lunedì 6 aprile 2009

Il terremoto dell'Aquila tra annunci sballati e il rischio di una nuova crisi sismica


Alla fine doveva succedere. Era logico. Dopo quasi 30 anni dal terremoto dell'Irpinia, 28 e 4 mesi per l'esattezza, un nuovo fortissimo terremoto ha sconvolto l'asse appenninico della nostra penisola. E' toccato all'Abruzzo.
Dal 1980 ad oggi i morti per terremoto erano stati pochissimi, in Umbria e a San Giuliano di Puglia, dove però l'uomo ha fatto molto perchè accadesse.
Il terremoto di oggi, 6 aprile 2009, si porterà per sempre dietro una serie di polemiche da "bar dello sport" perchè in qualche modo qualcuno lo aveva “annunciato”.
Vediamo la situazione.
Da un paio di mesi nella zona c'era una attività sismica di fondo piuttosto robusta, con tanto di chiusura di scuole, verifiche di eventuali danni, qualche cornicione pericolante etc etc.Il tutto fino allo sciame sismico piuttosto intenso della settimana scorsa: tra il 30 marzo e il 3 aprile ci sono stati almeno 3 eventi con magnitudo uguale o superiore a 3, associati ad un evento principale con M=4 nel pomeriggio del 30. Questa sequenza si è sviluppata in un'area vicina a quella interessata dal terremoto maggiore e dalle sue repliche: a sud dell'Aquila, in un'area poi non toccata dalle repliche dell'evento di stamattina, almeno fino ad ora mentre sto scrivendo. Noto che anche Sulmona aveva subito una scossa di discrete proporzioni
E' evidente che una cosa del genere non possa bastare a lanciare un allarme sismico. Pensate un po' a quanti eventi del genere accadono in Italia tutti gli anni: in base al principio di precauzione si potrebbe predisporre lo sgombero di popolazioni solo perchè si è registrata una scossa di una certa entità o uno sciame sismico? E per quanto?

Veniamo ora al cosiddetto “annuncio” del terremoto: un tecnico del laboratorio del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, sostiene di aver elaborato un metodo in grado di prevedere l’arrivo degli eventi sismici.
Il metodo si basa sulla quantità di radon emesso dalla superficie terrestre (il radon è un gas nobile, il più pesante di tutti gli elementi gassosi). Sembra che nel periodo le emisisoni siano state piuttosto alte. Nonostante la coincidenza con il primo di aprile potesse essere sospetta (ma si è trattato davvero di una pura coincidenza), Giuliani ha detto, dopo la scossa avvenuta a Sulmona, che ci sarebbe stato un terremoto disastroso e la notizia è arrivata al Sindaco della cittadina abruzzese
La cosa ha ovviamente messo in agitazione la popolazione e la politica al punto tale che si è persino riunita la “Commissione Grandi Rischi”. Nella riunione ovviamente è stato detto che al momento non c'erano dei gravi rischi e un Bertolaso imbestialito si è scagliato contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false» (così riporta il Corsera).
La notizia forse non era falsa, nel senso che le emissioni di radon c'erano, ma sicuramente non era precisa. E' chiaro ed evidente che non basta una notizia del tipo “ci potrebbe essere un terremoto molto forte”: bisogna sapere all'incirca anche dove e quando.
Sennò che facciamo: sgomberiamo tutto l'Abruzzo? Noto poi che Giuliani, peraltro denunciato per “procurato allarme”, avesse pensato all'area di Sulmona e non a quella dell'Aquila. Vi immaginate che figura se dandogli retta avessero sgombrato quell'area e non l'area dell'Aquila?
Per saperne di più occorrerebbe avere notizie sulle modalità con cui sono avvenuti altri eventi importanti nell'area, come per esempio quello del 1703: è possibile che anche questi siano stati preceduti da sciami sismici? Se sì. allora qualcosa forse andava fatto. Ma non certo per le emisisoni di radon.

Sulle relazioni fra emissioni di Radon e terremoti ci sono diversi studi in tutto il mondo, da Taiwan all'Islanda, passando ovviamente per la California. Tutte le riviste specializzate ne hanno prima o poi parlato. Francamente non so se anche l'INGV o qualche istituto universitario italiano ne stia facendo. Ci si potrebbe scrivere un libro o un'enciclopedia.
Non è quindi che le idee di Giuliani siano così originali, strane e rivoluzionarie.... Ma ancora siamo piuttosto privi di certezze.
Però se vogliamo che la ricerca abbia dei risultati la cosa fondamentale è quella di individuare una faglia e monitorarla, in modo da circoscrivere la zona a rischio. Per esempio a Taiwan la sorveglianza della Chuko Fault ha dimostrato un aumento delle emissioni di radon prima di eventi sismici lungo quella specifica faglia.
Ora non ci resta che sperare che il caso Radon diventi un nuovo caso Di Bella, con milioni di euro buttati via per monitorare più o meno dappertutto il livello di emissioni di radon.
C'è comunque da fare un paio di riflessioni: i terremoti in Italia si raggruppano in crisi sismiche.
Tanto per fare un confronto a ieri, 5 aprile 2009: una persona nata nel 1925 (quella persona adesso ha 84 anni) era troppo piccola per ricordarsi il terremoto dell'Irpinia del 1930. Il primo terremoto forte che ha “vissuto” è stato quello dell'Irpinia nel 1960 e quindi come grandi terremoti in Italia ne ricorda solo uno in più di me che sono nato nel 1960, 35 anni dopo: a 20 anni avevo “vissuto” 3 grossissimi terremoti come Belice, Friuli ed Irpinia, più una nutritissima serie di scosse di minore importanza. Cito a memoria Lentini, Ancona, Tuscania, Valnerina e ancora l'Abruzzo (Opi e Villetta Barrea per l'esattezza) e un fortissimo evento in Dalmazia
Dopo la crisi fra il 1960 e il 1980 abbiamo avuto pochi eventi isolati e di non grandissimo spessore: una persona che ha 30 anni si può ricordare solo eventi “minori” come quello di Assisi e quello di San Giuliano. Terribili certo, ma con effetti non paragonabili a quelli dei 3 grandi terremoti suddetti
Ora, passati quasi 30 anni dal terremoto campano è possibile che siamo all'inizio di una nuova crisi: tra il 1850 e il 1908 l'Italia fu sconvolta, specialmente al sud, da una serie di terremoti notevolissimi, conclusasi con il terremoto di Avezzano del 1915. Da allora la situazione è stata molto calma, a parte gli eventi già citati. Ora il pericolo è che riprenda una nuova crisi sismica anche se di solito i terremoti italiani sembra siano preceduti da analoghi forti eventi tra Grecia e Balcani, che per adesso non sono avvenuti
Speriamo bene.... anche perchè la speculazione edilizia ha colpito duro e spesso i vecchi paesi sono in posizione più sicura rispetto alle nuove costruzioni che li circondano. San Giulianio di Puglia lo ha drammaticamente dimostrato.
dopo decenni di devastazioni e costruzioni ovunque, che effetti ci potranno essere se venisse una crisi come quella di 150 anni fa, nonostante che la geologia ci abbia dato una mano a rimediare standosene buona per una trentina di anni?

2 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

E' in corso una bella discussione sul blog di Marco Cattaneo nel portale de "Le Scienze".
http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/06/prevedere-i-terremoti-o-adeguare-gli-edifici/
Qualche anima bella si è scagliata contro i geologi che non hanno ascoltato Giuliani. Ricomincia lo sport nazionale di trovare i colpevoli. Hai ragioni, il pericolo Di Bella è alle porte. Ciao.

francesco ha detto...

terremoto in grecia

un terremoto in grecia quest'anno c'è stato..