Scusate la mia lunga assenza ma ho
parecchi impegni nel periodo. Però data la situazione un breve
aggiornamento ci voleva. Il terremoto di stanotte in Emilia –
Romagna è stato decisamente fortino ma una considerazione
fondamentale da fare è che ancora una volta l'Italia non ne esce
bene come sistema di costruzioni perchè, alla fine, lo scuotimento
non è stato poi eccezionale. Diciamo che qualche campanile crollato
ci poteva stare, il resto mi lascia un po' perplesso. Ma qui facciamo delle considerazioni
diverse. Parliamo del meccanismo focale. Data la stringente attualità
posto preliminarmente delle note un po' stringate ma soprattutto con
un po' di immagini che spero possano chiarire meglio quello che è
successo.
La Pianura Padana è uno dei settori in
cui si divide il limite fra due zolle, la Placca Adriatica e la
Placca Europea. Per comprendere le cose è essenziale capire che il
Mediterraneo occidentale è composto da una serie di bacini oceanici
che hanno frantumato il bordo meridionale della catena alpina.
Oggi queste zone continuano a fare la
parte della Placca Europea ma sono state spostate verso Est, con in
più una rotazione in senso antiorario. Ritorniamo a circa 30 milioni di anni fa, quando Calabria, Sardegna,
Corsica, la parte sommersa a nord della Sicilia più vicina all'isola
(e secondo me anche la Toscana occidentale, ma non ditelo: sono
l'unico adesso che lo sostiene....) erano tutte unite lungo il bordo
dell'Europa tra le Alpi e la Spagna meridionale. Ne ho parlato in
questo post. L'immagine qui sopra rappresenta uno stadio intermedio tra quando queste aree erano ancora attaccate al bordo dell'europa ed oggi, tratta da Viti et al. 2009: Generation
of Trench-Arc-Back Arc systems in the Western Mediterranean Region
driven by plate convergence. Ital. J. Geosci, vol. 128 n,1 pp 89-106,
bisogna ritornare a
La zolla adriatica continua a pressare
questi brandelli di Europa ed infatti vedete in questa carta il
fronte di compressione che parte dalla Lombardia e finisce nel Canale
di Sicilia (nella carta non si vede il proseguimento verso ovest nel
Nordafrica). Nella zona dell'Emilia e della Romagna in particolare si
esplica in una serie di pieghe sotto la Pianura Padana.
In pratica Verona e Bologna si trovano
su due zolle diverse e i fatti si avvicinano più o meno
costantemente, sia pure alla non fantastica velocità di qualche
millimetro all'anno (per paragone: l'Australia va verso nord a 8
centimetri l'anno)
In particolare i terremoti si provocano
lungo i cosiddetti “Blind Thrust”: sono delle cosiddette “faglie
cieche”, cioè faglie che non arrivano in superficie: si formano
nella zona di nucleo delle pieghe perchè quando il piegamento
diventa troppo elevato alla fine la piega si rompe. Vediamo, prese da
"An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern
Italy: evidence for active blind thrust faulting", articolo ad
opera di Pierfrancesco Burrato, Francesca Ciucci e Gianluca Valensise
dell'INGV, pubblicato sulla rivista “Annali di Geofisica”, una
pianta della Pianura Padana con raffigurate queste pieghe.
Quest'altra
immagine invece raffigura la situazione in sezione. Le faglie sono le
linee rosse che per di più sono molto utili per la ricerca di
petrolio e di gas, in quanto formano delle “trappole" per gli
idrocarburi e/o sono una via preferenziale di risalita
4 commenti:
Ciao, posso chiederti informazioni sull'attività di eventuali faglie presenti in Sardegna?
Io ho vissuto a L'Aquila dove i miei parenti hanno affrontato il terremoto, ma da molti anni vivo in Sardegna, che viene considerata sismicamente sicura e inattiva.
Possibile che sia così? Spero che tu possa confermarlo, magari in un post, o comunque riuscire a farmi capire meglio come stanno effettivamente le cose.
Grazie
ovviamente in Sardegna di fagli ce ne sono una enormità, ma oggi non sono attive o quasi. La Sardegna ha due fasi tettoniche ben registrare, quella dell'orogenesi ercinica fra Carbonifero, Permiano e Triassico e la fase ologo-miocenica in cui si era impostato l'arco magmatico connesso alla subduzione della litosfera appenninica sotto l'Europa. In quella fase sono nati i bacini del Mediterraneo occidentale e la Sardegna, Corsica, baleari etc etc si sonoè staccata dalla costa fra le alpi e la Spagna(vedi http://aldopiombino.blogspot.it/2009/05/alkapeca-il-continente-perduto-della.html) (poi con l'apertura del tirreno dalla Sardegna si sono staccate Campania,Calabria e Sicilia)
Oggi la Sardegna e la corsica costituiscono una microplacca un pò "fuori" dalla zona cruciale e quindi sono sismicamente poco attive. In Sardegna c'è stata comunque attività vulcanica intensa sicuramente fino a 1 milione di anni fa nel sudest (non mi ricordo a memoria quando si è chiuso il ciclo, ma sicuramente prima di 700.000 anni fa)
In questo momento l'unico pericolo forte da questo punto di vista è quello di uno tsunami.
comunque ogni tanto anche zone interne alle placche possono dare dei terremoti (vedi Nueva Madrid nel XIX secolo o nel 2012 l'Australia ma è una ipotesi oggi molto remota per la Sardegna
Ciao ma se i terremoti sono di causa naturale perchè il primo ha avuto una provondità stanamente alta? 3000/6000 m di solito sono tra i 10000 m e i 20000 m vedi anche le scosse del 29 ?
innanzitutto scordiamoci la nozione che questo terremoto possa aver avuto una origine artificiale. Siamo forse alle solite con il fracking? Si, è vero, c'è una associazione fra fracking e terremoti e c'è un sospetto che gli due ultimi terremoti forti in Oklahoma e Virginia sono stati dovuti al fracking. In realtà in questo momento c'è provata solo una (molto, forse troppo) sospetta connessione temporale e la UE per esempio non ha dubbi su questo. Quello che ancora manca è capire perchè c'è questo fenomeno. Però il fracking non può essere usato in Italia semplicemente perchè non ci sono le rocce adatte, quindi non c'entra nulla.
Le estrazioni di petrolio e gas possono fare questo? ho grossi dubbi nel semnso che non ci sono dati in bibliografia che lo accertino.
Ripeto che il terremoto è avvenuto in un posto dove era certificata la possibilità che potesse avvenire, con questo meccanismo focale e questa magnitudo. Non diciamo quindi idiozie: è un terremoto NATURALISSIMO.
Quanto alla sua profondità, ricordiamoci che ipocentro ed epicentro sono delle nozioni di comodo, in realtà quello che si muove è una superficie. Non vedo perchè questa superficie non dovesse cominciare a rompersi in una zona abbastanza superficiale... tutto qui: non ci trovo niente di strano.
Posta un commento