A dimostrazione della rapidità con cui la situazione sui vulcani si può evolvere, questo post era stato scritto ieri sera ma le cose stanotte sono andate molto velocemente: avevo scritto che “l'intrusione sta risalendo e ci sono già i primi effetti geotermici visibili sul terreno”. Ebbene, erano i segnali premonitori di qualcosa che è accaduto stanotte: si sono aperte delle fessure sopra all'intrusione, a NE del Bardarbunga, per fortuna oltre il limite del ghiacciaio Dynjujökull (una appendice del grande ghiacciaio Vatnajokull). Da una di queste è scaturito un po' di magma. Dopo un paio d'ore la quantità di materiale in uscita sembrava diminuire. La frattura è lunga circa un km e quindi siamo davanti ad una vera e propria eruzione lineare. In questo momento la sismicità lungo l'intrusione è diminuita, segno che il rilascio di pressione determinato dall'eruzione ha fatto il suo dovere.
Ieri sera c'erano delle notizie abbastanza precise sulla risalita di fluidi caldi di origine vulcanica nella zona in cui si erano aperte delle fratture, cosa che poteva davvero essere un presagio di eruzione imminente, anche perché ad esse si era aggiunto il tremore sismico; inoltre la lava dentro il dicco era risalita fino alla profondità di 2 km.
Di conseguenza il codice per l'aviazione è stato nuovamente innalzato da arancione a rosso sopra il Bardarbunga, e permane giallo sull'Askja (“atto dovuto” a causa della sismicità che lo interessa). Questa è la situazione ADESSO (metà mattina del 29 agosto). Fra due ore chissà... questa è la vulcanologia, ragazzi!
Durante l'attività di un vulcano è difficile capire come stanno le cose, ma soprattutto è impossibile prevedere quello che può accadere anche da qui a poche ore. Esercitarsi nel fare previsioni è come giocare al lotto, solamente che se quando giochi i tuoi numeri non escono non è un problema, se scrivi che succederà una certa cosa e questa non succede fai la figura del bischero.
Cosa che non ho proprio voglia di fare.
Un'altra cosa fondamentale è far capire a chi legge dove arrivano i dati e le prese di posizione di quelli che fisicamente stanno studiando la situazione (quelli dell'Icelandic Met Office sono gli UNICI da considerare come base per poter dire cosa sta succedendo) e dove partono ipotesi, ragionamenti e prese di posizione di chi "mastica la materia" ma riceve i contributi dell'IMO senza poter o voler confrontarsi con loro.
Ci sono poi le prese di posizione di tanti incompetenti, a partire da quelli della maggior parte dei siti meteo italiani e altri dementi sciolti che non sanno nulla ed interpretano “ad minchiam” persino i comunicati dell'IMO.
a questo proposito vi racconto un episodio: quando ho espresso il concetto che la situazione preoccupa più gli italiani che gli islandesi e da noi nascono delle convinzioni assurde, una persona mi ha risposto che erano parecchio preoccupati anche gli islandesi e mi ha citato un breve comunicato dell'IMO (che ovviamente conoscevo perfettamente) in cui si parlava della sismicità nella caldera del Bardarbunga, che come è noto è dovuta alla risposta dell'edificio vulcanico alle variazioni della pressione del magma sottostante. Frase che è stata interpretata da questa persona come “secondo gli islandesi il vulcano sta per crollare”. Follia pura.
Ora, io non sono “il massimo” della competenza ma diciamo che cerco di descrivere per chi è meno ferrato di me nell'argomento quello che dicono all'IMO e in altri posti qualificati. In questo post voglio esplorare quelle che sono le possibili evoluzioni della situazione.
LA SITUAZIONE
- le depressioni a pentola e fratture nel ghiaccio che erano state notate mercoledì sono il segno dello scioglimento di parte del ghiacciaio sottostante; hanno provocato un aumento della portata di alcuni fiumi e del livello di un lago nelle vicinanze e alla fine sono state attribuite all'evento del 23 agosto: cioè quel giorno sotto il ghiacciaio c'è stata davvero una piccola eruzione, durata poche ore La mia opinione personale era che qualcosa fosse successo davvero, ma, al solito, se io penso una cosa e l'IMO dice il contrario, dal punto di vista scientifico non mi sento in grado di sostenere un parere opposto a coloro che monitorano la situazione, non lo trovo coerente con la linea di Scienzeedintorni
- la questione “eruzione sì – eruzione no” dimostra come sia difficile studiare un vulcano sepolto sotto 600 metri di ghiaccio. D'altro canto lo dimostrano anche quei 10 eventi degli ultimi 30 anni classificati come “possibili” eruzioni
- il timore di mercoledì sera era che i fenomeni sul ghiacciaio fossero correlati con la formazione di fratture nel terreno che si stavano formando giusto in quel momento oltre il limite del ghiacciaio stesso, nella zona sovrastante alla crosta dove l'intrusione continua ad avanzare (come si è visto poche ore fa tali fratture sono davvero state usate dal magma per arrivare in superficie): invece erano il riflesso, arrivato in superficie con molto ritardo della fusione del fondo del ghiacciaio dovuta agli eventi di mercoledì. Di conseguenza c'è stato un leggero aumento della portata di alcuni fiumi e del livello di un lago.
- l'intrusione si estende per quasi 40 km verso NE, nel sistema di fratture detto Trollagigar, che collega il Bardarbunga all'Askja, un altro vulcano della zona. Il suo spessore è inferiore al mezzo metro
- l'arrivo del dicco nel sistema dell'Askja ha provocato l'inizio di attività sismica anche qui, esclusivamente come risposta dell'edificio alle novità nel campo si sforzo apportate appunto da questo fenomeno
- negli ultimi giorni la velocità di avanzamento è diminuita a meno di 2 km/giorno. Questa potrebbe essere la causa dell'eruzione, forse proprio perché l'avanzamento non compensa il volume di magma che arriva
- il fatto che l'intrusione sia andata oltre il limite del ghiacciaio è importante, in quanto, come sta avvenendo ora, la lava esce su suolo libero dai ghiacci e non si formano le interazioni lava – ghiaccio che determinarono le difficoltà del traffico aereo del 2010
POSSIBILI SCENARI FUTURI
La prima osservazione è sulla durata dell'attività, che ovviamente influenzerà molto lo scenario: l'attività potrebbe anche essere cessata mentre scrivo queste note, durare ancora pochi giorni come, addirittura, parecchi anni (è un fatto raro ma in Islanda alle volte è successo davvero). È chiaro che più si va avanti (e a ritmi non inferiori ai 10 milioni di metri cubi al giorno prodotti) e più le possibilità che si verifichi una eruzione importante aumentano
Una variabile importante è il modo con cui cambia la pressione del magma in rapporto alla capacità dell'intrusione di espandersi: la piccola eruzione del 21 agosto, come quella in corso, sono state probabilmente dovute ad un sovraccarico di lava che l'intrusione non è riuscita ad assorbire
L'IMO aveva constatato come fosse più probabile una eruzione nella zona di avanzata del dicco piuttosto che sotto al vulcano. Così in effetti è stato stanotte
Qualche giorno fa furono pubblicate delle note in cui secondo alcuni ricercatori c'era il rischio di un innesco dell'attività dell'Askja. Devo fare ammenda: mi sembrava fantascienza ma non avevo pensato alla possibilità che nella sua espansione il dicco potesse “centrare” la camera magmatica dell'Askja, cosa che invece è possibile proprio perché il magma si è intruso lungo una linea di debolezza che collega i due vulcani
A questo punto una eruzione direttamente dall'apparato centrale del Bardarbunga è meno probabile e quindi i rischi di un evento come nel 1471 paiono pochi, a meno che non si svuoti completamente la camera magmatica
Se la cosa dura a lungo le prospettive sono essenzialmente due: il magma fuoriesce PRIMA di arrivare all'Askja e si forma una eruzione lineare oppure arriva alla camera magmatica dell'Askja. Su questo secondo caso oggettivamente non ho molto da dire e non essendo sicuro del fatto mio preferisco glissare
Parliamo un attimo quindi della prima prospettiva: una eruzione lineare che più continua l'attività più appare essere la conseguenza PIÙ PROBABILE (sottolineo più probabile, non sicura), a meno che non venga coinvolto l'Askja.
LE ERUZIONI LINEARI
Avevo parlato delle eruzioni lineari descrivendo la produzione di nuova crosta nel Triangolo dell'Afar. In una eruzione lineare il magma anziché da un cratere ristretto fuoriesce da una frattura o più probabilmente contemporaneamente da una serie di fratture più o meno allineate fra loro.
Di eruzioni lineari l'Islanda ne ha viste parecchie. Una proprio venuta dal Bandarbunga, 8000 anni fa, producendo la maggiore quantità di magma in una eruzione singola dell'Olocene: 21 km cubi.
Quell'evento ha delle analogie con quello attuale: copre quasi 1000 km quadrati in direzione SSW e si produsse lungo un altro sistema di fratture che si diparte dal Bandarbunga, il Thjorsarhraun. La lava in quell'occasione si mosse per 130 km in quanto fu letteralmente canalizzata come un fiume lungo una valle.
Un altro evento lineare molto importante in Islanda fu quello del 1783/84, il Laki. Ne parlerò diffusamente fra un po' di tempo perché l'ho studiato molto e devo scriverci qualcosa sopra. Ebbe forti conseguenze anche sulla civiltà europea. Ma proprio per quello mi tocca aspettare, perché non voglio essere citato da catastrofisti vari: per arrivare a quei livelli occorre che questo evento si trasformi in qualcosa di particolarmente violento e ad oggi non è detto che debba succedere.