martedì 9 marzo 2010

I primi dati scientifici sul terremoto cileno

La settimana appena passata è stata decisamente molto intensa da un punto di vista sismico:
Infatti oltre alla inevitabile serie di aftershocks che stanno tempestando tutta la zona interessata dal sisma del 27 febbraio abbiamo avuto molte altre scosse che hanno fatto danni e morti.
Poche ore prima della scossa cilena (fra le cui repliche si annovera anche un “bel” 6.6), un sisma di M 7.0 ha colpito le isole Ryukyu, a sud del Giappone. Giovedì un 6.5 ha colpito le isole Vanuatu, fra Nuova Zelanda e Nuova Guinea, venerdì è stato il turno di Sumatra con un 6.5. Tutti sono avvenuti in pieno oceano e quindi sono stati poco o per niente avvertiti sulla terraferma,come quello di lunedì 8 marzo (M=6.0) alle isole Marianne. Invece sempre ieri una scossa sempre di 6.0 ha colpito la Turchia: la scarsa profondità e la vicinanza di zone abitate ha provocato decine di morti.
Intanto arrivano i primi bilanci scientifici dell'evento del 27 febbraio.

Dopo la conferma che questo è il quinto terremoto più forte mai registrato dalla sismologia, la notizia più dura per la popolazione locale è che è possibile che gli aftershocks durino per anni.
Le scosse di assestamento sono molto forti e molto numerose a causa della terribile forza della scossa principale: in generale più un terremoto è forte, più forti saranno alcune repliche e più a lungo la sequenza durerà.
Attualmente il valore della replica media sta scendendo sotto M=5 (sabato era 5.8, poi 5.5) anche se continuano a manifestarsi scosse di intensità maggiore; come si vede dalla carta è interessata tutta la zona di rottura del 27 febbraio, una stretta fascia costiera lunga 500 km da Valparaiso a Temuco.
Contrariamente ad altri casi come Haiti o Sumatra 2004 l'epicentro della scossa principale è all'interno della zona attiva, mentre nei due casi sopra citati è ad uno degli estremi della fascia dove si collocano le repliche.
Notiamo anche che la zona sismicamente attiva è anche molto ben circoscritta, tranne che nella zona a nord dove, nonostante una forte diradazione della densità delle scosse, si segnalano degli eventi.

E' anche possibile che il  massiccio riequilibrio del campo degli sforzi all'interno della crosta abbia delle conseguenze anche ad una certa distanza e quindi non si può escludere che, come conseguenza collaterale del 27 febbraio, si inneschi attività sismica in zone vicine, anche con scosse di un certo livello.

Questa potrebbe essere la soluzione per comprendere la presenza di queste scosse a nord dall'area principale, la prima delle quali, la più forte, è avvenuta appena circa 9 ore dopo il terremoto di Conception e a quasi 1000 km a nord di Valparaiso. Con una M= 6.3, a sua volta ha attivato una nuova sequenza sismica tra Cile, Argentina e Bolivia. Sono scosse molto più profonde rispetto a quella lungo la costa e la minore densità di repliche è dovuta anche alla energia molto minore di questa "scossa principale".

La carta qui sopra, che mostra le scosse registrate in Sudamerica dal 27 febbraio ad oggi, le  fa vedere entrambe. Ovviamente ad oggi non è dato sapere se ci siano o no connessioni fra le due sequenze. Avevo segnalato un altro caso possibile di collegamento fra due scosse in Indonesia pochi mesi fa. 

Per quanto concerne i movimenti cosismici, sono arrivati i dati sui valori dello spostamento orizzontale (dati GPS) e sono veramente imponenti. Li vediamo sulla cartina accanto: una grossa fetta dell'America meridionale si è spostata verso ovest. A Conception siamo a oltre 3 metri. Allontanadosi dall'epicentro i valori diminuiscono: a Valparaiso poco meno di 30 centimetri, ridotti a 23 a Santiago. A Mendoza, città posta in Argentina a poca distanza dal confine con il Cile, sono circa 10 centimetri, ma la cosa clamorosa è che persino a Buenos Aires, a oltre 1500 km di distanza, è stato registrato uno spostamento verso ovest di quasi 4 centimetri. Stranamente i minimi spostamenti registrati nel Brasile meridionale sono in direzione NW anzichè ESE.
Si nota anche un aumento locale della deformazione nella zona che è stata teatro della sequenza che si è sviluppata al confine fra Cile, Argentina e Bolivia

Per quanto riguarda i movimenti verticali non sono ancora riuscito a sapere nulla. E' probabile che la zona costiera si sia abbassata, come è teoricamente previsto nei terremoti di thrust. In effetti le immagini di zone rimaste allagate dopo lo tsunami farebbero pensare a questo, ma finchè non escono i dati reali questa rimane una semplice supposizione.

Un'altra caratteristica importante è quella delle relazioni fra l'evento del 27 febbraio e gli altri terremoti forti dell'area. Preciso che “forte” è un concetto molto relativo: dobbiamo considerare “deboli” dei terremoti che per esempio in Italia avrebbero fatto parecchia cronaca: dalle nostre parti non si raggiungono tali vette di energia, ma essendo gli ipocentri molto più superficiali finiscono per fare molti più danni. Per parlare di cose recenti, il terremoto di Haiti è stato centinaia di volte più debole, ma essendo superficiale e con una grande città costruita male vicino il bilancio è stato terrificante
Parlando della regione andina i terremoti di riferimento sono quelli avvenuti nel 1960 (il più forte mai registrato, M=9.5)), 1922 (M=8.5), 1906 (M=8.2) e 1985 (M=8.0)
La fascia interessata dall'ultimo evento è segnata in rosso. Si vede chiaramente come, specialmente nella zona più meridionale, l'area colpita in questi giorni era sede di un gap sismico importante che è stato colmato lo scorso mese di febbraio.

Da ultimo una curiosità sulle leggende metropolitane che specialmente da quando c'è Internet fioriscono e si diffondono a velocità incredibile. Avevo già letto la stessa storia a proposito di Haiti. Allora, secondo alcuni personaggi questo terremoto, quello delle Vanuatu e appunto quello di Haiti siano stati provocati dalle forze militari USA che avrebbero sviluppato un'arma micidiale, nel quadro del progetto H.A.A.R.P. (High Frequency Active Auroral Research Program - cioè  ricerche sulla attiva aurorale ad alta frequenza). Tutto questo nasconderebbe un'arma per cambiare il clima sulla terra e provocare terremoti mentre è una oganizzazione  a scopi scientifici per lo studio della ionosfera. Obbiettivamente a prima vista pare strano che queste ricerche sulla ionosfera e sulla magnetosfera siano condotte in prima persona da Esercito e Marina degli Stati Uniti.

Non mi addentro oltre alla questione....

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