lunedì 1 giugno 2009

Situazione più calma in Arabia Saudita, anche se persiste l'allarme

Alla fine nulla è successo in Arabia Saudita.
Avevo espresso nella discussione su “eruptions” qualche dubbio in proposito. Più che altro mi pareva strano che fosse la risalita dei magmi a provocare i terremoti. E' più probabile che sia il contrario, e cioè che i meccanismi di apertura del Mar Rosso provochino la formazione di magmi che poi riescono a risalire quando la tettonica glielo permette. E che di vulcani da quelle parti ce ne siano tanti (sia pure contrassegnati da una attività saltuaria) è assolutamente evidente, anche se mancano grandi apparati: molti coni sono dovuti a una singola eruzione. Questa crisi sismica evidentemente non è stata sufficiente per permettere ai magmi la risalita fino alla superficie.
Del resto non è chiaro neanche se ci siano stati davvero i fenomeni sub-vulcanici di cui si parlato (fumi, aumento della temperatura nei pozzi e altre cose del genere).

Comunque i mercati mondiali del petrolio non hanno risentito del problema, sia perchè non ci sono oleodotti in zona, sia perchè una eventuale eruzione nell'area non avrebbe avuto caratteristiche esplosive, per cui non ci sarebbero state difficoltà nel traffico marittimo né in quello a terra del greggio
Gli unici disagi sarebbero stati per il traffico aereo che avrebbe dovuto evitare l'area, ma evidentemente sarebbero stati molto limitati.
Comunque lo sciame sismico di Al-Ais resterà nella storia della vulcanologia: scienziati ed appassionati hanno potuto seguire “in diretta” l'evolversi della situazione.

La situazione però non è ancora risolta: i tremori continuano e quindi alla popolazione non è ancora stato permesso il ritorno a casa: lo conferma giusto oggi il quotidiano online Arab News.

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