Come Blogger tengo molto a cuore la comunicazione scientifica, sia qui che attraverso gli incontri che facciamo come "Caffè-Scienza Firenze". Nel 2010 fui invitato a inviare un contributo a "Comunicare la fisica". Nel corso dell'incontro "Florence and Science Communications", svoltosi prima dell'inizio del 12° convegno della PCST (Public communications in Science and Tecnology" sono stato invitato a parlare di "Scientific blogging for correct scientific information". L'ho fatto e pubblico su Scienzeedintorni più o meno quanto ho illustrato nel convegno.
Fra i tanti aspetti di Internet c'è anche quello di essere un giornale particolarmente pieno di notizie. Quindi come si sfoglia il quotidiano con le notizie del giorno la stessa cosa si può fare con Internet, su cui però qualsiasi contenuto, notizie comprese, rimane on-line fino a quando qualcuno non lo cancella. Questo in molti casi è un grande vantaggio, perchè consente di avere a disposizione un archivio di dimensioni immense quasi su ogni questione.
Ho fatto adesso un piccolo controllo: Volaticotherium antiquus è un mammifero del Cretaceo; forse sarà perchè aveva una membrana che gli permetteva di planare, ma cercandolo su vari motori di ricerca si ottengono risultati oscillanti fra le 2900 e le 16000 pagine in cui si parla di questo esserino.
Questo tanto per dire a che dimensioni arriva l'archivio della Rete.
Quindi Internet è un grandioso modo di espandere la conoscenza. Però bisogna intendersi: Internet può essere un buon veicolo di INformazione, mentre per arrivare ad una formazione scientifica occorre studiare su libri e riviste scientifiche (e anche avere dei professori).
Ma se qualcuno ha bisogno di una INFORMAZIONE su qualche argomento scientifico a cui è interessato per un qualsivoglia motivo, allora la sua curiosità potrebbe essere sicuramente soddisfatta attingendo al grande giornale che è ben annidato nella Rete.
LE POSSIBILITÀ CHE HA UN UTENTE PER TROVARE NOTIZIE SCIENTIFICHE IN RETE
Le RIVISTE SCIENTIFICHE: per un normale utente le riviste scientifiche possono essere altamente problematiche anche solo per l'accesso, che normalmente necessita di un abbonamento. “Azzeccare” con un motore di ricerca il link ad un articolo “open source” non è scontato. Ma se questo ostacolo viene evitato perchè l'articolo in oggetto è davvero “open source”, si presenta una serie di difficoltà alle volte insormontabili. Cominciamo dal linguaggio con cui è scritto: non perchè l'articolo è scritto (solitamente) in inglese, ma perchè lo scienziato quando scrive per gli scienziati usa un gergo proprio della materia, dando per scontato che il lettore ne capisca il significato. Va da se che solo professionisti del settore possono essere in grado di capire l'articolo (talvolta non sempre neanche questi...).
Una terza difficoltà è che leggere un articolo è spesso faticoso e porta via parecchio tempo.
Quindi gli articoli scientifici anche se open source servono più ad altri scienziati che a persone “normali”.
I SITI SCIENTIFICI sono molto utili per riportare delle notizie ma servono più a chi vuole rimanere aggiornato che per chi si deve informare “da zero”. Infatti le notizie riportate spesso si limitano a copiare pari pari il “lancio” dell'ufficio stampa di una istituzione a cui fa capo l'autore principale del lavoro oggetto del lancio (e infatti succede regolarmente che la stessa news sia perfettamente identica in più siti!). Ovviamente se le condizioni sono queste, ne segue che nessuno si prenda la briga di leggere l'articolo originale, il quale poi, normalmente, non presenta una esauriente visione di una questione ma si limita a descriverne alcuni aspetti particolari. Per cui riportare un sunto di quanto dice l'articolo, spesso realizzato da personale di un ufficio stampa su basi sommarie di un estensore dell'articolo stesso non è scavare nella questione fornendone un report esaustivo. E magari confonde pure chi cerca qualcosa senza preparazione specifica in merito.
In altri casi si va un po' più nello specifico e magari si intervista qualche esperto. Il risultato è che poi la notizia riflette quello che dice l'esperto a proposito della questione e non quello che è scritto nell'articolo.
Con esiti talvolta devastanti: qualche tempo fa è uscito su PlosOne un articolo su dei crani umani trovati in Cina e sulle loro caratteristiche un po' particolari. Bene, a questo proposito nei lanci di agenzia ci sono le impressioni di un intervistato, persona competente ma che sicuramente non aveva letto l'articolo, il quale ipotizzava un legame fra i proprietari di questi teschi e i denisoviani, una popolazione di cui oggi finora sono state trovate una falange ed un dente, ma geneticamente distinta sia da Homo sapiens che da Homo neanderthalensis. Tutte le agenzie hanno parlato di questo aspetto: peccato che nel lavoro originale Denisova sia solo nominata incidentalmente. Mi pare assolutamente ovvio che in questo caso l'informazione da parte di diversi siti che hanno riportato la notizia correlata da questa intervista non abbiano provveduto ad una informazione corretta. Tutti questi aspetti fanno sì che anche i siti scientifici possono non essere esaustivi nei confronti della ricerca di informazioni generali su un problem
I FORUM SCIENTIFICI possono veicolare informazioni. Al solito si tratta di informazioni ma se non altro qui ci può essere il dialogo sia fra colleghi che una serie di “dritte” da parte di persone competenti a persone che chiedono informazioni. Purtroppo alle volte nei forum scrivono personaggi strani o che credono di sapere. Ne ho incontrati diversi e solo con uno sono riuscito con fatica a siglare un accordo di non belligeranza e ora mi pare che si vada parecchio d'accordo. Probabilmente è una persona piuttosto intelligente, totalmente o quasi impreparato in geologia ma a cui piace molto l'argomento; ha messo da parte alcune sue “manie” e lo trovo molto più maturo. Ma è uno.... altri arrivano postando assurdità in quantità industriale per poi scomparire del tutto o fino alla prossima vagonata di assurdità. In generale, ma non sempre, sono molto sensibili alle leggende metropolitane. Nello stesso paragrafo possiamo inserire anche i Social Network, utili eventualmente solo per avere qualche link giusto.
I BLOG SCIENTIFICI sono molto importanti, perchè in generale tendono a fornire un quadro generale di una questione, sia pure molto succinto. Ma spesso è quanto basta a un utente in cerca di notizie generali. Inoltre solitamente un Blogger scientifico non ha per scopo la comunicazione fra scienziati, ma quella con gente “normale” interessata a quello di cui il blogger si occupa. Comunicare con gente normale significa evitare il gergo ed usare parole semplici: è sicuramente più difficile che usare un linguaggio rigidamente tecnico (occorre spesso sostituire un singolo termine con una serie di più parole ma è indispensabile se si vuole essere capiti. A proposito: io non riesco a rendere in termini semplici il concetto di subduzione...
A cominciare dal titolo del post. Oggi cerco di fare titoli corti ma prima per me era davvero – spesso – un problema.
Per fare un esempio della differenza fra un linguaggio gergale e quello normale ricordo un articolo per l'epoca molto, molto interessante per la geologia ma dal titolo “terribilmente criptico”: “l'arco Calabro - Peloritano nel quadro dell'orogenesi appenninico - maghrebide”.
Immagino che buona parte di voi non riesca minimamente a capire che cosa voglia dire tale titolo. Se così si fosse espresso il fratello, il leggendario Piccolo Arnold gli avrebbe sicuramente chiesto “che cavolo stai dicendo, Willis????”
È chiaro che un titolo così scoraggerebbe anche alcuni geologi, figuratevi il resto del mondo...
Un blogger avrebbe fatto un titolo un po' più lungo ma più umano, per esempio: "il ruolo dei monti della Calabria e della Sicilia Nordorientale nella costruzione delle catene montuose del Mediterraneo Occidentale”. È più o meno la stessa cosa, ma scritta così potrebbe invogliare qualcuno alla lettura.
L'AUTOREVOLEZZA DI UN SITO O DI UN BLOG.
La Rete ha poi un problema fondamentale: l'autorevolezza dei contenuti.
Una rivista scientifica è per sua natura un contenitore in cui quanto scritto viene accettato preliminarmente, sottoposto ad una attenta revisione (la cosiddetta referazione) e poi pubblicato. Quindi è difficile che vi siano contenuti articoli poco attendibili: il prestigio di una rivista è dato soprattutto dal livello di chi ci scrive sopra, la sua attendibilità è ritenuta quasi automatica e il suo prestigio si gioca sul livello di importanza scientifica degli argomenti.
Ma quando si va a siti di vario tipo, beh, la cosa si fa un po' più complessa: chi gestisce quel tale sito lo fa con obbiettività e competenza? E lo stesso vale per chi pubblica contenuti, scritti da lui o riportati che siano?
I blogger ci mettono la faccia, non solo nel senso letterale del termine dato che in molti casi la loro foto campeggia sulla pagina iniziale del suo spazio, ma anche perchè di solito ci sono delle note biografiche con cui inquadra la sua posizione; allora, un blog sui vulcani tenuto da un docente di vulcanologia oppure un blog sui terremoti tenuto da un professore di sismologia applicata appaiono sicuramente più autorevoli di un blog sulla meteorologia tenuto da un sostenitore delle scie chimiche....
Questo è invece un problema per Wikipedia: non è possibile sapere chi ha scritto una pagina (potrebbe anche essere il frutto di un continuo aggiornamento che dura da anni da parte di più soggetti); ma soprattutto non si sa che formazione ha(nno) alle spalle questa/e persona/e. Di fatto Wikipedia spesso è utile ma altre volte mi ha lasciato piuttosto perplesso, come in un questo mio post di un annetto fa, dopo il quale, comunque la pagina è stata modificata.
È chiaro che a questo punto subentra un altro fattore: come solitamente chi è “di destra” legge un giornale “di destra” e chi è “di sinistra” legge un giornale “di sinistra”, anche in Intenet c'è chi legge quello che vuole leggere. E infatti se da un lato la Rete è un ottimo sistema per spargere pillole di conoscenza dall'altro è un veicolo per spargere le cosiddette “leggende metropolitane”, dalle scie chimiche alla credenza che HAARP sia un'arma segreta degli americani per provocare terremoti etc etc., che oggi si diffondono a velocità mai vista prima.