venerdì 15 giugno 2012

Fracking a Ribolla? No. Tanto can-can per niente ma occorrono delle precisazioni

Nel post precedente è arrivato un commento con delle precisazioni il buon Fioba, che ringrazio. Diciamo che questa storia è esplosa in base alla cattiva interpretazione da parte di Maria Rita D'Orsagna di alcune parole, a cui in molti, me compreso, hanno dato credito. A questo punto direi che la questione del fracking a Ribolla vada ridimensionata ma è molto importante che la popolazione sia informata RAZIONALMENTE ed evitare che i soliti tribuni imbecilli prendano il sopravvento. È quindi meglio mettere in chiaro quello che è successo e quello che forse succederà nella Piana di Grosseto (ma ho dei dubbi che accadrà, almeno per ora): sapere di preciso come stanno le cose è fondamentale, non solo per i cittadini, ma anche per le istituzioni. Purtroppo quando vengono fuori fatti del genere un certo numero di persone si mette a strillare e pontificare senza sapere di cosa stia parlando e ci sono subito quelli che, leggendo quello che vogliono leggere, partono alla carica. Mi riferisco soprattutto a quelli che “il terremoto dell'Emilia è dovuto a fracking e/o iniezione di gas” e scemenze simili. Questa disinformazione va a tutto vantaggio di chi non ha dato retta a geologi e geofisici, perchè “tanto erano 500 anni che non c'era un terremoto forte da queste parti”.

In realtà era possibile fare confusione perchè c'erano dei punti che si prestavano ad una interpretazione diversa dalla realtà: il termine "frac job", il termine “giacimenti non convenzionali” e il disegno di un pozzo orizzontale avevano fatto intendere erroneamente anche a me che si trattasse di un normale fracking. Però mi era chiaro che almeno per ora non erano state usate né acqua né le schifezze che di solito vengono impiegate per il fracking. Soprattutto questo mi aveva dato da pensare, anche grazie alle segnalazioni di vari amici e corrispondenti a cui avevo parlato della cosa. 
Vediamo nei dettagli la cosa, allora: 

1. il frac-job: nella prova del 2008 a Ribolla non è stata impiegata la tecnica del Fracking come comunemente viene inteso: hanno invece eseguito un hydraulic fracture job coupled with ceramic proppant, designed to enhance productivity: è sempre una fratturazione che serve a migliorare la permeabilità nell'intorno del pozzo, ma in questo caso vengono utilizzati soltanto azoto liquido e abrasivi ceramici e non per fortuna acqua e vari acidi tipici del fracking in senso stretto. 
Aggiungo che questa tecnica viene usata anche per i pozzi per acqua, quando l'acquifero è impostato su calcari. 
 È altresì vero che la terminologia usata è quantomeno sbadata, perchè, pur non nominandoli, non viene precisata l'assenza di liquidi acidi. Questo probabilmente perchè chi ha scritto il report, lo ha pensato solo ad uso di un pubblico professionale esperto nel campo della fratturazione, che avrebbe capito immediatamente la situazione. Non si è reso conto che quel documento in rete può essere letto da persone non specificamente addentro, le quali – abbastanza intuitivamente – non possono che associare sempre il fracking con i gas – shales e i liquidi terribilmente inquinanti che vi vengono utilizzati. 

2. Depositi "non convenzionali": ecco qui un secondo, grave, errore: i gas – shales sono una delle "riserve non convenzionali" di gas, ma non l'unica (e questo mi era chiaro). Per esempio Hans-Holger Rogner in una pubblicazione del 1997 “An Assessment of World Hydrocarbon Resources” dell'Institute for Integrated Energy System, della University Of Victoria segnala che i gas – shales conterrebbero 16.000 trilioni di piedi cubici di gas (non fatemi dire quanto fa in altre unità di misura...), ma questo valore è solo il 50% di quello totale “non convenzionale” disponibile: il resto è diviso fra metano da strati di carbone (Coal-bed methane – CBM in sigla) e metano da sabbie tipo le Oil Sands (o Tar Sands) dell'Alberta. Il metano di Ribolla si troverebbe proprio nei depositi lignitiferi che sono stati estratti fino alla atroce disgrazia del 1954: anche prima questa miniera era nota per il grisù ed è stato probabilmente questo fatto ad attirare la Independent Resources PLC. Quindi la coltivazione riguarderebbe un Coal Bed Methane (Metano in letto di carbone) e non un gas – shale. Sempre secondo la Independent il CBM arebbe il 9% del metano estratto annualmente negli USA. 

3. Il progetto di perforazione orizzontale: anche qui c'è una certa confusione: nessun dubbio che sia il processo tipico per lo sfruttamento dei gas – shales (esistono anche pozzi verticali ma per la loro scarsa produttività sono in calo). Però prima che nei gas-shales questo sistema è stato usato nell'industria petrolifera tradizionale per risparmiare sui costi, arrivando dalla superficie alle rocce – serbatoio praticando il minori numero possibile di pozzi verticali. 
Serve soprattutto quando si va parecchio in profondità. 

Quindi a Ribolla verrebbe praticata una perforazione orizzontale tramite Dry Fracking, utilizzando azoto e abrasivi ceramici senza l'uso di sostanze pericolose e con la necessità di una minima quantità di acqua
Ho usato il condizionale perchè siamo lontani dalla fase produttiva e francamente non credo che si andrà avanti: i quantitativi non mi paiono tali da giustificare una coltivazione di metano in un'area priva di altre attività del genere e il prezzo del gas non è elevato (anzi, è crollato sul mercato americano). Questo anche se il metano di Ribolla si presenta di ottima qualità, molto puro e quindi non necessiterebbe di particolari lavorazioni successive all'estrazione. 

Con questa situazione si capisce perchè la Regione Toscana avesse dato un parere positivo. Per chi volesse tutta la documentazione è visibile a questo indirizzo del comune di Roccastrada (che, sembra, avesse invece dato un parere negativo). 

C'è però da considerare, nel progetto, la fase successiva a quella del Dry Fracking, su cui discutere attentamente: con il Dry Fracking non si riesce ad estrarre tutto il metano disponibile, per cui dopo la prima fase in cui si utilizzerebbe questo sistema, si passerebbe ad una seconda fase in cui verrebbe impiegata la cosiddetta tecnica ECBM: sono delle iniezioni di CO2 che sostituisce il metano residuo e si fissa nel carbone. Una tecnica che la Independent dichiara importante nella lotta contro le emissioni di CO2 perchè fissa sotto terra una quantità maggiore di CO2 di quella che verrebbe emessa dalla combustione del metano estratto. 

E quindi descrive la ECBM come una tecnica “ecologica”.
Bellissimo: l'industria petrolifera al servizio dell'ambiente... quasi quasi ci credo... 

Una piccola considerazione in merito: dicendo questo la Independent dichiara che le emissioni di CO2 sono un problema. È la stessa posizione di tutti gli altri petrolieri???????? 

Questa tecnica potrebbe però avere delle conseguenze pericolose. Se per un motivo qualsiasi il CO2 risalisse in superficie potrebbe accadere un disastro: infatti è un gas più pesante dell'aria e quindi una sua risalita comporterebbe un grave pericolo. Ricordo quello che è successo sul Lago Nyos, un lago che occupa una caldera vulcanica in Camerun: il 21 agosto 1986 morirono 1700 persone a causa di una "eruzione" di CO2 di origine vulcanica. Il rischio potrebbe essere legato soprattutto ad eventi sismici. 

Ora, il lettore di Scienzeedintorni Fabio Coralli ha fatto una ricerca, che poi ho verificato anche io, L'area è sede di una certa sismicità strumentale. 
Ovviamente la questione va vista in termini di risentimento macrosismico a prescindere dalla vicinanza della sorgente sismica e quindi oltre ai terremoti in zona vanno esaminate anche scosse più intense in aree limitrofe.
Oggettivamente non mi pare che nella storia degli ultimi 2000 anni l'area sia stata interessata da forti eventi sismici, però mi ricordo personalmente del terremoto nel 1971 a Tuscania, che provocò oltre 30 morti e un evento con M 4.9 è citato dall'Iris Earthquake Browser a Monterufoli, qualche decina di km a NW nel 1970.

L'aera della concessione è divisa fra i comuni di Grosseto, Castiglion della Pescaia, Gavorrano e Roccastrada. i primi tre sono nella classificazione toscana, virtualmente asismici o quasi ma Roccastrada è invece inserito nella categoria 3S, considerata "a bassa sismicità" ma con accelerazioni di picco che possono raggiungere valori tra 0,15 e 0,25 g, valori che sono leggermente inferiori a quelli massimi registrati il 20 maggio 2012 in Emilia. 
Onestamente non so dire se stante così la situazione ci possano essere problemi di riemissione del CO2, ma tutto sommato questo dato non  mi pare confortante e necessita secondo me (ripeto, impressione ma non certezza dato che non mi sento in grado di pontificare sull'argomento) una qualche precisazione.

Insomma.., tanto can can per niente. La D'Orsogna c'è cascata, come poi ci sono cascato anche io. Ma siccome questa storia verrà tirata in ballo di continuo, è bene che chi sa come stanno le cose sia pronto ad informare. 

In fondo a questo post ribadisco: nelle serie sedimentarie che costituiscono oggi l'Italia le condizioni per la formazione di idrocarburi si sono avute solo nel Triassico e in misura minore, nel Terziario superiore e da nessuna parte esistono giacimenti di idrocarburi assimilabili a quelli di gas – shales e oil – shales.

9 commenti:

Fabio Coralli ha detto...

Grazie per le nuove precisazioni che hai fatto sull'argomento fracking.
In effetti il mio intervento era teso ad allargare gli sguardi e gli intenti sulla totalità del problema e degli impatti relativi alla attività, seppur, di sola indagine pre-coltivazione. Ma non per questo giustificante le azioni eseguite. Infatti posso aggiungere le seguenti, altre, precisazioni:
1) Il terremoto del 2011: Per quanto riguarda eventi sismici importanti, certo, storicamente non se ne ricorda eventi importanti, per questo, a maggior ragione, il terremoto del 10/08/2011 di entità 3.1 gradi scala Richter (http://www.informazione.it/a/513EF5FE-ACC9-4577-9C43-EA476794AE87/TERREMOTO-SCOSSA-DI-MAGNITUDO-3-1-NEL-COMUNE-DI-ROCCASTRADA), NON considerabile come "strumentale", ha avuto epicentro proprio in loc. Pian del Bichi; una coincidenza forse, una precisazione dovuta.
2) La sismicità strumentale: Si nota dalle carte come i rilevamenti sono tutti distribuiti nella zona non pianeggiante del territorio del Comune di Roccastrada, tranne una manciata di eventi che, anche solo per una "prouderie" statistica avvengono quasi tutte intorno alla zona del terremoto di cui sopra del 10/08/2011. Visto che la mia ricerca non si è spinta prima del 2011, si potrebbe dire che l'attività sismica "struemntale", con alcuni piccoli picchi durante i due anni successivi, possano essere ricondotti direttamente al singolo evento di cui sopra come attività bradisismica o assimilabile conseguente. La zona è quella dell'attività di indagine dell'estrazione del gas metano. Una coincidenza, e una ripetizione, che voglio mettere in evidenza, non per spocchia o dietrologia, ma per mera prassi cronacistica. Le attività di ispezione avvengono dal 2007, e sono avanzate per step, e quindi prima dell'evento sismico del 10/08/2011. Cronaca si dirà.

Fabio Coralli ha detto...

3) Le attività impattanti collaterali: Puntare solo sulla pericolosità sismica delle azioni di ispezione come quella effettuata a Ribolla, può essere limitante e limitata se vista in questa sola ottica. E, vista la NON UFFICIALITA' delle relazioni e soprattutto, per onor di causa, della CAUSALITA' tra ispezione e terremoti (anche se negli U.S.A. cominciano ad emergere sporadiche ammissioni di colpa per eventi, guardacaso, di entità attorno al 3° grado della scala Richter), potrebbe essere usata come arma di dissuasione della veridicità delle opere di contrasto, allora mi viene da dire che esistono, come saprai, altre grandi controindicazioni alla attività di fracking, anche di quella "con proppant" fatta a Ribolla, comprese le esplosioni dei depositi della CO2 inoculata sotto eventi del terreno (non solo eventi sismici, ma eventi geologici di vario, tipo a cui la maggior parte del territorio di Roccastrada è soggetto, con eventi gravi anche finiti agli onori della cronaca).
La metodologia con le ceramiche non ha ancora adeguata, perché non ha ampi orizzonti di rilievo degli effetti, documentazione degli impatti e delle mitigazioni. Quindi, è la solita confusione in cui vive lo sprovveduto, il dietrologo, il tecnico ed anche, purtroppo, lo speculatore.
Inoltre poi si deve parlare della dispersione in atmosfera del metano
che si ha durante l'estrazione, che nel migliore dei casi, sta attorno al 7-8%, ma che sale, si dice, anche fino al 20%, anche in funzione dell'efficienza della singola frazione estraente del sistema. Anche se non accreditati gli studi, si sa che c'è una dispersione del metano in atmosfera. E il metano ha un potere "mangia-ozono" molto più alta rispetto alla Co2 che si vuole inoculare. Un pò come la storia delle sigarette senza filtro, della marmitta catalitica, delle categorie "EUROX" delle auto e delle lampade "non incandescenti" che hanno mercurio & altre schifezze metalliche. Si toglie Co2 e si mette in atmosfera parte di metano, e non siamo sicuri che la Co2 possa essere stabile in eterno.. La cura ecologica non è pulita come si vuole far credere. Una precisazione di dovere anche questa, niente terremoto, ma impatto diretto non mitigato.
4) La discrezionalità dell'intervento: Anche se il Comune di Roccastrada ha dato parere negativo, la Regione no, e inoltre, vista le sole qualità impattanti sull'ambiente delle attività estrattive in oggetto, non solo il fracking, perchè non vincolare in modo più stringente la presentazione delle documentazioni necessarie. Forse perché il Ministero non vuole rallentare, ULTERIORMENTE, l'attività della azienda sparring-partener della ERG, e l'attività estrattiva nazionale del gas naturale, che lo stesso Min. Passera vuole incrementare, proprio in vista di una ristrutturazione importante del comparto. O forse perchè adesso non se ne farà niente, e tutti corrono a salire sul carro dell'anti-speculazione, dall'altra parte, per salvare la propria faccia davanti alla gente.. Come si fa a sapere cosa fanno di preciso le multinazionali sotto-terra se non sappiamo cosa fanno sopra?
In attesa delle sue ottime precisazioni, le auguro buon lavoro, e la ringrazio per la sua personale opera di chiarezza, e non solo per lo spazio che da ai commenti sull'argomento fracking a Ribolla, che non trovo da altre parti. Grazie per il suo lavoro.

Fabio Coralli ha detto...

Mi scuso per la lunghezza dei post e ringrazio di nuovo per l'ospitalità in questo ottimo blog.

Valentina ha detto...

Salve,sono una semplice persona che vive nella zona interessata dall'argomento Fracking e devo dire che la questione mi ha molto preoccupata,sto cercando di documentarmi e di capire bene quello che vogliono fare,ho seguito l'incontro pubblico della ricercatrice D'orsogna che ha ben spiegato tecniche e rischi e adesso trovo altre info sia su questo post che sul commento;indubbiamente le cose sono complesse e non facili per chi non e'un esperto pero' le spiegazioni date da entrambe hanno aggiunto nuove nozioni per avere un po'piu'chiarezza,grazie.

Aldo Piombino ha detto...

a me sembra francamente che si sia fatto tanto can-can per niente.
quanto alla D'Orsogna, e+a parte la figura che mi ha fatto fare a starle dietro, non è una geologa, nella vita fa tutt'altre cose e, al contrario di quello che fa nel suo campo, spesso parla di argomenti di cui non ha una grande preparazione.

Anonimo ha detto...

La signora D'Orsogna non sa neanche molto bene ne l'Inglese ne l'Italiano. Lei traduce "drilling fluid" con "fluido perforante" invece che con il corretto "fluido di perforazione". Sembra una banalità, ma se lei dice fluido perforante, implica che il fluido è di per se perforante, cioè è un fluido estremamente aggressivo, pazzesco, inaudito. E se lei si spaventa, poi finisce per terrorizzare gli altri che ne sanno meno di lei. Invece, il fluido di perforazione è una banale mistura di acqua dolce e di addensante, cioè semplice argilla (bentonite). Occorre aggiungere bentonite all'acqua per aumentare la lubrificazione dello scalpello e per aumentare la capacità di trasporto del fluido di perforazione, che deve liberare la punta della trivella dai detriti che si producono in continuo. Lo sa qualsiasi perforatore, anche di pozzi per acqua. Bastava chiedere.
Inoltre la signora D'Orsogna, nonostante insegni matematica, confonde la divisione con la moltiplicazione. Infatti, per lei 3 miglia nautiche sono 2 chilometri, e 12 miglia nautiche sono 9 chilometri. Passi che si confonda tra miglia terrestri e miglia nautiche, ma che divida invece che moltiplicare non è da persona che aspira a farsi passare per esperta!

Robi ha detto...

Eppure la stessa ie-plc lo dice espressamente visto che il proppante è parte integrante del metodo non convenzionela di estrazione tramite frattura idraulica (o fracking). E' per questo che, alla fine, credo che qualcosa ci sfugga...

Aldo Piombino ha detto...

no, non ci sfugge niente...
I problemi ambientali del fracking non sono dovuti al proppante ceramico ma all'uso dei liquidi contenenti sostanze pericolose e al loro successivo stoccaggio. Che in questo caso NON verrebbero usati.
Restano ovviamente tutti gli altri problemi tipici di una estrazione di idrocarburi. Ma non sono certo le problematiche del fracking come viene inteso comunemente oggi

Aldo Piombino ha detto...

no, non ci sfugge niente...
I problemi ambientali del fracking non sono dovuti al proppante ceramico ma all'uso dei liquidi contenenti sostanze pericolose e al loro successivo stoccaggio. Che in questo caso NON verrebbero usati.
Restano ovviamente tutti gli altri problemi tipici di una estrazione di idrocarburi. Ma non sono certo le problematiche del fracking come viene inteso comunemente oggi