Parlo malvolentieri di politica, ma qui non potevo stare zitto, visto l’attacco alla Scienza portato dall’amministrazione Trump. Dopo i licenziamenti di massa e il cambio di orientamento politico che hanno caratterizzato l’inizio dell’amministrazione Trump nei confronti della Scienza, in particolare in settori come clima, energia e ambiente, il mondo scientifico sta iniziando una reazione, anche se ancora poco organizzata. Si registrano anche le prime reazioni politiche soprattutto nella West Coast. Fra le iniziative più interessanti sulle questioni climatiche c’è il tentativo di ripristinare sotto altro indirizzo il portale climate.gov che è stato oscurato, sostituendolo con climate.us
Oltre ad una generale riduzione, se non annullamento tout court, di finanziamenti pubblici a enti di ricerca e università per non parlare dei licenziamenti di centinaia di ricercatori, è noto come i due settori maggiormente colpiti siano quello sanitario e quello climatico.
IL SETTORE SANITARIO sconta il significativo aiuto alla rielezione del tycoon da parte dell'eroe dei novax Robert F. Kennedy jr, il quale ritirandosi dalla campagna elettorale ha concesso il suo elettorato complottista a Trump. Ne sta seguendo una orrida e assurda lotta contro la ricerca medica in generale e contro i vaccini in particolare, con gli ovvi rischi per l’Umanità intera, a cui il settore medico-sanitario tenta di opporsi con scarso successo nei confronti dell’establishment, talvolta anche con iniziative bipartisan. Solo di recente si conta la goffa richiesta da parte del ministero alla rivista Annals of Internal Medicine di ritrattare un articolo sull’idrossido di alluminio nei vaccini non rispondente ai demenziali principi dell’ineffabile Bob (richiesta che l'illustre rivista si è ovviamente guardata bene dall'accontentare) e la reazione dei nove ex direttori ancora viventi del Centers for Disease Control and Prevention (la CDC) al siluramento della attuale presidente Susan Monarez, una validissima scienziata sostituita da un incompetente novax. I nove accusano Kennedy Jr di mette a rischio la salute degli americani. Inoltre giunge ora notizia che gli Stati del Pacifico (California, Oregon e Washington) preoccupati della deriva illogica e antiscientifica della CDC, si stiano organizzando per fondare una loro autonoma CDC, una West Coast Health Alliance, che come afferma esplicitamente una pagina del sito dello Stato di California sosterrà l’integrità scientifica nella sanità pubblica mentre Trump distrugge la credibilità del CDC.
L’altro settore superpenalizzato è quello della climatologia, che ha l’indiscutibile difetto, dal punto della mentalità malata di Trump, di parlare della importanza della componente antropica nei cambiamenti climatici e della necessità di diminuire (anzi, possibilmente di azzerare, le emissioni di CO2). Trump è per lo sfruttamento senza pietà del territorio per estrazione di idrocarburi e carbone con il famoso motto drill, baby, drill e contro le energie alternative. La stretta dei contributi alle rinnovabili e il blocco di un importante progetto eolico sulle coste del Rhode Island sono fra le ovvie conseguenze di questa politica.
I petrolieri però hanno un problema: nonostante la spada di Damocle delle minacce iraniane sulla chiusura dello stretto di Hormuz, in quest mesi il prezzo del Brent è piuttosto basso (tra 650 e 70 $ al barile), e anche per i produttori di carbone non va benissimo); se a questo si aggiunge la prestazione non eccelsa del dollaro, non è che le cose vadano benissimo per la categoria (a meno che le major del settore non approfittino della situazione per assorbire piccoli produttori in gravi difficoltà finanziarie). E di fatto non è che il numero di pozzi attivi negli Usa stia aumentando, tutt’altro. Vedremo se l'OPEC aumenterà i tagli alla produzione, però dal loro punto di vista la domanda è perché noi di OPEC dovremmo tagliare e gli USA no? E oltretutto prima o poi ritorneranno nel commercio le produzioni di Paesi attualmente in difficoltà politiche come Libia, Iran e Venezuela. Insomma, difficilmente con i bassi ricavi attuali le major americane possono permettersi nuove perforazioni, in particolare in aree offshore tipo il golfo del Messico (no, golfo di America, secondo Trump) o con difficoltà logistiche come le piattaforme dell'Alaska, piaccia o non piaccia al presidente.
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il documento del DOE e la risposta dei ricercatori |
LA PRIMA REPLICA DEL MONDO SCIENTIFICO ALL'INDECENTE RAPPORTO. Già a metà di agosto è apparsa una replica da parte di alcuni scienziati, che viene riassunta nella immagine a destra dove si vedono tutte le pagine del rapporto, ad eccezione di prime pagine, pagine di riferimento e pagine di glossario, che sono state omesse (NB: le pagine possono contenere più di un'affermazione falsa o fuorviante):
- le pagine del rapporto del DOE evidenziate in rosso contengono affermazioni false
- quelle evidenziate in arancione contengono affermazioni fuorvianti.
- le pagine non colorate rappresentano parti del rapporto che sono state dichiarate accurate dall'autore citato o che non hanno ricevuto alcun commento dagli esperti invitati.
Il 2 settembre 2025 il rapporto del DOE è stato definito "una presa in giro della scienza" in una seconda replica di 440 pagine (Dessler, A.E. and R.E. Kopp -Eds, 2025), dove 85 scienziati hanno accusato il DOE di aver utilizzato le stesse tattiche usate dell'industria del tabacco per seminare dubbi sul consenso scientifico, affidandosi inoltre a una manciata di oppositori i quali, basandosi su studi screditati, hanno travisato le prove per giungere a conclusioni predeterminate. Tali conclusioni provengono da idee rifiutate ormai molto tempo fa perché, banalmente, smentite dai dati. Il tutto è accompagnato da quello che si legge in tutte le pagine climascettiche: travisamenti del corpus delle conoscenze scientifiche, omissioni di fatti importanti, dimostrazioni di forza, aneddoti e pregiudizi di ogni genere. Come la negazione dell’aumento legato alle emissioni di gas-serra negli Stati Uniti di temperature ed eventi meteorologici estremi, l'idea secondo la quale un aumento dell'anidride carbonica atmosferica stimolerebbe l'agricoltura e che l'attività solare potrebbe spiegare le tendenze al riscaldamento globale.
La confutazione riunisce esperti di diverse discipline per contestare ogni affermazione di questo documento che si integra perfettamente nella campagna iniziata negli anni '90 da parte dell'industria dei combustibili fossili per finanziare scienziati disposti a sostenere il Sole, e non gli esseri umani, come causa del cambiamento climatico osservato fino a quel momento.
Questi sono alcuni esempi di questa distorsione dei fatti che il documento governativo sta cercando di perpetrare:
- gli anni del "Dust Bowl" del 1930-1936 – caratterizzati da alcune delle estati più calde del Paese – smentirebbero la realtà del riscaldamento globale causato dall'uomo: in realtà è stata la cattiva gestione del territorio all'epoca a trasformare le Grandi Pianure in una landa desolata simile a un deserto che amplificava il calore
- c’è poi il solito “mantra” dell’aumento del CO2 come componente favorevole all’agricoltura. In realtà, se un elevato tenore di CO2 può risultare favorevole in alcuni casi, in generale l'aumento del calore e il cambiamento dei modelli di precipitazione causeranno importanti cali della produzione a livello generale
- comico poi il punto secondo il quale il rapporto minimizza la minaccia dell'acidificazione degli oceani, affermando che "la vita negli oceani si è evoluta quando gli oceani erano leggermente acidi" miliardi di anni fa. Una osservazione totalmente idiota, poiché la vita complessa non era presente durante la storia primordiale della Terra (in particolare non esistevano esseri viventi che utilizzavano gusci o ossa, particolarmente sensibili alla acidità delle acque). Aggiungo inoltre che le estinzioni di massa sono state causate negli oceani da una importante acidificazione delle acque a causa delle emissioni delle Large Igneous Provinces
- il rapporto ignora ampiamente gli impatti sulla biodiversità, nonostante le enormi conseguenze sociali ed economiche
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La homepage attuale di climate.us |
IL PORTALE CLIMATE.GOV RINASCE COME CLIMATE.US. Il mondo della climatologia ha iniziato dunque con questi rapporti una resistenza attiva (anche se dubito che buona parte dei responsabili governativi abbia voglia di leggere un documento del genere, tantomeno capirlo visti i bias cognitivi contro la Scienza e questo senza parlare dell’elettorato medio trumpiano). Inoltre all'inizio dell'estate è stata cancellata la home page del sito climate.gov, il portale federale, un tempo pubblicizzato come "sportello unico" per la comprensione del riscaldamento globale, diventato un'altra vittima della guerra alla scienza di Trump. Chi digita www.climate.gov adesso viene ridiretto sulla home page della NOAA, che ancora resiste, e almeno mentre l'ho appena consultato (6 settembre 2025) parla ancora di Global warming, ma non presenta la ricca messe di dati del vecchio sito.
Un gruppo di ex dipendenti che lavoravano al vecchio sito sta lavorando per riportare in vita il portale, semplicemente passando da climate.gov a climate.us. Il nuovo sito climate.us, è online da qualche giorno, anche se per ora non ospita dati, ma funge solo da segnaposto, presenta un po' di rassegna stampa e precisa di essere un sito noprofit, indipendente e apolitico.
L’iniziativa è coordinata da Rebecca Lindsey, ex caporedattrice di climate.us, anche lei licenziata a febbraio insieme a centinaia di altri dipendenti della NOAA (la National Oceanic and Atmospheric Administration, insomma, la NASA del clima). Lindsey coordina un gruppo di divulgatori scientifici, meteorologi e visualizzatori di dati, oltre ad alcuni dipendenti pubblici ancora in servizio che si offrono volontari sotto la copertura dell'anonimato per l’ovvio timore di ritorsioni. Questa iniziativa sarebbe stata resa difficile dalla cancellazione dei dati dai portali delle varie agenzie, ma per fortuna quando gli scienziati hanno visto che le cose si mettevano male hanno scaricato quanto hanno potuto e quindi buona parte dei dati sono stati messi in salvo. Inoltre la notizia ha stimolato varie persone, da scienziati a insegnanti, ad offrirsi volontari.
Il PRIMO OBIETTIVO è ripubblicare la grande quantità di materiale finanziato dai contribuenti che è stata rimossa ma volontariamente salvata in tempo, comprese le Valutazioni Climatiche Nazionali, obbligatorie per legge, studi scientifici fondamentali prodotti ogni quattro anni, attualmente sospesi.
C’è poi un SECONDO OBIETTIVO, più ambizioso: ricostruire le risorse e gli strumenti tecnici che hanno reso climate.gov, lanciato per la prima volta nel 2012 sotto Barack Obama, così indispensabile, ad esempio:
- dashboard interattive che monitoravano l'innalzamento del livello del mare, la perdita di ghiaccio artico e le temperature globali
- spiegazioni in linguaggio semplice su fenomeni come il vortice polare
- un blog dedicato all'oscillazione meridionale di El Niño, il più influente fattore climatico naturale del pianeta e tanti altri
Attualmente la pagina mostra quasi 50.000 dollari raccolti, su un obiettivo di 500.000, che si spera arrivino alla svelta. Naturalmente tutto questo dipende dall'ottenimento di finanziamenti sufficienti, che spaziano da quelli provenenti da è importanti enti filantropici e finanziatori a una campagna di crowdfunding.
Se tutto andrà bene, il progetto potrebbe diventare un punto di riferimento per molti gruppi di altre agenzie scientifiche federali che hanno contenuti o dati che sono rimasti inosservati o sono stati rimossi, ma che sono stati comunque scaricati.
Il nuovo sito web climate.us, è online da qualche giorno. È importante cliccarlo e aderire alle sue pagine nei social, per dimostrazione l’interesse nell’iniziativa e nella situazione climatica (ma tanto ai fenomeni climascettici non la si fa… sono troppo intelligenti)
1. il disgrazato documento del DOE è scaricabile a questo link: https://www.energy.gov/sites/default/files/2025-07/DOE_Critical_Review_of_Impacts_of_GHG_Emissions_on_the_US_Climate_July_2025.pdf
2. il factchecking preliminare sul rapporto del DOE uscito a metà di agosto si trova qui: https://interactive.carbonbrief.org/doe-factcheck/index.html
3. il report completo di risposta del gruppo di Dessler è citabile così:
Dessler, A.E. and R.E. Kopp (Ed.). (2025). Climate Experts’ Review of the DOE Climate Working Group Report. In attesa del DOE, è scaricabile qui: https://drive.google.com/file/d/1PwAR8I9YYmPhbQ6CRekHkroJGMbjbX7l/view
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