Ai Campi Flegrei stiamo assistendo ad una fase di forte sismicità che - giustamente - preoccupa non poco gli abitanti, i quali si trovano in una situazione particolarmente difficile, soprattutto dal punto di vista psicologico. Dopo aver ascoltato sui social, in particolare nel gruppo facebook "quelli della zona rossa dei Campi Flegrei" i pensieri di alcuni residenti e scambiato due parole con loro e con colleghi esperti della zona, in questo post vorrei semplicemente cercare di ricapitolare la situazione, inserendo anche delle idee su cosa si possa fare al di là di una "semplice" delocalizzazione generale dell'area.
in blu, celeste e verde la parte in terraferma dell'area in sollevamento la sismicità è quella degli ultimi giorni da INGV i dati InSAR sono quelli di Sentinel tra il 2016 e il 2020 elaborati da ISPRA |
Come ho fatto notare in alcuni post precedenti, il bradisismo flegreo ha la sua motivazione nella presenza di un pacco di sedimenti impermeabili che non permette di arrivare in superficie ai fluidi provenienti dal basso (in parte mescolati a acque piovane che riescono a percolare lungo delle fratture). Senza questo “tappo” la situazione sarebbe molto diversa.
L’ultima eruzione prima di quella del Monte Nuovo del 1583 è avvenuta circa nel 1650 BCE (l’evento del 1198 non può essere conteggiato perché è stato probabilmente una esplosione freatica), mentre nel XX secolo sicuramente nel 1983-85 e quasi sicuraente anche nei due cicli bradisismici precedenti, si è avuta la messa in posto di magmi a bassa profondità nella crosta; insomma, il rischio di eruzione è stato molto alto, più di quello attuale.
Aggiungo che i Campi Flegrei non sono il classico vulcano a forma di cono e quindi sono ben diversi da quello che è il normale concetto di vulcano, e se con le conoscenze attuali è stato possibile riconoscere subito Yellowstone come un vulcano dormiente, con quelle dei tempi etruschi e romani non lo era. Inoltre il territorio flegreo si trova oggi in una delle aree più popolate che ci sono in Europa, mentre ai tempi di Roma era una delle più ricche ed economicamente vive dell’impero, in cui il periodo di quiescenza successivo all’eruzione del 1650 AC non forniva la percezione della situazione; la città di Baia testimonia entrambi gli aspetti: da un lato la sua ricchezza, dall’altro la sua sommersione, dovuta proprio alla lunga quiescenza protrattasi dall’età protostorica al medioevo.
Poi, nelle fasi che hanno preceduto l’eruzione del Monte Nuovo, abbiamo avuto invece il fenomeno opposto e cioè un sollevamento che a tratti è stato molto veloce.
Qualche mese fa ho parlato di alcune ipotesi sulla origine dei fluidi e sull’irrigidimento del tappo impermeabile sopra la falda geotermica. Oggi abbiamo a che fare con un importante aumento della sismicità, con il ciclo della notte fra il 17 e il 18 agosto 2023 che sicuramente verrà ricordato a lungo.
Ma qual’è la situazione attuale?
la struttura dei Campi flegrei con la sottostante camera magmatica, da Akande et al (2019) |
1. NON C’È PER ADESSO UNA RISALITA DI MAGMA. E su questo siamo sicuri semplicemente perché mancano quei fenomeni accessori che la caratterizzano e cioè:
- una sismicità a profondità di 7-12 km
- variazioni nella temperatura e nella composizione delle fumarole
- variazioni della microgravità
- variazioni nella deformazione
Questi fenomeni, a parte la deformazione che però è da addebitarsi ad altri motivi, non sono attualmente registrati e pertanto non ci sono attualmente segnali di una risalita di magma, che potrebbe comportare una messa in posto a bassa profondità di un corpo magmatico come negli anni '80 se non addirittua una eruzione: la sismicità di questo periodo é quindi dovuta sempre all'afflusso di fluidi dal basso e alla relativa deformazione.
Però questo è “ad oggi”: come disse Niels Bohr “è difficile fare delle previsioni, specialmente per il futuro” e quindi visto che siamo a parlare di un vulcano attivo, é comunque chiaro ed evidente che i sintomi di un movimento verso l'alto del magma potrebbero comparire da un giorno all'altro, cambiando radicalmente la situazione.
2. UNA CAMERA MAGMATICA SUPERFICIALE? NO. Qualcuno sostiene che De Siena et al (2017) avrebbero dimostrato la presenza di una camera magmatica superficiale. No, non è così: quello evidenziato da questa ricerca non è una camera magmatica ma si tratta del sill (un corpo magmatico sotterraneo poco spesso e orizzontale) che si è messo in posto tra il 1983 e il 1985.
3. LA POSSIBILE PROSSIMA ERUZIONE DEVE ESSERE PER FORZA DISTRUTTIVA? NO! I Campi Flegrei hanno fatto eruzioni molto importanti, d'accordo. Ma oltre a questi 4 / 5 eventi ci sono state tante eruzioni minori che non hanno provocato nessun problema se non nelle immediate vicinanze.
Quindi un risveglio del vulcano con risalita di lave non è detto che provochi sfracelli, e tanto per dire nel 1983 (ma forse anche durante le crisi bradisismiche del 1950 - 1952 e 1969 - 1972) si è avuta una risalita di lava che si è fermata a qualche km nella crosta.
disegno schematico dell'esplosione vulcano - freatica del settembre 2014 sul monte Ontake (Sato et al, 2015) |
4. UNA ERUZIONE FREATICA? L’ipotesi di una eruzione freatica (ho parlato di questo tipo di fenomeni qui) è assolutamente realistica, a causa del cambiamento dello stato meccanico della copertura della falda geotermica (Kilburn et al, 2023; ne ho parlato qui). Lungi da me – ovviamente – lanciare allarmismi inutili, ma ci sono due problemi di non poco conto:
- mentre una eruzione vulcanica è in un certo lasso di tempo prevedibile, nutro seri dubbi sulla possibilità di prevedere un evento di questo tipo, anche se Sano et al (2015) ipotizzano la possibilità di qualche marker geochimico.
- In un vulcano “normale” tolti i visitatori del momento di rischi per l’incolumità pubblica non ce ne sarebbero, ma qui appunto abbiamo un vulcano con all'interno una importante densità abitativa e oltre alla sua intensità, la pericolosità sarebbe data anche dalla posizione di questa esplosione. Spero quindi che escano prima possibile degli studi su metodi per poter prevedere un evento di questo tipo.
5. NO. NESSUNO NASCONDE NIENTE. TANTOMENO ABBASSA LA MAGNITUDO. Tutte le volte c’è sempre qualcuno che dice che INGV ha abbassato la Magnitudo o che “l’ho sentita io ed era più forte”. Ora, a parte che non si capisce per quali oscuri motivi la Magnitudo verrebbe abbassata (per nascondere cosa, visto che la situazione è chiara…) faccio notare che:
- le scosse sono sempre registrate, i sismografi sono online, i bollettini settimanali informano in maniera esaustiva e i dati sono a disposizione della cittadinanza;
- Vesuvio e Campi Flegrei costituiscono un esempio a livello mondiale di monitoraggio dei vulcani e di studio delle loro caratteristiche. Impossibile nascondere o alterare i dati, se ne accorgerebbe subito qualcuno: i monitoraggi sono visibili da troppa gente in giro per il mondo per poter nascondere alcunché e non esiste apparato vulcanico così monitorato e gli studi sono stati descritti in una voluminosa letteratura nei giornali scientifici più autorevoli al mondo;
- i parametri iniziali delle scosse sono automatici: questo influenza soprattutto le stime di Magnitudo e profondità, che sono soggetti a successiva revisione da parte del personale tecnico. È una cosa normale che succede in tutto il mondo. I casi di Nuova Zelanda 2016, Ischia 2017 e Alaska 2017 sono esempi tangibili del problema, di cui ho parlato qui. Ieri ad esempio qualcuno aveva visto degli ipocentri a 9 km, che poi sono stati corretti. Meno male che erano sbagliati. E se li vedevo io mi sarebbe venuto un accidente perché potrebbero significare movimenti della massa magmatica;
- non si deve confondere l'effetto con la magnitudo: purtroppo eventi così superficiali danno un risentimento che per eventi a 10 km sarebbe molto più basso e conta moltissimo la distanza dall'epicentro: per cui in condizioni superficiali come queste un M 2.5 vicino può essere risentito molto più forte di un 3.5 anche solo di un paio di km più lontano;
6. CHI VUOL ESSER LIETO SIA: DI DOMAN NON C'È CERTEZZA: MA SI PUÒ ESSERE LIETI IN CONDIZIONI DEL GENERE? I filmati postati da Anna Peluso (una delle persone che più si impegnano a cercare di informare seriamente) nel gruppo Facebook che amministra, appunto Quelli della zona rossa dei Campi Flegrei sono esemplificativi della intensità raggiunta dalle scosse più forti del 18 agosto. È evidente che il protrarsi di una situazione del genere metterà sempre più sotto stress la popolazione, con i rischi per individui singoli e per la società intera. Oltre ad una corretta informazione scientifica occorrerà secondo me anche un supporto psicologico, perché è necessario in condizioni del genere che tutti tengano la barra dritta, e questo si può fare se e solo se la popolazione viene informata chiaramente e da persone autorevoli incaricate a farlo.
Oggi vediamo alcune iniziative estemporanee di scarso senso e il rischio della comparsa di personaggi che fanno della disinformazione un’arma è reale, specialmente a fini politici. Per non parlare dei tanti che dicono “qui ci nascondono qualcosa” (vedi punto precedente). Ecco, questa è la prima cosa da fare a livello psicologico, far capire che nessuno nasconde niente e informare con il più assoluto rigore scientifico
cenere sul tetto di una casa dopo una eruzione vulcanica |
7. GLI EDIFICI QUANTO SONO ANTISISMICI? Il filmato che ho citato dimostra come queste scosse, anche se di bassa Magnitudo, a causa degli ipocentri molto superficiale espongano gli edifici ad accelerazioni cosismiche brevi ma intense. Il minimo sindacale sarebbe che i privati verificassero le prestazioni antisismiche dei loro edifici.
A questo proposito la mia proposta è che gli Enti Locali potrebbero attivare delle convenzioni con un pool organizzato dagli Ordini professionali (Geologi, Ingegneri, Architetti) realizzando un capitolato in grado di garantire uniformità dei metodi (e quindi dei risultati!), serietà del lavoro, evitare indebite intromissioni di arruffoni come succede spesso in Italia e – non ultimo – tenere ad un giusto livello i costi che i proprietari degli edifici dovranno sostenere.
Da parte del Pubblico richiedo altrettanta attenzione per gli edifici di proprietà pubblica, a partire dalle case popolari e dagli edifici più sensibili: scuole, strutture sanitarie e centri della Protezione civile.
Suggerisco anche di verificare il carico massimo sopportabile dai tetti in caso di produzione di ceneri.
8. EVACUAZIONE / DELOCALIZZAZIONE: anche se muoio dalla voglia di farci una visita accurata, magari in compagnia di qualche amico dell’Osservatorio Vesuviano in veste di cicerone, io non mi trasferirei certo a Pozzuoli. Non so però come mi comporterei se fossi nato lì: me ne andrei a cuor leggero o farei delle resistenze? È umano. Detto questo, una delocalizzazione di funzioni primarie e degli abitanti, a partire da aree specificamente considerate come quelle messe peggio, potrebbe essere messa in agenda. Con una raccomandazione: gli edifici abbandonati devono essere immediatamente demoliti per evitare nuovi insediamenti abusivi.
Ricordo che, sia pure probabilmente perfettibili, esistono i piani di Protezione Civile: ritengo necessario quindi che i cittadini si informino in merito e che le autorità facciano quanto di meglio per presentarli e organizzino delle nuove esercitazioni.
9. COMMENTI VERGOGNOSI. Da ultimo devo notare sulla pagina Facebook INGV Terremoti dei commenti offensivi sulla Protezione Civile e delle ipotesi assurde dal punto di vista scientifico. Specialmente i primi sono intollerabili e si capisce che il livello di preparazione (non dico specificamente settoriale, ma scolastica tout court) di chi li ha fatti è semplicemente intollerabile in un Paese avanzato. Non vedo più quelli più feroci: o sono stati tolti o chi li ha scritti mi ha bannato.
BIBLIOGRAFIA
Akande et al (2019). Three-dimensional kernel-based coda attenuation imaging of caldera structures controlling the 1982-84 Campi Flegrei unrest. Journal of Volcanology and Geothermal Research 381, 273-283
De Siena et al (2017). Source and dynamics of a volcanic caldera unrest: Campi Flegrei, 1983–84. Scientific Reports 7: 8099
Kilburn et al (2023). Potential for rupture before eruption at Campi Flegrei caldera. Communications Earth & Environment 4:190
Sano et al (2015). Ten-year helium anomaly prior to the 2014 Mt Ontake eruption. Scientific Reports 5:13069