Il forte terremoto del 24 settembre in Pakistan ha avuto una appendice un po' particolare, la formazione di una isola davanti alla città di Gwadar, sulla costa del Belucistan. Visto che su questo argomento si è fatta un pò di confusione, scrivo un post veloce a cui in fondo ho aggiunto delle "FAQ" per esplicizzare meglio e a beneficio di chi scriverà le solite idiozie in materia (in particolare i "gombloddisdi"
Vediamo innanzitutto il contesto del terremoto. Queste carte di Van Hinsbergen (riprese da me con una grafica oscena, lo ammetto...) mostrano la storia dell'India da quando si è staccata dal Gondwana 140 milioni di anni fa e il suo cammino verso l'Eurasia. La collisione è un evento complesso avvenuto tra 50 e 20 milioni di anni fa.
Oggi la zolla indiana non è altro che una delle tante zolle che amalgamandosi, hanno formato ed ingrandito l'Eurasia negli ultimi 300 milioni di anni. L'India negli ultimi 20 milioni di anni non si è limitata a sbattere conto l'Eurasia, bensì vi si sta incuneando dentro. Secondo alcuni Autori questo fenomeno ha provocato uno spostamento verso Est dell'Indocina, secondo altri persino il sistema di rift del lago Baikal, molto più a nord, è dovuto a riflessi di questo movimento.
Oggi la zolla indiana non è altro che una delle tante zolle che amalgamandosi, hanno formato ed ingrandito l'Eurasia negli ultimi 300 milioni di anni. L'India negli ultimi 20 milioni di anni non si è limitata a sbattere conto l'Eurasia, bensì vi si sta incuneando dentro. Secondo alcuni Autori questo fenomeno ha provocato uno spostamento verso Est dell'Indocina, secondo altri persino il sistema di rift del lago Baikal, molto più a nord, è dovuto a riflessi di questo movimento.
Questa
cartina, tratta da un recentissimo ed eccellente lavoro pubblicato
sulla rivista “Gondwana Research” (Sankar Chatterjee, Arghya
Goswami e Christopher R. Scotese: Tectonic, magmatic, and
paleoclimatic evolution of the Indian plate during its northward
flight from Gondwana to Asia) si vede praticamente tutto, in
particolare che fra la zona di convergenza in Iran e quella in
Himalaya c'è una grande distanza. Sono però collegate da una
linea trasversale, che corrisponde a una fascia di compressione
ma soprattutto è anche una grossa trascorrenza (la cosiddetta “faglia di
Chaman”); in buona approssimazione è il limite fra
l'Eurasia, ferma, e l'India che sta incuneandovisi dentro
Qui
sotto una carta che ho fatto io dopo i terremoti dell'estate 2012 in
cui, in nero ho inserito l'epicentro dell'ultimo terremoto. Questi
eventi tratteggiano quella che è a grandi linee il contatto attuale
in superficie fra la zolla euroasiatica a nord e le zolle arabica ed
indiana a sud.
Da un punto di vista tettonico le cose a grandi linee sono
“semplici”. Se invece si scende nei dettagli la realtà diventa molto complessa e dibattuta. Ne
ho parlato ad esempio in questo post.
Ma
la cosa che ha stupito di più è stata la formazione di un'isola lungo la costa pakistana.
A
parecchi è sembrata una cosa strana. Talmente strana che una notizia del genere è stata definita
una leggenda o, nel migliore dei modi, un evento contemporaneo al
terremoto che però non c'entrava niente; di conseguenza è passato fra le solite menti "aperte" (come si definiscono) il messaggio che “la
scienza non tiene conto della realtà o, peggio ancora, quando la
realtà la smentisce la esclude”.
Ed
altre amenità del genere.
Ovviamente si tratta dei soliti che, invece, sono proprio quelli che si comportano così.
Ovviamente si tratta dei soliti che, invece, sono proprio quelli che si comportano così.
C'è innanzitutto da precisare che non si tratta di un sollevamento del terreno causato dal terremoto. Questa possibilità è stata subito esclusa per la lontananza dall'epicento e, soprattutto, quando è stata ipotizzata ha generato conseguenze devastanti - almeno all'inizio - sull'attendibilità di tale osservazione, che è persino stata smentita con un “non è possibile”.
Allora, le cose sono andate in maniera diversa. L'isola è
davvero venuta fuori, è lunga circa 75 metri, larga 30 e alta 18. E la vediamo in questa foto.
Che non sia un blocco venuto su lo dimostra la sua costituzione: le immagini mostrano che quest'isola è formata da blocchi di rocce sedimentarie, anche di dimensioni metriche, ammassati disordonatamente l'uno sull'altro, mischiati con fango. Quindi rocce che hanno appena subito un disturbo tale da spezzarle.
Che non sia un blocco venuto su lo dimostra la sua costituzione: le immagini mostrano che quest'isola è formata da blocchi di rocce sedimentarie, anche di dimensioni metriche, ammassati disordonatamente l'uno sull'altro, mischiati con fango. Quindi rocce che hanno appena subito un disturbo tale da spezzarle.
Potrà
sembrare strano ma questa non è la prima volta che succede una cosa
simile ed è successo sempre in coincidenza con forti terremoti nel Belucistan o
nelle aree limitrofe. Sono noti alcuni casi recenti: nel 1945 (dopo un terremoto
poco a largo della costa, di M 8.1, che provocò anche uno tsunami),
oppure in corrispondenza del terremoto che ha colpito la regione nel 2010, di magnitudo
comparabile a questo. C'è anche una segnalazione per il 1999 ma non
sono riuscito a capire a quale evento si riferisca. Alcune fonti
dicono che un'isola simile si sarebbe formata anche nel 1968 (presumo
per uno dei terremoti iraniani avvenuti tra la fine di agosto e
l'inizio di settembre).
Conferma tutto Zahid
Rafi, un sismologo pakistano: fenomeni del genere sono
brn conosciuti in zona e derivano da un meccanismo simile a quello dei
vulcani di fango. In soldoni, gas e acqua contenuti nei sedimenti
spesso sono in pressione e se per qualche motivo il “tappo” si
rompe, questi eruttano non solo il gas, ma anche sedimenti, in
generale fango.
Il
fenomeno trainante è la liquefazione del terreno: quando un
sedimento è impregnato di acqua e/o gas spesso il passaggio di
un'onda sismica scuote il terreno a tal punto che diventa un fluido
contenente acqua, gas e sedimento che si è disciolto a causa delle
vibrazioni. Esempi importanti di liquefazione del terreno appaiono
spesso durante i terremoti. Niigata (Giappone) nel 1964, Christchurch
nel 2011 e anche i terrmeoti emiliani nel 2012 sono eventi sismici
accompagnati da imponenti fenomeni del genere.
Vulcani di fango sono molto comuni negli oceani in zone di scontro fra zolle. Ad esempio la dorsale Mediterranea, una catena montuosa tra Ionio, golfo della Sirte e Creta che è anche essa un risultato della compressione fra Africa ed Europa, ne contiene molti.
Ce
ne sono anche sulla terraferma, sparsi per il mondo e in generale
lungo zone tettonicamente attive. In Italia ricordiamo le Salse di
Nirano e le Salinelle etnee, per esempio. Per restare invece da
quelle parti, proprio i vulcani di fango del Belucistan sono piuttosto noti
fra gli esperti della materia.
Per
far succedere una cosa del genere è probabile che la stratigrafia
del fondo marino preveda alternanze di rocce dure ed impermeabili
(argille consolidate per esempio) e rocce porose come sabbie, nei cui
interstizi sono contenuti acqua e gas, compreso metano derivato
dall'attività di batteri che si nutrono di materia organica sepolta.
In queste rocce - serbatoio spesso i fluidi sono in pressione, sia perchè il metano vi si è formato dopo che si sono sedimentate, sia perchè rispetto a quando si sono formate e vi è stata intrappolata l'acqua il peso dei sedimenti sovrastanti le schiaccia.
In queste rocce - serbatoio spesso i fluidi sono in pressione, sia perchè il metano vi si è formato dopo che si sono sedimentate, sia perchè rispetto a quando si sono formate e vi è stata intrappolata l'acqua il peso dei sedimenti sovrastanti le schiaccia.
L'occasione
per la “rottura del tappo” è stata il terremoto, le cui onde
potrebbero aver disturbato l'equilibrio precario fra liquidi, gas e
sedimenti sul fondo marino, innescando delle vibrazioni che hanno provocato la liquefazione di sedimenti permeabili. Per cui, a cascata, si sarebbero rotte le rocce impermeabili che fanno da contenitore e la pressione accumulata ha spinto fuori il tutto.
Il risultato è appunto questo coacervo di blocchi di rocce sedimentarie. Probabilmente sono le
argille piuttosto indurite che, appunto, costituivano le pareti dei
serbatoi.
E
il fatto che si sentivano forti esalazioni di gas, che addirittura si
incendiavano con le sigarette, è un altro fatto che dà ragione a
questa ipotesi.
Rispetto ad un normale vulcano di gas, come le Salse di Nirano (nella foto qui accanto) la differenza è che normalmente viene eruttato solo fango.
Rispetto ad un normale vulcano di gas, come le Salse di Nirano (nella foto qui accanto) la differenza è che normalmente viene eruttato solo fango.
Concludo
questo veloce post con delle piccole FAQ che spero chiariscano bene come stanno le cose:
1.
è vero che sulla costa del Belucistan si sono formate delle isole in
concomitanza di forti terremoti in aree interne del Pakistan e zone limitrofe? Sì, certamente. È già
successo
2. come mai non si vedono più queste isole? Che fine hanno fatto? Siccome non erano fatte di roccia
compatta, ma erano semplici ammassi disordinati e instabili di pietre e fango, il
mare se le è portate via alla svelta
3.
ma questa in particolare, è dovuta al terremoto? Sì, perchè le
onde sismiche hanno disturbato i sedimenti anche se l'epicentro era
parecchio lontano. Si può dire che il fenomeno sia dovuto alla
liquefazione del terreno ad opera delle onde sismiche
4.
perchè il terreno si è innalzato a così grande distanza dall'epicentro del terremoto? Ecco, NON è stato un
innalzamento del terreno, ma la causa è un processo simile a quello
che forma i vulcani di fango: acqua e gas in pressione nel sottosuolo
hanno trovano, grazie alle vibrazioni indotte dal terremoto, uno sfogo e trascinano con se anche i materiali nei quali si
trovavano
2 commenti:
Grazie per avere creato questo blog , e per questo post appassionante, esauriente e ben fatto.
Chiaro e interessante.
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