martedì 30 marzo 2010

Gli USA e le scorie nucleari: un problema ancora da risolvere

Mi riallaccio al post che ho scritto poco tempo fa sul caso di Yucca Mountain, il sito Usa prescelto come deposito delle scorie nucleari, perchè ci sono delle novità.

Come ho già detto, non sarei “pregiudizialmente contrario” al nucleare, ma solo ed esclusivamente se si trova soluzione al problema delle scorie. In effetti le ricerche sono tese a trovare la “nuova generazione” di impianti nucleari che andrebbe definita così: nuovi reattori che sfruttino un combustibile diverso per il quale venga approntata una nuova filiera con il risultato di avere scorie meno pericolose e, soprattutto, riprocessabili e che non costringano a stoccare materiale che rimane altamente radioattivo per centinaia di migliaia di anni.

Innanzitutto Barack Obama ha dichiarato di voler ricominciare la costruzione di centrali nucleari, spiazzando un po' gli antinuclearisti italiani, che non l'hanno presa molto bene.
C'è però una significativa differenza fra il caso americano e la nostra italietta nella quale si parla di nucleare senza accennare da parte dei proponenti al problema delle scorie. In USA la questione è fondamentale e addirittura è l'unico punto in cui nuclearisti e antinuclearisti di oltreoceano sono completamente d'accordo fra di loro, il che è tutto dire...

Veniamo al punto. Obama avrebbe anche deciso di chiudere definitivamente il progetto Yucca Mountain che nel caso è stato veramente uno spreco colossale di risorse (10 miliardi di $ fino ad oggi, più altri 200 mln previsti per il 2010). Le perplessità sulla reale sicurezza geologica dell'area probabilmente sono state prese in considerazione più della “naturale” opposizione degli abitanti “vicini” (le virgolette sono d'obbligo, confrontandoci con la nostra situazione: il luogo “civile” più vicino è Beatty, 1500 abitanti a quasi 50 km di distanza. Segue Indian Springs, 1300 abitanti, che dista circa il doppio. Las Vegas è a 150 km...).

La questione delle scorie rimane aperta e l'amministrazione presidenziale ha annunciato che se ne occuperà un comitato di cui faranno parte addirittura figure storiche sia democratiche che repubblicane del National Security Counsil, il consiglio per la sicurezza nazionale, il principale organo utilizzato dal Presidente per esaminare la sicurezza nazionale e le principali questioni di politica estera.
Il livello dei componenti della commissione è quindi una significativa dimostrazione di quale importanza viene data al problema dall'amministrazione americana. Le conclusioni dovrebbero arrivare entro l'autunno 2011.

Intanto sembra che al Congresso verrò presentata una mozione bi-partizan in cui verrà chiesto di continuare per adesso i lavori a Yucca Mountain.

Il problema da risolvere è che in questo momento ci sono 90.000 tonnellate di scorie sparse per il Paese (che aumentano al ritmo di 2.000 ogni anno) e tenere tutti questi siti aperti non è più una opzione percorribile.

Oltretutto i fusti in cui viene stoccato il materiale sono garantiti per 90 anni e quindi in qualche modo o la loro sicurezza verrà estesa o fra qualche decina di anni si porrà il problema di cosa farne.

Complessivamente in tutto i siti con depositi di scorie radioattive negli USA sono un centinaio, di cui una buona parte è a Hartford, nello stato di Washington, dove più che per il civile c'è stata una grande attività per la produzione di armi nucleari. Lì le scorie sono state sepolte nel terreno con un sistema di smaltimento poco sicuro: erano stati immersi nel petrolio, mentre adesso è prevista la loro vetrificazione. Pertanto dovranno essere riprocessate pure scorie vecchie di 50 anni e oltre.

Per dare un'idea delle dimensioni di quest'area, la sua superficie è 1500 kmq (per un raffronto, l'Isola d'Elba è 225 Kmq...)

Nel caso, altamente probabile, che il progetto Yucca Mountain venga fermato, si aprirà il dibattito su un suo uso, anche perchè ci sono migliaia di posti di lavoro in ballo. E la cosa, in pieno deserto, non è facile....

per quanto riguarda l'Italia, appare quindi sempre più urgente capire quale sarà il destino delle scorie provenienti dalle nuove centrali da costruire, quante ce ne sono di vecchie e dove sono andate quelle che non sono più nei vecchi siti provvisori di stoccaggio (ma in Italia spesso “provvisorio” diventa “definitivo”). Spero che evitino di farlo in una miniera di sale in Sicilia:i tedeschi lo hanno fatto, ma bisogna considerare sia lo spessore molto maggiore delle evaporiti permiane dello Zechstein sia la calma piatta della tettonica della zona.


Da ultimo do una notizia che mi aveva sconvolto quando l'ho saputa: una persona sicuramente attendibile mi ha detto che aveva sentito parlare del progetto di un sito di stoccaggio di scorie nucleari in una miniera di sale in Sicilia. Ne conclusi che probabilmente qualcuno aveva visto i siti di stoccaggio tedeschi nelle evaporiti permiane dello Zechstein, che però sono molto più spesse e soprattutto in una zona tettonicamente molto calma.

Ho effettuato delle sommarie ricerche in rete e gira la voce che, purtroppo, non solo hanno intenzione di farlo, ma, lo avrebbero già fatto da almeno una quindicina d'anni, perlomeno nella miniera di Pasquasia (Enna)
Ne parlano siti autorevoli, ma tutto quello che scrivo qui viene scritto con il beneficio del dubbio visto che le autorità negano il tutto

In questa zona nel 1992 sarebbe stata chiusa improvvisamente una importante miniera di zolfo per crearvici una discarica di scorie radioattive di basso e medio livello. Si mormora pure di un incidente con dispersione di Cesio.
In una pubblicazione la Provincia di Enna smentisce tutto. Però basterebbe una visita al sito per chiudere il cerchio, visita che sembra sia stata impedita.

Se il condizionale si trasformasse in un indicativo non avrei parole...
spero non sia vero...

3 commenti:

PiT ha detto...

Qualche tempo fa lessi, che in America volevano fare un immenso deposito di scorie nucleari nel sottosuolo di un antico mare, le volevano mettere nel "sale", mi sembra nello Utah o dintorni. Poi non so se lo abbiano costruito o meno.

Aldo Piombino ha detto...

di evaporiti nello Utah ce ne sono sia , attuali (gran lago salato) che recenti (oligocene) e persino paleozoiche (pennsilylvaniano).
non risulta attualmente nessun progetto per crearci un sito di stoccaggio "definitivo" tipoquello di Yucca Mountain anche se qualche deposito del genere nello Utah c'è davvero, favorito dal clima desertico e dalla bassa densitàdi popolazione (2,7 Mln di abitanti in una superficie 2/3 quella italiana e di cui quasi la metà risiedono a Salt Lake city)

PiT ha detto...

Si in effetti nello Utah c'è il sito di Clive presso Tooele County, dove l'italia ha cercato di mandare le nostre scorie, ma sembra con scarsi risultati.

Sto ricordando di aver visto anche un documentario ed era un deposito immenso, che dovrebbe durare migliaia di anni, addirittura stavano pensando a che tipo di segnale di pericolo mettere all'entrata del sito, qualcosa che un ipotetico abitante del futuro, avrebbe potuto riconoscere il pericolo.