martedì 11 settembre 2018

Tra Annapurna ed Everest, una ferrovia sul tetto del Mondo


Notoriamente sono un appassionato di ferrovie e della geologia dell’Himalaya. Non potevo quindi non parlare del progetto cinese di costruire una ferrovia fra Tibet e Nepal attraverso il tetto del mondo. Non è una cosa facile ma i cinesi sono sicuramente in grado di cimentarsi in questa ciclopica impresa: 350 km di cui 300 a oltre 4000 metri di altezza, in zone desertiche o quasi e ponti di altezza fuori dal comune, che dovrebbe avere la sua conclusione entro il 2022.

la Araniko highway e la  Pasang - Lhamu road
(Xu et al, 2018)
I TRAFFICI TRA I DUE VERSANTI DELL’HIMALAYA. Il Nepal è una piccola nazione stretta fra due giganti come India e Cina. La Cina sta tentando una penetrazione nel Nepal, tradizionalmente più legato all’India, anche per motivi geografici, e fra i due Paesi ci sono in corso tutta una serie di accordi commerciali; inoltre i cinesi hanno svolto un ruolo importante nella ricostruzione delle strade dopo il terremoto del 2015. Ma logisticamente parlando questi rapporti sono particolarmente difficili, perché fra questi due Paesi ci sono delle montagne (e che montagne… il Tibet e l’Himalaya!).
Fondamentalmente le strade tra Cina e Tibet sono due: una arriva a Kathmandu da Est, passando dal “Ponte della Pace” tra la località cinese di Zhangmu e quella tibetana di Kodari. In Cina è la strada nazionale 318, che parte da Shangai e arriva al confine con il Nepal 800 km dopo Lhasa; dal confine prende il nome di Araniko Highway, giungendo dopo poco più di 100 km a Kathmandu. La seconda strada, la Pasang – Lhamu, è stata inaugurata nel 2014: seguendo il corso del fiume Trishuli, uno dei diversi affluenti del Gange che attraversano la catena himalayana, parte dalla città tibetana di Gyrong, passa la frontiera presso Rasuwagadhi, alla Gyirong Port (aperta agli stranieri nel 2017), e giunge a Kathmandu da ovest. Entrambi gli itinerari sono stati pesantemente interessati dal terremoto M 7.8 del 25 aprile 2015, essenzialmente a causa delle frane; ne sono avvenute decine nell’immediatezza dell’evento, e purtroppo da quel momento ne è aumentata drasticamente la frequenza, come del resto è accaduto – e accade tutt’ora – in tutta l’area interessata da quel drammatico sisma, a causa della instabilità dei versanti che ne è conseguita (Xu et al, 2018). 

Per cui se la viabilità era già ostacolata “tradizionalmente” dal rischio – frana la situazione da quel momento è divenuta estremamente critica, specialmente nella stagione delle piogge. La Araniko, dopo una serie di pesanti interventi finanziati in larga parte dal governo cinese risulta ancora chiusa al ponte di confine fra Nepal e Tibet e di conseguenza il poco traffico stradale è attualmente assicurato dalla Pasang – Lhamu: secondo l’Himalayan Times non arriva a 100 container al giorno e per percorrere i 145 km dalla “porta di Gyirong" a Kathmandu ci vogliono non meno di 8 ore, fatte salve le interruzioni per frane o incidenti.


UNA ALTERNATIVA FERROVIARIA. Insomma… non è che fra Cina e Nepal la via stradale sia particolarmente appetibile… un itinerario molto difficile e dalle capacità molto ridotte, attraverso strade in cattive condizioni, vicine alla saturazione ed estremamente vulnerabili soprattutto nella stagione delle piogge a frane ed altri eventi geologici.
Il governo di Pechino sta promuovendo una alternativa ferroviaria al traffico marittimo con l’Europa, con la nuova Via della Seta, un sistema ferroviario che collega scali cinesi con scali europei – Italia compresa – e che ha già iniziato la sua attività e qualche anno fa si è fatta strada anche l’idea di una ferrovia transhimalayana per mettere in collegamento il Tibet con la capitale nepalese Kathmandu. Il Tibet è raggiungibile con il treno dal 2006, da quando è stata ultimata la costruzione della ferrovia che viene da nord (Golmud) e che attraversa il Qinghai (approssimativamente l’altopiano a nord della valle del Brahamputra); una ferrovia da record, con i binari più alti del mondo ai 5050 metri del passo Tanggula; nel 2014 la linea è stata prolungata da Lhasa verso ovest di altri 280 km, raggiungendo la città di Xigaze. Ci sono altri progetti in corso per le ferrovie tibetane: in costruzione c’è una linea che collega direttamente la Lhasa - Golmud verso ovest, verso il Sichuan e in progetto c’è, addirittura, una ferrovia per collegare il Tibet con la zona più occidentale della Cina, il bacino del Tarim.
Non pochi contestano questi progetti: sia il Tibet che il Tarim hanno una popolazione locale che non è e non si sente cinese (il caso del Tibet è ben più noto del Tarim) e la paura è sempre che le ferrovie servano soprattutto per una colonizzazione del territorio da parte dell’etnia cinese preponderante, gli Han
Xigaze nelle intenzioni di Pechino è dunque una tappa intermedia per raggiungere altre aree ben più lontane, come Gyirong, dove inizierebbe il tratto transhimalayano propriamente detto.
Un lavoro appena uscito mette in luce sia le caratteristiche tecniche che quelle geologiche dell’impresa (Shi et al, 2018). Da notare che questo articolo parla del tratto fra Tingri, Gyrong e Kathmandu, ma anche la tratta Xigaze – Tingri è in progetto e, molto diplomaticamente, parla nell’introduzione soprattutto dei traffici fra Cina e India (nonostante le tradizionali frizioni politiche, l’India è uno dei principali partner commerciali della Cina). Siccome la stragrande maggioranza delle merci si muove per mare, una via lenta e vulnerabile specialmente nella stagione dei tifoni, evitando di accennare alle mire di espansione di Pechino nella piccola nazione himalayana.

L'itinerario, da Shi et al, 2018
CARATTERISTICHE DELL’ITINERARIO. L’itinerario previsto è stato disegnato il più vicino possibile alle strade esistenti per motivi logistici e per servire i pochi centri abitati della zona ed è diviso in 5 sezioni.
1. Da Tingrì, città a circa 4100 metri di altezza, segue la strada nazionale 318 per un centinaio di km per la ampia (tra 2 e 6 km di larghezza) valle del fiume Pum Qu. Sembra una cosa semplice ma i problemi non mancano, sia dal punto di vista logistico (non è il “nulla assoluto” ma insomma non è facile reperire i beni necessari per i lavori e per la manodopera) che da quello geologico: è una zona con vegetazione scarsisssima, per cui il rischio di frane e flussi detritici è alto, mentre il fiume tende a erodere le rive sulle quali la ferrovia dovrebbe essere impostata; per questo sono raccomandate tutta una serie di operazioni per stabilizzare il terreno e agevolare il drenaggio, soprattutto dove l’itinerario si sviluppa sulle conoidi formate dagli affluenti del Pum Qu
2. Al km 98 e per 30 km la valle si stringe drasticamente e il fondovalle è considerato molto rischioso. In questo tratto sono previsti diversi ponti e gallerie, ma tutti di ridotta lunghezza 
Geologia dell'Himalaya da Carosi et al (2018) e l'itinerario
3. Siamo a Xiamude, dove l’itinerario lascia la strada 318 e inizia la strada regionale 214, che, siccome porta a Gyirong, rappresenta l’inizio dell’itinerario Pasang – Lhamu, che più o meno viene seguito anche dalla ferrovia. La valle si allarga nuovamente e ci sono gli stessi problemi del tratto iniziale
4. Poi c’è da valicare la catena dello Xixiabangma, un allineamento montuoso trasversale all’Himalaya, un assaggio di quello che verrà dopo. La strada 214 lo affronta con una serie di tornanti, cosa che ovviamente la ferrovia non può fare: infatti il progetto prevede un tunnel di quasi 20 km, che arriva molto vicino alla sede successiva di tappa, Gyjrong. In questa zona ci sono arenarie e calcari appartenenti alla Himalaya tedidea e la direzione della galleria sarà guidata anche dalle direzioni delle strutture geologiche esistenti (pieghe e faglie). Le serie dell’Himalaya Tetidea sono sedimenti deposti sul margine continentale dell’India (Torsvik et al, 2009) sull’oceano che è stato chiuso dalla successiva collisione  con l’Asia avvenuta nel Terziario inferiore e di cui ho parlato molto spesso. La sedimentazione è iniziata nel Paleozoico inferiore ed è continuata praticamente fino alla chiusura dell’oceano (Cai et al, 2015)
Il confine stradale Cina - Nepal alla Gyirong Port.
sulla strada tra Gyirong e Kathmandu
5. Finalmente, 215 km dopo Tingrì siamo a Gyirong, dover inizia il tratto propriamente transhimalayano. Da Gyirong a Katmandu in linea d’aria ci sono appena 130 km e 2800 metri di dislivello, che, sempre in linea d’aria, farebbero 22 mm/metro, una pendenza discreta per una ferrovia ma non impossibile. La linea segue la valle dello Gyirong Zangbo, che si getta nel Trishuli a meno di 30 km a valle della città. Da qui segue il corso di questo fiume. La valle è molto, molto stretta (e, appunto, franosa) e quindi nell’itinerario tra Gilong e Kathmandu sono previste una serie di gallerie, di cui le più lunghe di 20, 10, 8 e 7 km, tutte comprese fra i km 223 e 355. 
Un altro aspetto che colpisce sono i ponti: dei 9 principali 6 di lunghezza superiore al km. Ma quello che colpisce è la loro altezza: nel tratto propriamente transhimalayano il più basso di questi sarà alto 230 metri, gli altri tra 290 e 320 metri. Il più ardito è lungo 3200 metri e alto 320. Cifre da capogiro nel pieno senso della parola... Per dare un’idea il tristemente noto Viadotto del Polcevera crollato questo agosto era lungo 1180 metri e alto 90
Soprattutto, rispetto al tunnel dello Xixiabangma cambiano le condizioni geologiche: alle serie sedimentarie dell’Himalaya tetidea si sostituiscono le rocce cristalline della Grande Himalaya: si tratta di rocce ad alto grado metamorfico che evidenziano un seppellimento ed un riscaldamento fra 45 e 25 milioni di anni fa. Ad esse si accompagnano delle rocce magmatiche intrusive del Miocene inferiore, messe in posto poco dopo la fine del metamorfismo. Precedentemente ritenute una unica unità tettonica di grandi dimensioni, oggi le serie della Grande Himalaya considerata un insieme di più unità dalla storia e dalla tempistica metamorfica e tettonica differenti (Carosi et al, 2018), Data l’area, inoltre, è evidente che non solo il tratto trans-himalayano, ma tutta la linea debba essere costruita con stringenti criteri antisismici, in quanto le accelerazioni cosismiche possibili sono tipiche del VIII – IX grado in quasi tutto il percorso (Rahman et al, 2018)

Da queste immagini si capisce il rischio di frane
anche in caso dei pendii non ripidi delle sezioni 1 e 3
CARATTERISTICHE FERROVIARIE DELLA LINEA. Dal punto di vista tecnico generale si tratta di una ferrovia a binario singolo, con velocità massima di 120 km/h, che viene ridotta a 80 km/h nel tratto in cui il tracciato è costruita sul permafrost. È evidente come queste caratteristiche appaiano non eccezionali dal punto di vista “europeo”, ma la linea è pensata essenzialmente per le merci, per le quali rispetto al collegamento stradale attuale si tratterebbe di un deciso miglioramento.
Queste velocità sono consentite da curve di raggio non inferiore a 300 metri e da una pendenza media di 15 mm/metro. Sono comunque previste livellette isolate da 35 mm/m.
La lunghezza delle gallerie consiglia la trazione elettrica, mentre la ferrovia che arriva dalla Cina a Xigaze è a trazione diesel (a causa dell’altitudine queste locomotive hanno degli accorgimenti tecnici particolari), perché nel tratto non elettrificato, da Golmud a Lhasa, c’è solo una galleria di circa 10 km su un totale di 1100, che quindi da sola non giustifica l’elettrificazione.
Questo giustifica in pieno la velocità ammessa: ci sono due filosofie di fare treni merci: negli USA e in Australia, ma anche in Russia e Cina si usa in genere la trazione diesel, che permette di fare treni un po' lenti, ma estremamente lunghi, perché puoi mettere tutte le locomotive che vuoi. Con la trazione elettrica è diverso: come a casa nostra il contatore della corrente scatta se mettiamo in funzione contemporaneamente troppi apparecchi anche la trazione elettrica in ferrovia ha l’inconveniente che le locomotive in una determinata tratta non possono assorbire più corrente di una valore limite; di conseguenza il loro numero è limitato. Però in Europa, dove i convogli merci sono più corti, la capacità di trasporto è assicurata dalla maggiore velocità e il valore di 120 km/h giustifica la trazione elettrica, usando la velocità per aumentare le potenzialità della linea.

IL NEPAL E LE FERROVIE: LAVORI IN CORSO. Ho scritto che l’obbiettivo primario non è collegare Cina e India, ma Cina e Nepal. E l’India, che conosce le mire espansionistiche di Pechino, ne è consapevole, tanto è vero che ha già in costruzione alcune linee per collegarsi con il Nepal, a scartamento indiano (quindi 1676 mm contro quello ordinario di 1435 mm che è anche quello cinese) e proprio in questi giorni ha proposto la costruzione di una ulteriore linea che da Raxaul, cittadina indiana di confine, raggiungerà Kathmandu. Le due città sono abbastanza vicine in linea d’aria (90 km), ma fra loro ci sono ben 1300 metri di dislivello
Insomma, in pochi anni la capitale nepalese potrebbe essere raggiunta da ben due linee ferroviarie internazionali, mentre la compagnia ferroviaria di stato sta pianificando una linea nazionale che serva tutto il Paese da est a ovest.

Cai et al 2011 Provenance analysis of upper Cretaceous strata in the Tethys Himalaya, southern Tibet: Implications for timing of India–Asia collision Earth and Planetary Science Letters 305, 195–206

Carosi et al, 2018 Structural evolution, metamorphism and melting in the Greater Himalayan Sequence in central-western Nepal in: Treloar  & Searle (eds) Himalayan Tectonics: A Modern Synthesis. Geological Society, London, Special Publications, 483,

Rahman et al (2018) Probabilistic Seismic Hazard Assessment for Himalayan–Tibetan Region from Historical and Instrumental Earthquake Catalogs Pure Appl. Geophys. 175 , 685–705

Shi et al, 2018 Engineering geology of cross-Himalayan railway alignment and its preliminary design Journal of Nepal Geological Society, 2018, vol. 56, pp. 49–54

Torsvik et al (2009) The Tethyan Himalaya: palaeogeographical and tectonic constraints from Ordovician palaeomagnetic data Journal of the Geological Society, London 166,679–687

Xu et al, 2018 Landslide damage along Araniko highway and Pasang Lhamu highway and regional assessment of landslide hazard related to the Gorkha, Nepal earthquake of 25 April 2015 Xu et al. Geoenvironmental Disasters (2017) 4:13

27 commenti:

punteruolorosso ha detto...

potrebbe per favore rispondere a un mio commento sul post dei terremoti indonesiani?
grazie

Anonimo ha detto...

Buonasera. Mi piacerebbe avere un Suo parere. Negli ultimi decenni abbiamo avuto terremoti relativamente lievi in Italia, eccezion fatta per il terremoto dell'Irpinia del 1980, che tutto sommato non è stato comunque un terremoto da 'Big One'. Lei pensa che lo Stato Italiano (Protezione Civile, INGV, ecc.) abbia i mezzi necessari per fronteggiare una futura devastazione sismica? Lei, essendo un geologo, certamente conosce la materia molto meglio di noi, ma anche i meno esperti sanno che un terremoto di Mw 7/7.4 va a coinvolgere milioni di persone con danni gravi alle strutture su un raggio di oltre 100 km. Uno scenario apocalittico, certo, ma che può accadere anche domattina. Con il terremoto de L'Aquila, e successivamente con la carneficina di Amatrice, sono emerse tutte le gravi carenze nel fronteggiare una situazione d'emergenza. Non oso neppure immaginare ciò che potrebbe accadere con terremoto ancor più potente. Se il terremoto del Fucino (1915 - Mw 7.0) avvenisse domani, i morti non sarebbero 30.000, ma più di 100.000.

Guglielmo da Benevento

Anonimo ha detto...

In realtà il professore Colomba mi ha spiegato personalmente che un evento oltre il 6 è atteso in certe zone dell'ampia sequenza appenninica-sannita e soprattutto, almeno per il momento, non si parla di breve periodo. Cerchiamo di mantenere la calma, anche il prof. Piombino è un appoggio morale per tutti noi che viviamo su una bomba sismica ad orologeria...

Aldo Piombino ha detto...

per punteruolo rosso: mi scuso.. risponderò prima possibile

Guglielmo, INGV deve localizzare con la massima precisione possiible gli eventi simsici ed è assolutamente in grado di farlo. Sulla Protezione Civile, scindiamo fra prevenzione, emergenza e dopo-emergenza.

PREVENZIONE: la questione sarebbe affrontare il problema prima, perchè a parte i morti da frana associata al sisma come è successo in Giappone la settimana scorsa, i morti non li fa il terremoto, ma la cattiva edilizia. Nell'aprile del 2016, parlando dei terremoti di Khyushu di quei giorni scrissi " quello di ieri è sostanzialmente molto simile, per intensità e ipocentro, anche se non per meccanismo focale, ad eventi che possono accadere in Italia. C'è da chiedersi se da noi ce la potremmo cavare con un paio di frane e meno di un centinaio di vittime...". guardiamo 4 mesi dopo cosa è successo ....

La domanda che pongo è: visto il patrimonio edilizio e la sua collocaizone in zone a rischio di ogni tipo, quanti Piani comunali di protezione civile segnalano già quale sia il sito dove collocare le strutture per sfollati da catastrofe naturale e le successive soluzioni abitative di emergenza?
Insomma...
a. prevenire le emergenze sarebbe meglio che curare... ma il pèatrimonio edilizio è quello che è... bisognerebbe spendere una montagna di soldi per questo e il bonus per l'adeguamentio antisismico introdotto dal governo precedente è stato un provvedimento intelligente ma poco conosciuto
b. non essendo in grado di prevenire, orgnizzarsi in anticipo in caso di emergenza sarebbe simpatico

In EMERGENZA non sono d'accordo con quanto detto e cioè sulle carenze: siamo parecchio bravi, anzi siamo una delle nazioni più avanti. Resta il fatto che se un disastro colpisce una zona interna non si può pensare che i soccorsi arrivino immediatamente. Sostanzialmente il bilancio dell'emergenza ha funzionato bene. INGV è adeguatissimo a quello che deve fare e cioè diramare nell'immediato le caratteristiche PROVVISIORIE dell'evento (localizzaizone, Magnitudo e mappa del risentioento) che nelle 48 ore successive verranno precisate meglio (aspetto poco noto...)

Il DOPO-EMERGENZA invece non è stato eccezionale. Diciamo che l'aspetto peggiore è che le soluzioni abitative di emergenza non siano arrivate celermente dappertutto come sarebbe stato il caso. E su questo ci sarebbe da capire se la burocraiza e le altre procedure siano state corrette nei modi e nei tempi. Però c'è anche un gravissimo vulnus di informazione: infatti si parlava dlle macerie quando i problemi erano altri e cioè avviare la zonazione sismica di livello 3 perchè l'area è ancora parecchio a rischio per altri eventi importanti e soprattutto non è passato il messaggio che "gli sfollati possono stare anche qualche anno nelle SAE - che ovviamente devono essere prefabbricati fatti come si deve - perchè per prima cosa vanno ricostruite le infrastrutture e i posti di lavoro: un terremotato della casa senza il lavoro non se ne fa di niente, per cui la rimozione delle macerie e la ricostruzione definitiva delle abitazioni devono forzatamente essere posticipata rispetto alla sistemazione di infrastrutture e luoghi di lavoro. Quante persone hanno coscenza di questo?

Non conosco questo professor Colomba (e non sono prof neanche io). Più che un evento nelle "zone della sequenza", direi che in analogia con quanto successo nel XIV e nel XVIII secolo, uno scenario possibile, è quello di eventi sismici importanti nelle strutture sismogenetiche vicine a quelle che hanno causato le sequenze del 1997, 2009 e 2016

Francesco B. ha detto...

Mi perdoni se m'intrometto, dott. Piombino, vorrei chiederLe se ci sono delle novità per l'Italia centrale (area epicentrale). La sequenza molisana è ai margini alla suddetta area epicentrale. Si parla, appunto, di un possibile "effetto contagio" tra le faglie. Personalmente, sono sorpreso che si sia attivata prima dell'evento di chiusura in area abruzzese marchigiana, per intenderci. Quindi, le chiedo: qual è la situazione, dato che, seconda la statistica quantistica, dovrebbe chiudersi entro il mese di ottobre.
Grazie della risposta se vorrà.

Anonimo ha detto...

Come hanno potuto gli esseri umani ridurre questo meraviglioso mondo e la vita ad un inverosimile incubo?
Ha ragione chi li chiama "mostri e psicopatici", non si possono definire altrimenti. Dobbiamo compattarci contro questi malati mentali, non ci sono alternative. Solo "un popolo unito non può essere vinto." Separarci è stata la loro prima e più importante vittoria su noi. Riunirci sarà la nostra prima e più importante vittoria su loro. Sono molto deluso della legge sui vaccini dei 5 stelle. In tutti i modi io non cedo e i miei figli non li farò vaccinare MAI. Cascasse il mondo non avranno i miei sani, allegri e bellissimi bambini, MAI e poi MAI.

Marco

Aldo Piombino ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Aldo Piombino ha detto...

allora: 1. molto breve.
Marco. francamente: questo governo non si distingue per la quantità di decisioni, almeno per ora. Ma su questa sono pienamente d'accordo.
Chi non vaccina espone i suoi figli, gli immunodepressi, bambini o adulti che siano, o i bambini troppo piccoli per vaccinarsi a rischi mortali. Ed è quindi un potenziale omicida a piede libero. Non è il MIO pensiero, perchè non sono un medico, tantomeno un immunologo e non ho nè tempo nè voglia, nè capacità scientifiche apposite per discutere su questo argomento. Pertanto seguo il pensiero in materia della comunità scientifica che si occupa dell'argomento da quasi 200 anni ed è unanime su questo, a parte pochi casi isolati di cui alcuni molto ma molto dubbi dal punto di vista della correttezza.
punto e basta.

I 5 stelle? molto semplice... hanno cambiato parere? non credo, altrimenti non mettevano un medico alla sanità. Vi hanno semplicemente illuso perchè gli facevano comodo i vostri voti; poi quando hanno visto che erano più quelli che a questo modo perdevano di quelli che rappresentate hanno deciso di scaricarvi...

NB: questa sarà la mia unica risposta sull'argomento. E cestinerò qualsiasi altro post sull'argomento, che esula, come ho detto, dalle mie competenze. Ho già perso troppo tempo. Ci sono i miei amici di "La Scienza Risponde" eventualmente

Aldo Piombino ha detto...

e ora veniamo a Francesco.
Allora, avevo già pregato altri di smetterla con questa storia messa in giro - purtroppo - da un geologo dell'"evento di chiusura" :
si tratta di una cagata pazzesca di fantozziana memoria: una sequenza sismica si conclude semplicemente quando frequenza e intensità delle repliche ritornano al valore di fondo pre - evento principale.
Quindi nessuna sorpresa che ci sia stata una sequenza in Molise...

Continuo a dire che l'Appennino centrale è a rischio anche nelle strutture sismogenetiche limitrofe, specialmente in quelle che non si sono mosse da qualche secolo. Ma non è dato sapere ancora se succederà e quando.
Pertanto lasciamo perdere gli stregoni.

Quanto alla "statistica quantistica" applicata alla sequenza sismica... che roba è? chi l'ha inventata? in che lavoro e su quale rivista scientifica è uscita?

Francesco B. ha detto...

Beh, oddio... un tempo la comunità scientifica sbandierava i benefici dell'energia nucleare, oggi invece gli scienziati sono decisamente più cauti. Questo per dire che al posto suo non darei per scontata l'infondatezza dell'evento di chiusura della sequenza dell'Italia centrale. In ogni caso, io rispetto il lavoro e l'operato di tutti, indipendentemente dal titolo di studio. Sono iscritto al gruppo Facebook di Stefano Calandra, penso che in ciò non ci sia nulla di male, ma purtroppo la scienza è diventata insopportabilmente dogmatica, cioè si è dimenticata del metodo galileiano. Non esistono "stregoni" , ma soltanto delle persone che hanno conseguito un'istruzione da autodidatta e che cercano di fornire gratuitamente un'informazione scientifica alternativa e libera da oscuri finanziamenti. Le consiglio vivamente di consultare il blog di Gianni Lannes (a me ha aperto ambedue gli occhi), così pure lei potrà constatare il collegamento tra la sismicità molisana ed i pozzi di idrocarburi (alias 'Francking')...

Anonimo ha detto...

Viviamo in un paese "fatalista" e ricco di miracoli. Io lo scorso anno ho cambiato scuola ai miei bimbi. Motivo? Edificio classificato da demolire, invece a settembre è stato di nuovo riempito di bambini. Miracolosamente gli indici sono lievitati. Mah! Ecco l'Italia!

Rosanna Pagani ha detto...

I terremoti si possono prevedere! L'ha dimostrato Gian Paolo Giuliani......prima che avvenga una forte scossa sismica..dal suolo fuoriesce il RADOM..un particolare gas..rilasciato qualche ora prima che avvenga una scossa sismica......

Aldo Piombino ha detto...

FRANCESCO:
1. abbozziamola con le cazzate della scienza “dogmatica”: la Scienza cambia opinione molto alla svelta quando si presentano i dati che smentiscono lo “stato dell’arte”.
2. Se c’è qualcuno che non segue il metodo galileiano e spara cazzate sono proprio Calandra e Lannes, due dei peggiori elementi che troviamo sul web. Da NON seguire.
3. Calandra è un furbacchione e in ogni caso le sequenze sismiche non finiscono con una scossa principale. Punto e basta. E questo non è smentibile da nessuno… perché? Perché un evento di un certo tipo ha sempre delle repliche…
Ripeto che una sequenza sismica si conclude quando l’attività torna al livello di fondo di prima della scossa che ha dato l’inizio al tutto. E questo non può essere smentito
4. Quanto a Lannes, nella migliore delle ipotesi non sa di cosa sta parlando. Attribuire all’attività umana i terremoti molisani è semplicemente demenziale anche solo vista la loro profondità.
5. i terremoti c’erano anche quando non si estraevano idrocarburi….

Poi, guarda, non ho bisogno di lui per sapere cosa sia il fracking (non “franking”), visto che ci faccio lezioni all’università… e, a proposito, tanto pre dire il livello del tizio… in Italia il fracking non si può fare semplicemente perché mancano le rocce del tipo che vien sfruttato a questo modo…
E se si eccettua Poland Township (Ohio9, Fox Creek (Alberta) e Lancashire (Inghilterra) la sismicità non è dovuta al fracking ma alla reiniezione in profondità dei fluidi di flowback.
Cioè, la sismicità indotta è dovuta, anche in caso di coltivazioni tradizionali, alla reiniezione nel terreno dei fluidi pompati con gli idrocarburi in circostanze particolari. Non è una cosa automatica e non succede in Italia (a parte il caso di Costa Molina di qualche anno fa, dove la reiniezioen è stata sospesa) èerchè non ci sono le condizioni né geologiche né estrattive perché avvenga.
Ma a queste cose Lannes non ci arriverà mai…


ROSANNA PAGANI: a parte che si chiama “Radon" e non "Radom”..... di tentativi di previsione con questo gas ce ne son stati tanti e nessuno ha dato esiti positivi.. Inoltre questi tentativi erano su singole faglie menrtre l'apprendista stregone pensa molto più in grande, tanto per far euna figura di .... galattica...
Giuliani non ha mai previsto nulla e la sua preparazione geologica è molto ma molto bassa… al proposito leggiti questo, che è una “summa” delle sue sfortunate previsioni e delle sue scuse indecenti per le mancate previsioni : https://aldopiombino.blogspot.com/2018/04/fine-sempre-troppo-in-ritardo-di-un.html

Aldo Piombino ha detto...

veniamo all'anonimo della scuola:
situazione triste...
scuole ospedali e centri della protezione civile dovrebbero essere proprio gli edifici sempre in gradi di resistere agli eventi sismici e non solo..
C'è da chiedersi dove sono finiti i soldi a disposizione dell'edizlizia scolastica che il nuovo governo ha stornato quando ha chiuso la struttura di missione della presidenza del consiglio allos copo creata dal governo rpecedente...

Anonimo ha detto...

Se la tav non si fara', son contento chi la prende in quel posto sara' la francia, che l'ha imposta come piu' gli faceva comodo a discapito nostro.

BEATRICE ha detto...

Io, in precedenza, parteggiavo per l'ipotesi evoluzionistica di Charles Darwin, ma qualche hanno fa, attraverso la Sacra Bibbia, sono venuta a conoscenza del Creazionismo, ed ora credo che quest'ultimo sia molto più valido rispetto all'evoluzionismo.

Qui entra in gioco il problema della datazione dell'età della Terra. È ampiamente dimostrato che il metodo del Carbonio14 non permette di datare oltre qualche migliaio di anni. I tempi di milioni di anni sono la supposizione logica di chi crede nell'evoluzionismo, visto che le trasformazioni da una specie ad un'altra avrebbero per l'appunto bisogno di tempi lunghissimi.

Personalmente, sono una creazionista e rifiuto la macro-evoluzione, cioè la trasformazione da una specie all'altra. Accetto senza problemi la micro-evoluzione, ossia la variazioni all'interno della stessa specie. Queste, a differenza della macro-evoluzione, sono dimostrate in modo inconfutabile.

È appena cominciata la scuola e vorrei che ai nostri figli venisse concessa l'opportunità di conoscere la Creazione. Noi non siamo scimmie: siamo Figli del Signore.

BEATRICE ha detto...

Anonimo, ti lascio in allegato un articolo molto interessante. La faccenda della T.A.V. emana un pesante ed inquietante odore massonico...

I segreti esoterici della TAV, il lato occulto di cui nessuno parla

Aldo Piombino ha detto...

1. TAV: ne sono un convinto sostenitore. Non l'ha imposta la Francia. Insisto a domandare perchè fra Italia e Germania ci sono o sono in costruzione 4 nuovi tunnel di base (Lotschberg oltre il Sempione, Gottardo - Monte Ceneri, Brennero e Semmering) mentre per la Francia non dobbiamo avere collegamenti ferroviari decenti...

2. Beatrice: oltre al C14 ci sono anche altri metodi che vanno "un pò più in là", che so... Ar/Ar , U/Th, Rb/Sr ... quindi le età sono verificabili....

3. Beatrice: francamente penso che uno dei problemi culturali italiani sia che fra fascisti comunisti e cattolici l'educazione e la cultura siano stati lasciati indietro... magari con più massoneria si stava meglio..

Grazie per smetterla di sparare queste cazzate da una scimmia un pò particolare perché ha un cervello più grande delle sue cugine (che usa decentemente, non come altre sue consimili) e cammina su due gambe

BEATRICE ha detto...

Andiamoci piano: Darwin non ha dimostrato un bel niente, ha fatto solamente delle ipotesi. Il famoso anello di congiunzione tra scimmie ed Homo sapiens è ancora di là da venire!
Ripeto: libertà d'educazione. Vogliamo il Creazionismo nelle scuole di qualunque grado, sia pubbliche sia private.

BEATRICE ha detto...

Faccio notare che la T.A.V dovrebbe collegare Torino e Lione, ossia due città esotericamente (in termini luciferiani) importanti. La stessa Torino, poi, è rinomata per il suo retroterra storico di satanismo. A testimonianza di ciò, sottolineo l'appartenenza massonica di Camillo Benso di Cavour, che di fatto era anche un agente dei britannici ed un amico dei Rothschild.
Osservate la Mole Antonelliana: la struttura ricorda, nemmeno troppo vagamente, la forma della piramide, cioè uno dei simboli principali della massoneria. La Mole è slanciata verso il cielo, verso l'alto, cercando così la congiunzione terrestre-cosmica con lo stesso idolo cornuto (Lucifero) che è venerato nelle logge massoniche. Anche Lione è una città ad alta densità massonica. Con la costruzione della T.A.V., la massoneria sta implicitamente annunciando a noi cosiddetti "profani" (dovrebbero vergognarsi a definirci in tale modo) che è giunto il momento di collegare i punti, perché loro stanno costruendo il Nuovo Ordine Mondiale.
Marchingegni come H.A.A.R.P. ed il C.E.R.N. sono utilizzati dai potenti per scuotere, per violentare, le opere del Creatore.

Aldo Piombino ha detto...

1. evoluzionismo: la Scienza non può considerare la Bibbia... e l'antievoluzionismo non è Scienza... solo credulità nelle favole
2. TAV: spettacolare commento... c'è gente che sta morendo dal ridere...

BEATRICE ha detto...
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Aldo Piombino ha detto...

Beatrice, qui non c'è spazio per farneticazioni.
Pertanto ho cancellato l'ultimo post...
frequentare internet non sempre fa bene.... tantomeno i persoanggi che hai citato...

PS: ma hai altro da fare oltre a scrivere qui sopra?

Antonio ha detto...

Che bella collezione di matti assortiti. Fare divulgaziine con loro è impossibile perché vengono a presentare i loro dogma e basta. Aldo, rispondere è inutile e faricoso, meglio cancellare sulla fiducia subito

punteruolorosso ha detto...

peccato, il commento era pazzesco.

Giacomo Milazzo ha detto...

Quanto tempo ho sprecato con Beatrice in passato.
Non si cava sangue dalla rape. Ha scoperto il creazionismo grazie allo studio della bibbia...sarà forse il contrario, ovvero che il creazionismo nasce da un'interpretazione scientifica che si vuol dare al testo biblico.
Sul misticismo legato alla TAV lascio la parola a Giacobbo...o Giacobbe per restare in tema biblico? :-)
Peccato. Beatrice è il nome che aveva il mio primo amore.

Giacomo Milazzo ha detto...

Dimenticavo la cosa più importante. La Bea qui è talmente convinta delle sue posizioni che...non riesce nemmeno a metterci la faccia e si nasconde dietro commenti anonimi.