Stanotte anziché i Campi Fegrei ha tremato il Vesuvio. Innanzitutto nulla c’entrano i terremoti del Vesuvio con quelli dei Campi Flegrei, dove la sismicità è dovuta al rigonfiamento della superficie dovuto alla sovrapressione dei fluidi provenienti dal basso che non riescono a raggiungere la superficie a causa della presenza di uno spesso banco di rocce impermeabili
Quanto al Vesuvio, nonostante che dal 1944 sia entrato in quiescenza e quindi non ci sia attività vulcanica di alcun tipo, l’attività sismica è abbastanza frequente: il catalogo INGV consultato in data odierna (28 aprile 2024) evidenzia che dal 1 gennaio del 2000 sul Vesuvio ci sono stati circa 500 terremoti, sia pure di Magnitudo ridotta e molto superficiale (per cui è molto difficile che vengano risentiti dalla popolazione).
Come mai succede questo?
Questa sismicità si origina direttamente nell'apparato vulcanico, che si sta raffreddando e contraendo. Il tutto porta ad una leggera subsidenza del cono, evidenziato dal calcolo della componente verticale ottenuta dall’European Ground Motion Service con le elaborazioni delle immagini radar dei satelliti della costellazione InSAR Sentinel-1. I punti rossi sono nelle zone che si abbassano maggiormente e la serie temporale del punto cerchiato, dove si evidenzia una velocità di abbassamento media di quasi 15 mm/anno.
Per quanto riguarda la profondità, si nota come si tratti in genere di eventi sismici molti superficiali, che si originano spesso a meno di 1 km di profondità. Ed è ovvio perché si tratta di movimenti all’interno della parte superiore del cono. Vediamo la distribuzione delle profondità sia nella carta che in un istogramma. Eventi sismici a profondità inferiore a 2,5 km sono estemamente rari, molto più rari che nelle vicinanze (Campi Flegrei esclusi ma è un’altra storia).
Anche le Magnitudo sono in genere molto basse. Dal 01-01-2000 ci sono solo 50 eventi con M 2 o superiore. Si deve comunque notare che i due più forti del gruppo e gli unici in cui la M è stata superiore a 3, sono avvenuti nel 2024, rispettivamente l’11 marzo e il 28 aprile.
Ricordo che questi terremoti, oltre ad essere perfettamente normali per la situaizone attuale del Vesuvio, non possono assolutamente essere messi in correlazione con una possibile eruzione, dato che nelle fasi di "unrest vulcanico" che precedono una eruzione si osservano:
- variazioni nelle fumarole (composizone, ptemperatura, pressione di uscita ed altri parametri)
- una inflazione del cono (termine scientifico per identificare un rigonfiamento del vulcano)
- una sismicità particolare ma soprattutto a profondità ben superiori rispetto al cono
- variazoni nella microgravità