martedì 27 aprile 2010

L'evoluzione dell'eruzione dell'Eyjafjallajökull: situazione più tranquilla con l'arrivo della lava


Innazitutto vanno fatte alcune precisazioni sullo Eyjafjallajökull. Cominciamo dalla pronuncia: “LL” si pronuncia TL, per cui si deve dire eye-a-fyat-la-jo-kutl (possibilmente senza annodarsi la lingua....). Notare che una islandese stessa in un esilarante filmato della ABCnews ha confessato che “la pronuncia è un po' complicata”.

Venendo ad un inquadramento vulcanologico, in questa parte dell'Islanda i magmi presentano spesso delle composizioni differenziate in senso acido, cioè più ricchi in silice rispetto ai basalti: andesiti o addirittura rioliti, in quello che è un perfetto trend teorico di differenziazione magmatica come lo avevamo studiato all'università. Sono comuni nell'area le eruzioni che hanno formato delle caldere (per esempio al Tindfjallajökull, quando nell'occasione è stata pure emessa una spessa ignimbrite). Di fatto tutti i vulcani di questa porzione dell'isola sono degli stratovulcani.

In particolare l'Eyjafjallajökull è uno stratovulcano di forma allungata in direzione E-W, alla cui sommità si trova una caldera larga 2 km e mezzo e su cui si  è impostato il sestio ghiacciao islandese per estensione. Non è uno dei vulcani più attivi dell'isola: l'ultima eruzione nota è del 1821 /1823 (e anche in questo caso furono emesse ceneri in buona quantità). Da notare come nel 1999 ci sia stata una quasi eruzione ma il magma si è fermato prima di arrivare alla superficie: tremori sismici, flusso di calore e misurazioni geodetiche hanno evidenziato questo fenomeno.

Quindi gli avvenimenti di questi giorni sono molto meno anomali di quanto qualcuno avesse pensato. Counque ci sonod elle novità. Mentre continua la bagarre politica sulla interruzione dei voli, su cui evito di pronunciarmi, se non ricordando che esistono varie istituzioni apposite (i VAAC) create proprio per monitorare le ceneri vulcaniche in rapporto al traffico aereo, arriva finalmente la notizia che il vulcano ha cominciato ad emettere lava, cosa che dovrebbe chiudere una volta per tutte questo travagliato periodo per l'aviazione civile e militare.

Ieri pomeriggio è uscito un comunicato dell'ufficio meteorologico islandese e dell'istituto di Scienze della Terra dell'università nazionale in cui si dice che la lava fluisce dal cratere. In realtà la frase esatta è che la lava “continua a fluire in direzione nord", quindi come si ipotizzava è da qualche giorno che succede, ma è la prima conferma  ufficiale del cambio di attività a cui si era iensato già da diversi giorni visto che la fase di emissioni di ceneri sembrava in decrescita notevole ma tremori ed altro no. Il problema fondamentale è che nessuno si può avvicinare per i rischi che questo comporta. Per cui le uniche possibilità sono foto satellitari in quanto lo spazio aereo sopra il vulcano è ancora ovviamente chiuso.
L'eruzione, sia pure a livelli meno virulenti, prosegue  e non ci sono indicazioni di un suo prossimo esaurimento.
Nella giornata di ieri il pennacchio era quasi esclusivamente formato da vapore: di fatto un colore più grigio, segno della presenza di cenere si trovava solo immediatamente al di sopra del cratere. Fra l'altro tra le 12 e le 18 di ieri GMT (quindi tra le 10 e le 16 italiane) la sua cima si è abbassata di quasi un km, da 4.8 a 3.9 km di altezza e non si registrano cadute di cenere neanche nelle vicinanze.

I lanci di cenere e scorie hanno costruito nella vecchia caldera sommitale dello Eyjafjallajokull un cratere che attualmente ha un diametro di 200 metri ed è alto 150.

Continuano ad esserci problemi con gli jokullaups, le piene dei torrenti dovute allo scioglimento improvviso delle nevi in prossimità di attività vulcanica, anche se per adesso non si registrano nuovi fronti

Ci sono altre due novità importanti: movimenti verticali del terreno e un aumento del flusso di calore proveniente da sotto. nella zona del cratere, il tutto perfettamente in accordo con la fuoriuscita delle lave che starebbe uscendo al non disprezzabile ritmo di 20 tonnellate al secondo e di cui non sono ancora disponibili delle analisi. Comunque dovrebbero essere dei basalti. A questo punto la fase a magmi andesitici che hanno dato così tanti problemi.si dovrebbe considerare esaurita (anche se per un'eruzione vulcanica non si possono dare certezze matematiche).
Gli scienziati islandesi rimarcano ancora come il Katla non dia assolutamente segno di risveglio. E evidente che questa strana (e inspiegabile) voce che cicolava qualche giorno del risveglio di quest'altro apparato fa sta ancora girando

Fra qualche giorno cercherò di aggiornare la cronaca postata il 16 aprile con gli ultimi avvenimenti.

La considerazione principale da fare a questo punto è che non ci saranno conseguenze climatiche di questa eruzione a livello europeo o mondiale perchè la quantità di ceneri e gas emessi è troppo bassa per consentirlo. Meglio così.

In Islanda invece qualche problema c'è: a parte le alluvioni causate dai jokullaups, una parte del territorio circostante è coperta di cenere e quindi diventa impossibile il pascolo degli animali e molto difficili le comunicazioni.
Per fortuna non è una zona molto abitata e le conseguenze saranno limitate.

Comunque tranquilli che i catastrofisti rimarranno in agguato, come lo rimangono i soliti noti in stile voyager: veniamo a dei risvolti comici dell'eruzione.
Il primo è un filmato in cui si vede un UFO aggirarsi intorno al vulcano. Il montaggio è comunque molto grossolano e non occorre Paolo Attivissimo per smascherare la burla.

Ci sono poi i bufalai delle scie chimiche che hanno capito come gli americani abbiano sfruttato l'eruzione per continuare ad avvelenare la terra. Non ho ancora trovato la notizia che l'eruzione sia stata provocata dagli americani come era successo per i terremoti di quest'anno. Ma c'è qualcuno che lo teme: c'è chi dice che lo stop al traffico aereo serva per far capire al grande pubblico che gli aerei sono essenziali per la società umana quando in realtà è una attività il cui vero fine resta solo distribuire veleni con le scie chimiche. Altri dicono che c'era bisogno di lasciare campo libero a una gigantesca esercitazione della Nato. Però, come dice uno, l'ipotesi sembra interessante anche se non mi convince del tutto, se fanno esplodere di proposito un vulcano ci deve essere anche dell'altro.

Per una disamina delle principali idiozie sulle cause dell'eruzione dello Eyjafjallajokull basta leggere un post di Davide Bressan.


EDIT a proposito del Katla: ho trovato delle notizie secondo le quli le rare volte che l' Eyjafjallajokull è andato in eruzione, sarebbe stato sempre seguito dal Katla.
Accenni toponomastici: Eyjafjallajokull dovrebbe significare ghiacciaio della montagna- isola mentre Katla è una strega della tradizione islandese

3 commenti:

Fioba ha detto...

Benvenuto nel club..... Fra un po sarai inserito nella lista dei disinformatori, sporco geologo che non sei altro :-P

Massimo

David Bressan ha detto...

Ecco come previsto la provvva (con 3v) che il HAARP americano e connesso a tutte le catastrofe immaginabili - tra poco é previsto l´imbarco tramite UFO degli americani sull islanda per usare il vulcano come arma da mass eruption (e questa non me la sono inventata io...)

"The German author Hartwig Hausdorf, dedicated “mystery researcher”, postulates a connection between the American HAARP-project and the volcano, ..."

Aldo Piombino ha detto...

nooooo.... questa me la sono persa... Davide mandami il link.

per Massimo:

vabbè... a noi persone serie, scientificamente corrette e razionali ci tocca....

sai... basterebbe stare zitti e non te li inimichi... ma se parliamo usciamo allo scoperto e dobbiamo accettarne i rischi...

però non si può lasciare a loro il monopolio della (dis)informazione: ricordati che una bugia ripetuta diventa una mezzza verità...

d'altro canto è logico che con tutte le bischerate che dicono e la loro impreparazione scientifica quelli di HARP e delle scie chimiche non sono in grado di discutere ma solo di maledire...