Chi mi conosce sa che sono
un accanito sostenitore del trasporto pubblico, specialmente delle
ferrovie ma non solo. Ora succede che la crisi economica e l'aumento
del prezzo dei carburanti hanno generato una conseguenza dal mio
punto di vista molto piacevole: un aumento del ricorso alla mobilità
pubblica e, per brevi spostamenti specialmente nelle città, un aumento del numero di biciclette al
posto dell'automobile. Questo post parte ovviamente dalla situazione
della mia Regione, la Toscana, e della mia città, Firenze. Ma le
considerazioni possono essere estese all'Italia tutta. Certo, la
Germania o l'Olanda con la loro mentalità, i loro trasporti pubblici
e le loro piste ciclabili sono inarrivabili... ma proviamoci...
iniziando con il migliorare il TPL: solo così si potrà cambiare la
tipica mentalità italiana che chi prende il bus o il treno al posto
dell'automobile è uno sfigato.
Complice la crisi
economica e l'aumento dei prezzi del carburante ben superiore al
tasso di inflazione e tantopiù a quello di aumento dei salari, è aumentato
sensibilmente il numero degli utenti del TPL. Per le ferrovie in
Toscana si parla di oltre il 6% in più di utenti nel 2011 rispetto al
2010 mentre le prime proiezioni parlano di un aumento analogo nel
2012 sul 2011. Contestualmente nei grandi centri urbani si è
assistito ad una diminuzione del traffico e dell'uso dei parcheggi.
Almeno in Toscana (ma per esempio anche in Lombardia, tanto per citare un'altra regione virtuosa nel campo dei trasporti governata da uno schieramento opposto) una parte del merito lo ha la “cura del ferro” che la
Regione persegue, però questo progetto ha molti anni nei quali c'è stato un sostanziale immobilismo nelle percentuali dell'uso delle ferrovie regionali e i buoni
risultati stanno arrivando solo ora, appunto per fattori esterni. Ci
sono state comunque delle situazioni emblematiche: ad esempio nel
quadruplicamento di una parte della Firenze – Pisa è stata
costruita la fermata di Lastra a Signa, presto trasformatasi da
oggetto misterioso a fermata obbligatoria per tutti i treni che
passano di lì (altri percorrono la vecchia linea e quindi non vi
fermeranno per motivi... geografici) e il parcheggio di interscambio
si è rivelato presto gravemente insufficiente. Inutile sottolineare
che si tratta di traffico stradale in meno nell'area fiorentina.
Analoghi incrementi sono
segnalati in altre regioni, ma in molte si sta abbattendo sulle
ferrovie locali la pesante scure dei tagli, in particolare in
Regioni come Abruzzo e Piemonte, dove probabilmente la politica e il
personale regionale addetto hanno grosse lacune “culturali” in campo di mobilità pubblica.
Il problema è che il
Trasporto Pubblico Locale è forse il comparto più pesantemente
colpito dai tagli degli ultimi governi e senza
finanziamenti pubblici (anche in un regime di liberalizzazione,
precisiamolo) usare il TPL costerebbe più del mezzo privato.
Ma perchè è giusto
finanziare il TPL? Perchè chi usa il TPL ha un impatto ambientale ed economico minore di chi usa la propria automobile. Vediamo i motivi.
La prima spiegazione è molto intuitiva: il traffico è sicuramente una delle peggiori maledizioni per la vita in città; aumentare l'uso dei mezzi pubblici sia per spostamenti all'interno della stessa aera urbana che per spostamenti tra aree urbane diverse fa diminuire il traffico e diminuirlo vorrebbe dire aumentare la qualità della vita urbana. Ma ci sono altre considerazioni più sottili che vanno considerate.
Altrettanto intuitivo è che se si muovessero ciascuno in automobile i passeggeri di un autobus o di un treno mediamente pieni consumerebbero ben più petrolio di quello che viene usato per muovere quel mezzo. La cosa ha significativi pregi ambientali (minore consumo = minori emissioni in atmosfera e quindi minore inquinamento) ma anche economici: meno importazioni di petrolio e meno investimenti per la manutenzione delle strade. Inoltre l'energia elettrica (e questo ovviamente vale per linee ferroviarie elettrificate, tramvie e filobus) viene prodotta anche con sistemi che non provocano uso di petrolio ed emissioni di CO2. In Toscana in particolare una buona parte dei treni elettrici viaggiano grazie all'energia geotermica di Larderello e quindi la riduzione della dipendenza da petrolio è ancora più significativa che altrove.
Altrettanto intuitivo è che se si muovessero ciascuno in automobile i passeggeri di un autobus o di un treno mediamente pieni consumerebbero ben più petrolio di quello che viene usato per muovere quel mezzo. La cosa ha significativi pregi ambientali (minore consumo = minori emissioni in atmosfera e quindi minore inquinamento) ma anche economici: meno importazioni di petrolio e meno investimenti per la manutenzione delle strade. Inoltre l'energia elettrica (e questo ovviamente vale per linee ferroviarie elettrificate, tramvie e filobus) viene prodotta anche con sistemi che non provocano uso di petrolio ed emissioni di CO2. In Toscana in particolare una buona parte dei treni elettrici viaggiano grazie all'energia geotermica di Larderello e quindi la riduzione della dipendenza da petrolio è ancora più significativa che altrove.
Ci sono poi dei motivi
socio – economici: sicuramente il tasso di incidentalità è
minore nel TPL rispetto agli incidenti dovuti al traffico stradale e quindi teoricamente chi usa il TPL ha meno probabilità di
infortunarsi e quindi un massicio uso del mezzo pubblico comporterebbe anche una diminuzione di incidenti (e, si suppone, delle tariffe assicurative RCAuto....), ricoveri in ospedale e ore
di malattia per infortuni e per vari disturbi della salutela cui frequenza aumenta a causa dell'inquinamento atmosferico
Insomma, finanziando il TPL lo Stato da una parte dà (in molti casi “dava”...) ma sicuramente anche, almeno in parte, riprende qualcosae , dunque, l'equivalenza non è solo ambientale: più mezzo pubblico = più salute pubblica, in tutti i sensi.
È quindi il momento di
ringraziare chi usa il TPL, sia gli utenti vecchi che quelli nuovi. Come? Facendolo diventare in molti casi non più una scelta obbligata per
motivi economici, ma la scelta consapevole di un sistema di
trasporto davvero più comodo, più veloce e più economico. E incoraggiando sempre più utenti a
preferirlo, cercando di ridurre l'uso del mezzo
privato ai soli spostamenti che lo necessitano davvero (trasporto di
persone con difficoltà motorie, trasporto di beni pesanti o
ingombranti, spostamenti da e per zone non servite da mezzi pubblici
o male servite almeno in certe fasce d'orario anomale etc etc).
Resta il fatto che
specialmente nei grandi agglomerati urbani la mobilità privata su
automobile è privilegiata per tanti motivi, anche
culturali (come ho detto spesso in un luogo di lavoro chi prende il
bus o il treno al posto dell'automobile è considerato uno sfigato e
chi ha l'auto nuova un grande). E quindi anche per motivi elettorali. Ma soprattutto è lo scarso appeal
del trasporto pubblico su gomma (mezzi lenti – spesso per colpa
degli ingorghi generati dal traffico privato! – pieni e talvolta
sporchi) e la pericolosità di muoversi a due ruote (sia cicli che
motocicli) che impedisce a molti potenziali utenti l'uso di sistemi
di mobilità più amici dell'ambiente, anche all'interno di un comune
grande come Firenze.
Quanto al mezzo ferroviario il confronto fra le ferrovie nostre e quelle tedesche è spesso semplicemente impietoso ed insisto che nel nostro Paese non potrà esserci una vera cultura ferroviaria fino a quando ci sarà il Gruppo FS con tutte le sue zavorre regolamentari, sindacali, dirigenziali e una talvolta discutibile professionalità degli addetti (ma non facciamo di tutta l'erba un fascio... oltre a certi personaggi ho avuto modo di conoscerne persone che vanno anche ben oltre il proprio dovere!) e fino a quando gli assessorati regionali ai trasporti non saranno tutti composti esclusivamente da persone competenti (anche se non occorrerebbe avere centinaia di Giorgio Stagni)
Quanto al mezzo ferroviario il confronto fra le ferrovie nostre e quelle tedesche è spesso semplicemente impietoso ed insisto che nel nostro Paese non potrà esserci una vera cultura ferroviaria fino a quando ci sarà il Gruppo FS con tutte le sue zavorre regolamentari, sindacali, dirigenziali e una talvolta discutibile professionalità degli addetti (ma non facciamo di tutta l'erba un fascio... oltre a certi personaggi ho avuto modo di conoscerne persone che vanno anche ben oltre il proprio dovere!) e fino a quando gli assessorati regionali ai trasporti non saranno tutti composti esclusivamente da persone competenti (anche se non occorrerebbe avere centinaia di Giorgio Stagni)
Come abbiamo
sottolineato, siamo coscienti che ci saranno sempre persone che non
potranno per tanti motivi fare a meno della mobilità con autovettura
e pertanto non proponiamo una valanga di divieti ma, specialmente nei
punti critici, un largo impiego di corsie preferenziali adeguatamente
protette: velocizzare il TPL, anche rallentando il trasporto privato,
significa aumentare la comodità del mezzo pubblico collettivo e
diminuire il ricorso a quello personale,
Occorre anche favorire la
viabilità ciclabile, mediante la costituzione di una vera rete
interconnessa di piste ciclabili. Stigmatizo al proposito il can-can
di proteste per il caso fiorentino del cordolo sul Ponte Santa
Trinita con tanto di proteste da parte addirittura di critici d'arte,
fra i quali qualcuno ha persino detto che le biciclette non sono
adatte a luoghi come il centro di Firenze: secondo questa persona
dalla delicata cultura il problema sono le biciclette e non le
migliaia di autovetture che quotidianamente e vergognosamente
transitano su questo storico ponte.
A proposito di bicicletta: a me fanno impazzire quelli che prendono la macchina per fare un paio di km e poi la sera vanno in palestra per dimagrire (e protestano se parcheggiano un pò lontano che gli tocca fare qualche metro a piedi prima di fare ginnastica)
Chiudo sperando sul fatto
che gli Enti Locali non abbiano più paura a prendere decisioni come
chiusure alle automobili, aree pedonali e corsie preferenziali che
sottraggono spazio al traffico privato, la cui immediata percezione
da parte dell'elettorato sia estremamente negativa ma che con il
tempo diventeranno motivo di vanto e di sostegno da parte della
cittadinanza.
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