giovedì 27 ottobre 2016

L'attivazione della parte settentrionale della faglia del Monte Vettore negli eventi sismici del 26 ottobre


Scrivo una breve nota, e piuttosto frettolosa, su quanto è successo ieri, ma gli impegni sono tanti e devo scappare: oggi presentiamo la Cattedra UNESCO sulla gestione del rischio geo - idrologico, collaborazione fra i dipartimenti di Scienze della Terra e di ingegneria civile ed ambientale dell'università 
Noto che in questo periodo più che storia della Terra sto un pò troppo parlando di disastri: avrei altre cose da finire di pubblicare ma purtroppo la cronaca e le ricorrenze mi impongono queste priorità.


In questa immagine vediamo i tensori degli sforzi delle due scosse di ieri emessi dal GFZ di Potsdam: la vicinanza nel tempo e nello spazio e l’orientazione dei piani di faglia hanno subito fatto pensare che si trattasse di due eventi occorsi sulla stessa faglia.

Sulla situazione sismica devo fare alcune considerazioni:
1. fra il sisma della Valdelsa di martedì e quelli di ieri sera nell’Appennino centrale non ci sono connessioni dirette (se non il fatto che, ovviamente, tutto è in qualche modo legato facendo parte dello stesso erogene)
2. che dopo l'evento di Amatrice ci fosse un aumento della probabilità di avere altre scosse forti nell'area era noto: lo dice la storia sismica dell’Appennino tra Umbria e Marche
3. nessuno poteva prevedere questa scossa e nessuno l'ha prevista

Iniziamo da cosa è successo ieri. Questa carta è stata pubblicata sul gruppo di geologi.it da Paolo Galli, un geologo romano che lavora per la Protezione Civile e che si è fatto tutto il cratere del terremoto di agosto. È lui, per esempio, che ha mostrato per primo il movimento sulla parete del Monte Vettore. Uno che, insomma, lavora e divulga. Ce ne fossero…
La carta, prodotta meno di due ore dopo la seconda scossa, è la dimostrazione del  suo impegno e del fatto che le due scosse hanno riguardato la stessa struttura.
A NE i due epicentri di ieri sera (stelle nere). Quelli principali di agosto sono contrassegnati dalle stelle rose
Si vede che si è attivato il settore più settentrionale della faglia del Monte Vettore, alla cui parte meridionale si devono ascrivere invece le scosse di agosto.

Nella immagine qui sotto invece vediamo il sistema del Monte Vettore e, accanto, quello di Norcia, presa da [1]

Tutti questi sistemi di faglie dell'Appennino, che dal meridione d'Italia arrivano alla Toscana orientale, rappresentano la zona di giunzione fra due blocchi a direzione di movimento diversa: li vediamo nel sistema di riferimento dell’Europa Stabile in una immagine da [2]: il blocco ad est si muove verso NE, mentre quello occidentale verso NNW e che dimostrano come la placca adriatica si stia incuneando nell’Europa come fa l’India nell’Asia. Le conseguenze sono parecchie:
1. Nell’Appennino centrale e in Italia meridionale l’attività sismica si esplica attraverso faglie normali di significato estensionale
2. nel settore Emiliano – Romagnolo invece i due blocchi si scontrano e ci sono i terremoti compressivi come quelli del 2012
3. un’altra zona di compressione è il nordest italiano, con i terremoti compressivi della fascia pedemontana alpina, specialmente in Friuli ma non solo

Questo incunearsi (anzi, indentarsi... nomaccio..) della placca adriatica nell’Europa ha anche avuto come conseguenza lo spezzamento della catena alpina e l’allontanamento del settore alpino da quello dei Carpazi.
Notiamo anche che in questo momento la zona che nel passato geologicamente recente è stata oggetto di compressione (e cioè la costa adriatica) non è attualmente in compressione. Quindi l’Adriatico centrale non si sta attualmente chiudendo, come peraltro dimostrano i meccanismi focali dei terremoti, ripresi da [3]: l’unico settore realmente in compressione nella zona di convergenza che troviamo a N ed E della catena appenninica è dunque adesso quello padano.

Vediamo adesso alcuni aspetti della vox populi che non significano niente ma che vengono ripetuti spesso in questi giorni e cerchiamo di finirla con queste relazioni imaginarie fra pianeti, macchie solari, tempeste solari, terremoti e temperature e, financo, scie chimiche:

1. Caldo anomalo: non c’è nessuna correlazione fra le temperature atmosferiche e le condizioni meteo-climatiche del presente e i terremoti. Una connessione clima – tettonica c’è ma è quella del passato di quando si formavano queste rocce sedimentarie, visto che la sedimentazione è spesso influenzata dal clima (in particolare quella calcarea e quella delle evaporiti, rocce molto diffuse in fasi tettoniche piuttosto particolari quando queste ultime si verificano in aree calde e secche)
2. relazioni pianeti – terremoti: le elucubrazioni di Bendandi sono semplicemente demenziali (come valvole antisismiche ed altri dispositivi del genere). C’è invece una possibilità (ancora in studio) di relazione fra un certo tipo di sismi e le maree: un terremoto si verifica quando gli sforzi su una faglia vincono l’attrito e se siamo vicini al punto di rottura, anche una minima dimiuzione dell’attrito dovuta alle forze mareali nella fase di bassa marea (e bassa gravità) potrebbero diminuire l’attrito di quanto basta perché lo sforzo abbia il sopravvento e avvenga il movimento.
3. non mi vengano a dire, DOPO il terremoto, che qualcuno lo aveva previsto. Le previsioni si fanno prima, non si annunciano dopo… I fans dell’apprendista stregone sono avvisati
4. i terremoti non c’entrano nulla con la bufala delle scie chimiche, come invece affermano i soliti “ricercatori indipendenti” fuffari che hanno ricominciato ad imperversare

[1] Galadini e Galli (2000) Active Tectonics in the Central Apennines (Italy) – Input Data for Seismic Hazard Assessment Natural Hazards 22, 225–270
[2] Farolfi & Delventisette (2016) Contemporary crustal velocity field in Alpine Mediterranean area of Italy from new geodetic data GPS Solutions DOI 10.1007/s10291-015-0481-1
[3] Sani et al. 2016 Insights into the fragmentation of the Adria Plate, Journal of Geodynamics, in press

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