una colata di fango in un versante montano |
Non posso certo essere tacciato di originalità se dico che Ischia è un bellissimo posto e consiglio di andarci a tutti, usando i mezzi pubblici che, almeno quando ci sono andato io, erano comodissimi per itinerari e frequenza dei collegamenti, caso rarissimo in Italia. Purtroppo in questi giorni di Ischia se ne parla tanto e i geologi imperversano in televisione, come i miei carissimi amici Antonello Fiore e Massimiliano Fazzini, che sono stati addirittura in coppia da Bruno Vespa, ma... tranquilli... fra due settimane non ne parlerà più nessuno fino al nuovo disastro. Il problema è che per l'italiano medio non è questione di fare le cose male e/o nel posto sbagliato, ma semplicemente di sfiga. Tanto, come mi apostrofò un abusivo anni fa, "voi geologi a volte siete uccelli del malaugurio". E quindi in certi luoghi per politici disonesti e irresponsabili in termini elettorali paga più un condono edilizio o il non demolire le case abusive che far rispettare il territorio. È però sbagliato ridurre il disastro di Ischia al solo frutto dell'abusivismo, come tentano di fare in tanti: oltre a questo assolutamente deprecabile andazzo ci sono anche altri problemi dietro. In particolare la assoluta mancanza di una cultura del territorio che ne consenta un uso più ragionato, una urbanizzazione meno selvaggia e una cura del reticolo fluviale e delle aree non urbanizzate dalle quali possono provenire disastri come questo.
il reticolo fluviale. In superficie non sembra esserci traccia di quell'asta che arriva a mare: sarà tombata? |
Il disastro di Casamicciola ha tanti padri, dei quali per adesso si parla poco tranne che di due: facile dare la colpa all’abusivismo edilizio (che potrebbe esserci, il condizionale lo spiego dopo) o ai cambiamenti climatici (che ci sono). Ma c'è anche dell'altro.
LA COLATA DI FANGO E IL RETICOLO FLUVIALE. In molti hanno parlato di “frana” e in molti hanno fatto vedere la cartografia in materia. Sostanzialmente tutto il versante nord del Monte Epomeo a monte dell’abitato è segnalato in frana. Nell’abitato stesso ci sono una serie di perimetri di area in frana a pelle di leopardo. Ed in effetti la frana c’è stata. Ma non è stata una frana "classica", cioè un crollo o uno scivolamento. Si è trattato di una colata di fango. L'immagine all'inizio del post dà un'idea di cosa sia, prendendo un fenomeno avvenuto in una area non antropizzata. Cosa è successo? Semplicemente, come succede spesso in Campania, il problema sono i tufi. Questi depositi di ceneri vulcaniche hanno il brutto vizio, se imbevuti d’acqua, di perdere completamente la resistenza al taglio (in parole povere: si sciolgono). Per questo l’acqua piovuta, che di per se non era certo poca, si è riempita di queste ceneri, diventando quindi ancora più pesante e quindi acquisendo più forza e provocando lo sconquasso.
Nelle ore immediatamente successive all'evento la mia "curiosità professionale" si è rivolta ad altro: ho osservato sul mio sistema di informazione geografica la zona con la carta in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare disponibile sul sito dell’ISPRA. Mi ha colpito la circostanza, che definirei classica, della scomparsa dei corsi d’acqua verso valle. Antonello Fiore, presidente della Sigea ha fatto meglio, perché la stessa cosa l’ha fatta vedere sulla carta geologica al 50.000 (Ischia è una delle aree coperte dalla nuova cartografica geologica CARG, per il completamento della quale mancano “stranamente” i soldi), come vedete qui accanto.
ABUSIVISMO? SI, MA ANCHE OCCUPAZIONE SISTEMATICA E IRRESPONSABILE DEL TERRITORIO E SUA MANCATA CURA. Dare la colpa del disastro all'abusivismo e ai cambiamenti climatici (come se non ci fossero mai stati da quelle parti eventi alluvionali) è semplice ma faccio notare due cose:
- per dire che è colpa dell'abusivismo si deve dimostrare dati alla mano che le case crollate sono ancora abusive o da abusive che erano sono state condonate nel passato. Per poterlo affermare si deve aspettare questi riscontri
- una manutenzione della parte al di sopra dell'abitato e una regimazione e sistemazione del reticolo idrografico avrebbero quantomeno limitato i danni.
Ovviamente con questo non intendo assolvere l'abusivismo: so benissimo che ci sono casi di abusivismo “minore” (a partire dalla chiusura delle terrazze), ma trovo intollerabile chi cerca di dirigere la discussione in quella direzione, facendo finta che non esistano costruzioni totalmente abusive, come addirittura ancora adesso qualcuno ha il coraggio di dichiarare.
Ed è evidente, come dimostrano i numeri, che l’abusivismo da quelle parti sia una “misura strutturale”. A questo proposito racconto una vicenda: era il 2017 e come corollario ad un post sui danni da terremoto di Casamicciola indicai una questione primaria: in un’area compresa nella zona 2 della zonazione sismica generale italiana e notoriamente prona ad eventi sismici di un certo tipo i danni erano spiegabili anche con l'irresponsabilità di chi ha costruito, nel come e/o nel dove lo ha fatto.
Apriti cielo, una persona di Ischia mi apostrofò così:
La scienza avrà anche i suoi meriti, ma diventa insopportabile quando ricorre a metodi coercitivi. Lo Stato NON può e NON deve obbligare la gente a costruire casa secondo istruzioni cosiddette antisismiche. A casa mia decido io e soltanto io. Dovranno passare sul mio corpo prima di abbattere la mia casa di Ischia!!! Non vorrei offendere, ma voi geologi a volte siete uccelli del malaugurio…
Nei commenti sotto il post sul blog c'è di tutto (anche i terremoti - si era ancora in fase post-2016 - e persino un razzista di Firenze, che mi perseguitò per un po' di tempo e a cui cancellai dei commenti vergognosi) ma leggete quelli sull'abusivismo, in particolare quello di Peppe:
vivo in Calabria, e purtroppo anche la mia abitazione è stata definita "abusiva". C'è chi sostiene che la mia modesta casa sia stata edificata dalla ndrangheta. Tutte balle. Pertanto, comprendo perfettamente lo stato d'animo del signore di Ischia. Per quanto riguarda l'autore di questo articolo, io rispondo che è troppo comodo pontificare dal proprio residence fiorentino. Dovresti avere più rispetto nei confronti della gente che per tutta la vita si è fatto il mazzo. Lo sappiamo che voi geologi vi state mobilitando per distruggere il nostro patrimonio edilizio cosiddetto "abusivo". Il vostro accanimento è vergognoso. Poi, non condivido assolutamente la tua ossessione per la legalità (che, per me, dovrebbe essere applicata con parsimonia). L'antimafia può essere peggio della mafia medesima.
Gli risposi trovando curioso il concetto di essere parsimoniosi con la legalità. Poi ho censurato la sua controrisposta, anche per una certa violenza (ma ovviamente l'ho conservata).
Non so se il primo tizio è fra quelli che hanno approfittato dell'ignobile legge del primo governo Conte, che dopo aver eliminato la missione "Italia sicura" levando contestualmente i finanziamenti destinati per la protezione del territorio ha nel decreto per il ponte Morandi semplicemente e scandalosamente permesso di valutare le pratiche di condono a Ischia con il regolamento del primo condono edilizio, quello del 1985 dove potevi condonare anche case in zone a rischio idrogeologico (senza nessun giudizio politico al di fuori di questa vicenda, sia ben chiaro... io non faccio politica quando parlo di Scienza). Io spero che chi l'ha proposta, fatta e voluta se ne vergogni, anche se non lo può dire. Annoto che qualcuno continua anche oggi a non vergognarsi, e lo dice dal suo scranno mentre sarebbe meglio che andasse a spalare il fango. Non linko le dichiarazioni del soggetto per non dargli pubblicità
a. RETICOLO FLUVIALE. Prendiamo in esame la carta del rischio alluvioni di ISPRA del 2017. E si vede una cosa molto interessante: delle strette fasce che dall’Epomeo scendono in giù verso il mare e che occupano le aste fluviali della carta di Antonello Fiore ma che vanno anche ovviamente in giù (ahia... la forza di gravità...). La carta evidenzia come una di queste corrisponda esattamente alla strada che scende fino a piazza De Felice, il posto da cui trasmettevano le dirette le televisioni, se non erro dedicato ad una vittima di un evento precedente. La sezione che ho ottenuto a partire dal modello digitale del terreno Tinitaly di INGV fa vedere come via Monte della Misericordia sia il punto più basso, presumibilmente occupato una volta da uno di quei fossi che per almeno 360 giorni all’anno rimanevano in secca e poi eliminati (immagino tombati). Il problema di Casamicciola e di Ischia in generale non è quindi soltanto l’abusivismo: la realtà è che, PAI o non PAI, strumenti urbanistici o no, non è possibile tollerare una simile densità di costruzioni in un posto del genere, abusive, condonate o regolari che siano. E che oltre ad una pesante sistemazione del versante, ce ne voglia una anche del reticolo fluviale, assicurando un deflusso a valle degli eventi principali (quelli rari appunto) in quelle che un tempo erano chiamate ‘valloni a tempo’, cioè le linee di deflusso delle acque piovane che da monte scendono a valle: come dicono ad Arezzo “l’acqua affitta ma non vende”. Aree del genere devono essere considerate assolutamente inedificabili e le case lì non devono starci. Quindi la triste logica vorrebbe che gli edifici che ci stanno sopra vadano abbattuti. Non certo – se abusivi – condonati applicando le regole del 1985, come vorrebbe il dispositivo dello scellerato decreto - Genova.
b. LA SISTEMAZIONE DEL VERSANTE SOPRA L'ABITATO. Per diminuire l'impatto di prossime precipitazioni intense quest'area va pesantemente sistemata, in particolare occorre diminuire con terrazzamenti ed altro la velocità delle acque di dilavamento, perchè meno veloci saranno le acque, come si vede in questa foto:
- più la piena a valle sarà distribuita nel tempo: durerà di più ma la portata massima diminuirà
- la capacità da parte delle acque di erodere e liquefare i tufi sarà molto minore.
IL PROBLEMA IMMEDIATO. Il collega geologo Aniello di Iorio, che dobbiamo ringraziare per le preziose informazioni, in due post su facebook che non riesco a linkare ha effettuato un paio di sopralluoghi e ha notato una cosa molto importante: le piogge dell’altro giorno hanno lasciato a monte dell’area abitata colpita dal disastro una situazione delicatissima. talmente delicata che potrebbe bastare anche una pioggia minore, molto minore, di quella dell’altro giorno per provocare un nuovo sconquasso.
Ha anche notato che (toh... non causale) le poche opere di protezione hanno funzionato benissimo, preservando quindi l’area circostante, purtroppo limitata. Per fortuna il commissario straordinario Giovanni Legnini si sta muovendo ed è stato incaricato di monitoraggi e quant'altro il Centro di Protezione Civile dell'università di Firenze
LE NECESSITÀ: Occorrono quindi da parte delle Autorità diverse risposte, che però necessitano di una totale inversione di mentalità e che in parte si riveleranno particolarmente impopolari:
- una immediata per una sistemazione urgente che elimini il pericolo incombente del materiale "in bilico"
- una urgente per la sistemazione e la manutenzione definitiva del versante in frana sopra l'abitato
- una urbanistica: blocco di qualsiasi tipo di condono, diminuzione della densità abitativa e demolizione degli edifici e delle strade nei valloni