Qualche anno fa lessi una cosa che mi lasciò molto colpito sulle analogie nella nomenclatura delle costellazioni in tutta l'Eurasia e le Americhe. Purtroppo era una rivista cartacea (tipologia che, insieme ai libri, continuo imperterrito a comprare e collezionare: sarò vecchio – e forse da questo punto di vista non “environmentally friendly – ma lo preferisco al supporto informatico) e quindi il testo giace attualmente sepolto ed introvabile in una cantina. Poi arrivò “il Mulino di Amleto” e buon ultimo, per le mie ricerche sulla fine dei Dinosauri, il “Serpente cosmico”. Sono rimasto molti colpito da queste leggende e ci ho ragionato parecchio. Oggi la scoperta che una stella nana è passata vicino al sistema solare qualche decina di migliaia di anni fa offre una spiegazione piuttosto interessante e si colloca più o meno nel periodo a cui avevo pensato io per la formazione del substrato comune a tutta la tradizione mitologica eurasiatica e amerinda: all'inzio della fase di espansione dell'umanità nell'Asia Settentrionale attorno a 60.000 anni, fa quando è iniziata la fase piuttosto calda contraddistinta dallo stadio isotopico dell'ossigeno MIS3.
Quando le comete entrano nella parte interna del sistema solare hanno una vita breve perché ogni passaggio ravvicinato verso il Sole ne diminuisce la massa. Ne consegue che da qualche parte ci debba essere un “deposito” di comete che rifornisca il sistema solare interno. Per spiegare la presenza di comete a lungo periodo (e soprattutto il fatto che se ne presentino di nuove di continuo) l'idea migliore è che questi corpi risiedano abitualmente in una zona molto esterna del sistema solare: perturbazioni gravitazionali dovute alla interazione fra loro e a quella con stelle che transitano vicino al sistema solare disturbano la stabilità delle orbite di questi corpi, alcuni dei quali vengono così spinti verso l'interno del sistema solare e diventano delle comete.
C'è chi ha pensato anche che queste periodiche interazioni galattiche abbiano innescato le estinzioni di massa, anche se ora questo dibattito sembra finalmente chiuso dando la colpa nella stragrande maggioranza dei casi alle gigantesche emissioni di gas da parte di una sporadica attività vulcanica, le large igneous provinces, durante la quale si mettono in posto in poche decine di migliaia di anni centinaia di migliaia di km cubi di magmi. È successo anche quando si sono estinti i dinosauri, con buona pace di quelli che ancora continuano a darne la colpa al meteorite caduto nello Yucatan.
Di fatto è stato notato che buona parte dei crateri da impatto si addensano in una serie di intervalli ristretti e quindi sembra che la maggior parte di queste strutture siano dovute più a comete (o corpi similari) che ad asteroidi, probabilment eperchè la cometa si spezza in più parti prima di cadere come è successo alla cometa Shoemaker - Levy 9 che nel 1994 si schiantò su Giove.
Nel 1979 William M. Napier e Victor Clube pubblicarono un articolo su Nature in cui ipotizzavano che il Sistema Solare nel suo movimento attraverso la galassia, possa incontrare dei corpi che per la gravità cadono verso di esso. I due scienziati hanno insistito molto su questo aspetto negli anni seguenti, e fra le loro cose più brillanti c'è un libro del 1982, “Il serpente cosmico”.
Il Serpente cosmico era una cometa gigantesca che ha terrorizzato il genere umano nella preistoria, un feroce drago che lanciava fulmini, apportando disastri sulla Terra. Questi fatti sarebbero stati dimenticati negli ultimi 3000 anni. In particolare Napier e Clube attribuirono lo sciame delle Tauridi ad una cometa molto grande che per un po' di tempo ha orbitato intorno al sole con un periodo di pochi anni, intersecando l'orbita terrestre poche decine di migliaia di anni fa e terrorizzando l'umanità. La loro idea, che è stata successivamente chiamata Catastrofismo Coerente, è che la Terra ed il sistema Solare sono periodicamente soggetti a perturbazioni che muovono un certo numero di comete o planetesimi verso l'interno del sistema; questi movimenti si rifletterebbero in varie catastrofi.
Avrei voluto dedicare un post a Il Mulino di Amleto di Giorgio De Santillana, scritto in collaborazione con Hertha von Dechend. Ne parlo brevemente adesso.
Giorgio De Santillana (Roma 1902 – Beverly 1974) è stato un fisico, un filosofo e storico della Scienza. Un personaggio interessante e complesso, che dall'Italia è andato ad insegnare al MIT.
I fatti storici acclarati non potranno mai spiegare gli eventi mitici, ma alle volte è successo il contrario: fatti e personaggi mitici hanno prestano i loro nomi e il loro significato alla storia. Ma cosa si nasconde dietro ai miti degli albori della civiltà, a quelle figure gigantesche, sovrumane, e a quei fatti leggendari che spesso sono entrati nei libri religiosi successivi, persino nella Bibbia? Partendo dagli scritti di personaggi storici come William Shakespeare e Sàssone il Grammatico (uno storico medievale danese), il libro esamina e confronta miti e libri religiosi di diverse popolazioni, dall’Edda islandese al Kalevala finlandese, all’epopea di Gilgameš e alla Bibbia, dal sanscrito dei Rg-Veda al Kumulipo hawaiiano, passando per il Mahabarata, l'Odissea e tanti altri. Particolarmente interessanti i personaggi che dall'Islanda all'Asia orientale fanno quello che fa l'Amleto della trasposizione dell'Edda scritta dal poeta islandese Sturluson Snorri. Ma ci sono tante altre somiglianze mitologiche in tutto il mondo euroasiatico e amerindo, a partire da quel personaggio che arriva al Sole senza morire, lasciandosi dietro uno stuolo di morti: dal biblico Enoch (la visione monoteista della Bibbia deve trasformare figure mitologiche in personaggi reali) all'atzeco Quetzalcoatl, passando per l'iranico Kay Khusraw, cantato dal poeta nazionale iraniano Firdusi, a Yudhi Shira del Mahabarata e tanti altri.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, anche se spesso il testo si dilunga un po' troppo.
Diciamo che Il mulino di Amleto arriva indipendentemente a conclusioni simili a quelle del Serpente Cosmico.
Personalmente sono convinto che entrambi gli Autori abbiano ragione e cioè che questi miti sarebbero nati durante un periodo contrassegnato da numerosi passaggi ravvicinati di una cometa (o più comete) in linea con quanto ipotizzato da Napier e Clube ed è naturalmente logico che abbiano una origine comune (come sarebbe possibile che casualmente raccontino indipendentemente le stesse cose?). Inoltre, siccome sono presenti anche nelle popolazioni amerinde la loro origine deve risalire a prima della colonizzazione del Nuovo Mondo; miti del genere non esistono nell'Africa Subsahariana (o, meglio, quelli che ci sono potrebbero fare riferimento alla stessa situazione ma sono troppo diversi per avere una origine comune) e per questo si possono collocare dopo l'uscita dall'Africa.
Ho discusso diverse volte su questo argomento con l'amico Sandro, che mi ha fatto appunto conoscere il libro di De Santillana.
Pertanto ho pensato che il nucleo fondamentale di queste leggende sia nato in un'area collocabile da qualche parte nell'Eurasia sudoccidentale (tra Russia, Turchia e Iran) ben prima dell'ultimo massimo glaciale di 20.000 anni fa, in corrispondenza di una espansione verso settentrione dell'umanità all'inizio della fase piuttosto calda del MIS3 (Marine isotopic stage 3), che all'incirca si colloca tra 60 e 30 mila anni fa).
Ed ecco che arriva un articolo piuttosto interessante in materia proprio in questi giorni su The Astrophysical Journal Letters: Eric E. Mamajek et al.: the closest known flyby of a star to the solar system.
Nel contesto di un programma per l'individuazione e la classificazione di stelle nane brune finora trascurate nelle vicinanze del Sistema solare, l'anno scorso un gruppo capitanato da R.D. Scholz del Leibniz-Institut für Astrophysik Potsdam, ha scoperto un sistema stellare, denominato WISE J072003.20-084651.2, che dal nome dello scopritore è noto anche come stella di Scholz.
È composto da una stella principale, una nana rossa, e da una nana bruna dalla massa di circa ¾ della stella principale.
Questa stella pur essendo a distanza ridotta è rimasta sconosciuta perché è vicina al piano della galassia, è poco brillante e il suo movimento rispetto al sistema solare è lento.
Data la sua posizione, Mamajek e soci hanno quindi cercato di capire se WISE J072003.20-084651.2 possa capitare in un prossimo futuro nei dintorni del sistema solare. Hanno invece dedotto il contrario: la stella di Scholz è appena passato dalle nostre parti e questo è avvenuto circa.... 70.000 anni fa.
Questa è esattamente una situazione che va proprio a fagiolo con il Serpente cosmico e con il Mulino di Amleto e conferma il fatto che la base originaria della stragrande maggioranza dei miti eurasiatici rifletterebbe il ricordo di eventi reali, e cioè il passaggio di uno o più corpi celesti in prossimità della Terra, catapultati dalla nube di Oort verso il sistema solare interno dal passaggio ravvicinato della stella di Scholtz.
Inoltre noto con piacere che la datazione del passaggio tende a confermare pure la mia ipotesi sulla datazione di questi eventi.
2 commenti:
Letto tanto tempo fa, cito per quel che ricordo (perdono per le inesattezze).
Il Mulino di Amleto contiene affermazioni alquanto eterodosse, per esempio che gli antichi fossero a conoscenza della precessione degli equinozi (compreso il periodo). Inoltre i passaggi di era coincidenti con i segni zodiacali, molto New Age.
OK, ricordo molto poco ma non mi era sembrata una cosa seria. E la Von Dechend non ha prodotto altro (almeno non avevo trovato niente all'epoca).
Da ormai alcuni anni seguo il suo blog, con piacere. Ho anche, molto raramente commentato.
E' però la prima volta che leggo quello che sembra essere un profondo errore di fondo in un suo articolo, tale che lo rende quasi totalmente inutile.
Premettendo che io personalmente non sono astronomo ma solo appassionato, nel suo articolo di commento al paper di Scholz, Phil Plait, blogger e astrofisico, afferma che, se i calcoli sono corretti e se questo passaggio "ravvicinato" ha veramente "smosso" alcune comete, il loro arrivo nel Sistema Solare interno avverrà fra quasi 2 milioni di anni, dato che tale è la durata di un viaggio dalla nube di Oort al Sole.
Linko l'articolo:
http://www.slate.com/blogs/bad_astronomy/2015/02/19/close_encounter_near_stellar_flyby.html
Per cui non possono certamente aver ispirato vari miti sula Terra.
Aggiungo un'ultima cosa.
Per quanto affascinante, l'idea che i miti di popolazioni diverse si fondino su basi comuni è un terreno scivoloso. Mi ricordano le "prove" del Diluvio Universale addotte dai creazionisti o i lavori di Robert Bauval sulle piramidi di Giza. Se non erro molti antropologi in questi pattern comuni non vedono necessariamente cause esterne, come il bisogno di spiegare il passaggio di una cometa, ma costrutti comuni nati per analogia in popolazione distinte, a cui, per confirmation bias, noi oggi riconosciamo collegamenti inesistenti.
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