domenica 3 gennaio 2010

Una nuova ipotesi sullo spiaggiamento dei Capodogli nel Gargano del dicembre 2009


La notte fra il 10 e l'11 dicembre 11 capodogli si sono spiaggiati lungo la costa del Gargano. Due sono riusciti poi a riprendere il largo per gli altri non c'è stato niente da fare.
Come per quasi tutti gli spiaggiamenti, ancora non sono note le cause che lo hanno provocato.
Ne sono state pensate di tutte, da non meglio specificati problemi di inquinamento interferenze con sonar in attività, persino a un terremoto, visto che almeno uno degli animali viveva in una zona lungo la costa greca colpita 5 giorni prima da una moderata scossa. La marina italiana smentisce di aver utilizzato in quei giorni i sonar e per quanto riguarda attività di prospezione geofisica era in zona una nave olandese che però non dovrebbe aver usato sonar particolarmente potenti.

In realtà le uniche cose certe sono che gli animali erano dei giovani maschi in ottima salute e in buone condizioni fisiche, fatto questo che accomuna quasi tutti i casi conosciuti.
Eppure in tutta la ridda di voci sulle cause non ho trovata quella che mi pare la più probabile.

Cominciamo dall'inizio: i cetacei si sono originati nell'Eocene, circa 50 milioni di anni fa a partire da mammiferi terrestri affini agli odierni ippopotami nella zona tra India e Pakistan. Erano tutti dotati di denti. Si dividono tra Odontoceti (che possiedono i denti) e Misticeti, che possiedono i fanoni. Le “balene” sono Misticeti; raggiungono dimensioni ragguardevoli e si sono evolute per nutrirsi di krill (gamberetti) o altri piccoli animali (in pratica pascolano in mare). I primi cetacei con i fanoni risalgono all'Oligocene (34 milioni di anni fa). E' probabile che a parte l'uomo, le balene adulte abbiano pochi nemici (forse le orche) come sulla terra elefanti, ippopotami e rinoceronti. Qualche cucciolo invece è regolarmente predato dalle orche.
Ai cetacei con i denti, i misticeti, appartengono le orche, le tantissime specie di delfini, i globicefali, i narvali e appunto i capodogli. Sono predatori attivi che si nutrono di pesci e calamari. Nella dieta delle orche ci sono anche prede più grosse come foche, cuccioli di balena e delfini.


Gli spiaggiamenti dei misticeti sono molto diversi da quelli degli odontoceti: capita di vedere delle balene spiaggiate, ma in genere si tratta di cuccioli che hanno perso la madre, animali malati o deboli e quasi sempre isolati. Questo succede anche con gli odontoceti, ma in generale gli odontoceti mostrano una tendenza a spiaggiamenti di gruppo, che coinvolgono decine se non centinaia di individui. Le coste australiane sono fra quelle più interessate dal fenomeno. Annoto che è statisticamente più probabile uno spiaggiamento di odontoceti semplicemente perchè il loro numero è di diversi ordini di grandezza maggiore di quello dei misticeti.

Una delle principali differenze fra i due gruppi di cetacei è data dalla capacità da parte degli odontoceti di ecolocalizzare con un sonar prede ed ostacoli naturali. Questa caratteristica è comparsa piuttosto precocemente nell'evoluzione di questo gruppo, come dimostrano i crani fossili che possiedono il “melone”, un organo appunto connesso alla captazione degli echi.

Gli odontoceti non sono gli unici animali che usano questo sistema, lo fanno anche alcuni pipistrelli e alcuni uccelli. Particolarmente utile per chi si muove nel buio o dove c'è poca luce, la capacità di ecolocazione, sia pure allo stato latente, è presente in molti mammiferi, uomo compreso: i non vedenti spesso sono capaci di ecolocalizzare degli ostacoli. Addirittura ho letto di un bambino che riusciva ad andar in bicicletta intorno a casa sua guidandosi con gli echi.

Con l'ecolocazione i delfini e gli altri odontoceti riescono a “vedere” al buio. Gli esperimenti hanno dimostrato che il grado di precisione di questo senso è veramente ottimo. Essendo questa una differenza fondamentale nel comportamento fra misticeti ed odontoceti, malfunzionamenti del sonar sono stati spesso invocati come causa degli spiaggiamenti, assieme ad ipotesi più “ardite” come suicidi di massa, inquinamento o altro. E spesso è stata indicata una origine antropica, quali sonar per esercitazioni militari o prospezioni geofisiche,

In uno dei suoi migliori libri, l'Orologiaio cieco, Richard Dawkins avanza invece un'altra ipotesi. Non è farina del suo sacco ma è un'idea di diversi ricercatori, soprattutto australiani: gli spiaggiamenti potrebbero essere dovuti a particolari caratteristiche della costa che la oscurano al sonar.


La cosa mi aveva incuriosito ma quando leggi un libro di Dawkins non puoi approfondire tutto (altrimenti dopo 3 anni sarei ancora al terzo capitolo de “il gene egoista”!!). Però la tristissima occasione del Gargano mi ha dato l'input per interessarmi della questione. Ho trovato diversi articoli che parlano della cosa e fra i tanti ne ho selezionato uno, condotto da S.L. Chambers e e R.N. James del dipartimento di fisica della università di Perth, presentato a “Acoustic 2005 – Acoustics in a Changing Environment”, un convegno della “Australian Acoustic Society” svoltosi a Busseltown, amena località sulla riva della Geographe Bay,
un golfo piuttosto grande nei pressi dell'angolo sudoccidentale dell'Australia. Dotata di spiagge sabbiose e con una pendenza del fondo particolarmente bassa è un luogo in cui gli spiaggiamenti avvengono a ripetizione fra il 1996 e il 2003, 4 eventi hanno coinvolto quasi 500 animali, di cui per fortuna una buona parte sono stati aiutati a riprendere il largo). Particolarmente imteressante il caso del 2 giugno 2005, in cui morirono 120 Pseudoorca Crassidens in 3 luoghi diversi a più di 20 kilometri di distanza l'uno dall'altro. Anche in tutti questi casi gli animali apparivano in ottime condizioni di forma, perfettamente in salute e tranne in un caso, privi di infezioni parassitiche

Secondo Chambers e James ci sono due fenomeni che concorrono alla attenuazione fino alla scomparsa del segnale sonar: la bassissima pendenza del fondo marino vicino alla riva e la contestuale presenza di microbolle di gas.

E' accertato che tali microbolle si formino continuamente quando piove per l'interazione fra le gocce di pioggia e la superficie del mare. Altre origini sono la produzione di gas da parte di alghe e animali e la decomposizione di materia organica presente sul fondo marino. A causa del moto marino le bolle, di dimensioni variabili dal micron ai pochi millimetri, tendono ad andare verso la costa. La loro vita può arrivare ad alcuni giorni.


La “sonar termination” è un fenomeno che avviene quando il segnale acustico prodotto a una certa distanza in mare verso una costa con una pendenza minore di un grado si attenua fino a scomparire. Sommata alla presenza delle bolle, questa situazione farebbe sì che i cetacei non si rendano conto di essere prossimi alla riva e di conseguenza si arenano. Un po' come se noi vedessimo al di là di un muro invisibile e ci andassimo a sbattere contro.

I ricercatori hanno modellizzato le emissioni acustiche dei cetacei e calcolato i livelli di attenuazione. Ovviamente il modello non considera le irregolarità del fondo, lo stato di salute degli animali, le loro relazioni sociali etc etc. Un particolare di non trascurabile importanza è che nei giorni precedenti agli spiaggiuamenti le condizioni meteomarine sono state quelle ottimali per avere una abbondante presenza di microbolle di gas nelle acque.

E' possibile che questo modello possa essere applicato anche all'evento del Gargano del dicembre 2009? Io credo che valga la pena di esplorare questa possibilità, tenendo conto di entrambi i fattori, sia la forma della costa che la possibile formazione di microbolle.



6 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, interessante, potresti dare qualche riferimento in più riguardo all'articolo..o magari un link?

Aldo Piombino ha detto...

scusa, avevo saltato la tua domanda.
Allora,le prime tracce leho trovate su un libro di Dawkins, ma erano un accenno a ricerche altrui. C'è l'articolo di
S.L. Chambers e e R.N. James con bibliografia http://www.biophysics.uwa.edu.au/Bioacoustics/articles/ChambersJames2005.pdfe poi googla cercando cetaceans+strandings

mastrocigliegia ha detto...

Io non so nulla di biologia marina, quindi la domanda può avere anche poco senso.

Ma questi spiaggiamenti sono sempre esistiti?

Io ne ho sentito parlare solo relativamente da pochi anni dai media. Questo ovviamente non significa niente. Non è che un fatto esiste o no solo perché lo dicono in televisione.
Però gli esperti (cioè, escluso me quasi tutti) lo dovrebbero sapere. Presumo che in passato (dico decine o centinaia di anni fa, non milioni) i cetacei fossero più numerosi, e quindi quel tipo di evento fosse più frequente anche se magari meno osservato (o almeno registrato) per una minor densità di popolazione costiera.
Ma qualcosa dovrebbe essere rimasto in qualche tradizione.

Si sa qualcosa a proposito?

grazie
mc

Aldo Piombino ha detto...

sono documentati spiaggiamenti di misticeti dall'antica Grecia.
Avevo letto di qualche tradizione in merito per le zone della California meridionale. comunque nei miti sono più presenti le balene rispetto agli altri cetacei e le balene se si spiaggiano lo fanno in generare perchè debilitate o morenti.
Quanto alla frequenza non saprei proprio che cosa dire

Aldo Piombino ha detto...

pe concludere: è molto probabile che gli spiaggiamenti siano connessi al sonar e pertanto avvengono da quando è stato sviluppatoquesto senso

Anonimo ha detto...

Vi consiglio di cuore di guardare questo link e di riflettere un po' su quello che siamo arrivati a fare...

http://www.youtube.com/watch?v=VlzbnBlXhzc