mercoledì 9 novembre 2011

Le alluvioni di questi giorni e il posto dell'assetto del territorio nel cervello degli italiani

In questi giorni sono veramente arrabbiato (eufemismo) vedendo quello che è successo a parti d'Italia che amo tantissimo, quella fascia che va da Genova all'isola d'Elba, da me percorsa in lungo ed in largo e sentendo assurdità inenarrabili in TV. Ho anche ricordi personali di queste tragedie: mio zio è stato salvato in circostanze fortunose a Genova nel 1970: era fra quelli che “nuotavano” in corso Buenos Aires e dintorni (la zona della stazione Brignole come oggi) e attaccatosi ad un cartello stradale lo tirarono su da una finestra del primo piano. Come mi ricordo, essendo corso lì appena appresa la notizia con i miei genitori (dopo momenti di preoccupazione perchè non sapevamo dov'era), i camion che sgomberavano il fango, da me visti solo pochi anni prima, a Firenze nel 1966, uno egli avvenimenti più vecchi che ricordo con una certa precisione (avevo appena 6 anni). Non voglio entrare nella polemica sugli allarmi che dovevano / potevano essere lanciati sul momento perchè non ho notizie dirette in materia; ma voglio parlare su come e perchè la situazione in Italia è dal punto di vista idrogeologico assolutamente drammatica. Resta il fatto che – sia o no colpa sua – l'attuale sindaco di Genova e tutte le altre amministrazioni locali interessate dai disastri di questo triste novembre 2011 pagano anche per quello che è stato fatto (e non doveva essere fatto) e per quello che non è stato fatto (e avrebbe dovuto essere fatto) dal dopoguerra ad oggi

Il territorio italiano è spesso sconvolto da alluvioni ed altre catastrofi naturali in percentuali molto superiori al resto d'Europa. I perchè possono essere tanti. Vediamo di tratteggiare un quadro della situazione

1. il territorio stesso è dal punto di vista della difesa del suolo in caso di piogge uno dei più difficili che si possano immaginare: rilievo giovane, colline spesso composte da materiali che più che rocce litificate sono sedimenti ancora non consolidati, tanti piccoli bacini idrografici (e quindi molto più soggetti a piene improvvise), mari molto caldi

2. fra tutte le Nazioni europee la nostra è probabilmente quella in cui il rispetto per l'ambiente è minore. Rispetto per l'ambiente è un termine che non vuole essere inteso in senso “ambientalista” ma piuttosto in senso “tecnico”. L'ho anche scritto in altri contesti: non si può spesso neanche parlare di “irresponsabilità” perchè un irresponsabile è perfettamente consapevole di stare facendo una idiozia; si deve parlare di pura ignoranza, da parte del cittadino come da parte dell'amministratore locale o nazionale in quanto spesso nessuno è in grado di percepire la gravità di certe azioni

3. a dimostrazione della scarsa propensione ad un uso corretto del territorio in pochi anni abbiamo avuto anche 2 condoni edilizi, di cui il primo approvato nel 1993 mentre in Piemonte si stavano contando i danni della peggiore alluvione dopo quelle del 1966

Avevo parlato di questo a proposito della annosa questione dei Piani di Bacino. Rileggete questo post perchè è significativo; lo riassumo in breve: a seguito dei disastri del 1966 nel 1989 (!!!) sono state istituite le Autorità di Bacino che dovevano eseguire la pianificazione totale del territorio. Nel 1993 non era stato approvato nessun “piano di Bacino” e fu deciso di istituire i “piani di assetto idrogeologico” (una versione “depotenziata” dei piani di bacino), di cui, al Settembre 2010 ne risultano approvati o adottati 20 su 37. Nel frattempo gli italiani più giovani che ricordano con una minima precisione le alluvioni del 1966 hanno compiuto 50 anni....

Dalla fine della Seconda guerra mondiale il territorio italiano è stato saccheggiato e soprattutto si è creduto di poter costruire comunque e dovunque senza tenere conto della situazione idrogeologica. Spesso (ed è il caso di Genova, ma ce ne sono tanti altri) i torrenti sono persino stati coperti perchè erano uno ostacolo all'urbanizzazione. Con situazioni come quella di questa foto qui accanto. La ovvia domanda è: ma se piove un po' di più che succede?

Sono rimasto semplicemente inorridito da un passo di una trasmissione televisiva: c'era il buon Mario Tozzi che parlava dell'alluvione delle 5 Terre dicendo una cosa assolutamente ovvia e cioè che “se togli territorio ad un fiume, questo quando ne ha bisogno si limita semplicemente a riappropriarsene”. Apriti Cielo! Subito dopo la Mussolini gli ha detto che “quelle case erano lì da sempre” e un'altra persona “ma allora si dovrebbe distruggere tutto il patrimonio italiano”. Ho spento la TV immediatamente per la rabbia

Mi riferisco in questo momento alla Mussolini perchè è stata lei fisicamente a parlare in questo modo ma la prendo ad esempio di quello che pensa il Paese. Se non fosse per la drammaticità della situazione le si potrebbe quasi dare di ingenua: esprimersi con il concetto che quelle case erano lì da sempre proprio ad un rappresentante di una categoria come i geologi dotata di una concezione della scala dei tempi difficilmente comparabile con quella “normale” degli esseri umani è decisamente il massimo... 

Aggiungo che Tozzi è stato colui grazie al quale anni fa finalmente gli italiani hanno capito cosa fa un geologo. Ve lo posso assicurare.... prima mi chiedevano cosa facesse un geologo.... di solito pensavano solo che andassi nelle grotte...

Volendo, comunque, si deve distinguere fra alluvioni in bacini estesi e alluvioni in piccoli bacini.
A proposito dei fiumi “grandi”, riprendo parte di un altro post che avevo scritto su Scienzeedintorni quasi 4 anni fa, accompagnata da una foto di un fiume ancora non ingabbiato e irregimentato: 
Noi siamo abituati a vedere i fiumi nascere, ricevere gli affluenti e sboccare in mare. Questa configurazione è quasi totalmente artificiale: in natura un fiume, dopo una ripida discesa dal monte, arrivando nella pianura si impaluda, si divide in più rami, ed è libero di divagare pigramente a suo piacimento in lungo ed in largo per tutta la valle, dove zone asciutte si alternano ad acquitrini e laghi (tra gli ultimi esempi di laghi di questo tipo c'è il Trasimeno). Anche quando i fiumi godevano di queste libertà, sconosciute nell’Italia di oggi, le alluvioni catastrofiche erano all’ordine del giorno: in una sezione verticale di un terreno di pianura si vedono dei livelli di materiale anche molto grossolano (ciottoli se non massi) intercalati nelle argille e nelle sabbie. Queste sono le tracce di importanti eventi alluvionali che hanno interessato la zona (in generale che più grandi sono gli elementi che compongono il sedimento, maggiore è stata in quel punto l’energia della piena).

Aggiungo che rettificando gli alvei (quando non restringendoli) abbiamo ottenuto due effetti molto gravi: la diminuzione del volume di acqua che possono contenere e la velocizzazione del movimento dell'acqua. Si capisce come entrambi gli effetti hanno come conseguenza una maggiore capacità di esondare da parte del fiume in piena. Se poi costruiamo nelle aree golenali non si può protestare se il fiume se le riprende... è il caso del centro commerciale allagato ad Alessandria

I piccoli bacini sono una cosa diversa: se la piena del Po può essere prevista con 24 – 36 ore di anticipo in questi gli avvenimenti si susseguono a velocità impressionanti. Negli ultimi anni ne abbiamo avuti tanti esempi, dall'alta Versilia nel 1996 a Giampilieri nel 2009, a quelle di questi giorni. Sono quindi situazioni molto meno gestibili perchè improvvise e quindi evitare danni a cose è difficilissimo.
Però se il sistema di allarme (e a Genova qualcsa non ha funzionato ma non sono in grado di dire cosa) funzionasse almeno le persone si salverebbero...


Un esempio classico è questo, ricordando che “se una certa quantità X di pioggia cade su un bacino, un Y% di questa non va nel terreno ma deve per forza defluire"; al proposito annotiamo che “la percentuale Y sale all'aumentare di X e al diminuire delle dimensioni del bacino”; guardatelo su youtube:

Si tratta di un piccolo bacinetto in Sicilia: erano piovuti in poche ore diversi millimetri di pioggia e ovviamente l'acqua doveva defluire. Peccato che la parte inferiore del bacino fosse stata completamente urbanizzata. Vediamo quindi come si forma un classico “flash flood”, sia pure in questo caso di piccole dimensioni: un'onda improvvisa dovuta a intense precipitazioni. Altri filmati dello stesso evento li potete vedere chiedendo “alluvione+vallone” sullo stesso sito.

Nei piccoli bacini sono cose comuni con degli acquazzoni più forti. Mi ricordo una testimonianza di un pastore quando rilevavo per la tesi di laurea in Toscana Meridionale: mi pare (sono passati tanti anni..) che ci fosse appena stato nei dintorni un fenomeno del genere che aveva travolto un'automobile con 2 persone a bordo. Ne parlavo con questa persona che appunto mi disse “io non credevo che esistessero fenomeni del genere. Mi sono ricreduto quando manca poco ci rimango io”.

Per la cronaca, a Genova nella valle del Rio Fereggiano sono piovuti oltre 400 mm di pioggia con il RECORD ITALIANO ASSOLUTO DI 181 MILLIMETRI IN UN'ORA. Non poteva andare che così....

La questione fondamentale è che i Geologi contano come il due di picche quando la briscola è cuori e che per rimediare a quello che è stato fatto negli ultimi decenni ci vorrebbero:

1. soldi... tanti soldi
2. un coraggio da leoni e un pieno di responsabilità da parte della classe politica per non permettere più edificazioni in zone alluvionabili e - cosa impensabile! - demolire gli edifici in zone pericolose
3. un progetto di scolarizzazione di massa da un punto di vista dell'assetto del territorio

Temo che nell'Italia di oggi non ci possa essere nulla del genere. Soldi non ce ne sono, voglia di responsabilizzarsi da parte dei cittadini neanche. Quanto alla classe politica vi racconto un episodio riferito da un geologo: stavano inaugurando una briglia fluviale ed il politico di turno osservò che "sono soldi buttati via perchè di quest'opera non se ne accorge nessuno".

Con la coscienza ambientale di oggi no, è chiaro che un politico preferisce inaugurare un ponte o una strada: alla gggggggggente interessa di più. Salvo che poi la stessa ggggggggggente protesta perchè nessuno ha sistemato quel torrente che è andato di fuori..... 


1 commento:

Anonimo ha detto...

ognuno fa quello che può, o che sa fare (che è la stassa cosa) e così ogni popolo. Se costruire una briglia su un fiume sono soldi buttati, vuol dire che più di tanto non possiamo fare e la colpa è solo nostra. "Le differenze tra una democrazia e una dittatura sono inferiori a quelle tra una nazione la cui politica incarna consenso, comunità, legittimazione, organizzazione,efficacia e stabilità e una nazione la cui politica manca di queste caratteristiche"