Stavo scrivendo questo breve post per
far vedere come nel Medioevo qualcuno sapeva che i fiumi in piena
sono nemici dei ponti. E per far vedere due soluzioni medioevali
confrontandole con soluzioni odierne molto meno sagge.
Poi è
arrivata l'alluvione in Sardegna e il crollo parziale di un ponte che
è costato la vita ad una persona. Da alcune immagini mi pare di
cogliere un grave errore costruttivo, per cui se quei ponti medioevali che
descrivo sono fatti apposta per non crollare a causa della corrente durante
eventi eccezionali, questo pare fatto con una filosofia opposta:
frapporre nell'alveo un terrapieno. Complimenti al progettista e a
chi ha approvato il lavoro, semprechè la
mia impressione ricavata da quelle immagini sia giusta. Altrimenti mi scuserò.
Voglio farvi vedere delle immagini di
ponti medioevali, per notare come in quei tempi in alcune zone dove
tutti temevano le bizzarrie di fiumi e torrenti che potevano essere molto cattivi,
si imponeva una attenzione particolare nel costruirli.
Questa foto mostra il Ponte di Grecino
a Varese Ligure, un paese davvero carino che se passate da quelle parti merita di
essere visto (e intorno al quale ci sono ottimi trekking da fare).
Il
ponte è stato costruito nel XVI secolo, su un torrente affluente del Vara, il Crovana ed è sicuramente suggestivo, specialmente camminandovi sopra. Si può
notare una cosa interessante: è costituito da una arcata singola ed
è molto alto.
Come mai? Semplicemente perchè così è
a prova di alluvione, particolarmente in caso di una “bomba
d'acqua”.
La foto è stata presa dal ponte della
Strada Provinciale 49, che è molto più basso.
Indovinate quale dei due ponti è più
a rischio in caso di alluvione......
E si sa cosa è successo in questi anni
nel Ponente ligure....
Questa seconda foto mostra uno dei
ponti più celebri della Toscana: il “Ponte della Maddalena” o
“del diavolo” (tralasciamo le leggende su questa seconda
denominazione).
Lo troviamo sul Serchio un po' a monte di Borgo a
Mozzano. La Garfagnana merita una visita (paesi molto belli e
paesaggi da trekking al quadrato) e vedere il Ponte della Maddalena è
praticamente obbligatorio, visto che ci si deve passare accanto (vale anche per
chi fa turismo in treno: la ferrovia ci passa sotto e
volendo la stazione di Borgo a Mozzano è a poche centinaia di
metri).
È un ponte particolarmente antico,
attestato già ai tempi della Contessa Matilde. Mi pare comunque che
sia stato ricostruito ai tempi di Castruccio Castracani (XIV secolo).
La forma appare molto curiosa,
innanzitutto perchè è asimmetrica.
Ma come mai è asimmetrica? Quello che
conta è la larghezza dell'arco: più l'arco è largo, più deve
essere alto. Per questo la forma è così bizzarra.
Ma ha un suo motivo: la zona dell'arco
più alto è quella sotto la quale passa la parte più forte della
corrente del fiume. Ed è necessaria per permettere una larghezza
dell'arco tale che in quel settore non ci sia nulla che fa resistenza
nel caso in cui ci sia una piena del Serchio: a questo modo non c'è
un pilone che si oppone alla corrente del fiume (la quale in caso di
piena può essere parecchio, ma parecchio impetuosa), e può
rischiare di rompersi: inoltre senza piloni non ci sono neanche
ostacoli che possono fermare tronchi e altri oggetti.
La Garfagnana è una delle zone più
delicate della Toscana per le alluvioni. E il Serchio ne ha combinate
di tutti i colori, al punto che in Toscana per dire che qualcosa ha
un costo esagerato i nostri vecchi dicevano: “è costato più che
il fiume ai lucchesi”.
In particolare mi ricordo molto bene
l'alluvione del 1982, in cui molti ponti rimasero interrotti per mesi
e franò una parte della Strada Statale 11 tra Ponte a Moriano e
Chifenti.
Ma da quelle parti qualcosa succede
purtroppo quasi tutti gli anni perchè siamo vicini al mare e il rilievo sembra fatto apposta per scaricare le precipitazioni.
Inutile dire che il Ponte della
Maddalena, grazie alla sua forma, nel 1982 se la sfangò
egregiamente, al contrario di alcuni suoi simili molto più giovani
ma con parecchie arcate che per un motivo o l'altro hanno mal
sopporatato la piena.
A Firenze, invece, dove i capricci
dell'Arno sono più saltuari, l'esigenza di costruire i ponti in
funzione della corrente non era sentita, e infatti sono stati
“regolarmente” distrutti durante le piene eccezionali del 1177 e
del 1333. Evidentemente il Serchio è più cattivo.
E ora passiamo, purtroppo ai ponti dei
tempi nostri. Nell'alluvione in Sardegna di ieri un poliziotto in
servizio è morto, lasciando moglie e due bambini nel crollo di un
ponte.
Una cosa terribilmente triste.
Ho visto le immagini su Repubblica
dell'alluvione sarda e fra queste ce ne sono alcune che riguardano
questo ponte, vicino a Dorgali. Non riesco però più a linkare
l'album fotografico. Ne ho però per fortuna salvata una, che è questa:
Da un lato si vede un terrapieno dritto
che conduce al ponte. A me pare che questo terrapieno sia costruito a
partire da una delle due sponde di un alveo fluviale molto largo
(probabilmente in secca quasi tutto l'anno anche nella parte
centrale, il resto è possibile che venga occupato solo in casi
ecdezionali), il cui inizio è addirittura fuori dalla foto. Anche dall'altra parte c'è un breve terrapieno prima
della curva.
Se la mia interpretazione è giusta,
allora chi ha progettato l'opera e chi l'ha avvallata hanno commesso
un errore gravissimo: con quel complesso terrapieni + ponte hanno parzialmente bloccato un fiume,
lasciandogli solo un piccolo sfogo, peraltro probabilmente del tutto sufficiente per piene
“ordinarie”.
Un alveo naturale è dimensionato per
la massima piena “normale”. Figuriamoci per una piena molto
superiore a quella massima normale...
È chiaro ed evidente che con quanto ha piovuto in Sardegna ci sarebbero state PER FORZA delle esondazioni, ma magari con un uso più corretto del territorio ed una maggiore attenzione nel costruire le cose i danni materiali e le vittime potevano essere di gran lunga inferiori.
Che differenza fra il medioevo e
oggi...
4 commenti:
LA galleria immagino sia quella del Corriere della Sera qui
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_novembre_19/ciclone-buca-ponte-nuorese-63657028-5131-11e3-bd01-3986935c5997.shtml#1
Tieni conto però che i ponti cmedievali che vediamo oggi sono quelli che sono sopravvissuti, quelli realizzati male sono andati via tutti.
Il ponte su Google Earth si trova qui
40°17'45.41"N
9°28'34.11"E
Bellissimo post, molto ben scritto, mette a fuoco il problema, senza perdere di vista la tragedia attuale.
Molto istruttivo!
Questo è il paese dei colti e degli eruditi.
Degli adoratori del bello a prescindere dalla funzionalità.
Che non vorrai mica sporcare tutto con la matematica, la fisica e l'ingegneria.
Che non lesina il termine "artista" a chiunque cerchi visibilità proponendo le più disparate bizzarrie.
Ci meritiamo i Calatrava e le loro costose porcherie.
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