La dietrologia sul terremoto dell'Aquila sta portando alla luce una guerra fra l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento della Protezione Civile, in particolare fra Enzo Boschi, storica figura dell'INGV e Guido Bertolaso, figura altrettanto storica del DPC.
Qualche giorno fa sul sito dell'INGV era comparso un banner in cui si accusava la Protezione Civile di voler scippare ai sismologi la rete dei sismografi. Banner che adesso mentre scrivo è scomparso.
La base della polemica risale, almeno ufficialmente, agli strascichi della riunione della Commissione Grandi Rischi che avvenne a L'Aquila il 31 marzo.
Ricordo che la terra si muoveva da diverso tempo in zona, c'era stata una forte scossa a Sulmona e un tecnico del laboratorio del Gran Sasso millantava di prevedere terremoti (ho potuto agilmente smentire il lavoro di questo soggetto fatto nel 2002 semplicemente dai dati dell'Iris Earthquake Browser). Quindi fu convocata quella riunione e nell'occasione fu detto che al momento non c'erano dei gravi rischi. Bertolaso (non presente) imbestialito si scagliò contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false».
Ricordo che c'era un rapporto dell'INGV che dava per “molto probabile” una scossa forte in Abruzzo tra il 2007 e il 2011 e lo motivava con attenzione e documentazione, non con farneticazioni di coinvolgimenti astrali....
Visto che da dicembre si continuavano a registrare scosse, il 17 febbraio 2009 l'INGV avrebbe inviato alla Protezione Civile un comunicato “non tranqullizzante” sulla sequenza in atto. Una parte di questo comunicato (che vorrei vedere completo: qualcuno mi sa dire dove trovarlo?) è citata in una lettera di Bertolaso: "negli ultimi anni la zona non è mai stata interessata da forti terremoti. Allo stato attuale delle conoscenze si può affermare che la sequenza in atto non ha alterato la probabilità di forti terremoti nella zona". Bertolaso, citandola a sua giustificazione per le parole pronunciate il 31 marzo, si dimentica di dire che la probabilità restava “inalterata” ma che era abbastanza forte (o ignorava forse il rapporto dell'INGV?).
Veniamo al 31 marzo, che è il fulcro della polemica. Una riunione secondo Boschi molto frettolosa, alla presenza di una pletora di persone a lui sconosciute, che dura appena tre quarti d'ora senza che venga redatto un verbale (non so se questa sia la prassi normale). Dopodichè si svolge una conferenza stampa. E qui c'è il giallo: Boschi asserisce di non esservi stato invitato e che non ci ha partecipato. Una versione attribuita a Bertolaso (non presente perchè impegnato sul G8, all'epoca previsto alla Maddalena) è esattamente opposta: «Avevo chiesto la riunione perché volevo un momento di confronto. Dopo c’è stata una conferenza stampa in cui il professor Barberi e il professor Boschi hanno esaminato tutte le informazioni e hanno stabilito che non era assolutamente prevedibile alcuna situazione di terremoto più violenta di quelle che erano state registrate».
Immagino che sia facilmente accertabile la verità: esisteranno pure delle foto o dei filmati di quella conferenza stampa (e qui mi rivolgo agli amici di “Abruzzo svegliati”).
Boschi poi annota: “sarei stato un folle ad andare a tranquillizzare tutti in una zona che il mio istituto definisce ad altissimo rischio” e che anche in due comunicati tranquillizzanti emessi dal DPC il 30 marzo e il primo aprile si cita anche il suo nome senza che lui ne sapesse niente.
Dall'altra parte anche Bertolaso potrebbe aver ragione quando afferma che Boschi si guarda bene dall'esporre quali contromisure si potevano metter in atto. Faccio presente che già Marco Cattaneo di Le Scienze sul suo blog aveva avanzato dubbi su quel verbale poche settimane dopo il 6 marzo.
A questo punto mi tocca sottolineare per l'ennesima volta alcune cose su questo terremoto:
1. noi ora parliamo con il senno di poi perchè sappiamo che una settimana dopo c'è stata la scossa forte
2. non era mai successo nella storia della sismologia che un terremoto violento sia stato preceduto da attività sismica come quella che ha contraddistinto l'evento del 2009. Magari succedesse!!!!
3. come afferma – a ragione – lo stesso sismologo il terremoto non era “prevedibile” nel senso più preciso del termine, se per “previsione” si intende conoscere giorno, ora, ipocentro, meccanismo focale e magnitudo di un sisma, che cosa poteva dire? Allora, su che basi si poteva discutere, visto che da un punto di vista scientifico non c'erano significativi incrementi della probabilità di avere un terremoto forte (anzi, a prima vista la presenza di attività sismica continua e costante era un fattore che diminuiva il rischio, nel senso che sarebbe troppo bello che prima di ogni terremoto significativo si verificasse un aumento della sismicità!!!)
4. Se non era “prevedibile”, dai dati dell'INGV era forse “aspettabile” (termine mio personale appena coniato, senza nessuna velleità ai fini scientifici e/o di protezione civile!)? In effetti, come ho scritto qui, c'è la possibilità che in passato un terremoto principale in Abruzzo sua stato preceduto da attività sismica diffusa (un caso che se accertato sarebbe – ripeto – assolutamente anomalo nella sismologia mondiale). Comunque la protezione civile ignorava questo fatto o non gli ha dato peso (al solito parlando con il senno di poi!).
5. Ma d'altro canto se si dovesse generare un allarme “terremoto violento” tutte le volte che si registra uno sciame sismico ci sarebbero centinaia di allarmi ingiustificati all'anno (vedi quest'anno la zona di Cassino per esempio) e continuano ad essere valide le stesse obiezioni su cosa si poteva fare che ho appena esposto.
6. in ogni caso Boschi ha perfettamente e completamente ragione quando dice: “non date la colpa agli studiosi: noi possiamo dare indicazioni di massima (e NON previsioni, NdR) mentre i politici scaricano la responsabilità sui sismologi: se il terremoto del 6 aprile ha provocato tutti questi danni la colpa è dei costruttori che non hanno seguito le norme (e – aggiungo – dei politici che le hanno depotenziate).
6. in ogni caso Boschi ha perfettamente e completamente ragione quando dice: “non date la colpa agli studiosi: noi possiamo dare indicazioni di massima (e NON previsioni, NdR) mentre i politici scaricano la responsabilità sui sismologi: se il terremoto del 6 aprile ha provocato tutti questi danni la colpa è dei costruttori che non hanno seguito le norme (e – aggiungo – dei politici che le hanno depotenziate).
Parole che dovrebbero essere scolpite nel cervello di molta gente!
Quindi non mi sento in grado di capire cosa si potesse fare: sgomberare un'area di non so quali dimensioni per un certo tempo (quanto? Giorni, settimane, mesi?) in attesa di un evento che “ci sono forti possibilità che avvenga, ma quando di preciso non si sa”? Cominciare ad attrezzare zone per eventuali profughi?
Vogliamo forse trasferire nelle tendopoli tutti gli abitanti delle zone a rischio, almeno fino a quando non vengono loro sistematele case con tecnologie adeguate?
E aggiungo: se la scossa non fosse avvenuta 6 giorni dopo, se ne parlerebbe ancora di quella famosa riunione?
La querelle Boschi – Bertolaso rimane nascosta all'opinone pubblica fino al 16 settembre, quando Boschi scrive una lettera a Zamberletti e Barberi, rispettivamente presidente e vice presidente della Commissione Grandi Rischi in cui appunto accusa Bertolaso di dire il falso sulla conferenza stampa del 31 marzo e dice che lo fa solo adesso perchè nella fase dell'emergenza non gli pareva giusto tirare fuori tali questioni. Se la considerazione risponde a verità dobbiamo rimarcare la forte responsabilità civile di Boschi che evita le polemiche in un momento difficile. C'è comunque anche la possibilità che abbia parlato quando ormai la polemica fra INGV e DPC stava raggiungendo di nascosto livelli parossistici e abbia deciso ditirarla fuori per primo per difendere se stesso e difendersi dalle intenzioni di togliere all'INGV la rete sismica.
Bertolaso, che era uno dei destinatari di questa lettera, ovviamente non sta zitto e risponde qualche giorno dopo citando dal verbale della riunione (contestato come si è visto non solo da Boschi). Secondo Bortolaso il sismologo avrebbe detto che “i forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta.” e, in un secondo passaggio che “la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore. Guardando l'Italia nel suo complesso probabilmente c'è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti” ma "questa logica non è ancora nota e per questo è impossibile fare previsioni”.
Volendo fare dietrologia, a questo punto un Bertolaso evidentemente arrabbiato ha cercato di scippare a Boschi la rete sismica italiana, ma, a giudicare dalla scomparsa del banner sul sito dell'INGV è probabile che Boschi sia riuscito a parare il colpo. Mi domando però se la guerra Bertolaso – Boschi nasconda qualcosa di più profondo.
Trovai quantomeno strano e discutibile quanto si diceva sul banner sul sito dell'INGV a proposito dello “scippo” della rete sismica tentato dal DPC. La cosa mi lasciò abbastanza perplesso, anche se francamente l'INGV mi lascia a sua volta molto perplesso. Personalmente l'unico contatto diretto che ho avuto con persone di questa istituzione fu durante la “scuola di specializzazione in ofioliti” che facemmo al Terminillo nella seconda metà degli anni 80: un ricercatore di quell'istituto venne per illustrarci la teoria di Carey della Terra in espansione e contestare la tettonica a zolle.
Immaginatevi di fare una cosa del genere proprio a persone che studiano le ofioliti, cioè parti della crosta di oceani schiacciati dallo scontro fra due continenti. Il tapino fu colpito da un fuoco di fila di domande, spesso molto polemiche. Mi ricordo il suo imbarazzo nel dire che sia nelle zone di subduzione che nelle dorsali si crea nuova crosta e come il compianto professor Passerini mi disse con spirito molto francescano a tavola: “poveretto, avrei voluto dire qualcosa per incoraggiarlo, ma proprio non sono riuscito a trovarne la possibilità”.
Le mie perplessità in realtà vanno oltre a questa storia e sono dovute all'impressione che l'INGV sia una realtà a se stante, avulsa dal resto del panorama della ricerca italiana: mai ricordo la presenza di qualcuno di loro ai convegni o nelle pubblicazioni della Società Geologica Italiana. Anzi, qualche anno fa un membro autorevole della SGI (evidentemente in accordo con il consiglio dell'associazione) accusò l'INGV di saper solo mettere dei punti sulla carta al verificarsi di terremoti e di ignorare completamente il progetto CROP (lo studio della crosta profonda in base a prospezioni geofisiche che la SGI stava portando avanti).
Queste gravi accuse (che ho ancora da qualche parte ma che mi scuso per non aver voglia di andare a cercare) vennero mosse più o meno nel periodo in cui Boschi prese sotto la sua ala anche la vulcanologia, quando 5 o 6 anni fa all'ING (istituto nazionale di geofisica) fu aggiunta la “V”, aggiungendo alla denominazione precedente le parole “e di vulcanologia”, Nell'occasione non credo che il Boschi abbia protestato per questo...
Certo, ne è passato di tempo dal 1980, quando fino alla mattina dopo nessuno era in grado di andare a vedere i sismografi per capire dov'era esattamente l'epicentro del terremoto del 23 novembre (si disse con umorismo un po' triste che anche la tettonica a zolle in Italia doveva adeguarsi e che i terremoti dovevano avvenirei nel solo orario di ufficio) e sinceramente non sono il solo a cui le ricerche del dopo terremoto in Abruzzo siano piaciute: hanno ricevuto complimenti a livello internazionale per ampiezza e valore della documentazione. Nelle pubblicazioni dell'INGV, solitamente molto interessanti, non si contesta più in maniera assoluta la Tettonica a zolle crostali, anzi..... In più le notizie in tempo reale su terremoti e vulcani italiani sono una miniera di notizie utili. Tantochè il sito del''INGV è uno di quelli che consulto tutti i giorni (anche più volte al giorno in certi momenti!).
Se poi guardiamo il famoso rapporto sul rischio sismico è sicuramente un bel passo avanti, come il lavoro di prevenzione intorno ai Colli Albani. Resta il fatto che continuo a trovare questa istituzione un po' troppo isolata e non capisco il perchè.
La risposta di Bertolaso (o, meglio, il verbale del 31 marzo) mi lascia perplesso: perchè Boschi, dopo il suo rapporto, avrebbe detto che la scossa forte fosse “improbabile”? Io fossi stato in lui avrei tratto le sue stesse conclusioni appunto, cioè che non c'erano significativi aumenti di possibilità dell'accadimento di una scossa forte ma non avrei potuto escludene la possibilità (anche perchè il rapporto parlava piuttosto chiaro!). Soprattutto viste le sue dichiarazioni che ho riportato poc'anzi Boschi darebbe del folle a se stesso.... mi chiedo però perchè non fu tirata fuorila questone dell'alto rischio sismico teorico in quanto nella zona si evidenziavano sia un gap sismico che particolari modificazioni del campo di deformazione
Credo che questa vicenda sia soprattutto una lotta di potere e la cosa non mi piace.
Io continuo a pensare che il sistema della Protezione Civile debba lavorare in sintonia con una forte istituzione geologica e cito come esempio il Servizio Geologico degli Stati Uniti , che si occupa di frane, vulcani, terremoti, alluvioni e quant'altro sui disastri naturali. Qui invece abbiamo una serie di strutture non solo scollegate fra loro (e apparentemente coordinate dalla Protezione civile) ma evidentemente anche in preda ad una guerra fratricida da cui non ci si può aspettare nulla di buono.