venerdì 15 gennaio 2010

Inquadramento tettonico del terremoto del 12 gennaio 2010 a Haiti e la sottostima del rischio sismico nell'area


Il terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010 non è stato di per sé un terremoto fortissimo in termini di energia liberata: con una Magnitudo di 7.0 potrebbe anche non essere ricordato fra i 10 maggiori terremoti del 2010: c'è già stato per esempio il 3 gennaio un 7.2 alle isole Salomone, che fra l'altro ha provocato danni e uno tsunami di circa 3 metri di altezza.
I fattori che hanno provocato un simile disastro sono essenzialmente la bassa profondità ipocentrale (circa 10 km), l'essersi scatenato vicino a una città di un milione e mezzo di abitanti, in media poverissimi e quindi residenti in edifici costruiti pessimamente dal punto di vista sismico. e, come vedremo in fondo al post, in una zona in cui il rischio sismico si è rivelato molto sottostimato.
Eppure gli indizi di forte attività tettonica recente si vedono anche da foto satellitari: un esempio è la valle a SE di Port Au Prince.
Per precisare, la mappa dello scuotimento visibile qui a fianco, ha il massimo proprio in corrispondenza di Port Au Prince. Il colore rosso è riservato a intensità del IX grado Mercalli in su. Fate un pò voi...

Negli ultimi 10 anni solo due eventi sono stati peggiori come bilancio di vite umane: lo tsunami di Sumatra del 2003 e (forse) il terremoto cinese del Sichuan nel 2008. A Port Au Prince sono crollati anche palazzi governativi (da quello presidenziale in poi) e delle ONG, per cui dubito che sia rimasto qualcosa di minimamente abitabile.
Insomma la strage è stata provocata da una serie di concause in una nazione poverissima e esposta abitualmente di suo ad altre catastrofi naturali come gli uragani.

Vediamo ora il quadro geologico in cui si è scatenato questo terremoto.
Le Antille dividono il mar dei Caraibi dall'oceano Atlantico. Le Grandi Antille sono meno interessate da fenomeni sismici, mentre le Piccole Antille sono isole costellate da vulcani piuttosto attivi e pericolosi: lungo la fossa di Portorico la crosta dell'Oceano Atlantico scende sotto quella caraibica, che a sud confina con quella sudamericana. A nord, il contatto con la zolla nordamericana è molto più complesso: la zolla dei Caraibi si muove verso Est di circa 20 millimetri all'anno rispetto a quella nordamericana, in un margine di zolla di tipo trascorrente, come quello californiano contrassegnato dalla famosa Faglia di San Andreas. Però, anziché da una faglia singola, il margine nord della placca caraibica è contrassegnato da due sistemi di faglie diversi, grossolanamente subparalleli che individuano all'interno la microzolla di Gonave.

A nord c'è il “sistema settentrionale”, che borda la costa nord di Hispaniola e quella meridionale di Cuba. A vedere la cartina si ha addirittura l'impressione che un'isola più grande si sia divisa in due minori lungo questa faglia, spostando Hispaniola verso est rispetto a Cuba.

Il sistema meridionale, denominato “sistema di Enriquillo – Plantain Garden," assorbe un movimento medio di 7 millimetri all'anno, la metà del rigetto complessivo fra le due zolle e prosegue fino al continente americano e oltre, giungendo alla giunzione tripla fra zolla nordamericana, zolla caraibica e zolla delle Cocos.

Il sistema settentrionale invece si interrompe bruscamente nei pressi delle isole Cayman. Là si è formato un lineamento contrassegnato da un piccolo bacino (il Cayman Trench Spreading Center) che si è aperto per compensare il movimento verso est della zolla di Gonave, mentre la parte ado vest rimane sostanzialmente ferma. E il più profondo e il più lento (oltrechè il più piccolo) esempio di dorsale oceanica estensionale della Terra.

I sismogrammi dimostrano che il terremoto ha provocato uno scorrimento laterale destro con una leggera componente compressiva. Meccanismo focale e localizzazione dell'ipocentro dimostrano che la scossa si è originata lungo il sistema di Enriquillo – Plantain Garden.

Il terremoto del 12 gennaio è stato il più forte registrato in zona negli ultimi 200 anni. Nella zona sono segnalati 7 eventi principali, precisamente negli anni 1618, 1673, 1684, 1751, 1761, 1770 e 1860.

Da questo dato potrebbe sembrare che nell'area ci fosse un gap sismico importante: la distanza massima fra gli eventi era stata 90 anni e ora eravamo a 150 anni. Però senza conoscere in termini precisi i parametri di questi terremoti (nessuno di loro è stato effettivamente associato sul campo alla struttura, anche se i sospetti di un legame sono forti) ed essendo le mie conoscenze sull'area non certamente profonde, posso soltanto limitarmi a considerare questa come una ipotesi preliminare, senza poter affermare certezza alcuna.

Molto preoccupante a mio avviso è la poca distanza temporale fra alcuni eventi: il sistema presenta dei periodi maggiori di instabilitò per cui c'è da aspettarsi una o più forti scosse entro i prossimi 10o 20 anni?

C'è poi un interrogativo: la distribuzione delle repliche è piuttosto strana, essendo tutte dallo stesso lato della scossa principale, indicata nell'immagine con la freccia, mentre il cerchio giallo è Port Au Prince. Quindi si è mosso solo un segmento della struttura, mentre quello adiacente è totalmente fermo. Immagino che qualcuno stia già lavorando su questo aspetto che potrebbe avere dei risvolti difficili: già a Sumatra nel 2003, come ho evidenzato in un altro post, si è avuta una situazione simile e la porzione adiacente si è mossa qualche mese dopo, sia pure con energia molto minore. Ricordo comunque che qui abbiamo uno scorrimento laterale di due zolle mentre lì il terremoto si originò lungo una faglia orizzontale, l'esatto contrario di questa.


Da ultimo una questione di non trascurabile importanza. Dal 1990 a oggi nell'isola e zone adiacenti si era avuto un solo terremoto con M maggiore di 6 e per di più sulla costa atlantica. Solo la parte orientale dell'isola, nella Repubblica Domenicana, quella davanti a Porto Rico, mostra una intensa sismicità.  E questo è sancito dalla carta del rischio sismico nel centroamerica: nella quale  come si può vedere la zona di Port Au Prince è contrassegnata dal colore giallo, per cui erano previste al massimo intensità del VII grado Mercalli e non del nono come è successo.
Probabilmente sarebbe cambiato poco nel bilancio delle vittime: costruire con criteriantisismici in un Paese così povero è pura utopia. Ma almeno, forse, i palazzi sensibili (Governo, ONG, presidi dei Caschi Blu etc etc potevano esserestati esaminati con maggiore cura da questo punto di vista. Ma viste le previsioni probabilmente con le poche risorse a disposizione si è provveduto a fare altro.

Francamente non so se questa carta è stata redatta esclusivamente su basi storiche, ma mi sembra molto difficile che sia così.
Ed è chiaro che la pericolosità della zona era stata sottostimata. Ora, precisando che parlo con il senno di poi, non capisco perchè assegnare un valore così basso di scuotimento massimo teorico proprio in un'area in cui c'è un margine di zolla ben evidente e conosciuto.


8 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Interessante, convincente, ben fatto. Grazie.

harmonia ha detto...

Ho trovato per caso questo sito che trovo molto utile per gli argomenti trattati e per la chiarezza delle spiegazioni. E', comunque, il primo sito indicato da Google sulla configurazione geologica della zolla s cui si trova Haiti. Mi sono permessa di copiare una mappa del tuo post nel mio blog, ovviamente indicando la fonte. In ogni caso, se ti dispiace, non hai che da dirmelo e provvederò a rimuoverla. Sono contenta di aver trovato fra i tuoi sostenitori una mia "vecchia" amica di blog: la cara Annarita, grande insegnante per competenze e passione. Con il mio più sincero apperzzamento, un ringraziamento e una saluto.

Maria V ha detto...

Grazie , molto ben fatto. Sono un'anziana prof (66anni), la tettonica delle placche è una delle mie passioni, ho rinfrescato volentieri, anche grazie al tuo contributo
Maria

Aldo Piombino ha detto...

grazie a tutti. anche a chi mi ha mandato commenti privati.
Per Harmonia: ovviamente io nello spirito del blogging scrivo per essere letto e tutto quello che scrivo può essere ripreso, a patto di essere citato, Ovviamente se oltre ad essere citato sonoanche avvisato mi fa molto piacere.
saluti

brunella beato ha detto...

ciao,
anche io ho trovato per caso il tuo post e l'ho molto apprezzato. Ti ho segnalato dal mio blog.
saluti

Federico G.A. Gitto ha detto...

Ciao Aldo, grazie per le informazioni... molto comprensibili anche per chi è ignorante in materia :-)

Anonimo ha detto...

Ciao ,vivo a Santo Domingo.
Visti gli ultimi episodi,pensi che dovrei cominciare a preoccuparmi????

Aldo Piombino ha detto...

se per ultimi episodi ti riferisci ai due eventi del 5 gennaio no... o, meglio, non credo possano aver cambiato le probabilità che si verifichi o meno una scossa devastante.
Oggettivamente non ne so molto sulla zona ma sicuramente negli ultimi anni nella Repubblica Domenicana la sismicità è stata bassa (l'ultimo evento di una certa importanza è del 2003).
Chiaro che in un'area del genere prima di fare una costruzione vanno valutati sia il rischio sismico che quello idrogeologico (che spesso viene ignorato anche se fa parecchi morti e danni e mi sa che nell'area ci sia). Ma queste sono precauzioni obbligatorie "standard" da applicarsi sempre, non certo e non solo per momenti particolari..
Quello che è stato visto dalla sismologia storica è la possibilità che a un terremoto forte ne segua un secondo. L'unica cosa da fare sarebbe contattare l'università e/o qualcuno che ha svolto ricerche in zona: MAI E POI MAI E SOTTOLINEO MAI fidarsi di quello che c'è scritto sulla stampa o peggio ancora su internet senza accertarsi prima dell'autorevolezza del sito su cui si legge. Ricordandosi anche che al momento NESSUNO è in grado di prevedere quando si verificherà un terremoto. Chiunque dica qualcosa del genere (tipo: entro un anno si verificherà un terremoto devastante) è un emerito imbecille. Il fatto che a Est del lago Azuel dal 2010 non ci sono state scosse lungo la faglia di Enriquillo dice solo che la faglia è ferma,o si è mossa per creep asismico, Ma nessuno è in grado di dire con certezza che si muoverà nel prossimo futuro. Ovviamente siccome prima o poi lo farà (fra mesi? fra anni? fra secoli? boh...) è meglio prepararsi con la prevenzione e cioè costruire in modo sicuro in luoghi sicuri.