mercoledì 12 aprile 2023

i rettili marini mesozoici in Italia


Come mi ha fatto notare il buon Cesare Papazzoni nel post in cui ho parlato dei dinosauri italiani ho trattato in modo poco esaustivo i contemporanei rettili marini. Direi che è quindi meglio puntualizzare con una maggiore precisione anche questo aspetto faunistico dell'era dei grandi rettili anche se i loro resti sono meno clamorosi di quelli dei loro lontani parenti terrestri contemporanei.

i 3 grandi gruppi di rettili marini mesozoici e le loro modalità di movimento
I tre grandi gruppi di rettili marini mesozoici senza omologhi attuali (c’erano anche tartarughe e coccodrilli adattati alla vita marina) differivano tra loro in modo molto netto. 
Gli ittiosauri rappresentano uno dei più spettacolari esempio di evoluzione convergente: i loro antenati si erano adattati alla vita acquatica probabilmente già prima della fine del Permiano (Kear et al 2023), avevano sviluppato il corpo a forma di pesce abbastanza precocemente nella loro storia, compresa la pinna dorsale (Renesto et al 2020) ed erano vivipari come i cetace;  per la locomozione usavano soprattutto la coda, molto simile a quella di pesci come il tonno.
I Plesiosauri dal lungo collo e i loro discendenti Pliosauri nuotavano grazie agli arti trasformati in pagaie. I mosasauri invece si sono accontentati di una andatura serpentiforme. 

Ittiosauri e plesiosauri sono già abbondanti nel Triassico e sono raggruppati nel clade degli euriapsidi; i plesiosauri dovrebbero essere parenti prossimi – anche se non discendenti – dei notosauri triassici mentre ancora non è chiaro chi siano i parenti degli ittiosauri. I Mosasauri invece compaiono molto più recentemente, solo a metà del Cretaceo. Sono parenti prossimi dei serpenti e dei varani. Nel Triassico della serie del Monte San Giorgio, al confine occidentale fra il Canton Ticino e la Lombardia, sono stati trovati diversi fossili. Vi consiglio di visitare al proposito il museo di Storia Naturale di Lugano e quello di Meride.

Per quanto riguarda il momento delle estinzioni, gli ittiosauri scompaiono alla fine del Cenomaniano e cioè 30 milioni di anni prima della fine del Cretaceo, mentre Plesiosauri e Mosasauri concludono la loro esistenza come tante altre forme di vita alla fine del Cretaceo. È interessante la sincronia fra l’estinzione degli ittiosauri e l’avvento dei mosasauri: i secondi compaiono circa 100 milioni di anni fa all’inizio del Cenomaniano (Madzia e Cau, 2020) e mi chiedo se gli aigialosauri, i primi mosasauri che avevano ancora un piano corporeo da creatura terrestre, sia pure ben adatta al nuoto, e i loro immediati discendenti abbiano giocato qualcosa nella estinzione degli ittiosauri o abbiano semplicemente riempito le nicchie ecologiche rimaste vuote dopo la loro scomparsa. Comunque anche i plesiosauri hanno sofferto la concorrenza dei nuovi venuti (Stubbs & Benton, 2016).

particolare di una lastra contente una serie di fossili di Notosauri  triassici
dalla serie del monte S. Giorgio (Ticino)
Foto mia presa al museo di Storia Naturale di Lugano
I RETTILI MARINI MESOZOICI ITALIANI
. I primi ritrovamenti di fossili di rettili marini mesozoici datano al XIX secolo, in Veneto: vertebre appartenenti ad un plesiosauro e ad un coccodrillo marino, oltre ad un ittiosauro; negli ultimi decenni un numero crescente di resti è stata recuperata nei sedimenti cretacei della catena Appennica settentrionale.

ITTIOSAURI. Nel Ticino (geograficamente fuori dal territorio italiano) le leggendarie rocce della serie di monte San Giorgio non potevano non fornire anche dei reperti di ittiosauri triassici. Un posto speciale lo merita il già citato rostro di ittiosauro di monti Lessini trovato nel 1881 da un contadino e oggetto di uno studio appena uscito (Serafini et al 2023). È vissuto alla fine del Giurassico ed è interessante fra l’altro che il fossile presenti tracce di vari animali saprofagi che si sarebbero nutriti della carcassa. 
Sempre nei Lessini è stato trovato un reperto simile ma datato all’Albiano: siamo nel Cretaceo superiore, un momento in cui si è assistito all’ultima grande fioritura degli ittiosauri, prima della loro estinzione nel di poco successivo Cenomaniano (Fischer et al, 2015). 
In Appennino, oltre al marchigiano Gengasaurus del Giurassico superiore di cui ho già parlato, nel settore tosco – emiliano sono state trovate ossa isolate di vari ittiosauri già nel XIX secolo. A Gombola (Mo) sono venuti alla luce un rostro, due parti di un altro rostro e un omero parziale (Serafini et al, 2022). È recente il ritrovamento di nove vertebre caudali ancora articolate di un esemplare piuttosto grande vissuto alla fine del Cretaceo inferiore (Fraschi et al, 2022). Altri resti di ittiosauri sono stati trovati nelle Alpi orientali e in Sicilia.

PLESIOSAURI. I primi ritrovamenti sono parti isolate negli Appennini: un singolo omero nell’Oltrepò pavese (Renesto, 1993) e un dente (Papazzoni, 2003). Interessantissimo lo scheletro quasi completo trovato in provincia di Udine (Della Vecchia, 2005), perché l’animale è vissuto nel Triassico e quindi siamo davanti ad una delle forme più antiche di questo clade (Fabbri et al, 2013). Appartiene invece a un Pliosauro (un plesiosauro senza il lungo collo) uno scheletro ritrovato nei dintorni di Asiago (Cau e Fanti, 2014). 

MOSASAURI. Le Alpi orientali hanno fornito già nel XIX secolo alcuni resti sparsi di Mosasauri (denti isolati e parti di un cranio). Curiosa la storia del cranio frammentario scoperto accidentalmente nel 1892 a nord di Verona all'interno di una delle pietre da costruzione di una scuola durante la sua demolizione (Palci et al, 2014). Un cranio parziale di mosasauro trovato a sud di Reggio Emilia nel 1886 è potenzialmente una nuova specie, anche se è necessario più materiale per supportare questa possibilità. Questo esemplare era stato attribuito erroneamente ad un coccodrillo marino.
Parti di scheletri di mosasauri sono stati trovati nell’Appennino romagnolo (Fanti et al, 2014).

Quindi al tempo dei dinosauri anche i mari i cui resti si trovano nel territorio italiano erano caratterizzati da una discreta biodiversità di rettili marini, anche se i loro resti non raggiungono la qualità di quelli dei loro contemporanei dinosauri terrestri. Il più interessante è il plesiosauro friulano triassico, che rimane al mondo uno dei fossili più importanti per la storia iniziale di questo gruppo.

BIBLIOGRAFIA CITATA

Cau e Fanti (2014) A pliosaurid plesiosaurian from the Rosso Ammonitico Veronese Formation of Italy. Acta Palaeontologica Polonica 59 (3): 643–650.

Della Vecchia (2005) A new Sauropterygian repile with Plesiosaurian affinity from the Late Trissic of Italy. Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia 112/2, 207-225

Fabbri et al (2013) New information on Bobosaurus forojuliensis (Reptilia: Sauropterygia): implications for plesiosaurian evolution. Historical Biology DOI: 10.1080/08912963.2013.826657

Fanti et al (2014) A giant mosasaur (Reptilia, Squamata) with an unusually twisted dentition from the Argille Scagliose Complex (late Campanian) of Northern Italy. Cretaceous Research 49, 91-104

Fischer et al (2015) Extinction of fish-shaped marine reptiles associated with reduced evolutionary rates and global environmental volatility. Nature Communications, 7:10825

Freschi et al (2022) First biostratigraphic dating for a Cretaceous ichthyosaur from the Apennine Chain (Italy). Comptes Rendus Palevol ( in press)

Kear et al (2023) Earliest Triassic ichthyosaur fossils push back oceanic reptile origins. Current Biology 33, R159–R179

Madzia e Cau (2020) Estimating the evolutionary rates in mosasauroids and plesiosaurs: discussion of niche occupation in Late Cretaceous seas. PeerJ 8:e8941 http://doi.org/10.7717/peerj.8941

Palci et al (2014) Mosasaurine Mosasaurs (Squamata, Mosasauridae) from Northern Italy. Journal of Vertebrate Paleontology 34(3):549–559,

Papazzoni (2003) A pliosaurid tooth from the argille varicolori formation near Castelvecchio di Prignano (Modena province, Northern Italy). Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia 109/3, 565,567

Renesto (1993) A Cretaceous plesiosaur remain (Reptilia, Sauropterygia) from the Argille Varicolori of Varzi (Pa via, Lombardy, Northern Italy). Riv. It. Paleont. Strat., 99 (1): 101-106, Milano.

Renesto et al (2020) New findings reveal that the Middle Triassic ichthyosaur Mixosaurus cornalianus is the oldest amniotewith a dorsal fin Acta Palaeontol. Pol. 65 (3): 511–522, 2020

Serafini et al (2022) Revision of platypterygiine rostral material from the Northern Apennines (Italy): New insights on distal neurovascular anatomy and tooth replacement in Cretaceous ichthyosaurs. Cretaceous Research 135 (2022) 105167

Serafini et al (2023) Dead, discovered, copied and forgotten: history and description of the first discovered ichthyosaur from the Upper Jurassic of Italy. Ital. J. Geosci., 142(1), 131- 148

Stubbs e Benton (2016) Ecomorphological diversifications of Mesozoic marine reptiles: the roles of ecological opportunity and extinction. Paleobiology 42:547–573

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