mercoledì 10 dicembre 2025

il terremoto M 7.6 a largo della costa settentrionale di Honshu del giorno 8 dicembre 2025 e perchè è stata lanciata una allerta tsunami per i prossimi giorni


geodinamica dell'area giapponese
Il terremoto M 7.6 dell’8 dicembre 2025 a largo della costa pacifica settentrionale di Honshu è stato decisamente un evento sismico importante. Per dare un’idea della sua forza, il Servizio Geologico degli Stati Unti ha segnalato immediatamente la possibilità di liquefazioni del terreno sulla terraferma nonostante che l’epicentro (o, meglio, il punto di rottura iniziale) sia distante un centinaio di km dalla costa. D’altro canto anche i filmati sullo scuotimento danno un’idea di cosa sia successo a una distanza così grande dall’epicentro.
Vediamo qui a sinistra la situazione dal punto di vista tettonico: tra placca euroasiatica, placca nordamericana e placca pacifica alcune microplacche prima considerate parte della placca nordamericana (la questione è ancora dibattuta). L’evento sismico è probabilmente avvenuto proprio nell’interfaccia fra la placca pacifica in subduzione e la sovrastante placca continentale di Okhotsk e ha provocato il ferimento di almeno 33 persone.

TSUNAMI ASSOCIATO AL TERREMOTO. Subito dopo il terremoto sia l'agenza meteorologica giapponese che lo Tsunami Pacific Warning Center della statunitense NOAA hanno decretato l'allerta tsunami. Lo tsunami c’è stato eccome e ha raggiunto un’altezza di 80 cm nella zona epicentrale. Un’altezza importante perché, come spiega bene il mio amico Filippo Bernardini, se un'onda "normale" interessa solo la parte superficiale della colonna d'acqua, uno tsunami interessa l'intera colonna dal fondale alla superficie. Se uno tsunami è alto 80 cm vuol dire che l'intera colonna d'acqua si alza di 80 cm, il che implica che l'energia in gioco di un'onda normale di pari altezza non sia neanche lontanamente paragonabile a quella dello tsunami.

I MEGATERREMOTI. Un megaterremoto è un evento sismico la cui Magnitudo risulta uguale o superiore a 8.5.  La stragrande maggioranza dei  terremoti più forti avvengono lungo le zone di subduzione e quindi essendo eventi di tipo compressivo, quando avvengono lungo faglie a basso angolo, sono denominati terremoti di thrust. Quindi i megaterremoti sono praticamente tutti dei megathrust
Qui ho parlato dei megathrust e di come e dove possono scatenarsi: se alcune zone di subduzione sono regolarmente interessate da terremoti così forti, altre invece non ne presentano. 
Una regola della geofisica è che più ampia è l’estensione del piano che si rompe, maggiore è l’energia liberata dal sisma (e difatti i megathrust si caratterizzano per la vastità dell’area interessata dal movimento). Quindi Blethery et al (2016) hanno fornito una spiegazione elegante per questa differenza: tutti i megathrust più recenti si trovano dove la curvatura dell’interfaccia fra la placca superiore e quella che le scorre sotto è poco pronunciata, ad esempio proprio nel sistema Giappone settentrionale – Kurili – Kamchatka, tra le Aleutine, l’Alaska e la Cascadia, in America meridionale e nel sistema Andamane, Sumatra – Giava; invece non sono conosciuti megaterremoti nei sistemi dove la curvatura del piano di scorrimento è più accentuata, ad esempio nelle zone di subduzione di Filippine, Salomone, Izu-Bonin, nelle South Sandwich e neanche tra Nuova Guinea e Nuova Zelanda nel sstema Santa Cruz, Vanuatu e Tonga – Kermadec, dove peraltro la sismicità è davvero impressionante!). Vediamo appunto nella figura 2 la differente geometria del piano di subduzione tra il Giappone settentrionale (dove la curvatura è bassa) e le isole Vanuatu, dove la curvatura è più pronunciata e nonostante la sismicità sia estremamente alta (dal 1971 64 eventi a M 7 e oltre) ci sono solo 4 eventi a Magnitudo 8 o superiore e il massimo è 8.2. 
Nella figura, ottenuta grazie a SUBMAP, un interessante tool della Università di Montpellier, si nota chiaramente la differenza di curvatura fra una subduzione capace di generre dei Mmegathrust e una che non è in grado di farlo. 
Naturalmente i megathrust sono gli eventi in grado di produrre gli tsunami più importanti, data l'estensione molto vasta del fondo marino che viene interessata dal movimento.

la cartellonistica spiega il nesso fra il terremoto M7.3 che ha preceduto il megaterremoto 
del 2011, e i possibili effetti di un nuovo megaterremoto dopo il terremoto M 7.6 dell'9 dicembre 2025
L’ALLERTA-MEGATHRUST EMANATA DALLE AUTORITÀ GAPPONESI. Poche ore dopo il terremoto dell’8 dicembre l'agenzia meteorologica giapponese ha emesso una allerta megaterremoto, esortando gli abitanti delle aree prossime alla costa del Pacifico delle isole di Hokkaido e della parte settentrionale di Honshu a rimanere vigili per tutta la prossima settimana e a preparare piani di evacuazione nel caso in cui dovessero abbandonare le proprie case. 
Vediamo perché di questa mossa che ai non addetti pare una previsione, ma in realtà in senso stretto non lo è: i dati non indicano la previsione di un terremoto estremamente forte, ma il fatto che nelle prossime due settimane ci sia una maggiore possibilità che un evento del genere si verifichi, il che è molto diverso.

Il terremoto in cui si sono registrati più morti in Giappone è quello M 8.0 della regione del Kanto nel 1923 con un bilancio che oscilla tra 105 e 140.000 persone.
I megaterremoti più recenti lungo la fossa di Honshu in Giappone sono avvenuti negli anni 1933,1952, 2003 e, appunto, 2011, quando morirono quasi 20.000 persone, soprattutto a causa dello tsunami.
Si capisce come mai l’eventualità di un megathrust costituisca un serio problema nel Paese del Sol Levante, anche perché ci sono discrete probabilità che il prossimo avvenga entro 30 anni.


 fig.5 la sequenza principale del 30  luglio 2025 a largo della Kamchatka
e la sequenza che l'ha preceduta 10 giorni prima
Ma perché è stata lanciata questa allerta, che come si vede, è ampiamente pubblicizzata da apposita cartellonistica? Molto banalmente perché entrambi gli ultimi due megathrust avvenuti nel sistema di fosse tra Kamchatka, isole Kurili e Giappone sono stati preceduti da eventi sismici significativi con epicentri molto vicini a quelli dei successivi megathrust (ricordo che con eventi di questa portata, che interessano segmenti lunghi anche centinaia di km, l’epicentro è il punto dove inizia la rottura):
  1. nella figura "C" qui sopra si vede come il terremoto M 9.1 delle coste settentrionali di Honshu dell'11 marzo 2011 sia stato preceduto due giorni prima da una sequenza iniziata con un M 7.3 e proseguita con almeno altri 21 eventi di M uguale o superiore a 5.0, di cui 2 M6.0, e uno M 6.5
  2. nella figura qui accanto si vede come il terremoto M 8.8 del 30 luglio 2025 a largo della Kamchatka sia stato preceduto 10 giorni prima da un evento a M 7.4 e quasi un anno prima dal terremoto M 7.0 del 17 agosto 2024.
Rimanendo in Kamchatka, il terremoto del 4 novembre 1952 non sembra essere stato anticipato come quello del 2025 da un importante foreschock (anche se, ricordiamoci, il registro dell’USGS che ho consultato potrebbe essere lacunoso, mancando sicuramente di tutti gli eventi a M inferiore a 6.3 e non so se manca qualcosa di più forte). Però il terremoto M 7.0 del 6 novembre 1951 alle isole Kurili ha innescato una sequenza sismica che ha interessato il segmento immediatamente a sud di quello interessato dal successivo megathrust del 1952

Sui terremoti più vecchi non mi pronuncio, perché i dati che ho non sono sufficienti e purtroppo i lavori in merito che ho trovato sono ancora a livello di pre-print e quindi non ne voglio parlare.
Siamo come ho detto prima, non su una previsione, ma su una possibilità basata sulla storia sismica recente. Ma non c’è automatismo fra eventi molto forti e megathrust: dal 1971, l’anno da cui partono i suoi dati, l’Iris Earthquake Browser segnala 25 terremoti con M 7 o superiore lungo i circa 760 km circa del tratto della subduzione corrispondente alla fossa di Honshu e alla fossa di Chishima (quella davanti a Hokkaido, che prosegue nell fossa delle Kurili); di questi, 4 sono associati o associabili al terremoto M 9.1 del 201, ma se due di questi hanno “anticipato” i megathrust del 2011 e del 2025, gli altri 20 terremoti con M elevata (diciamo sopra a 7, figura 3A) non hanno preceduto un megathrust. 
Tutto ciò evidenzia come non ci può essere certezza biunvoca in proposito: insomma, se appare estremamente probabile che un megathrust sia preceduto da un evento sismco importante con M superiore a 7, la probabilità che il singolo evento a M 7 e oltre anticipi un megathrust è molto bassa: uno su 20 dal 1971. Una minima possibilità in più forse ci sarebbe notando, come si vede dalla figura “3A”, come la sequenza attuale si collochi in un vuoto (sia pure minimo) della sismicità a M 7+ dal 1971 ad oggi

I TERREMOTI DI NOVEMBRE E DI DICEMBRE 2025 LUNGO LA FOSSA DI HONSHU A CONFRONTO. La sequenza sismica iniziata ieri 8 dicembre a largo di Honshu è iniziata circa un mese dopo che se ne è verificata un’altra circa 150 km a SSE di questa. Le due sequenze sismiche recenti a largo della costa orientale di Honshu, visibili nella figura 3B, hanno però caratteristiche differenti:
  • quella di adesso è una classica sequenza con un evento principale e le sue repliche
  • nella sequenza di novembre invece gli eventi più forti sono avvenuti 2 giorni dopo il suo inizio

BIBLIOGRAFA CITATA

Blethery et al (2016). Mega-earthquakes rupture flat megathrusts. Science 354, 1027-1031

Zhao et al (2018). Timing of Okhotsk Sea Plate Collision With Eurasia Plate: Zircon U-Pb Age Constraints From the Sakhalin Island, Russian Far East. Journal of Geophysical Research: Solid Earth, 123, 8279–8293