mercoledì 12 settembre 2012

Il popolamento del bacino del Tarim (Asia centrale): una mescolanza di influenze indoeuropee e turco-siberiane


I deserti e le steppe a nord del Tibet, in una zona fra le più aride della Terra, nascondono delle vicende umane molto interessanti: 4000 anni fa ci viveva una popolazione dalla pelle bianca, spesso con capelli biondi ed occhi azzurri, in parte già mescolata con popolazioni della Siberia. Gli Uiguri, la popolazione locale attuale, hanno occupato la regione nella seconda metà del I millennio AC, quando ci furono importanti spostamenti di tribù turcofone dalla Mongolia al Mediterraneo. una conseguenza importante è stata la scomparsa della lingua Tocaria, una lingua indoeuropea che, un pò stranamente, è correlabile più con le lingue italiche e galliche che con quelle iraniche o dell'Europa orientale. Ma anche i dati genetici correlano più le popolazioni di 4000 anni fa con l'europa Occidentale che con quella Orientale o con l'Asia Sudoccidentale. 

Il bacino del Tarim è una depressione situato nell'attuale provincia dello Xinjiang, la parte più nordoccidentale del territorio della Repubblica Popolare Cinese, a nord del Tibet. L'interno di questo bacino nel mezzo all'Asia è quanto di più inospitale si possa pensare, una distesa di dune. Ai margini però ci sono ampie testimonianze della presenza umana a partire almeno dalle ultime fasi del III millennio AC.
In questa regione gli abitanti, prima dell'arrivo negli ultimi decenni dei cinesi Han (l'etnia principale della Repubblica Popolare Cinese, facevano parte soprattutto di etnie turcofone islamiche (Kazaki, Kirghisi e Uiguri). In questa regione la cinesizzazione forzata, sia culturale che demica, ha provocato una serie di rivolte anche se l'attenzione internazionale è meno rivolta a questa zona rispetto al Tibet.
Queste rivolte hanno interessato soprattutto gli Uiguri, una etnia che ha caratteristiche genetiche piuttosto particolari: sono infatti un mix fra occidente ed oriente e basta vedere un po' di foto per capire come in questa popolazione vediamo tratti somatici caucasici e mongoli in diverse proporzioni. La cosa interessante è stabilire quando c'è stata tale ibridazione: siamo sulla Via della Seta e quindi in un'area che ha costituito un ponte fra occidente ed oriente, però non è quello il motivo dell'ibridazione, dato che altri popoli della zona non presentano caratteristiche similari.
In effetti la presenza di uomini dalle apparenze caucasiche qui è molto antica, dai tempi dell'età del bronzo: lo testimoniano ad esempio le mummie ritrovate a Loulan, come quella di una giovane donna, ma si ricavano oltrechè dalle tombe, anche da scritti cinesi secondo i quali in questi popoli abbondavano individui dai capelli biondi e dagli occhi azzurri.
Anche la genetica non ha dubbi: il primo popolamento del Tarim è da attribuire in parte a genti venute da Ovest.

Recentemente nella parte più occidentale del bacino, a Xiaohe è stato scoperto un cimitero di circa 4000 anni fa. Un team tutto cinese è riuscito ad ottenere da alcuni dei corpi rinvenuti alcune sequenze di DNA, che confermano una mescolanza piuttosto antica tra elementi caucasici e asiatici (ma non cinesi): sono stati trovati nel DNA mitocondriale aplogruppi tipici sia dell'Asia come dell'Europa. 
La maggioranza appartiene all'aplogruppo C: oggi limitato ad alcune popolazioni siberiane come gli Evenki e ai nativi americani, si suppone sia sorto in Siberia circa 60.000 anni fa (ben prima quindi delle migrazioni verso le Americhe).
Ci sono poi individui che mostrano aplogruppi molto noti in Europa, come H e K. Però andando dentro alle varianti interne a questi aplogruppi vediamo delle cose particolarmente interessanti: nell'aplogruppo H di Xaohe c'è una mutazione oggi poco presente in occidente, le cui minime tracce si trovano tra Italia, penisola iberica ed Inghilterra; tale variante è completamente sconosciuta oggi in Europa Orientale. L'aplogruppo K oltrechè in Europa, è diffuso anche nelle zone indoeuropee dell'Asia fra Iran e India; la variante locale di K ha delle mutazioni specifiche non presenti altrove ed è comunque molto interessante notare che la diffusione di K in Europa è simile a quella della variante di H di Xaohe: la troviamo lungo le coste atlantiche europee e molto più raramente in Europa orientale; e anche in Medio Oriente è poco frequente.
Ci sono poi delle sequenze uniche locali.
È interessante notare come fra gli aplogruppi europei non sono rappresentati a Xaohe quelli che appartenevano agli antichi cacciatori – raccoglitori del continente, come N, ancora oggi molto presenti in Europa nonostante l'arrivo degli agricoltori indoeuropei tra il VI e il V millennio AC.

Per quanto riguarda il cromosoma a trasmissione maschile del DNA nucleare, cioè Y, tutti i 7 individui da cui è stato possibile ricavarlo possiedono l'aplogruppo R1a1a, diffuso dall'Europa alla Siberia e all'Asia meridionale, ma non presente nell'Asia orientale.
Quindi la mescolanza genetica oggi presente fra gli Uiguri è dovuta sì alle invasioni turcofone della seconda metà del primo millennio, ma c'è pure una componente dall'Asia Settentrionale di origini molto antiche: già la popolazione che abitava la zona del Tarim 4000 anni fa aveva tratti genetici femminili dalla duplice provenienza, da occidente e dalla Siberia. Curiosamente non ci sono tracce di geni provenienti dalla Cina.
Secondo gli autori della ricerca i geni maschili erano tipicamente di provenienza occidentale; forse hanno omesso qualche particolare sulle variazioni di R1a1a presenti in loco che escludono provenienze da Siberia o Asia. È comunque sicuro che non potevano venire da Est, ma perchè non da sud o da nord ?


Ora qui nasca una simpatica coincidenza linguistica. È attestata in queste zone la presenza di una lingua indoeuropea, il Tocario, noto fino a quando, verso il VI secolo arrivarono in quella zona i turcofoni Uiguri. È una lingua ben conosciuta grazie a manoscritti scritti sia in Tocario che in Sanscrito, prevalentemente testi buddisti, come questo (la foto è da Wikipedia).
Penserete: cosa c'è di strano nel trovare lì una linqua indoeuropea se vicino a quelle parti c'è tutta la zona delle lingue indoeuropee del ceppo indo – iranico?
Vediamo la situazione: oggi tra le lingue indoeuropee occidentali e quelle dell'Asia sudoccidentale c'è una divisione geografica netta provocata dalle invasioni delle popolazioni turcofone della seconda metà del primo millennio DC: in quel periodo sono morte numerose lingue indoeuropee, fra le quali in particolare quelle anatoliche (i turchi geneticamente sono in buona parte indoeruropei). Queste vicende hanno messo fine alla continuità dell'areale linguistico indoeuropeo tra Europa ed India una, in mezzo al quale sopravvivevano) delle lingue relitte probabilmente affine a quelle caucasiche, che sopravvivono in parte ancora oggi, come in Europa il Basco.

La cosa strana è che il Tocario non è affine alle lingue indoeuropee dell'Asia sudoccidentale, ma... a quelle europee, in particolare alle lingue gallo – italiche!
Non essendoci a quel tempo documenti scritti, non ci sono ancora certezze che il popolo di Xiaohe o di Loulan parlassero Tocario, ma gli indizi di questo sono molto pesanti.
Quindi aspetto fisico, genetica, tradizioni cinesi e linguistica spingono insieme verso una origine occidentale molto antica, almeno dall'età del bronzo, di buona parte del popolo di Xiaohe.
Chiaramente non è che il popolo di Xiaohe abbia le sue radici in Europa Occidentale; è invece più probabile che popoli indoeuropei del bacina del Tarim abbiano antenati comuni con quelle popolazioni che hanno introdotto in Europa i dialetti gallo – italici.

Il lavoro citato è: Evidence that a West-East admixed population lived in the Tarim Basin as early as the early Bronze Age di Chunxiang Li et al., pubblicato nel 2010 sulla rivista BMC Biology






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