wortel anche Creta sta subendo lo stesso fenomeno ed è dovuto alla rottura della crosta africana in subduzione: in pratica a quanto ho capito nel breve abstract a disposizione (il lavoro ovviamente non è stato ancora pubblicato essendo stato presentato all'assemblea della EGU) la crosta subdotta è oceanica e pesante e quindi va in giù, mentre quella che le era vicino ma continentale non riesce a scivolare. Quindi la arte di zola europea vicina al limite verrebbe in qualche odo risucchiata indietro. So di esser eun pò criptico ma non riesco a dirla meglio....
I terremoti di grandissima intensità nel Mediterraneo e nelle aree limitrofe che contrassegnano in genere le zone di scontro fra due zolle sono piuttosto rari. Negli ultimi 2000 anni si contano 3 eventi particolarmente forti: Creta nel 365 e nel 1303 e Lisbona nel 1755. Come per Lisbona, anche per i due terremoti cretesi è stata avanzata l'idea che siano dovuti a eventi di thrust. Solo che secondo la visione tradizionale questi thrust sarebbero immergenti verso nord, Wortel invece pensa che siano orientati verso sud e che stiamo assistendo ad una inversione del piano di subduzione nell'area mediterranea.
Oggi vediamo tra la Liguria, l'Appennino, la Sicilia e l'Atlante algerino e marocchino fino a Gibilterra la zolla adriatica e quella africana che scendono sotto quella euroasiatica. Wortel pensa che questa situazione sia un “relitto del passato” come il prisma accrezionale che si trova nel Golfo di Cadice e che attualmente stia cambiando il regime tettonico, con la incipiente subduzione dell'Europa sotto l'Africa.
Perchè succederebbe il tutto? Perchè fino a poco tempo fa della placca africana era coinvolta la parte settentrionale, fatta di pesante crosta oceanica. Adesso invece, tranne che lungo l'arco calabro, la situazione è opposta: nella zolla europea c'è crosta pesante (quella di tipo oceanico dei bacini recenti del Mediterraneo occidentale) e in quella africana la leggera crosta continentale.
In effetti, a pensarci bene, sarebbe una situazione un po' anomala: crosta continentale che va sotto quella oceanica.
Ricordo anche che secondo alcuni Autori anche alla base della catena alpina tra Lombardia e Veneto stia succedendo una inversione del genere,. Solo che lì la polarità dei nuovi movimenti sarebbe opposta a quella del nuovo regime del Mediterraneo: piani di subduzione diretti verso nord sotto la catena alpina.
Il pronostico di Wortel è che quindi dopo un periodo in cui la sismicità non è in grado di raggiungere intensità particolari, tranne poche eccezioni, sia destinata ad aumentare parecchio nel futuro, ovviamente geologico.
Però lo stesso Autore ed altri autorevoli commentatori fanno notare che se le cose stanno in questo modo un terremoto di thrust come quelli cretesi è possibile in una vasta fascia ed il problema più grosso è che essendo strutture molto giovani non è semplice vederli...
Un altro appunto: se Wortel avesse ragione, la polarità della subduzione nella zona del Mediterraneo Occodentale sarebbe cambiata due volte in 20 milioni di anni. Un record, probabilmente....