venerdì 9 aprile 2010

De Mattei e i creazionisti nostrani: uno può anche esere ateo ed evoluzionista, basta che parli male di Dawin....

«L’evoluzionismo, è un ibrido connubio fra una teoria filosofica e una teoria scientifica, che è impossibile dissociare». É una delle principali conclusioni di uno spettacolare articolo che De Mattei ha scritto per Il Giornale (e forse lo stesso è comparso pure su “il foglio”), insieme ad altre osservazioni totalmente sbagliate, un misto fra filosofia e biologia spicciola, molto spicciola, scrivendo il quale il vice-presidente del CNR dimostra di avere gravi lacune in campo scientifico.

L'occasione gli viene data dall'uscita di un libro di cui si sta dibattendo molto: “Gli errori di Darwin”, scritto da Jerry Fodor, filosofo e studioso del linguaggio e da Massimo Piattelli Palmarini, professore di Scienze Cognitive all'Università dell'Arizona. De Mattei titola “Darwin non aveva ragione: lo dicono anche gli atei”.
Annotando che, al solito, critiche e contestazioni all'evoluzione vengono da persone al di fuori del settore specifico, bisogna dire che non siamo davanti alla consueta spazzatura creazionista e che è comunque evidente come De Mattei non si imbarazza minimamente a imbarcare chiunque sul suo veliero, basta che non sia darwinista o che contesti in qualche modo Darwin e chi lo segue. Non si capisce infatti quali vantaggi può avere parlando con non celata soddisfazione di due autori che non solo non contestano l'evoluzione (ma semplicemente negano che la selezione naturale ne sia il motore principale), ma si definiscono “atei materialisti” e spesso hanno dichiarato di essere assolutamente e fermamente contrari a creazionismo o disegno intelligente.

Un loro ragionamento tipico è questo: prendiamo un fringuello e poniamo che ci sa una mutazione che altera la forma della metà superiore del becco. Secondo loro questa mutazione produrrebbe cambiamenti congruenti nelle ossa del cranio, nella parte inferiore del becco, nei muscoli del collo e nei nervi. Quindi non ci sarebbe la possibilità di «selezionare e affinare separatamente ogni organo o tratto per il gioco cieco della natura»

Fodor e Palmarini hanno davvero un modo di pensare abbastanza curioso, come quando affermano, come riporta De Mattei che «quando morfologie specifiche simili si osservano nelle nebulose a spirale, nella disposizione geometrica di goccioline magnetizzate sulla superficie di un liquido, nelle conchiglie marine, nell’alternarsi delle foglie sui fusti delle piante e nella disposizione dei semi in un girasole - è molto improbabile che ne sia responsabile la selezione naturale». Stiamo dunque tornando indietro al '600 quando si dibatteva se i fossili fossero resti di esseri viventi, scherzi di madre natura o “di terre e crete che naturalmente tendevano a disporsi nelle stesse forme degli esseri viventi»? .

Secondo i nostri l'evoluzione sarebbe guidata dalla forma e dall'autorganizzazione, in altre parole più che pressioni esterne ambientali, ci sarebbe la generazione di variazioni generate dall'interno del corpo o da principi fisico-chimici interni che produrrebbero conformazioni ottimali e proporzioni armoniose. In che modo non si sa e, anzi, alla domanda su chi o che cosa sia il responsabile dell'evoluzione, la risposta è : «non si sa e probabilmente non riusciremo a saperlo per un bel pezzo»

Ovviamente il mondo scientifico non è che abbia preso molto bene la cosa, anzi: la stragrande maggioranza dei commenti da parte degli scienziati è quantomeno “molto critica”.
Certo, qualche giustificazione Fodor e Palmarini ce l'hanno: la selezione naturale, a partire dalla sua distorta applicazione poche decine di anni dopo la sua formulazione in campi diversi dalla biologia come il darwinismo sociale o l'eugenetica, attualmente viene spesso invocata per spiegare qualsiasi fenomeno. E questo può aver disturbato qualcuno per cui, contestandola nella biologia, pensano che cadrà anche la possibilità di utilizzarla (a sproposito, ritengono) in altre discipline (partendo da questo ragionamento non giungerà strano infatti che gli autori additino come loro nemici Richard Dawkins, Steven Pinker, Daniel Dennett).

Comunque poi Fodor e Palmerini sono costretti ad affermare che
- la selezione naturale esiste, ma non è il meccanismo che genera specie nuove e la paragonano all’accordatore del pianoforte, piuttostochè al compositore di sinfonie.
- Darwin era uno dei più grandi scienziati di ogni tempo, e geniale è la sua idea di selezione naturale (con buona pace di De Mattei e giornalisti vari).
- che, comunque, pensare a questo processo è giusto, per esempio se concordano considerazioni genetiche, biochimiche ed embriologiche (caso oserei dire molto , ma molto frequente), anche se per loro questi sono da considerarsi casi periferici.

Resta il fatto che come al solito attaccano e contestano l'evoluzionismo com'è adesso quasi esclusivamente persone che non sono coinvolte negli studi di quest'area del sapere, a partire dagli autori di questo libro. Quindi soprattutto da filosofi e giornalisti. Notimo come recensioni favorevoli si hanno solo da parte di alcuni giornalisti, che hanno come minimo comun denominatore l'appartenere a testate che quantomeno strizzano l'occhio alla destra religiosa e ai quali basta che qualcuno parli male di Darwin....

In sostanza un libro abbastanza inutile, pieno di errori concettuali e utile solo a fare della confusione e scatenare un gran polverone da parte di chi è contro l'evoluzione (e non capisce che – comunque – di evoluzionisti si tratta!).

1 commento:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Giunto in Argentina a bordo del Beagle, Charles Darwin entrò per sbaglio nella cabina del capitano. Un errore di Darwin: seguirà articolo di De Mattei su Libero e il Giornale.