domenica 12 aprile 2020

la bufala dei due vulcani a Krakatoa, di cui uno pericoloso e l'altro no


Occorrono alcune precisazioni sulla questione Krakatoa (o Krakatau) perché su vari siti (specialmente quelli meteo acchiappaclick) sono venute fuori cose demenziali.
La prima è che secondo qualcuno Krakatau e Anak Krakatau (letteralmente: il figlio di Krakatau) siano due vulcani diversi e la seconda che il Krakatau non abbia più eruttato dal 1883: questa è una follia pura. Tralasciamo poi le conclusioni di questi assurdi testi... Come pure è una bufala quella dei 15 vulcani in eruzione adesso spacciati per una cosa eccezionale... (ma di questo evito per ora di parlare)


Formazione di una caldera - credit USGS
La prima cosa che mi viene in mente è che chi dice così non abbia la benché minima idea di cosa sia un collasso calderico (quello che è successo il 27 agosto del 1883). Lo ricapitolo: in pratica durante una eruzione per qualche motivo la camera magmaticha che conteneva il magma si svuota e il suo soffitto crolla. Ne segue una esplosione enorme che immette in atmosfera quan grande quantità di ceneri ed altre schifezze che ammorberanno l’atmosfera, in genere per un pèeriodo variabile tra i due e i cinque anni. Le peggiori eruzioni sono capaci di sconvolgere il cima terrestre, come nel 535 EV o nel 1815 (l’anno senza estate). Il risultato sul campo è invece una ampia depressione di forma più o meno ellittica, talvolta circolare, spesso occupata da un lago. In mare ci potranno essere una serie di isolotti formati dai contrafforti più alti del bordo calderico, come si vede nella foto qui sotto che raffigura proprio Krakatau. Estremamente spettacolare la situazione che c’era fino all’eruzione dei mesi scorsi nel vulcano Taal nelle Filippine… una grande caldera riempita da un lago e un'isola con un  nuovo cratere in mezzo a sua volta in parte occupato da un lago (che l’ultima eruzione ha eliminato).
In Italia i laghi del Lazio sono tipici esempi di caldere (ah, a proposito… almeno i colli Albani sono ancora un vulcano attivo sia pure in quiescenza, ed è possibile che questo valga pure per i monti vulsini). 
Alle volte dopo la formazione della caldera si assiste ad una stasi dell’attività, oppure alla sua definitiva conclusione. Ma spesso dentro le caldere si formano diversi nuovi coni. 
Insomma, il concetto secondo il quale la formazione della caldera coincida con la fine dell’attività di un vulcano è sbagliato.  

I bordi della caldera affioranti sopra il livello del mare
a Krakatoa con Anak Krakatau in mezzo 
Come non è automatico il fatto che un vulcano che ha provocato una eruzione devastante si debba sempre comportare così in qualsiasi eruzione. Molti vulcani però hanno intervalli di tempo fra una eruzione e l’altra di migliaia di anni se non di più. Ma in genere non è così e proprio Santorini ne è un esempio: dopo l’eruzione che distrusse l’isola e - presumibilmente - anche la civiltà minoica, l’attività vulcanica è proseguita costruendo una serie di duomi lavici e colate che hanno formato due isole verso il centro della caldera. L’ultime eruzione è avvenuta nel 1950 e nessuno fuori da lì se ne è accorto, se non leggendo eventuali notizie sulla stampa. Inoltre chissà quanti vulcani nei prossimi 20.000 anni esploderanno e magari oggi non hanno una caldera.

Krakatau non fa eccezione. Già nel passato si era esibito in prestazioni "pirotecniche" di cui ora rimangono come tracce solo un pò di tufi nelle zone che circondano lo stretto della Sonda. Dopo la drammatica eruzione del 1883 che causò decine di migliaia di morti per lo tsunami e mesi di tramonti molto particolari in tutto il mondo, colti da molti pittori (il più famoso quadro che li raffigura è l’Urlo di Munch), del vulcano esploso restano sopra il livello del mare solo alcuni piccoli lembi dell’allineamento della caldera (un po' come il Monte Somma che circonda il Vesuvio o i monti che circondano il lago di Bolsena). Il fatto è che nello stretto della Sonda la maggior parte dell’orlo della caldera si trova sotto il livello del mare e quindi quello che emerge non è assolutamente “il vecchio cono” ma solo la parte più alta del bordo della caldera risultante dall’esplosione. Non è quindi un vulcano diverso!
La realtà è che dopo il 1883 l’attività è continuata, fino a quando, come era successo a Santorini, al centro di quei piccoli lembi l’11 giugno 1930 ha fatto capolino dalla superficie del mare il nuovo vulcano, sempre abbastanza attivo, la cui vetta un anno e mezzo fa si ergeva ben al di sopra dei 300 metri dal mare circostante. In buona sostanza, l'affermazione secondo la quale Anak Krakatau sia un vulcano “altro” è una colossale idiozia.

Insomma … se anzichè un’isola si fosse trattato di un vulcano di terraferma nessuno si sarebbe preso la briga di chiamarlo con un nome nuovo quando è riapparso  tra le onde dello stretto della Sonda, tantomeno avrebbe sparato la fesseria galattica secondo la quale se erutta questo non è un problema mentre se erutta “quell’altro” si perché c’è il rischio che esploda.
Ma porc… ma perché gente che non ne sa nulla parla di cose che non sa e non intende? Ah, già… così la gggggente clicca sul link…


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