Ogni tanto su Scienzeedintorni mi
occupo di trasporti e specificamente di trasporto su rotaia. Questo
perché sono un convinto sostenitore del trasporto pubblico,
specialmente su rotaia, al posto di quello privato su gomma per una
serie di motivi economici e ambientali. Purtroppo il trasporto
ferroviario in Italia è quantomeno perfettibile e le prospettive ci
sarebbero: l'utenza ha dimostrato che l treno lo prende se è più
conveniente in termini di velocità e comodità, basta vedere il
netto passaggio dall'auto e dall'aereo al treno ad alta velocità fra
Roma e Milano e il successo di nuove linee o nuove fermate messe
intelligentemente. Ma c'è un settore del trasporto ferroviario,
quello “a medio raggio” che è molto poco servito, eppure
meriterebbe di più. La necessità di iniziare la sostituzione del
parco carrozze “per medie distanze” potrebbe costituire una
opportunità per “andare oltre” aumentando gli standard di
velocità e rendere più interessante il treno per percorrenze un po'
più lunghe di quelle del pendolarismo su direttrici non servite
dall'Alta Velocità o in parallelo a questa. È un progetto che –
tanto per dire - rappresenta l'obbiettivo principale delle Ferrovie
Tedesche
Il treno in Italia sconta una totale
mancanza di cultura ferroviaria dell'italiano medio, troppo legato
all'automobile. Per questo sono considerati inutili e se una persona
si definisce appassionata di automobili viene considerata normale,
mentre se si interessa di treni sicuramente ha qualche rotella fuori
posto. Parimenti sulla costruzione di nuove autostrade nessuno (o
pochi) hanno da ridire, sulle ferrovie invece sì. Mi chiedo cosa
sarebbe successo se le linee ad alta velocità fossero frequentate
come la fallimentare autostrada Bre-be-mi o se anziché per la
costruzione della variante di valico la frazione di Ripoli del comune
di San Benedetto Val di Sambro fosse stata severamente danneggiata
dalla costruzione della nuova linea ferroviaria.... nugoli di NO-TAV
a protestare dovunque. Invece quando i fallimenti sono sulla
costruzione di strade niente manifestazioni di protesta.... È solo,
secondo me, una questione di mancanza di cultura ferroviaria in un
Paese individualista dove chi prende l'auto è un ganzo e chi prende
il mezzo pubblico è uno sfigato (e anche per questo i mezzi pubblici
italiani sono mediamente molto lenti: perché gli amministratori
cittadini preferiscono in genere non scontentare gli automobilisti
che favorire gli utenti dei mezzi pubblici).
Eppure il mezzo pubblico è il sistema
più vantaggioso da un punto di vista ambientale ed energetico.
Chi mi conosce sa che posso essere
definito un pasdaran dell'Alta Velocità (guardate questa polemicafra me e un No-Tav sulla Torino – Lione, opera da me sostenuta a
spada tratta). Anche se, facendo dei semplici ragionamenti, mi sono
ampiamente espresso contro il Ponte sullo Stretto e continuo a
pensare che i soldi che dovrebbero essere spesi per la Venezia –
Trieste possano essere impiegati, sempre dalle parti di Trieste, in
modo ben più utile: il porto giuliano è eccezionale per spazi,
profondità del bacino e collocazione geografica e avrebbe eccellenti
prospettive se solo ci fossero collegamenti ferroviari decenti verso
l'Europa centrale.
In realtà questo contrasto fra Alta
Velocità (spesso vista come un giocattolo da ricchi) e trasporto
regionale esiste solo in Italia.
Oggi abbiamo un sistema AV molto rigido
(per scelte commerciali e non tecniche, che ne permetterebbero un
unso più dinamico) che però funziona bene ed è diventato il modo
più normale per muoversi lungo la direttrice Salerno – Torino.
Il
trasporto ferroviario locale invece è essenzialmente concentrato
nelle zone più vicine ai grandi centri urbani dove svolge un ruolo
sociale enorme perché evita il collasso da traffico in numerose
città che, come Firenze, raddoppiano di giorno o quasi la
popolazione rispetto ai residenti. Purtroppo è spesso bistrattato e
i suoi utenti sono considerati di serie B rispetto a quelli AV (basta
vedere le angherie che subiscono tutti i giorni i pendolari che da
Arezzo e Valdarno si recano a Firenze nei confronti dei viaggiatori
delle Frecce sul tratto terminale della direttissima) ed in generale
non si può dire che il servizio sia particolarmente soddisfacente.
C'è poi un terzo tipo di trasporto,
quello a medio raggio: spostamenti un po' più lunghi di quelli
vicinali, ma più corti delle tratte AV e/o non serviti da queste
linee. Questo traffico è l'obbiettivo del nuovo programma di
investimenti delle ferrovie tedesche. Sarebbe giusto pensare anche in
Italia a migliorare questo genere di servizi, con ottimi riflessi
anche per il traffico pendolare.
Treni e automobili hanno percorrenze,
costi e modo di guida completamente diversi, per cui parlando di
treni ci si deve per prima cosa togliere qualsiasi riferimento alle
autovetture.
Una locomotiva E 444 in condizioni originali |
Se la vita è lunga, anche il prezzo è
alto: una carrozza oggi costa ben più di un milione di euro e per
una locomotiva ce ne vogliono almeno 4 (oggi comunque ci sono aziende
che noleggiano locomotive). Questo succede sia per la complessità
del mezzo che per lo scarso numero di esemplari prodotti: anche
un'automobile prodotta in minima serie avrà molti più esemplari di
una carrozza ferroviaria, per non parlare delle locomotive, per le
quali difficilmente si arriva al migliaio di pezzi.
Da queste considerazioni consegue che
una Impresa Ferroviaria, specialmente di grandi dimensioni come
Trenitalia, non può lasciare niente al caso e deve ragionare in
un'ottica delle decine di anni.
Le nuove carrozze "Vivalto" |
Carrozza per Medie Distanze prodotta negli anni '80 |
Quindi Trenitalia (che purtroppo temo
rimarrà ancora a lungo incontrastato dominus del trasporto pubblico
nella maggior parte delle Regioni) dovrà iniziare prima o poi
(diciamo nei prossimi 4 / 5 anni) a porsi il problema della
sostituzione delle carrozze per medie distanze di entrambe le serie
(quelle con le porte più grandi, chiamate tecnicamente vestiboli, in
posizione paracentrale, che quelle con le porte più piccole alle
estremità).
Penso che si dovrebbe fare di tutto per
ottenere un significativo incremento nella qualità nel trasporto regionale a medie distanze: maggiore velocità e
ambienti più comodi.
Se vogliamo elevare gli standard dei
treni regionali a medio raggio (e per medio raggio intendo servizi su
relazioni lunghe anche ben oltre i 100 km, ma che fermano in tutte le
località principali attraversate, come per la linea Firenze – Roma
sono Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Arezzo, Chiusi, Orvieto, e
Orte) dobbiamo pensare ad una nuova classe di treni che possano
raggiungere una velocità massima di 200 km/h: anche molte linee
ferroviarie non AV ammettono in alcuni tratti velocità superiori ai
160 km/h, la massima raggiungibile dai mezzi oggi in dotazione al
trasporto regionale.
Bisogna inoltre notare come i treni in dotazione al
trasporto regionale abbiano velocità ammesse in genere più basse di
quelle dei treni AV o intercity. Vediamo questo cartello, tratto dal sito di Alfonso Martone, come ce ne sono tanti sulle linee: ci sono 3 velocità massime diverse che a seconda
del rango di appartenenza un treno può fare. A parte i treni con
carrozze a piano ribassato, che sono di rango A, il più lento (che
comprende tutti i treni merci), le carrozze per i treni regionali
appartengono al rango B, cioè quello intermedio. Appartengono al Rango C, quello più veloce, fra i treni regionali solo i "mezzi leggeri" (quelli dove non c'è una locomotiva, ma le unità di trazione sono anche vetture passeggeri) come il nuovo Jazz. Tutte le carrozze per treni Intercity e AV sono in rango C (C'è poi il rango P riservato ai pendolini, ma
è una questione su cui qui non occorre entrare).
È ovvio che questi nuovi treni
dovranno essere posizionati in rango C, per sfruttare al meglio le
potenzialità che offrono le linee: ad esempio nel cartello si vede che un treno in rango A può andare fino a 140 km/h, in rango B a 160 km/h, mentre uno in rango C a 180.
Un treno in rango B non può
mai passare i 160 km/h e quindi anche dove la linea consentirebbe di andare più veloce non può, ma queste differenze ci sono anche in tratti più lenti: dove la linea ammette velocità
inferiori ai 150 km/h il rango C è di norma sempre più veloce del B
di almeno 5 o 10 km/h.
Quindi sono evidenti i vantaggi di un
mezzo che viaggi fino a 200 km/h in rango C rispetto al materiale
attuale che viaggia fino a 160 km/h in rango B.
Qualcuno ha capito l'importanza del
“medio raggio” e non a caso si tratta delle Deutsche Bahn, le
mitiche DB, sicuramente l'impresa ferroviaria di riferimento a
livello mondiale, che ha deciso di avviare una nuova politica per le
relazioni di medio raggio con l'obbiettivo di “fare più
passeggeri” in questo tipo di servizi, rubandoli sia alla mobilità
privata che alle autolinee. L'operazione parte da nuove relazioni e
nuovi treni, ma anche dalla velocizzazione di alcune linee. Nella carta qui sotto le linee rosse sono quelle ad alta velocità, in blu le relazioni che riguardano questa operazione (i nuovi treni potranno anche correre lungo le linee AV)
Convogli di questo genere sono già
disponibili (e vanno anche a 250 km/h. Per esempio i Javelin della Hitachi, treni “regionali”
che oggi convivono senza problemi con i treni AV su una linea nata
espressamente per l'Alta Velocità come la inglese HS1 che collega
Londra con l'Europa attraverso il tunnel sotto la Manica.
Ho nominato i Javelin perché ho un pò studiato il traffico della compagnia che li usa, la Southeastern Railways, ma anche
altre case costruttrici hanno materiali del genere a listino (per esempio la Stadler).
Questi treni sarebbero utili anche per molti pendolari nei dintorni delle aree urbane (penso per esempio a chi da Piacenza va a Milano o dal Valdarno superiore a Firenze)
Questi treni sarebbero utili anche per molti pendolari nei dintorni delle aree urbane (penso per esempio a chi da Piacenza va a Milano o dal Valdarno superiore a Firenze)
Insomma, dopo aver già negli anni '70
e '80 rinnovato e potenziato il parco dei servizi vicinali e
regionali e negli anni '90 aver provveduto a costruire ferrovie e
rotabili per alta velocità come nel resto dell'Europa, sarebbe giunto
adesso il momento, sfruttando la prossima necessità di sostituire un
intero parco rotabili per raggiunti limiti di età, di pensare a una
serie di provvedimenti per quel traffico intermedio che non è né
locale né a lunga percorrenza, e che oggi usa molto poco il vettore
ferroviario. –
Quali sono le linee in cui sento la
necessità di questi nuovi materiali?
Tutte le linee principali, fermando nelle principali stazioni: Firenze –
Roma (percorrendo solo i tratti estremi nella DD) le linee tirreniche Roma – Pisa –
Genova, Roma – Napoli via Formia e Napoli – Reggio Calabria, l'adriatica Bologna –Ancona – Bari – Lecce, la Firenze – Prato – Bologna e da qui verso Milano, Brennero e Venezia – Trieste, le trasversali Roma –
Ancona, Roma – Pescara e Roma – Puglia, la Torino – Genova, Torino – Piacenza – Bologna, la Torino – – Venezia e tante altre.
Linee anche lunghe in cui la domanda di trasporto non è solo da capolinea a capolinea e lungo le quali ci sono diversi centri importanti oggi serviti “non benissimo”: non c'è solo chi si sposta fra Roma e Milano, ma anche chi da Vicenza deve andare a Brescia o da Arezzo a Parma.
Il sistema Alta Velocità da quando è nato ha riorganizzato le modalità di viaggio fra i centri principali: oggi tra Roma e Milano 6 persone su 10 usano il treno, 3 l'aereo e solo una l'auto. Occorre aumentare l'incidenza del trasporto passeggeri su ferro anche su distanze minori o su zone non servite dalle linee AV.
Linee anche lunghe in cui la domanda di trasporto non è solo da capolinea a capolinea e lungo le quali ci sono diversi centri importanti oggi serviti “non benissimo”: non c'è solo chi si sposta fra Roma e Milano, ma anche chi da Vicenza deve andare a Brescia o da Arezzo a Parma.
Il sistema Alta Velocità da quando è nato ha riorganizzato le modalità di viaggio fra i centri principali: oggi tra Roma e Milano 6 persone su 10 usano il treno, 3 l'aereo e solo una l'auto. Occorre aumentare l'incidenza del trasporto passeggeri su ferro anche su distanze minori o su zone non servite dalle linee AV.
Il
tutto possibilmente dovrà anche passare dall'adeguamento soprattutto
in termini velocistici di alcune linee.
Due note finali:
1. da questa analisi ho escluso i
traffici notturni e quelli a lunghissima percorrenza. Ma non è detto
che la tipologia di treni che ho indicato non possa essere applicata
anche a tali relazioni.
2. avevo impostato questo post un paio
di mesi fa. Ora Trenitalia ha dichiarato i programmi per il futuro.
Ci sarà l'acquisto di nuovi mezzi ma purtroppo non si parla di
aumentare la velocità dei treni regionali, né c'è un impegno verso
il “medio raggio”
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