sabato 19 febbraio 2022

Pozzuoli e la nascita della Geologia moderna

 
Il più prestigioso riconoscimento per contributi eccezionali nelle Scienze della Terra è la medaglia Lyell, assegnata ogni anno dalla Geological Society of London. Nella medaglia Lyell sono raffigurate le colonne del tempio di Serapide a Pozzuoli. Vediamo perché.

la Medaglia Lyell: davanti l'effige del grande geologo, dietro le colonne del tempio di Serapide

SCIENZE DELLA TERRA E SCIENZE DELLA VITA FRA '700 E '800. Tra il XVIII e il XIX secolo la Scienza ha combattuto due battaglie fondamentali per il sapere odierno della Storia Naturale, risolvendo il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo nelle Scienze della Vita e fra catastrofismo e gradualismo nelle Scienze della Terra. 
Nelle Scienze della vita gli “equilibri punteggiati” di Gould ed Eldredge e le estinzioni di massa (vista talvolta con scettiscismo nel XX secolo proprio perché “violavano” l'estremo gradualismo darwiniano) hanno un po' riportato in auge una sorta di catastrofismo in cui dopo una estinzione di massa i pochi sopravvissuti sono protagonisti di importanti differenziazioni con una serie di nuove radiazioni evolutive contemporanee; invece nelle Scienze della Terra il gradualismo “assoluto” continua a resistere bene nonostante la grande rivoluzione a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo, quando si affermò all’improvviso la Tettonica delle placche dopo 40 anni di un dibattito iniziato nel 1916 da Wegener con la teorizzazione della deriva dei continenti. Ne ho parlato qui. Anzi, direi che se appunto il gradualismo darwiniano (ma – attenzione – non l’evoluzionismo in quanto tale!) è stato un po' attutito, la tettonica a placche ha ulteriormente rafforzato – se ce ne fosse stato bisogno – gradualismo e attualismo, spiegando con eleganza l’origine delle rocce contenute nelle catene montuose e rivelando la storia di vecchi oceani del passato simili a quelli attuali, aperti e chiusi dai lenti movimenti dei continenti trascinati dalle placche.

James Hutton (1726 - 1797)
CATASTROFISMO CONTRO UNITARIANESIMO. Al pari del dibattito in Scienze naturali su creazionismo ed evoluzionismo, nella Geologia del ‘700 e dei primi dell’800 si è assistito allo scontro fra il catastrofismo, secondo il quale la Terra era stata plasmata da poche catastrofi – l’ultima delle quali è stata naturalmente il diluvio universale – e l’unitarianesimo, che disegnava una gradualità nel modellamento della superficie terrestre. Il campione massimo indiscusso dell’unitarianesimo è stato lo scozzese James Hutton (1726 – 1797) che nel suo libro The System of the Earth, Its Duration and Stability del 1785, teorizzò il principio dell’attualismo secondo il quale le leggi e i processi che governano oggi la Natura sono gli stessi del passato. Corollario importante di questo principio è che il passato è la chiave per leggere il presente tanto quanto il presente è la chiave per leggere il passato. 
Come Wegener 150 anni dopo, non è che James Hutton convinse “tutti” (e rispetto a Wegener aveva contro buona parte del mondo religioso come in seguito fu per Darwin e anche adesso abbiamo problemi del genere): dal 1785 la vittoria di questo schieramento la dobbiamo a Charles Lyell (1797 – 1875) e ai suoi Principles of Geology, pubblicati tra il 1830 e il 1832, un libro che sta alla Geologia come “l’origine delle specie” sta alle Scienze Naturali (curiosità: Lyell nacque proprio l’anno in cui morì Hutton). A testimoniare l’importanza di Lyell, il più prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno dalla Geological Society of London per contributi eccezionali nelle Scienze della Terra è appunto la medaglia Lyell. Nella medaglia da un lato è – ovviamente – rappresentato Lyell. Sul retro invece troviamo le colonne del tempio di Serapide a Pozzuoli.
E non è un caso, perché per i geologi queste colonne di marmo sono qualcosa di straordinariamente importante, che travalica gli aspetti storici e archeologici: se Stenone e Hutton hanno posto le basi della geologia moderna, è qui che si è giocata la battaglia decisiva che ha demolito i catastrofisti.
 
POZZUOLI E LA GEOLOGIA MODERNA. Fra i tanti sostenitori di Hutton un posto particolare lo merita John Playfair (1748 – 1819), scozzese pure lui. Playfair contribuì in maniera decisiva alla diffusione delle idee huttoniane nel libro Illustrations of the Huttonian Theory of Earth (1802): nel capitolo in cui parlava delle apparenti variazioni del livello del mare citò le osservazioni contenute nel libro del 1798 di Scipione Breislak (1750 – 1826) Topografia fisica della Campania, in cui lo scienziato e patriota romano – la cui memoria è stata onorata  degnamente quando il piccolo dinosauro Ciro è stato appunto chiamato Scipionyx samniticus in suo onore – faceva notare come il livello marino nel golfo di Napoli e nella baia di Pozzuoli fosse più basso dell’attuale all’epoca romana. Fra gli esempi portati da Breislak c’era proprio il tempio di Serapide, con l’osservazione che il suo pavimento era sicuramente sopra il livello del mare all’epoca del suo utilizzo. 

Frontespizio dei Principles of Geology
Fra le diverse personalità britanniche che visitavano a quei tempi l’italia non poteva mancare Charles Lyell  (figuriamoci se un geologo poteva farsi scappare Napoli – peraltro tappa significativa anche se distale del Grand Tour – e con la fondata speranza di vedere in eruzione il Vesuvio che all’epoca era abbastanza vivace: difficilmente passavano 5 anni fra un evento e un altro). Naturalmente Lyell aveva letto il libro di Playfair (anzi, non ho indagato in merito ma ritengo assolutamente improbabile che i due non si conoscessero di persona); quindi andò a vedere le colonne e constatò che dopo la loro messa in posto erano finite a lungo sotto il livello del mare in quanto vi sono chiaramente impressi i fori provocati dai litodomi: i litodomi sono molluschi che si attaccano alla roccia e la forano; vivono filtrando le particelle di cibo contenute nelle acque e quindi non possono certo vivere in ambiente subaereo. Le stesse considerazioni sui fori nelle colonne furono fatte anni prima – presumo nel 1788 – da Lazzaro Spallanzani (1729 – 1799). 
Inoltre Lyell dedusse che la parte basale delle colonne era stata ricoperta da sedimenti ed anche questo è vero perché tutto il tempio è rimasto sepolto fino al 1749 quando Carlo di Borbone (1716 – 1788), uomo dai multiformi ruoli reali e all’epoca Re di Napoli, volle vederci chiaro su quelle colonne di marmo che affioravano dal terreno e ordinò uno scavo archeologico.
Il tempio di Serapide rappresentava quindi un classico esempio di gradualismo huttoniano, di un’area che era sopra il livello del mare, è stata successivamente sommersa più o meno lentamente e non a seguito di cataclismi improvvisi, nel periodo dell'affondamento è stata ricoperta da sedimenti sottomarini per poi ritornare sopra il livello del mare. All’epoca ha rappresentato quindi il migliore esempio di una modellazione graduale della superficie terrestre operata da cambiamenti geologici, e per di più con un meccanismo chiaro e ben spiegabile con l’attualismo.
Per questo le colonne del tempio di Serapide hanno meritato di essere raffigurato nel frontespizio del capolavoro di Lyell: Principles of Geology: Being an Attempt to Explain the Former Changes of the Earth's Surface by Reference to Causes now in Operation, uno dei libri “più fondamentali” non solo nella storia della Geologia, ma di tutta la letteratura scientifica in generale ed è per questo che sono raffigurate nella “medaglia Lyell”

E così Napoli ha concorso alla nascita della Geologia moderna, come con Plinio il giovane assistette alla nascita della vulcanologia con la prima descrizione “scientifica” di una grande eruzione vulcanica 

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