I deserti e le steppe a nord del Tibet, in una zona fra le più aride della Terra, nascondono delle vicende umane molto interessanti: 4000 anni fa ci viveva una popolazione dalla pelle bianca, spesso con capelli biondi ed occhi azzurri, in parte già mescolata con popolazioni della Siberia. Gli Uiguri, la popolazione locale attuale, hanno occupato la regione nella seconda metà del I millennio AC, quando ci furono importanti spostamenti di tribù turcofone dalla Mongolia al Mediterraneo. una conseguenza importante è stata la scomparsa della lingua Tocaria, una lingua indoeuropea che, un pò stranamente, è correlabile più con le lingue italiche e galliche che con quelle iraniche o dell'Europa orientale. Ma anche i dati genetici correlano più le popolazioni di 4000 anni fa con l'europa Occidentale che con quella Orientale o con l'Asia Sudoccidentale.
Il bacino del Tarim è una depressione
situato nell'attuale provincia dello Xinjiang, la parte più
nordoccidentale del territorio della Repubblica Popolare Cinese, a
nord del Tibet. L'interno di questo bacino nel mezzo all'Asia è
quanto di più inospitale si possa pensare, una distesa di dune. Ai
margini però ci sono ampie testimonianze della presenza umana a
partire almeno dalle ultime fasi del III millennio AC.
In questa regione gli abitanti, prima
dell'arrivo negli ultimi decenni dei cinesi Han (l'etnia principale
della Repubblica Popolare Cinese, facevano parte soprattutto di etnie
turcofone islamiche (Kazaki, Kirghisi e Uiguri). In questa regione la
cinesizzazione forzata, sia culturale che demica, ha provocato una
serie di rivolte anche se l'attenzione internazionale è meno rivolta
a questa zona rispetto al Tibet.
Queste rivolte hanno interessato
soprattutto gli Uiguri, una etnia che ha caratteristiche genetiche
piuttosto particolari: sono infatti un mix fra occidente ed oriente e
basta vedere un po' di foto per capire come in questa popolazione
vediamo tratti somatici caucasici e mongoli in diverse proporzioni.
La cosa interessante è stabilire quando c'è stata tale ibridazione:
siamo sulla Via della Seta e quindi in un'area che ha costituito un
ponte fra occidente ed oriente, però non è quello il motivo
dell'ibridazione, dato che altri popoli della zona non presentano
caratteristiche similari.
In effetti la presenza di uomini dalle
apparenze caucasiche qui è molto antica, dai tempi dell'età del
bronzo: lo testimoniano ad esempio le mummie ritrovate a Loulan, come
quella di una giovane donna, ma si ricavano oltrechè dalle tombe,
anche da scritti cinesi secondo i quali in questi popoli abbondavano
individui dai capelli biondi e dagli occhi azzurri.
Anche la genetica non ha dubbi: il
primo popolamento del Tarim è da attribuire in parte a genti venute
da Ovest.
Recentemente nella parte più
occidentale del bacino, a Xiaohe è stato scoperto un cimitero di
circa 4000 anni fa. Un team tutto cinese è riuscito ad ottenere da
alcuni dei corpi rinvenuti alcune sequenze di DNA, che confermano una
mescolanza piuttosto antica tra elementi caucasici e asiatici (ma non
cinesi): sono stati trovati nel DNA mitocondriale aplogruppi tipici
sia dell'Asia come dell'Europa.
La maggioranza appartiene
all'aplogruppo C: oggi limitato ad alcune popolazioni siberiane come
gli Evenki e ai nativi americani, si suppone sia sorto in Siberia
circa 60.000 anni fa (ben prima quindi delle migrazioni verso le
Americhe).
Ci sono poi individui che mostrano
aplogruppi molto noti in Europa, come H e K. Però andando dentro
alle varianti interne a questi aplogruppi vediamo delle cose
particolarmente interessanti: nell'aplogruppo H di Xaohe c'è una
mutazione oggi poco presente in occidente, le cui minime tracce si
trovano tra Italia, penisola iberica ed Inghilterra; tale variante è
completamente sconosciuta oggi in Europa Orientale. L'aplogruppo K
oltrechè in Europa, è diffuso anche nelle zone indoeuropee
dell'Asia fra Iran e India; la variante locale di K ha delle
mutazioni specifiche non presenti altrove ed è comunque molto
interessante notare che la diffusione di K in Europa è simile a
quella della variante di H di Xaohe: la troviamo lungo le coste
atlantiche europee e molto più raramente in Europa orientale; e
anche in Medio Oriente è poco frequente.
Ci sono poi delle sequenze uniche
locali.
È interessante notare come fra gli
aplogruppi europei non sono rappresentati a Xaohe quelli che
appartenevano agli antichi cacciatori – raccoglitori del
continente, come N, ancora oggi molto presenti in Europa nonostante
l'arrivo degli agricoltori indoeuropei tra il VI e il V millennio
AC.
Per quanto riguarda il cromosoma a
trasmissione maschile del DNA nucleare, cioè Y, tutti i 7 individui
da cui è stato possibile ricavarlo possiedono l'aplogruppo R1a1a,
diffuso dall'Europa alla Siberia e all'Asia meridionale, ma non
presente nell'Asia orientale.
Quindi la mescolanza genetica oggi
presente fra gli Uiguri è dovuta sì alle invasioni turcofone della
seconda metà del primo millennio, ma c'è pure una componente
dall'Asia Settentrionale di origini molto antiche: già la
popolazione che abitava la zona del Tarim 4000 anni fa aveva tratti
genetici femminili dalla duplice provenienza, da occidente e dalla
Siberia. Curiosamente non ci sono tracce di geni provenienti dalla
Cina.
Secondo gli autori della ricerca i geni
maschili erano tipicamente di provenienza occidentale; forse hanno
omesso qualche particolare sulle variazioni di R1a1a presenti in loco
che escludono provenienze da Siberia o Asia. È comunque sicuro che
non potevano venire da Est, ma perchè non da sud o da nord ?
Ora qui nasca una simpatica coincidenza
linguistica. È attestata in queste zone la presenza di una lingua
indoeuropea, il Tocario, noto fino a quando, verso il VI secolo
arrivarono in quella zona i turcofoni Uiguri. È una lingua ben
conosciuta grazie a manoscritti scritti sia in Tocario che in
Sanscrito, prevalentemente testi buddisti, come questo (la foto è da Wikipedia).
Penserete: cosa c'è di strano nel
trovare lì una linqua indoeuropea se vicino a quelle parti c'è
tutta la zona delle lingue indoeuropee del ceppo indo – iranico?
Vediamo la situazione: oggi tra le
lingue indoeuropee occidentali e quelle dell'Asia sudoccidentale c'è
una divisione geografica netta provocata dalle invasioni delle
popolazioni turcofone della seconda metà del primo millennio DC: in
quel periodo sono morte numerose lingue indoeuropee, fra le quali in
particolare quelle anatoliche (i turchi geneticamente sono in buona
parte indoeruropei). Queste vicende hanno messo fine alla continuità
dell'areale linguistico indoeuropeo tra Europa ed India una, in mezzo
al quale sopravvivevano) delle lingue relitte probabilmente affine a
quelle caucasiche, che sopravvivono in parte ancora oggi, come in
Europa il Basco.
La cosa strana è che il Tocario non è
affine alle lingue indoeuropee dell'Asia sudoccidentale, ma... a
quelle europee, in particolare alle lingue gallo – italiche!
Non essendoci a quel tempo documenti
scritti, non ci sono ancora certezze che il popolo di Xiaohe o di
Loulan parlassero Tocario, ma gli indizi di questo sono molto
pesanti.
Quindi aspetto fisico, genetica,
tradizioni cinesi e linguistica spingono insieme verso una origine
occidentale molto antica, almeno dall'età del bronzo, di buona parte
del popolo di Xiaohe.
Chiaramente non è che il popolo di
Xiaohe abbia le sue radici in Europa Occidentale; è invece più
probabile che popoli indoeuropei del bacina del Tarim abbiano
antenati comuni con quelle popolazioni che hanno introdotto in Europa
i dialetti gallo – italici.
Il lavoro citato è: Evidence that a West-East admixed population lived in the Tarim Basin as early as the early Bronze Age di Chunxiang Li et al., pubblicato nel 2010 sulla rivista BMC Biology
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