Dopo una fase introduttiva durata parecchie stettimane tra ottobre, novembre e metà dicembre in cui il poco viscoso magma basaltico ha iniziato a salire dalle profondità della crosta islandese, nella penisola di Reykjanes (e più precisamente nella zona di Grindavik) il leit-motiv di questi ultimi mesi è rappresentato da cicili di accumulo di magma a bassa profondità con sollevamento del terreno (accompagnato anche da qualche collasso), seguiti da una breve eruzione., dopo la quale inizia il nuovo ciclo di “ricarica”. Il ciclo è già avvenuto 3 volte ma ora siamo in vista della quarta eruzione da quella iniziata a metà dicembre.
Il grafico mostra un confronto del volume di magma accumulato sotto Svartsengi prima che il magma fuoriuscisse vicino a Grindavik durante gli eventi recenti. Il volume è calcolato da un modello basato su dati GPS ed è ovviame soggetto a incertezza. Si possono osservare variazioni significative anche tra i giorni. L'attuale stato di accumulo del magma al 22 febbraio è contrassegnato dalla linea marroncina.
il grafico dell'andamento del'accumulo di magma dal primo giorno di sollevamento in poi. |
L’individuazione del possibile scenario si basa sull'interpretazione dei dati più recenti e sullo sviluppo osservato degli eventi precedenti che sono avvenuti in questi mesi nell'area e ovviamente hanno un certo margine di’incertezza, poiché si basano appunto solo su pochi eventi.
I calcoli basati su questo modello indicano che dalla fine dell’eruzione precedente sotto Svartsengi si sono accumulati circa 5 milioni di metri cubi di magma. Considerando l’andamento degli episodi eruttivi precedenti, la probabilità di un'eruzione è molto alta se e quando il volume raggiungerà gli 8-13 milioni di metri cubi. Sulla base dei calcoli del modello, se il magma continuasse ad accumularsi al ritmo attuale ciò potrebbe verificarsi già all’inizio della prossima settimana.
Va comunque notato che non si può affermare con sicurezza che questo sarà lo scenario reale e che il comportamento sarà identico a quello degli eventi precedenti, anche se evidentemente la probabilità che avvenga così sono alte. Inoltre, esiste la possibilità che il magma possa migrare sotto Sundhnúkur con l’apertura di un nuvo dicco, trovando spazio senza provocare per adesso l’eruzione.
carta del rischio valida dal 23 al 26 gennaio, al netto di possibili sviluppi |
Gli scienziati stimano che in caso di eruzione, questa si propagherà da Svartsengi verso il cratere Sundhnúkur, tra Stóra-Skógfell e Hagafell, la fascia che ho indicato con la linea rossa dove la crosta è più debole. I settori più a rischio sono infatti quelli più scuri. Come si vede Grindavik è ancora nella fascia di maggiore pericolosità, anche se dal 19 febbraio è stato tolto l'ordine di evacuazione, consentendo il ritorno degli abitanti e la ripresa delle attività economiche
Il segnale precursore principale dell’eruzione sarà un improvviso aumento dell’intensa attività sismica con molti terremoti localizzati e di piccola magnitudo e l’evento potrebbe iniziare con poco o nessun preavviso: n uno scenario in cui il magma risale verso la superficie direttamente da Svartsengi, si stima che i primi segnali verrebbero identificati 4-7 ore prima che il magma raggiunga la superficie e l'ultima volta sono state poche ore e per di più nella notte.
La pagina con gli aggiornamenti è questa: https://en.vedur.is/about-imo/news/a-seismic-swarm-started-north-of-grindavik-last-night
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