E
veniamo al secondo post sull'eruzione del Tambora di 200 anni fa
esatti. La grande perturbazione climatica dovuta all'eruzione ha
inciso molto sul clima fresco che ha
caratterizzato la decade 1810 – 1819, la
più fredda degli ultimi 500 anni. Su
questo aspetto ha influito un'altra eruzione stratosferica, avvenuta
non si sa ancora dove (ma
sicuramente vicino all'equatore) alla fine
del 1808 e i cui effetti dovrebbero essere
durati almeno fino al 1811.
In
Europa, USA e Asia sono successe tante cose in quegli anni, innescate
proprio dal clima infame. La scarsità di piogge monsoniche in Asia
ha rovinato i raccolti per anni, mentre al contrario in Europa fame e
carestie sono state provocate dal freddo ma anche dalle troppe piogge
tra il 1816 e il 1818!
A
questo, in una Europa ancora scossa dalla tempesta rivoluzionaria
francese (che fra le sue cause annovera le conseguenze climatiche
dell'eruzione del Laki del 1783), sono seguiti anche importanti
cambiamenti politici.
COME E PERCHÈ IL TAMBORA INNESCÒ LA CRISI ATMOSFERICA
Gli
effetti a livello climatico dell'eruzione
del Tambora sono stati davvero imponenti.
Ricordo negli
ultimi 200 anni altri eventi del genere originatisi
in Indonesia: l'esplosione
del Krakatoa, nello stretto che separa Giava da Sumatra (1883)
e quella dell'Agung a Bali (1963). Nel 1991 toccò invece al
Pinatubo, nelle Filippine.
Nessuno
di questi ha avuto però la stessa importanza: è interessante notare
come l'intensità delle emissioni nella fase parossistica sia stata
più o meno simile tra il Tambora e il Pinatubo, ma la differenza
fondamentale fra i due eventi sta nella loro durata: il parossismo
del 1815 fu 6 volte più lungo di quello del 1991.
Ed
è altrettanto interessante notare come il Tambora abbia rilasciato
meno SO2 rispetto all'eruzione del Laki del 1783, ma, a dimostrare
l'importanza dello stile eruttivo oltre a quella della semplice
quantità delle emissioni, ha generato più aerosol nella stratosfera
perché la colonna eruttiva è risultata molto più alta di quella
islandese che si fermò a soli 13 km dalla superficie.
Il
biossido di Zolfo (SO2) una volta iniettato
nell'atmosfera, viene ossidato e idrato formando un aerosol di acido
solforico e acqua. Se questo rimane nella troposfera, la parte più
bassa dell'atmosfera terrestre, l'SO2 è un gas – serra
(e quindi porterebbe ad un aumento delle temperature); ma se riesce
ad arrivare nella stratosfera (che comincia a circa 15 km di altezza)
altera il bilancio della radiazione solare, disperdendola e
rimandandone indietro una parte: per cui provoca un raffreddamento
che viene risentito dalla vegetazione e dalla superficie del mare.
Inoltre gli aerosol interferiscono con lo strato di ozono.
Grandi
eruzioni come quella del Tambora sono denominate eruzioni
stratosferiche perchè la colonna eruttiva passa abbondantemente i 15
km di altezza e quindi i prodotti vengono scaricati direttamente
nella stratosfera, dove arrivano in pochi minuti.
Per
questo esiste una coincidenza molto precisa fra emissioni di ingenti
quantitativi di biossido di zolfo delle più grandi eruzioni avvenute
in età storica e momentanee diminuzioni delle temperature globali.
All'effetto
degli aerosol di zolfo si deve aggiungere l'effetto schermante delle
polveri sottili.
La
concentrazione di SO2 diminuisce molto più rapidamente di
quella di CO2 perché gli aerosol hanno una permanenza
nella statosfera molto più breve, dell'ordine dell'anno, soprattutto
perché ridiscendono di quota abbastanza velocemente: in generale il
ciclo di basse temperature causato dalle eruzioni stratosferiche si
conclude dopo 3 anni.
IL 1816: L'"ANNO SENZA ESTATE"
Gli
effetti dell'eruzione del Tambora sono stati incisivi al punto tale
che il 1816 è stato chiamato “l'anno senza estate” e appartiene
alla decade più fredda degli ultimi 500 anni (1810 – 1819). Gli
effetti, come c'era da aspettarsi, non si limitarono al 1816,
proseguendo intensi almeno fino al 1818.
Ci sono degli indicatori sul
fatto che l'evento originatosi a Sumbawa abbia amplificato gli
effetti di una fase di raffreddamento preesistente, il cui motivo è
da ricercare in un'altra eruzione stratosferica, di localizzazione
ancora sconosciuta. Si sa solo che è avvenuta tra la fine di
novembre e i primi di dicembre del 1808 grazie ad alcune osservazioni
scientifiche eseguite in America Meridionale; si sa anche che è
localizzabile intorno ai tropici perchè le sue tracce si trovano sia
in Groenlandia che Antartide: eruzioni stratosferiche a latitudini
maggiori di quelle tropicali possono inviare le loro emissioni di
zolfo soltanto nelle calotte glaciali del proprio emisfero e
sicuramente non nell'America tropicale perché era già
sufficientemente abitata e studiata: un evento del genere non sarebbe potuto
passare inosservato da quelle parti.
La
diminuzione delle temperature causò ingenti danni all'agricoltura,
con il conseguente corollario di carestie, aumento della mortalità
ed emigrazioni, il tutto con risvolti politici e sociali di grande
importanza.
Il
1816 in Europa occidentale e nel Mediterraneo Occidentale è stato
caratterizzato da temperature anche di più di 3°C inferiori alla
media e da piogge intense (in Giugno addirittura piovve il doppio del
normale!); al contrario tra Scandinavia e Mar Nero il clima si è
poco discostato dalla media.
Nella immagine tratta da J. Luterbacher and C. Pfister: The year without a summer, pubblicato in aprile su Nature Geosciences, si vedono gli scostamenti dalla media di temperature e precipitazioni nel giugno 1816:
La
conseguenza fondamentale è stata la ritardata maturazione delle
coltivazioni; se in Francia e in Svizzera l'uva non maturò nemmeno,
in tutta questa vasta area poche coltivazioni giunsero a termine e a
causa dell'umidità esagerata una buona parte dello scarso raccolto
marcì. La carestia fu particolarmente elevata nelle Isole
Britanniche (in Irlanda a causa dei danni alle coltivazioni di
patate, anche se questa non è la grande carestia che sconvolse
l'isola 40 anni dopo).
Il
disturbo continuò almeno fino al 1818 e provocò una prima
consistente emigrazione dall'Europa all'America.
Non
sono invece molto convinto del nesso (ampiamente sostenuto soprattutto fuori
dalla letteratura scientifica) fra la sconfitta patita da Napoleone a
Waterloo e l'eruzione del Tambora, perché, nonostante il quadro
molto anomalo delle forti piogge avvenute nei giorni precedenti la
celebre battaglia sia coerente con quello che è successo l'anno
dopo, questa avvenne appena due mesi dopo l'eruzione: mi pare un pò
troppo presto. È invece possibile che i tumulti avvenuti in molte
zone della Germania abbiano influito sui tentativi riformatori da cui
in vari stati tedeschi si originarono i primi abbozzi dei poteri
parlamentari odierni.
Un
nesso piuttosto sicuro è invece quello con una violenta epidemia di colera
che iniziò nel 1817 in India, una delle aree più colpite dagli
eventi climatici.
Nei
giovani Stati Uniti il freddo provocò una crisi agricola che è
probabilmente alla base della prima grande crisi finanziaria degli
States, il cosiddetto panico del 1819.
Il
clima freddo e piovoso dell'Europa Occidentale è stato correlato
all'indebolimento dei monsoni asiatici. Ed in effetti anche in Asia
ci furono grossi problemi.
Un
monsone estivo forte porta abbondanti precipitazioni (e temperature
più calde) sull'Asia mentre se è debole le precipitazioni sono meno
abbondanti e il clima è più fresco.
Viceversa
sono risultati più forti i monsoni invernali, che portarono freddo e
incrementarono ulteriormente le condizioni siccitose.
Pertanto
in Asia l'improvviso indebolimento del monsone estivo causò una
riduzione della produzione agricola. Gli anni tra il 1816 e il 1818
furono durissimi e non solo in Indonesia: anche la Cina (in cui si
verificarono gravi lotte etniche) e l'India furono colpite ed è
logico vista la quasi totale dipendenza per il sostentamento delle
zone rurali e delle città dai raccolti propiziati dal caldo e dalle
piogge del monsone estivo.
Tutto
questo, colpendo essenzialmente l'economia locale, consentì una
maggiore presa da parte del colonialismo europeo.
È quindi evidente che anche se molto probabilmente le piogge che
precedettero la battaglia di Waterloo non hanno una relazione con il
Tambora perché avvenute troppo precocemente, per il resto di
conseguenze economiche, politiche e sociali questa eruzione ne ha indotte parecchie, per non parlare di chi è morto direttamente o indirettamente per la fame e le malattie!
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