Questa mattina 1 gennaio (in Italia, in Giappone era pomeriggio) nella penisola di Noto, lungo la costa occidentale di Honshu, un evento per USGS di M 5.8 ha preceduto di 4 minuti più o meno nella stessa posizione una fortissima scossa di M 7.5, a cui è seguita 8 minuti dopo una replica di M 6.2 una ventina di km a SW dell’epicentro della scossa principale.
ALLERTA TSUNAMI. Il terremoto ha provocato una allerta tsunami in Giappone, Corea e costa russa orientale. Senza il contributo di una frana sottomarina difficilmente con una Magnitudo del genere si può avere uno tsunami importante ed in effetti dove sono arrivate queste onde l’altezza non ha ecceduto il metro. Il fatto che alle 17.00 italiane (e quindi a 10 ore di distanza dall’evento principale) l’allerta tsunami non sia stato ancora tolta è significativo del fatto che ci sia la possibilità dell’innesco di frane sottomarine da parte di una replica piuttosto forte, lil che non è certo impossibile.
I DANNI. Si registrano danni diffusi per crolli ed incendi e anche qualche decina di vittime. Sono documentati anche effetti cosismici come fratture nel terreno diffuse in varie parti della penisola.
Diciamo che tutto sommato data la bassa profondità e la magnitudo le cose sono andate bene visto che è stato raggiunto il IX grado MCS e che l'area è soggetta potenzialmente a liquefazioni cosismiche, ma questo perché è successo in Giappone, dove la prevenzione in fatto di terremoti è elevata: nel resto del mondo il rischio di una strage sarebbe stato elevato.
il quadro aggiornato alle 17.00 UTC. Aggiornamenti a questo link |
QUADRO TETTONICO. Il Giappone è una regione notoriamente attiva dal punto di vista sismico. La maggior parte dei terremoti (come quelli del 2011) si verifica a largo della costa orientale, dove la placca del Pacifico subduce sotto l’arcipelago e dove il quadro tettonico è intuitivo. Ed in effetti la localizzazione “a Est della costa orientale dell’isola di Honshu” è fra le più “gettonate” nei database sismici mondiali.
Il terremoto di oggi si è verificato invece sulla costa occidentale dell’isola di Honshu, lungo la penisola di Noto. È una regione dove la sismicità ha una frequenza minore rispetto alla zona di subduzione lungo la costa orientale, ma tuttavia è tutt’altro che tranquilla: non solo si verificano decine di terremoti a oltre 100 km di profondità in corrispondenza del piano di subduzione che dalla costa pacifica scende sotto l’Asia, ma entro 250 km dall’evento abbiamo anche una discreta attività superficiale: si sono verificati dal 1 gennaio del 1900 ben 30 terremoti di magnitudo 6 o superiore, e a circa 200 km dall’epicentro di oggi il 16 aprile 1964, si è verificato il terremoto M 7.6 di Niigata, noto per le liquefazioni del terreno che inclinarono alcuni edifici.
LA SISMICITÀ RECENTE DELLA PENISOLA DI NOTO. Venendo specificamente alla penisola di Noto, solo pochi mesi fa, il 5 maggio 2023, un sisma di magnitudo 6.2 con epicentro in mare a meno di 10 km a NE dell’epicentro di oggi ha provocato una vittima e danneggiato centinaia di edifici. Invece il terremoto M 6.9 del 25 marzo 2007, si è verificato sempre in mare ma dalla parte opposta della penisola, provocando ampie deformazioni cosismiche.
La sismicità della costa occidentale di Honshu deriva comunque dallo stesso quadro tettonico: in quest’area i movimenti delle placche provocano una compressione che induce movimenti su faglie inverse poco profonde.
Da notare qui sotto la distribuzione della deformazione cosismica che presenta un “buco” all’interno. Io ipotizzo (ho detto potizzo, non che sia davvero così) che la parte con meno slip interna al segmento potrebbe essere quella interessata dal recente terremoto M 6.2 del 5 maggio 2023.
1 commento:
ci sono stato l'anno scorso, in particolare a Toyama e a Kanazawa, che si trovano ai due lati della penisola di noto. Venendo dalla costa est, mi sono lasciato alle spalle le alpi giapponesi e ho visto il mare del giappone. al mio arrivo, le propaggini occidentali delle alpi giapponesi erano illuminate dalla luce del tramonto. un paesaggio che mi ha ricordato, chissà perché, quello della calabria tirrenica.
in effetti anche lì ci sono montagne cristalline a pochi passi dal mare.
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