Questo è il secondo di una serie di 3 post sul riscaldamento globale e i climascettici, un dialogo che non dovrebbe neanche avere senso, tanti sono gli indizi a proposito del ruolo dei gas-serra. Al solito registro che il talebanismo imperante, in un fronte e nell'altro, impedisce di capire quanta parte la dobbiamo alla Natura (in particolare al Sole) e quanta alle emissioni di gas-serra. Registro anche che le temperature spono aumentate nonostante il fatto che negli ultimi anni il Sole abbia - diciamo così - battuto la fiacca.
- Nel primo post ho introdotto la questione. Noto che chi mi ha dato contro fino ad ora non ha risposto a quanto ho scritto, ma ha tirato fuori i soliti discorsi triti e ritriti, nonché screen di libri o grafici di 20 anni fa
- il secondo (QUESTO) contiene delle risposte che ho dato ad un climascettico
- il terzo (ancora da pubblicare) contiene delle domande che io pongo ai climascettici (le ho già poste in varie sedi ma quando le ho poste i climascettici si sono eclissati improvvisamente dalla discussione in vario modo):
Quindi questo secondo post contiene 14 tra affermazioni da sfatare e domande che qualche tempo fa mi pose un climascettico; qui di seguito le trovate con le mie risposte. Come si intuisce si tratta di una persona le cui basi scientifiche sono molto basse ma che reputa gli scienziati una banda di complottisti o, meglio, di privilegati (vedi soprattutto i punti 10 e 11). So anche la sua collocazione politica ma non ne parlo in base al sano principio secondo il quale "Science doesn't care what you believe"
[1] IN SOSTANZA IL RISCALDAMENTO GLOBALE C’È.
Il riscaldamento globale è innegabile: almeno su questo siamo d’accordo!
[2] QUESTO EFFETTO E’ PERO’ MODERATO.
Non è affatto moderato. O meglio: lo è forse su scala umana, in cui percepire 2 o 3 gradi in più o in meno non è facile. Lo è invece per gli ecosistemi e per il clima in generale, dove anche mezzo grado fa una grande differenza
[3] IL RISCALDAMENTO GLOBALE E’ CAUSATO DALL’UOMO? PROBABILMENTE POCO E IN MODO SCARSAMENTE QUANTIFICABILE.
Non ho a disposizione dati sicuri. Ricordo che le cause naturali principali sono:
- in tempi brevi fasi a maggiore attività solare come nel periodo caldo romano e nel periodo caldo medievale rispetto a fasi ad attività minore come i secoli bui e la piccola era glaciale
- in tempi intermedi le forzanti orbitali e la quantità di gas-serra stoccate nelle calotte glaciali
- in tempi lunghi le modifiche alla distribuzione di continenti e oceani
Mentre per quanto riguarda le cause antropiche, chiaramente un aumento del tenore atmosferico di gas serra
Mi limito quindi ad una valutazione che viene dai miei studi sulla paleoclimatologia dall’Archeano ad oggi e quindi sull’influenza dei gas serra sulle temperature globali: 65% antropico contro 35% naturale (e sono ottimista).
[4] SONO PREVEDIBILI GLI SVILUPPI FUTURI? NO.
Si, sono prevedibili grazie a complessi modelli. I quali, addirittura, fino ad oggi si sono mostrati addirittura ottimistici.
[5] È UNA MINACCIA IMMINENTE PER IL GENERE UMANO? NO.
Si. È una minaccia per il genere umano, perché:
- l’aumento delle temperature comporterà dei massicci cambiamenti nella distribuzione delle precipitazioni (come vediamo già adesso): in particolare riferendosi alle nostre zone diminuiscono i giorni di pioggia ed aumenta l’intensità dei singoli eventi. Lo vediamo nel cambio nel regime delle alluvioni: da grandi eventi a scala di bacini principali (Arno, Po, Tevere) dovuti a diversi giorni consecutivi di precipitazioni continue, oggi le alluvioni avvengono soprattutto in piccoli bacini a causa di piogge fortissime che durano poche ore. Inoltre i cambiamenti stanno pregiudicando la disponibilità di cibo e di acqua potabile in aree molto popolate, per cui si innescheranno massicce e incontrollabili ondate migratorie, sul modello del Mediterraneo alla fine delle civiltà dell’età del bronzo, che si interruppe bruscamente quando a causa di un riscaldamento iniziò una fase di minori precipitazioni in un’area in cui buona parte della popolazione viveva già ai limiti della disponibilità di acqua
- La deglaciazione avrà gravi conseguenze sul livello marino, con la perdita di parecchie aree costiere (porti compresi). Simpatico notare che la Florida, una delle patrie politiche dei climascettici, sarà quasi del tutto sommersa.
- Inoltre c’è il serio rischio che in Europa, la deglaciazione provochi un nuovo “evento di Heinrich”: un intenso flusso di acqua fredda proveniente dalla deglaciazione dell’Artico blocca la corrente del Golfo, perché impedisce alle sue acque provenienti dai Caraibi di affondare e proseguire il cammino in profondità ridiscendendo lungo il continente americano (la AMOC). Il che porterebbe in Europa un periodo freddo e secco, paradossalmente dovuto proprio al riscaldamento. Gli eventi di Heinrich sono sempre associati alle terminazioni dei periodi glaciali
[6] È UN VANTAGGIO PER IL GENERE UMANO? PIÙ SI CHE NO.
Dalla mia risposta alla domanda precedente segue che il riscaldamento globale no, non è per niente un vantaggio per il genero umano ma – al contrario – una grave minaccia. E lo è per il genere umano più che per la Natura. O, meglio, la Natura si è sempre ripresa dopo analoghi eventi principali di estinzione di massa, dovuti PROPRIO a massicce emissioni di CO2, quelle delle Large Igneous Provinces, immense coperture basaltiche messe in posto in tempi molto ristretti, come per esempio è ampiamente dimostrato per esempio alla fine di Permiano (basalti della Siberia), Triassico (provincia dell’Atlantico centrale) e Paleocene (provincia dell’Atlantico Settentrionale). Anche per la fine del Cretaceo c’è di mezzo una Large Igneous Province, quella dei trappi del Deccan (nonostante la balla dell’asteroide-killer, probabilmente messa in giro proprio per tacitare i rumours sul CO2 contenuti per esempio nell’articolo di Mc Lean A terminal Mesozoic greenhouse: lessons from the past). Da notare che il tasso di emissione annuale di CO2 e SO2 dalle Large Igneous Provinces responsabili degli eventi di estinzione di massa era minore del tasso di emissione antropico di oggi. Comunque la biodiversità si è ricostruita in qualche centinaio di migliaia di anni. Un periodo corto a scala geologica, ma troppo lungo a scala umana
Non essendo un economista, su questo sono poco ferrato. Le politiche verdi (e le abitudini più virtuose dal punto di vista ambientale) sono forse nocive per certe comodità e probabilmente lo sono per l’economia nell’immediato. Ma non per il futuro: le società assicurative, per esempio, sono preoccupatissime. Inoltre l’economia verde porta occupazione quando invece si sta riducendo in molti altri settori. E se proprio non ne facciamo una questione di gas-serra, è innegabile che l’inquinamento atmosferico sia un grosso problema e anche solo per questo il consumo di combustibili fossili (di cui attualmente – ne sono purtroppo convinto – non ne possiamo fare a meno), vada comunque diminuito. Fermo restando che alcune politiche verdi mi lasciano parecchio perplesso
[8] ESISTONO PROBLEMI BEN PIÙ GRAVI DEL CLIMA CHE RICHIEDONO STANZIAMENTI ECONOMICI MONDIALI? SI.
Certamente occorrono stanziamenti importanti dal punto di vista della salute (come dimostra la pandemia dalla quale stiamo uscendo a fatica), delle infrastrutture di comunicazione, della ricerca scientifica e tecnologica e – soprattutto – per migliorare le condizioni economiche di buona parte del mondo, quello che in questo momento forma le migrazioni verso l’occidente. Ma in ogni caso tutto deve cercare di essere il più sostenibile possibile
[9] È VERO CHE IL MONDO DELLA RICERCA SCIENTIFICA È INQUINATO DAL BIAS POLITICO SUL RISCALDAMENTO GLOBALE CAUSATO DALL’UOMO? SI.
No. È assolutamente falso. Anzi, è esattamente il contrario. È il mondo fuori dalla Scienza che ha un bias politico contro gli scienziati che si occupano specificamente del clima. Non esiste un lavoro che sia uno nella letteratura scientifica in peer-review che neghi l’effetto antropico (lavoro intero, non parlo degli abstract!). I pochi scienziati climascettici sono esterni dalla climatologia. Dare retta a loro è come se avendo un problema cardiaco si segua l’opinione del dentista anziché quella del cardiologo
[10] I NON ALLARMISTI/GLI SCETTICI SONO BOICOTTATI NELLE UNIVERSITÀ, VENGONO NEGATI FONDI PER LA RICERCA E TROVANO DIFFICOLTÀ A PUBBLICARE LE LORO RICERCHE? SI.
Certamente, ed è ovvio! Perché un dipartimento universitario scientifico non può sostenere ipotesi antiscientifiche (ad esempio: non ci sono dipartimenti universitari che promuovono l’antievoluzionismo o il terrapiattismo). Questo perché la Scienza non è come l’economia o la filosofia, la scienza è una datocrazia, dove contano i dati e non le idee (ne ho parlato qui). Quindi non è che c’è come in economia uno scontro fra economisti “statalisti” e “liberisti”. I dati climatologici sono quelli e leggendoli non è possibile interpretarli in maniera diversa e chi tenta di farlo viene irrimediabilmente respinto per inconsistenza scientifica. Ho potuto “ammirare” comunque alcuni esempi di lavori negazionisti “bocciati”: ebbene, sono lavori in cui i dati sono manipolati ad arte, per esempio tagliando dei dati o limitando le serie temporali per ottenere trend fasulli…
[11] GLI ALLARMISTI RICEVONO MILIARDI DI FONDI E GLI VENGONO OFFERTE CONFERENZE IN PAESI ESOTICI. FANNO UNA BELLA VITA? SI.
È bellissimo: la lobby dei climatologi contro quei poveracci di petrolieri e carbonai perseguitati ingiustamente…. Direi che è vero il contrario: il potere economico cerca di contrastare i dati scientifici con la fuffa e pagando qualche ricercatore tramite le lobby… basti vedere qualche anno fa la campagna di disinformazione e denigrazione contro dei climatologi sfruttando documenti falsi… quando si spacciano documenti falsi si ammette di essere in torto
[12] È VERO CHE I MEDIA INFLUENZANO PESANTEMENTE L’OPINIONE PUBBLICA RIGUARDO IL RISCALDAMENTO GLOBALE CAUSATO DALL’UOMO? SI.
Si, è vero: i media influenzano gravemente la comunicazione. Ma nel senso contrario: mentre i lavori scientifici sono unanimi sulla presenza dalla componente antropica nel riscaldamento globale, a sostenere che è una bufala sono parte dei media non scientifici (carta stampata, giornali online, siti blog, social network). E ci sono anche molti siti che dietro un’apposita apparenza scientifica spacciano falsità
[13] È VERO CHE IN BALLO CI SONO CENTINAIA DI MILIARDI DEI CONTRIBUENTI? SI.
Ecco… alla fine è una questione di tasse… certo… è ovvio che la leva fiscale al momento sia una delle poche possibilità per applicare pratiche più sostenibili ambientalmente. Ma si tratta di un investimento, non di un costo. (Aggiungo comunque che in questo momento le politiche verdi paiono più una scusa per spostare finanziamenti in un modo o nell'altro)
[14] QUINDI DI CHE PARLIAMO? DELLA FINE DEL MONDO? SIETE PAZZI?
Non parliamo della “fine del mondo” come molti la intendono, ma di “gravi problemi per il futuro dell’umanità”. I pazzi sono quelli che negano il problema. La Terra si riprenderà, anche se non a scala temporale umana. Ha vissuto altri periodi critici. Saremo noi a non essere lì per raccontarlo
BIBLIOGRAFIA
McLean 1978: a terminal Mesozoic "greenhouse": lessons from the past. Science 201, 401-406
5 commenti:
Ciao Aldo,
sai quanto ti stimo e proprio per questo osservo che non è carino che tu scriva "la balla dell'asteroide-killer": che sia causa o concausa il termine "balla" non è scientifico! :-) Soprattutto alla luce dell'evoluzione della ricerca di questi ultimi anni. Tanto per fare un esempio basti guardare l'articolo di Science https://www.science.org/content/article/did-volcanic-eruptions-help-kill-dinosaurs e soprattutto, ineccepibilmente scientifico, la sua conclusione, che è quanto hai tu stesso scritto qui
«Solving the mystery of how the dinosaurs died isn't just an academic problem. Understanding how the eruptions' injection of CO2 into the atmosphere changed the planet is vital not only for our curiosity about the dinosaurs' end, but also as an analog for today, Sprain says. "This is the most recent mass extinction we have," Sprain says. Teasing apart the roles of the impact and the Deccan Traps, she says, can potentially help us understand where we're heading.»
Per il resto non posso che concordare e anzi, qualcosa in mente mi verrà.
Sul GOE e sul "mistero" del lunghissimo periodo che intercorse tra l'evoluzione dei cianobatteri e la presenza di ossigeno libero in atmosfera ci sono degli studi recenti di Falkowski molto interessanti sul ruolo del ciclo dello zolfo prima e dell'ammonio dopo come fattori rallentanti la liberazione di O2 prodotto.
Le risposte fornite sono impeccabili ma, per essere ancor più efficaci, lo sforzo del mondo scientifico deve essere indirizzato su temi più generali, sociali se vuoi.
Che sul clima non ci sia tutto il consenso che si potrebbe immaginare è cosa nota. Non sto ovviamente parlando del 97 percento di scienziati che concordano sul fatto che il clima sta cambiando per via delle attività umane, e il consenso è al di là di ogni ragionevole dubbio (scientifico). Parlo di quei piccoli gruppi, ma molto potenti e in grado di influenzare politica e media, a cui tu stesso accenni, gruppi per nulla convinti delle conclusioni.
Ma il problema vero è che anche tutti accettassero la realtà del cambiamento climatico, non ne seguirebbe inevitabilmente il credere che occorra investire somme enormi per farvi fronte! E su questo primo punto che c'è molto da lavorare, quello che tu stesso ricordi, quello delle priorità. Come amo spesso ricordare, ahimé, l'umanità non è mai stata né lungimirante né tanto altruista da investire oggi per qualcosa che (forse, direbbe qualcuno) portasse benefici ai posteri. Qui e ora è il diktat!
Se anche il cambiamento climatico non dovesse alla lunga risultare una minaccia all'esistenza dell'umanità sicuramente le condizioni di vita di miliardi di persone, la maggioranza, peggioreranno e i poveri saranno sempre più poveri e in aumento perché le classi sociali e le popolazioni in bilico scivoleranno verso il peggio. Al pari di sanità e istruzione è una priorità quella di smettere di immettere gas serra!
Occorre creare, cosa difficilissima, consenso sul clima con la cooperazione mondiale; non basta avere gli strumenti per contrastare il cambiamento climatico, occorre che li abbiano tutti. E la cooperazione mondiale somiglia sempre più ad una chimera, un miraggio.
L'impresa da realizzare è gigantesca, senza precedenti e la base su cui fondarla, prima ancora degli strumenti tecnologici e della ricerca scientifica, è il consenso!
Sottoscrivo!
Segnalo, per chi abbia dubbi più specifici relativamente agli aspetti scientifici ("non è vero, è colpa del Sole, dei vulcani, de El Ninho, di Pippo Baudo...") il sito https://.skepticalscience.com. Anche in italiano. https://skepticalscience.com/translation.php?lang=17
ringrazio tutti quanti per i commenti.
Fabrizio sai che ti voglio bene ma sai anche che da buon toscano dico quello che penso (e di cui sono scientificamente convinto, anche perchè il cosmico impatto è avvenuto ben prima del K/T)
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