domenica 25 novembre 2007

La Sacra Sindone ed il Carbonio 14 (senza parteggiare fra clericali ed anticlericali)

Ieri sera ho visto “Terzo Pianeta”, la nuova trasmissione di Tozzi e vorrei fare alcuni appunti sulla questione della Sindone.

Premetto che non ho intenzione di disquisire sulla autenticità o meno del reperto, anche per non scomodare concetti come l'esistenza di Dio e/o del personaggio storico Gesù Cristo. Vorrei comunque definire un “nuovo” concetto di autenticità per la Sindone, cioè che sarebbe autentica se fosse “un lenzuolo usato nel I secolo DC in Palestina per seppellire un morto”, indipendentemente dal problema di “chi” sia il morto in questione, e “liberando” il problema da una lotta tra atei, probabilmente interessati a smentirne l'autenticità e credenti, probabilmente interessati a confermarla.

Quindi per la sindone ci sono 2 partiti, quello dell'autenticità (con la implicita conseguenza che si tratti del sudario di Gesù e non di un morto “qualsiasi”) e quello del falso. Il drammatico da un punto di vista scientifico è che anche in questo caso gli studiosi partono con una conclusione e la vogliono dimostrare. Il che non è molto scientifico...

Annoto che uno studio sui pollini attesterebbe (il condizionake è d'obbligo) un itinerario del telo compatibile con quello tradizionalmente accettato, dalla Palestina all'Europa transalpina passando per l'Asia Minore. Quindi potrebbe davvero essere un reperto originale, nel significato di autentico che ho dato prima, magari “revisionato”, perchè no, da un abile falsario in Francia.

La mia critica riguarda la datazione radiometrica che qualche anno fa il Cardinale Ballestrero, allora arcivescovo di Torino, aveva fatto fare. Fu ricavato che la Sacra Sindone era stata tessuta verso il 1300 DC, ed era quindi un falso. Probabilmente i risultati delle analisi sia pure analiticamente corretti, non sono significativi. Vediamo perchè.

Ci sono vari sistemi che, attraverso i rapporti fra alcuni isotopi radioattivi e non, permettono di ricavare l'età di alcuni oggetti. Il metodo si basa sul confronto fra la quantità di alcuni isotopi presenti adesso e quella che si suppone fosse la composizione alla formazione del corpo. Ogni isotopo radioattivo è caratterizzato da un proprio tempo di dimezzamento, il tempo impiegato dall'isotopo per dimezzare la sua quantità. I principali metodi sono il potassio-argon, il rubidio-stronzio, il carbonio 14 e quelli legati al decadimento radioattivo dell'uranio e del torio.

La scelta di uno di questi metodi dipende dall'età presumibile e dalla composizione chimica dell'oggetto da datare. Il radiocarbonio è il metodo più valido per datare materiali organici relativamente recenti, almeno entro i 100.000 anni di età. Si basa sul decadimento dell'isotopo C14. Il C14 si forma continuamente nell'atmosfera grazie ai raggi cosmici che trasformano l'azoto 14 ed entra a far parte dei cicli naturali del carbonio. Quindi anche il notro organismo contiene una percentuale di questo isotopo. Il C14 non è stabile, ma si trasforma di nuovo in N14, con un tempo di dimezzamento di 5.600 anni (cioè, su 1000 atomi che si formano oggi, fra 5600 anni ne rimarranno 500, dopo altri 5600 anni 250 e quindi dopo 16800 anni saranno solo 125 e via discorrendo).

C’è poi una terza condizione fondamentale: l’oggetto da datare non deve aver subìto dal tempo della sua formazione delle reazioni chimiche che abbiano alterato le quantità degli elementi e degli isotopi da analizzare, sia levandoli che apportandoli. Quindi, rispetto agli elementi che si vogliono analizzare, il sistema deve essere sempre stato chimicamente “chiuso”.

Sulla base di quest’ultima condizione è chiaro che per la datazione della Sacra Sindone non si possa utilizzare il metodo del C14: l’esposizione al fumo delle candele ha continuamente apportato sul telo del carbonio "fresco", come del resto è successo in maniera massiccia durante l'incendio della chiesa di Chambery dove era custodito. Ovviamente oltre al normale C12, è entrato anche altro C14 , “ringiovanendone” l'età radiometrica. Quindi i calcoli sulla base della quantità attualmente presente di C14 non possono che mostrare un’età molto più recente del manufatto rispetto a quella vera.

Chiaramente il risultato è stato criticato dai clericali, con accuse folli ai laboratori di scambio di campioni od altro. Gli anticlericali sono stati zitti, accontantandosi della vittoria, facendo finta di non accorgersi dell'errore (forse pure amplificato avendo usato i bordi estremi del manufatto) e dimostrando che anche a loro importano più le conclusioni dei fatti. Entrambi gli schieramenti hanno quindi perso una buona occasione per rendersi corretti davanti ad osservatori neutrali.

Ripeto che questa osservazione vuole focalizzarsi su un aspetto particolare della questione, senza entrare in altre questioni che attualmente non mi interessano.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto l'argomento Sindone che con l'ostensione 2010 è tornato di attualità, navignado sul web mi sono imbattuto in questo articolo di 3 anni fa.
Riguardo la tesi conclusiva circa le "contaminazioni" del c14, domando:
1) Ciò significa che TUTTI gli esami eseguiti col c14 su reperti storici, di fatto, potrebbero essere contestati?
2) Se la risposta alla precedente domanda fosse NO, perchè allora nel caso della Sindone l'esame potrebbe essere contestato in modo più significativo rispetto agli altri reperti?
Grazie per le eventuali risposte

Aldo Piombino ha detto...

ringrazio per l'attenzione.
Allora, per ottenere una giusta datazione radiometrica occorre che il "sistema, dalla sua formazione, sia rimasto chiuso rispetto agli elementi chimici con i quali si ottiene".
E' possibile che il pezzo della Sindone utilizzato per la datazione non abbia avuto nuovi apporti di carbonio dopo che il telo è stato esposto a fumo delle candele e persino coinvolto in un incendio? permettetemi di avanzare qualche dubbio.
quanto ad altri reperti, ritrovati in tombe o a seguito di scavo,non hanno avuto apporti di carbonio da quando si sono formati e quindi la datazione può essere considerata affidabile

Anonimo ha detto...

Grazie, finalmente un approccio scientifico oggettivo. Giovedì 06 maggio, ho partecipato ad un incontro sullo studio della Sindone, tenuto da un paleopatologo (per chi non lo sapesse, medico patologo, specializzato nello studio di reperti archeologici, come mummie e simili)il quale ha fatto una premessa del tutto simile alla sua, non stabilire se la Sindone ha avvolto il corpo di Gesù, ma se ha avvolto un corpo e in che epoca.
Le considerazioni sull' attendibilità dell' esame del C14, sono state assolutamente corrispondendi alle sue. C'è poi stato lo studio dal punto di vista medico sui reperti di sangue e tutti gli altri segni del telo. La conclusione è stata che quel lino,databile nella prima metà del primo secolo, ha avvolto il corpo di un uomo crocefisso con il metodo usato dai Romani.
Grazie e saluti
Ettore

Aldo Piombino ha detto...

ringrazio per la stima. Vedo che allora qualcun altro è del mio parere...
Certe cose vanno discusse scientificamente e non religiosamente. E nel dibattito sulla Sindone oltre ai cattolici anche gli atei razionalisti fanno una campagna un pò religiosa.

Il concetto base è questo: io discuto di scienza e purtroppo spesso mi sono ritrovato (e contino a ritrovarmi) in contrasto con persone che scrivono scienza ma pensano religione.

e specialmente in un caso come questo che coinvolge emotivamente parecchie persone è necessario muoversi con i piedi di piombo, sia ad essere credenti che no: troppo il rischio di strumentalizzazioni.

Poi permettetemi una ulteriore riflessione: non capisco quale sarebbe il problema per i credenti se venisse fuori davvero che la sindone sia un falso...
mi sembra che abbiano problemi ben più difficili da affrontare

Anonimo ha detto...

Assolutamente d' accordo.
Pare di capire, che la reale natura della Sindone, interessi maggiormente i non credenti, perchè per un Cristiano, che la Sindone sia autentica o contraffatta, non è fondamentale, non è su quel telo che si fonda la fede.
Saluti
Ettore