venerdì 17 giugno 2022

il punto di vista di un geologo nei dialoghi sul riscaldamento globale: 1. premessa


la differenza di temperatura nel Mediterrano centrale tra 2021 e 2022.
È solo una delle tante anomalie termiche che vediamo negli ultimi anni
Quello sulla presenza o no del riscaldamento globale dovrebbe essere un “non dibattito”, tante sono le prove che lo dimostrano, a partire dall’aumento delle temperature e dei periodi siccitosi su tutto il pianeta. Chi si oppone lo fa con argomenti inconsistenti e come dice il mio amico Matteo Miluzio, mettere a confronto un climatologo con un negazionista è come fare un confronto fra un astronomo e un terrapiattista. A sentire i media il dibattito pare ancora aperto, mentre il mondo scientifico è praticamente unanime, il che conoscendo le polemiche e le divergenze che lo attraversano in ogni campo, dovrebbe far pensare qualcosa. È unanime a parte pochi personaggi, in genere privi di competenze in fatto di climatologia e paleoclimatologia, e di questo ne ne ho avuto dimostrazione quando ho sentito parlare uno dei 500 firmatari di una famosa lettera di climascettici: è evidente che parla di cose di cui non ha contezza, prendendo diagrammi elaborati in modo assurdo o – alla fine – prendendo per i fondelli chi sostiene quanto è ormai acclarato. Noto pure che spesso i climascettici non hanno un pensiero fisso, passando agilmente da “non è vero che c’è il riscaldamento” a “nel medioevo faceva più caldo” (e questo senza capirne i motivi) fino a “si, c’è il riscaldamento ma non è colpa dell’umanità”. Allora, questo è il primo di una serie di 3 post sul riscaldamento globale e i climascettici. 

Allo scopo ho in parte ripreso e rielaborato alcune cose di qualche tempo fa e ho diviso il tutto per comodità in 3 parti:
  1. il primo post (questo) introduce la questione
  2. il secondo (ancora da pubblicare) contiene delle risposte che ho dato ad un climascettico 
  3. il terzo (ancora da pubblicare) contiene delle domande che io pongo ai climascettici (le ho già poste in varie sedi ma quando le ho poste i climascettici si sono eclissati improvvisamente dalla discussione in vario modo 
Il primo lavoro scientifico sul CO2 come gas-serra che ho trovato è quello di Arrhenius (1896). Cioè, non è una novità di questi giorni… ad esempio negli anni ‘70 del XX secolo il dibattito sul tema era importante negli USA.

I PROBLEMI (SPESSO NON RICONOSCIUTI) NEL “DIBATTITO CHE NON CI DOVREBBE ESSERE”. Ci sono diversi pregiudizi e difetti di conoscenza che risultano in importanti problemi nella mancata comprensione della situazione climatica 
Il primo problema nel dibattito sul riscaldamento globale è che che se uno vuole trovare prove che il riscaldamento in atto sia di origine antropica le trova. Ma anche chi sostiene che questi cambiamenti siano naturali le trova. Insomma, la prima ipotesi non esclude la seconda e viceversa, ma il manicheismo spesso serve per demolire l’ipotesi “degli altri” più che per privilegiare la propria (ne ho parlato qui). E invece al riscaldamento in atto concorrono:
  • cause naturali: in tempi brevi un aumento dell’attività solare evidente dalla fine del XVIII secolo e che si riflette sulla presenza di una fase più calda, come lo sono state il periodo caldo romano o l’optimum climatico medievale, intervallate da fasi più fredde come quella dei secoli bui e la piccola era glaciale, in tempi intermedi le forzanti orbitali e in tempi lunghi le modifiche alla distribuzione di continenti e oceani 
  • cause antropiche: banalmente, le emissioni di gas serra e l’uso del suolo). 
Quale sia la percentuale di una o dell'altra esula dagli scopi di questo post, anche se mi pare chiaro che la seconda sia decisamente prevalente e non di poco, basta vedere come geologo il passato del nostro pianeta. Resta il fatto che non ne parla nessuno o quasi.

Il secondo problema è che fondamentalmente è difficile pensare al riscaldamento globale senza avere prima delle cognizioni scientifiche in materia ma soprattutto è difficile farlo quando “per principio” non si vuole ammetterlo, pensando ad un complotto degli scienziati (a che pro, poi..). Ci sono poi condizionamenti di vario tipo, da quelli di coloro che lavorano nei combustibili fossili a quello politico: per esempio ci sono più convinti e meno scettici a sinistra che a destra e a destra lo scettticismo arriva praticamente al 100% fra gli ultraliberisti.

Il terzo problema è la confusione fra meteorologia e climatologia, talvolta volontaria, talvolta involontaria

Poi c’è un fatto divertente: tutte le volte che le temperature scendono di un mezzo grado sotto la media i climascettici si espongono urlando dai loro megafoni contro il cosiddetto complotto degli scienziati o dei produttori di pannelli solari (per me il solare non risolve quasi niente ma vabbè..). Questo succede spesso in concomitanza con le punte di freddo in Europa e Nord America, in realtà in genere dovute proprio al riscaldamento globale che indebolisce il vortice polare ed espelle aria fredda a latitudini più basse. Ma tutte le (tantissime) volte in cui le temperature eccedono di un paio di gradi la media se ne stanno zitti al riparo delle loro cantine.

L’EFFETTO SERRA. In una serra la radiazione solare penetra dal tetto, mentre quella dovute alla temperatura riflessa dal suo pavimento riscaldato dai raggi del sole rimane intrappolata al suo interno perché il tetto, da cui la radiazione incidente è passata, non la fa passare: il calore solare entrato non può uscire. L’effetto-serra è provocato da alcuni gas che si comportano allo stesso modo: fanno filtrare la luce del sole ma bloccano la radiazione in uscita dalla Terra. CO2, CH4, H2O, SO2 (nella troposfera) sono i gas serra “classici”. 

QUALE PUÒ ESSERE IL CONTRIBUTO DELLA GEOLOGIA AL DIBATTITO? I geologi non studiano il clima di oggi, ma quello del passato e si vede chiaramente come le temperature globali siano state pesantemente influenzato dal tenore atmosferico di gas–serra fin dai lontani tempi dell’Archeano. In sostanza bisogna considerare che il tenore di CO2 normalmente diminuisce perchè tra fotosintesi, formazione di rocce carbonatiche, alterazione dei silicati, segregazione nei sedimenti dove si formano i combustibili fossili ed altro il bilancio fra la richiesta di CO2 da parte del sistema – Terra e le emissioni dei vulcani è sempre negativo (ne ho parlato qui). Solo le Large Igneous Provinces (immensi espandimenti di centinaia di migliaia – se non milioni – di km cubi di magmi basaltici) sono in grado di emettere immense quantità di CO2.
Vediamo due casi:

1. IL PARADOSSO DEL SOLE DEBOLE DEL PRECAMBRIANO. L’intensità della radiazione di una stella come il Sole aumenta nel tempo e come evidenziarono Sagan e Mullen (1972), la debole radiazione solare del sole giovane non sarebbe stata in grado di permettere sulla Terra la presenza di oceani liquidi fino a circa 1.5 miliardi di anni fa (ne ho parlato qui). Le soluzioni possono essere queste:
  • il modello dell’evoluzione stellare è sbagliato 
  • non è vero che c’erano oceani liquidi nel passato profondo della Terra 
  • l’atmosfera avea una composizione diversa
Ci possono essere delle cause “minori”, ad esempio un maggiore assorbimento della radiazione solare di una Terra completamente o quasi coperta da oceani (che assorbono il calore di più dei continenti), ma la cosa più importante è che tutti gli indizi vanno verso la terza soluzione: l’atmosfera primitiva era preda di un forte effetto-serra essendo composta come quelle attuali di Venere e Marte quasi esclusivamente da CO2, mentre il chimismo riducente permetteva al metano (un gas-serra molto potente) prodotto dagli archeobatteri di rimanere a lungo in atmosfera.
Al Grande Evento Ossidativo di 2.5 miliardi di anni fa (ne ho parlato qui) diminuì il CO2 atmosferico e, a causa del passaggio da condizioni riducenti a condizioni ossidanti, scomparve il metano. Risultato: 300 milioni di anni di glaciazione globale fino a quando delle emissioni di CO2 riportarono nuovamente l’effetto-serra a valori in grado di sciogliere i ghiacci 

Tenore atmosferico di CO2 negli ultimi 400 milioni di anni.
in rosa le forzanti temporanee che lo hanno aumentato, in blu le forzanti che lo hanno diminuito

2. Venendo agli ultimi 400 milioni di anni, ecco il grafico della STORIA DEL CO2 ATMOSFERICO, dove si può notare come i livelli attuali siano i più bassi nella storia del pianeta. Riassumendo:
  • la comparsa delle piante terrestri nel Devoniano ha provocato un crollo del tenore atmosferico di CO2. Il crollo si arresta temporaneamente alla fine del Devoniano quando immettono una grossa quantità di CO2 in atmosfera due Large Igneous Provinces (di cui la prima, quella della Yacuzia, provoca una delle più severe estinzioni di massa) 
  • In queste condizioni l’arrivo del centro del Gondwana al polo sud innesca le glaciazioni del Permo-Carbonifero con relativo stoccaggio di CO2 nelle calotte e ulteriore abbassamento a livelli molto ridotti del suo tenore atmosferico
  • il tenore inizia a risalire con le emissioni delle diverse LIP (sigla per Large Igneous Provinces) del Carbonifero superiore e del Permiano, fino alla tragedia della fine del Permiano, quando l’accoppiata di due LIP come Emeishan e Siberia provoca due estinzioni di massa micidiali a meno di 10 milioni di anni l’una dall’altra (quella della fine del Capitaniano e alla fine del Permiano e dell’era Paleozoica la madre di tutte le estinzioni, in cui scompare oltre il 90% dei generi di animali, in mare e in terra,)
  • il seguente inizio del Triassico è tremendo: a causa del CO2 a livelli micidiali, dovuto alle due LIP e al definitivo scioglimento delle calotte polari le zone equatoriali divennero inabitabili per il clima caldo e secco (Yadong Sun et al 2012 ). Segue una discesa di CO2 e temperature, che si interrompe appena si mette in posto la LIP di Wrangellia a metà del Triassico
  • a questo punto è iniziata la frammentazione della Pangea, accompagnata da imponenti LIP, a partire al passaggio Triassico – Giurassico di quella dell’Atlantico centrale, che coincide con una delle più importanti estinzioni di massa. Seguiranno fra Giurassico e Cretaceo le LIP di Karoo-Ferrar, Shatzky rise, Paranà-Etendelka, Kerguelen, Ontong Java – Manihiki – Hikurangi, Caraibi, Madagascar ed altri episodi minori che immettono in aria un forte quantitativo di CO2
  • il massimo del CO2 (e – toh! – anche quello delle temperature...) arriva 94 milioni di anni fa, all’inizio del Cretaceo superiore, quando la fase parossistica di formazione di LIP rallenta e le temperature si abbassano con momentanee interruzioni che – al solito “guarda caso” – corrispondono a picchi nelle emissioni vulcaniche di CO2 alla fine del Cretaceo con i Trappi del Deccan, al passaggio Paleocene – Eocene con la provincia magmatica dell’Atlantico centrale (Zachos et al 2006) ed altri episodi minori. 
  • oggi non ci sono dubbi che anche il massimo termico del Miocene corrisponda al massimo dell’attività dell’ultima (e minore come volumi) Large Igneous Province, i basalti del Columbia River (Kasbohm and Schoene, 2018).

Tornando un po' indietro, vediamo poi come la diminuzione del tenore di O2 atmosferico proceda a ritmi estremamente elevati nell’Oligocene, durante la formazione della calotta antartica che ne assorbe una quantità elevata; stabilizzatasi la calotta, la diminuzione rallenta durante la formazione della calotta artica, meno voluminosa e più recente. 

Poi è arrivata la rivoluzione industriale...

BIBLIOGRAFIA CITATA

Arrhenius 1896 On the Influence of Carbonic Acid in the Air upon the Temperature of the Ground Philosophical magazine, S5/41-251, 235 – 276 

Kasbohm and Schoene, 2018 Rapid eruption of the Columbia River flood basalt and correlation with the mid-Miocene climate optimum sciadv.aat8223

Sagan e Mullen (1972) Earth and Mars: Evolution of Atmospheres and Surface Temperatures. Science 177, 52-56

Yadong Sun et al. 2012 Lethally Hot Temperatures During the Early Triassic Greenhouse Science 338, 366 - 370; DOI: 10.1126/science.1224126

Zachos et al (2006) Extreme warming of mid-latitude coastal ocean during the Paleocene-Eocene Thermal Maximum: Inferences from TEX 86 and isotope data Geology 34,737–740

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere una cosa: se metto al sole una bottiglia di acqua gassata e poi svito il tappo, avverto la fuoriuscita di gas, che non può essere che CO2. È sbagliato dire che anche a livello di sistema terra un aumento di temperatura libera anidride carbonica (dagli oceani e i mari, ovvio)?

PIOMB ha detto...

ah, ecco. Per il nostro anonimo negazionista (si, lo so... ve le state cantando in un posto su un dei vostri gruppi facebook). evidentemente il passaggio da 290 a oltre 400 ppm del tenore di CO2 atmosferico è dovuto... al riscaldamento degli oceani.Anche perchè pensate che seconod loro l'incremento di CO2 antropico è il 3.2%.
Dato irrealistico anche solo osservando quanti combustibili fossili sono stati utilizzati...
Sono quelli che il CO2 aumenta perchè aumentano le temperature
Semplicemente spettacolare....

La domanda è cosa fa aumentarele temperature visto che il Sole negli ultimi decenni non è stato più attivo di quelli precedenti?
(ah, no... come quello sul CO2 è un complotto dei climatologi, questo sul Sole è un complotto degli astronomi....

devoldev ha detto...

è vero IN GENERALE che l'aumento di temperatura libera CO2 dagli oceani, ma se la spiegazione dell'aumento iun atmosfera fosse questo si avrebbe un oceano più basico; invece l'oceano è diventato più ACIDO; ne segue che la spiegazione proposta è sbagliata. Inoltre c'è un secondo punto essenziale contemporaneamente all'aumento di CO2 si è avuta la variazione della sua composizione isotopica con la riduzione del carbonio 13 e questo nemmeno sarebbe giustificabile con la degassazione oceanica, mentre invece è la logica conseguenza dell'uso di combustibili fossili il cui carbonio è meno ricco di 13C. In terzo luogo l'aumento di temperatura degli oceani al momento è superficiale, gli oceani ci metteranno 10mila anni a cambiare il loro contenuto di acqua per cui l'oceano profondo non ha ancora avvertito la variazione di temperatura in superficie (per fortuna). In conclusione se è pur vero che l'aumento di temperatura riduce la solubilità dei gas per i tre motivi suddetti non è questa la causa dell'aumento in atmosfera che peraltro non potrebbe giustificarne la quantità; l'origine dell'eccesso è la combustione di fossili.

devoldev ha detto...

PS aggiungo che la frase esatta è: è vero IN GENERALE che l'aumento di temperatura libera CO2 dagli oceani, A PARITA' di PRESSIONE PARZIALE; si tenga presente che la pressione parziale della CO2 è aumentata di oltre il 30%; la solubilità di un gas in un liquido dipende da pressione e temperatura non solo dalla temperatura.

Aldo Piombino ha detto...

ottimi commenti.
i climascettici cercano sempre di cambiare la causa con l'effetto (quando gli fa comodo).. mi ricordano tanto gli antievoluziionisti e i terrapiattisit.

E ora addirittura abbiamo quelli che non c'è siccità..
questi poi...

zoomx ha detto...

L'analisi isotopica mostra chiaramente che la CO2 in più è di origine profonda e fossile e non viene quindi dal mare.