mercoledì 18 gennaio 2017

Brevi appunti sui terremoti di stamattina: situazione reale, la stupidità dei previsori e cosa fa la Scienza

Fonte: INGV

I. CONSIDERAZIONI SUI TERREMOTI DI STAMATTINA 

Aspettando per fare una valutazione degli eventi sismici di stamattina, faccio quindi alcune considerazioni generali molto veloci.

1. Qui sopra ho postato il grafico del numero degli eventi, emesso dall'INGV e aggiornato al 24 dicembre. Si nota che la sismicità rimane molto alta: dopo eventi come quelli che abbiamo avuto tra agosto e ottobre, il rilascio di energia continua (nella zona umbra - e non solo - è perfettamente normale che succeda così)

2. non è dato sapere per quanto questa situazione si protrarrà. In questo momento l'obbiettivo della fine delle scosse continue non è ancora in vista

3. è possibile (anzi, probabile) che si verifichino degli eventi un po' “sopra le righe” come quelli di stamattina

4. Tutto l'appennino fra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo è continuamente oggetto di una sismicità di fondo elevata. In questi mesi per esempio molti eventi si sono ripetuti tra Trevi e Spoleto e intorno all'Aquila. Dire se sono correlati o no alla sismicità in corso è impossibile

5. il catalogo parametrico dei terremoti italiani non comprendeva fino al 2016 eventi originati dal sistema Laga - Vettore. Queste faglie comunque sono state ampiamente studiate: Galadini e Galli avevano già indicato, anche mediante trincee scavate ad hoc, che queste faglie erano in grado di provocare eventi con M superiore a 6

Fonte: INGV. La stella indica il primo
dei due eventi di stamattina 18 gennaio
7.  la sismicità di questa zona è complessa quanto la rete di faglie che la contraddistingue. I due eventi di stamattina si sono presentati nella parte più meridionale dell'area principalmente interessata dalla sismicità a partire dal 24 agosto. Per cui è impossibile riconoscere dei trend sismici come quello dei terremoti che procedono da Est ad Ovest in Turchia settentrionale, lungo la faglia dell'Anatolia, dove lo schema è molto semplice: una faglia e due blocchi crustali

7. è anche possibile che nelle aree limitrofe negli anni a venire possano verificarsi altri eventi importanti. Abbiamo qualche centinaio di anni di storia e prendendo il “catalogo parametrico dei terremoti italiani” dell’INGV [1], ci sono stati dei momenti in cui il settore a cavallo fra Lazio, Umbria e Marche è stato colpito da una serie di eventi con M superiore a 5.5 ravvicinati nel tempo: limitandosi al periodo tra il XIII e il XVIII secolo. è successo per esempio tra il 1269 e il 1279 e negli anni 1348 – 49. Nella prima metà del XVIII secolo si sono verificate scosse intense circa ogni 10 anni (1719, 1730, 1741, 1747 e 1751), poi dopo qualche decennio di calma abbiamo terremoti nel 1781, 1785, 1791 e 1799. Comunque, ci sono anche degli eventi “isolati”, come nel 1298, 1328, 1599, e in tutto il XVII secolo se ne contano “appena” 

Da questi dati emergono due fatti, e precisamente che:
1. l'equazione "se abbiamo un evento forte, allora ne verranno altri" è stata varie volte contraddetta.
2. l'impossibilità di determinare se nell'area si attiverà a breve o no un nuova sequenza importante (e per importante intendo da M 6 in su)


IICI RISIAMO CON I PREVISORI FARLOCCHI

Devo purtroppo registrare che i soliti sprovveduti / creduloni / imbecilli insistono che “questi terremoti erano stati previsti”.
Vediamo: oggi è il 18 gennaio.
Il 10 di gennaio un ciarlatano aveva previsto tra 48 / 72 ore uno sciame sismico nel Centro Italia, un evento a M6 in Grecia e un forte terremoto in Giappone (indicando una M superiore a 8).
Lo sciame sismico in centro Italia si è verificato, ma nelle zone colpite dai terremoti degli ultimi mesi e al loro intorno è impossibile trovare un giorno senza scosse.
Idem in Grecia, dove l’attività sismica di fondo è tale che è dififcile che passi una settimana senza eventi con M superiore a 4. Ma il M6 non si è verificato
Attestato che però il M5 in Italia non c’era stato (né tantomeno l’evento in Giappone e quello in Grecia) il 14 gennaio hanno replicato con l’allarme.
Prolunga che prolunga prima o poi succede

III. ANCORA CON LA STUPIDITA' DI CHI CREDE AI PREVISORI 


NESSUNO È ATTUALMENTE IN GRADO DI PREVEDERE I TERREMOTI E CHI DICE DI PREVEDERE I TERREMOTI È UN VISIONARIO, UN CIARLATANO O PEGGIOA questo punto mi tocca ribadire il solito concetto... Ricordo che prevedere un terremoto con una certa utilità vorrebbe dire che la struttura nazionale preposta alla protezione civile (in Italia il dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio) emetta un comunicato che grossomodo dica così: 
Si avvisa che il giorno tale, la faglia tizia si muoverà provocando un sisma di Magnitudo ics.A tal proposito alleghiamo la carta dello scuotimento prevista e l’elenco dei provvedimenti di Protezione Civile che vengono messi in opera.
È evidente che fino a quando non si arriverà a questi risultati, i terremoti giungeranno all'improvviso. Ma siccome non saranno inaspettati (perché arrivano dove si sa che potrebbero arrivare) sarebbe meglio vivere, lavorare, passare il tempo libero etc etc in ambienti capaci di resistere ai terremoti più forti che possono avvenire in una determinata area: prevenire è meglio che curare e in qualche caso la cura arriverebbe in ritardo.

Ricordiamo anche che non è una previsione dire “domani nell'area mediterranea c’è un forte rischio di terremoti”. Anche perché una previsione è utile se dice quando e più o meno dove. 
Per intendersi, in questo caso avremmo dovuto evacuare "tutta l'area mediterranea"?
Ci sfugge l'utilità di una "previsione" del genere (oltretutto è anche facile azzeccarci, basta intendersi sulla Magnitudo mantenendola bassa: qualche scossa nell'area mediterranea c’è tutti i giorni...)
Oltretutto, le previsioni possono essere verificate il giorno dopo: i terremoti previsti non ci sono stati (tranne quando vengono specificate aree enormi… furbi...) e quelli che ci sono stati non erano stati previsti.

IV: AVANZAMENTI DELLA SCIENZA NELLA PREVISIONE DEI TERREMOTI

Ma oltre ai ciarlatani, anche la Scienza sta andando avanti. Perché gli scienziati non si rassegnano al fatto che i terremoti non sono prevedibili e cercano di capirne di più.
Abbiamo appena detto che i terremoti non giungono inaspettati, anche se non si sa quando arriveranno:

IL PRIMO PASSO è stato quello di capire perché accadono e le zone in cui più probabilmente accadono: negli anni ‘60 del XX secolo la tettonica delle placche ha dato un significato generale ai terremoti e oggi sappiamo, specialmente dove esiste una buona documentazione storica, quali sono le aree più soggette a terremoti, di che tipo di regime tettonico si tratti (distensivo come nell'Italia centrale, compressivo come intorno a Creta o trascorrente come in California) e un’idea sull'intensità massima a cui possono arrivare i sismi;
IL SECONDO PASSO sarebbe quello di riuscire a selezionare le zone che hanno maggiori probabilità di subire nel futuro più prossimo un evento significativo. Non è ancora una previsione, ma almeno in questo modo si possono scegliere le aree in cui intervenire prima. Sperando prima o poi di riuscire davvero a prevedere con un intervallo temporale e spaziale utile per la Protezione Civile Per fare questo passo successivo occorre uno sforzo multidisciplinare: ci sono diverse ricerche in corso e speriamo che diano il loro frutto. Anche il radon fa parte di questi sforzi, ma non nel modo in cui crede Giuliani.
IL TERZO PASSO sarebbe quello di poter davvero dire che domani ci sarà un terremoto. Purtroppo questo giorno è ancora lontano. 
I visionari e i cialtroni che dicono di riuscirci ci sono sempre riusciti.
sempre e soltanto a posteriori.

PS: Giuliani è rimasto zitto?

[1] INGV: catalogo parametrico dei terremoti italiani. sito: http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/

7 commenti:

Massimo Kofler ha detto...

Nell'illustrazione grafica il numero di eventi è in scala lineare e ciò presenta vantaggi e svantaggi. Questa scelta evidenzia molto bene l'elevato numero di eventi "minori" (es: colore verde), ma non permette una ottimale rappresentazione di quelli più distruttivi (colore rosso) che, a prima vista, sembrano quasi non essere presenti.

Aldo Piombino ha detto...

vero. ma serve per far vedere il numero delle scosse, che è la cosa che la popolazione percepisce.

Anonimo ha detto...

Cosa potete dire invece delle anomalie dei pozzi come possibili precursori sismici? Questi eventi vengono studiati già dagli anni 60 in quanto si sono verificati spesso in concomitanza di eventi sismici più o meno importanti. Anche in precedenza del terremoto in Emilia Romagna di qualche anno fa, come certo saprete meglio di me. Il fatto che alcuni pozzi del comune di Spoleto nei giorni antecedenti le scosse del 18 gennaio presentassero improvvisamente una temperatura di circa 30 gradi (mentre all'esterno era intorno allo zero) non poteva essere un segnale di qualcosa di imminente? Perché l'INGV ha fatto i rilevamenti sul posto, ma ora non parla da nessuna parte di questi possibili segnali? Non potrebbe essere utile che la popolazione vi prestasse attenzione in futuro?

Aldo Piombino ha detto...

Innanzitutto non vedo la possibilità di relazione fra i pozzi di Spoleto di cui si parla in questi giorni e le scosse di ieri 18 gennaio. Troppo grande la distanza.
In generale l problema dei precursori è che vengono riconosciuti spesso "a posteriori" come succede con gli infarti...
Ripeto che tutto può essere, ma per essere un precursore un fenomeno deve avvenire obbligatoriamente prima della scossa e non avvenire mai in mancanza di una scossa successiva ad esso.

Ci sono notizie per esempio di modifiche di portata dei pozzo prima del terremoti di Lisbona del 1755, come mi sono occupato personalmente della questione delle portate delle sorgenti prima del terrmeoti aquilano (e probabilmente ci sono state anhce sul Vettore). Ma, ripeto, questi fenomeni avvengono solo in corrispondenza di eventi sismici? No. e allora c'è da doscriminare subito fra una casualità statistica e un rapporto effettivo causa / effetto.
Per adesso è un pò difficile...
saluti e grazie del commento

zoomx ha detto...

Da quello che si sa tali segnali nei pozzi e sorgenti ci sono ma non sempre e non negli stessi pozzi e nelle stesse sorgenti. Bisognerebbe monitorare tutti i pozzi e tutte le sorgenti per anni ma neanche così si arriverebbe a qualcosa di affidabile anche perché le variazioni ci possono essere per altri motivi.
La variazione di livello può essere banalmente dovuta a piogge intense, a prelievi e tante altre ragioni.
Le variazioni di temperatura o chimismo in genere si verificano in sorgenti che raccolgono acque con diversi parametri fisico chimici che si miscelano a arrivano poi alla sorgente che tieni d'occhio. Il meccanismo è analogo a quello dei rubinetti con miscelatore. Hai variazioni quando una delle due o più acquiferi subisce una variazione di portata che tu non vedi perché si trova nel sottosuolo. Ma questo tipo di sorgenti non sono comuni e inoltre non sempre capita che ci siano variazioni prima di un terremoto, a volte accadono durante il terremoto, a volte non accadono affatto.

Sia l'INGV che altri enti tengono d'occhio alcuni pozzi con della strumentazione. Per tenere d'occhio tutti i pozzi e le sorgenti ci vorrebbe un investimento economico considerevole. Io credo sia meglio spendere soldi nelle costruzioni antisismiche.

Aldo Piombino ha detto...

pienamente d'accordo, specialmente sull'ultima frase|

Anonimo ha detto...

Ovviamente la variazione di livello dell'acqua dovuta a piogge o prelievi è facilmente individuabile ed escludibile! Personalmente trovo interessanti alcune dichiarazioni in merito della dottoressa Fedora Quattrocchi (Ingv) che si è occupata, tra le altre cose, sia dei campionamenti dei pozzi nell'area di Spoleto nel 2015 e nel 2016 e di Medolla in Emilia Romagna nel 2012. Al di là del fatto che logicamente la cosa fondamentale resta quella di costruire edifici sicuri,sarebbe comunque interessante informare la popolazione e sensibilizzarla a segnalare certi tipi di anomalie, chissà che in futuro non si possa arrivare a qualcosa di utile...