martedì 16 marzo 2010

Il Paleocene e i suoi caratteristici carnivori

La repentina scomparsa di molte specie dominanti alla fine del Cretaceo, dovuta o a meteorite dello Yucatan o (molto più probabilmente) alla eruzione dei Trappi del Deccan ha avuto grossi effetti sulla vita sulla terra e nei mari.

Come è noto è stata una estinzione piuttosto selettiva. In mare  sono scomparsi quasi tutti i grandi rettili (ittiosauri, mosasauri, plesiosauri), nonchè ammoniti e belemniti. Sulla terraferma fra gli arcosauri, scomparsi i dinosauri, resistono (almeno in parte) quelli piumati (gli uccelli), e i coccodrilli. Questi ultimi hanno approfittato del fatto che gli ambienti fluviali sono stati quelli meno intaccati dal problema e potrebbe darsi che anche le tartarughe attuali derivino da quelle che all'epoca vivevano in quegli ambienti.

Comunque all'inizio del Paleocene la Terra era sostanzialmente priva di animali di grosse dimensioni. Le testimonianze paleontologiche dimostrano che l'inizio del Paleocene sulla terraferma si contraddistingue per l'originalità delle faune al vertice della catena alimentare: tra l'età dei teropodi e l'avvento dei mammiferi predatori in Eurasia questa "prestigiosa" nicchia ecologica è stata temporaneamente appannaggio di uccelli e coccodrilli.

Cominciamo dai mari. I pesci furono i vincitori assoluti: scomparsi animali nuotatori come ammoniti e belemniti i pesci ossei potettero differenziarsi come fecero gli squali, a loro volta liberatisi dai grandi rettili marini. Proprio nel Paleocene si sono diversificati i principali gruppi adesso esistenti di pesci ossei e di squali. Questi ultimi solo con la comparsa dei cetacei, 20 milioni di anni dopo, hanno trovato dei competitori (curiosamente, le loro forme carnivore di maggiori dimensioni risalgono proprio al periodo in cui sono comparsi i cetacei).

Ma le maggiori sorprese le abbiamo sulla terraferma. Alla fine dell'era mesozoica i mammiferi erano in generale animali di piccole dimensioni, erbivori o al più insettivori. Tra i futuri dominatori della terra e (in parte) dei mari, nessuno era ancora pronto ad assumere il ruolo dei grandi carnivori al vertice della catena alimentare, posto che attualmente ricoprono ad eccezione dei fiumi caldi dove vivono coccodrilli e affini.

I mammiferi placentati euroasiatici infatti hanno impiegato un pò di tempo per evolvere forme carnivore di una certa dimensione. Probabilmente derivano da forme insettivore: il passaggio tra un animale che si nutre di insetti ad uno che su nutre di piccole prede non presenta grosse difficoltà.

Solo in America Meridionale mammiferi carnivori erano ben presenti, ma anziché placentati erano marsupiali che si estinsero decine di milioni di anni dopo, all'arrivo nel continente dei loro più efficenti omologhi placentati nordamericani. Condividevano la posizione con gli "uccelli del terrore", le Phorusrhacidae.

Pertanto nel Paleocene inferiore e medio dei continenti settentrionali troviamo in questa nicchia ecologica forme tanto diverse quanto tipiche di questo periodo
 
E chi erano questi “cattivi” del primo Paleocene di Eurasia e Nordamerica? Coccodrilli e uccelli. I coccodrilli  divennero importanti predatori terrestri, un po' come gli attuali Varani di Komodo (che tuttora predano cervi e suini selvatici). Fra questi Sebecosuchidi e Pristochampdidi dominavano le pianure. I Sebecosuchidi erano predatori attivi. I Pristochampdidi avevano zampe robuste e moto più lunghe dei coccodrilli acquatici. quindi l'andatura era alta e avevano svilupato una attitudine alla corsa.  Secondo alcune ricerche addirittura alcune specie erano capaci di alzarsi sulle zampe posteirori

Oltre all'aver vissuto nei fiumi, è possibile che i coccodrilli debbano la loro sopravvivenza anche alla loro capacità di restare digiuni per molto tempo. Un altro fattore che li ha aiutati è stato il clima, sostanzialmente caldo, del terziario inferiore per cui la loro diffusione all'epoca era abbastanza ampia, fino alle medie latitudini. Il loro declino oltre che per la competizione sulla terraferma dei mammiferi carnivori iniziò presto anche per la progressiva diminuzione delle temperature che si è avuta dall'eocene in poi.

Si spartivano il ruolo di grandi carnivori con degli uccelli, i Diatryamidi che hanno sviluppato quindi una evoluzione convergente con le phorusracidae del Sud America: in Europa c'era il Gastornis, alto fino a 1,75 metri, mentre fra i suoi omologhi americani, anch'essi di rispettabili dimensioni, alla fine del paleocene sarebbe apparso il Diatryma, alto fino a quasi 2 metri e mezzo. 
Strettamente imparentati fra loro, i Diatryamidi si differenziarono quando l'Eurasia si divise dall'America Settentrionale. Sono ancora incerte le relazioni fra questi e gli altri uccelli, anche se taluni studiosi li collegano alle anatre, mentre le Phorusracidae sudamericane sono imparentati con le gru.

Ci sono voluti una decina di milioni di anni ai mammiferi placentati carnivori per conquistare tutti gli ambienti e arrivare a medie dimensioni. I primi furono i Creodonti, fra, cui una specie di successo fu Hyaenodon. Seguì un altro gruppo di carnivori, ungulati, e cioè i Mesoniochidi. 
I coccodrilli terrestri non riuscirono a tenere testa ai nuovi competitori e si estinsero presto. Invece i Diatryamidi sono riusciti a sopravvivere ben oltre l'inizio dell'Eocene, ma comunque non sono sopravvissuti nei periodi successivi.

5 commenti:

Juhan ha detto...

Bellissimo. Ci vorrebbero però, secondo me, più figure, anche piccole altrimenti resta un elenco di nomi.
Domanda: ma gli uccelli di quelle dimensioni volavano?

Aldo Piombino ha detto...

sai, il primo problema è che di immagini non ce ne sono tante e per lo più sono coperte da copyright...
per quanto riguarda gli uccelli, sia il diatryma e i suoi simili euroasiatici o nordamericani che le phorusracidae sudamericane non erano in grado di volare. In particolare erano decisamente troppo pesanti sia nel becco che nelle zampe.
Praticamente più o meno vivevano e cacciavano da teropodi

Juhan ha detto...

Allora a googlare e wikare!
(sì lo so che sono parole che non ci sono e la seconda l'ho inventata per l'occasione ed è davvero brutta).

David Bressan ha detto...

Per caso (o forse abbiamo scoperto l´evidenza dei campi morfogenetici) ho pubblicato un breve riassunto sugli uccelli del terrore:

http://paleomammiferi.blogspot.com/2010/03/uccelli-del-terrore.html

PiT ha detto...

Sugli uccelli del terrore si sa abbastanza, mentre per quanto riguarda i Sebecosuchidi ed i
Pristochampdidi si sa veramente poco, un Coccodrillo che si alza su 2 zampe sarebbe incredibile da vedere. Speriamo che qualcuno prima o poi faccia uno studio approfondito su questi rettili.