domenica 28 agosto 2016

Come far "passare" le istanze dei geologi sulla sicurezza e su cosa prevedere a proposito dei terremoti


Il gruppo facebook “Geologi.it” ha ricevuto in questi giorni una nutrita serie di richieste di iscrizioni, ovviamente accettate. Mi piace molto la richiesta di iscrizione in un gruppo che in generale propone cose serie (a parte qualche intemperanza). Mi auguro che i colleghi geologi siano comprensivi per le domande che i nuovi non geologi porranno (talvolta un pò assurde specialmente quando chiedono lumi su emerite idiozie trovate in rete) e quindi che rispondano con educazione e competenza. Dispiace solo che di geologia si parli solo e soltanto in concomitanza di catastrofi naturali.
Ai nuovi iscritti non geologi chiedo alcune cose:
- non limitatevi a parlare di geologia solo durante le emergenze, ma, anzi, se ci date una mano a diffondere la cultura geologica saremmo contenti: soltanto diffondendo una cultura geologica seria potrà nascere un movimento scientificamente corretto che, portando avanti le istanze della geologia, cercherà di far capire che i georischi non potranno essere eliminati, ma quantomeno potranno esserne limitati gli effetti 

- prima di condividere sulle vostre pagine dei post spesso assurdi prima ci chiediate cosa ne pensa la scienza

- da ultimo vediamo se si riuscirà a finirla con questo adagio "passato lo disastro, dimenticato lo geologo"

E adesso passo proprio a parlare di un esempio di cosa NON si dovrebbe scrivere. Mi dispiace perché sembra che, dato la persona di cui parlo, voglia metterla in politica. Ma non è così, e spero che mi capiate e comprenderete. D'altro canto io e questa persona abbiamo iniziato un dialogo e certamente conta molto l'approccio con cui ti avvicini ad un personaggio per contestarlo: un conto è presentarsi educatamente e dire "le cose non stanno così, perchè etc etc", un altro è dargli di capra come ha fatto qualcun altro. Alla fine si dice la stessa cosa, ma in modi profondamente diversi e secondo me deve prevalere il cercare un approccio costruttivo se si vuole che il pensiero dei geologi "passi".

LE INCREDIBILI ACCUSE DI LENTEZZA ALLA PROTEZIONE CIVILE. Purtroppo nelle prime ore dopo il sisma sono già partite le idiozie complottiste (su cui prima o poi parlerò) e sui ritardi della Protezione civile.
Fra questi si è distinto Aldo Giannuli, un intellettuale, uno storico che anche alla trasmissione Omnibus su La7 ha detto questo. Eppure si tratta di una persona intelligente, di grande peso politico e dalla non comune cultura. Quindi leggere certe cose scritte da lui e non da un internauta qualsiasi dispiace e non poco.

Ora, capisco Giannuli e le sue esigenze politiche per le quali deve contestare il governo, impresa “non difficile” di suo con qualsiasi governo e in qualsiasi nazione, e sono d’accordo che se una scuola ristrutturata nel 2012 crolla come un castello di carte qualcosa non funziona, ma mi chiedo innanzitutto se Giannuli sia stato mai da quelle parti.
Sui presunti ritardi faccio notare (e non sono il primo) come i luoghi del terremoto siano difficili da raggiungere: si tratta di strade fra le più paesaggisticamente suggestive del nostro Paese (tutto dire…), ma strette e tortuose, dove è già difficile muoversi velocemente in condizioni normali: da Rieti ad Amatrice ci sono oltre 60 km che senza traffico in condizioni normali richiedono ad un'automobile almeno 60 minuti, come dall'Aquila; mentre da Foligno diventano rispettivamente 110 km e 90 minuti. E questi valori, notate bene, sono centrati per un'automobile in condizioni di traffico normali. 
Qui si parla invece di colonne di mezzi pesanti che, oltre ad organizzare la partenza, dopo il terremoto devono controllare al passaggio la tenuta di ogni piccolo ponticino, e con le carreggiate piena di massi caduti dalle pareti rocciose che vi incombono. Inoltre, arrivati ai paesi, eccoci alle stradine strette e bloccate dalle macerie.
Direi che quanto è successo subito dopo il terremoto sia stato invece un capolavoro di velocità ed efficienza del sistema nazionale di Protezione Civile, di cui andare orgogliosi.

IL POST DI GIANNULI: UN OTTIMO INIZIO. Dopo l'improvvida uscita a Omnibus, Giannuli si è distinto con un suo post in cui alterna cose molto intelligenti ad autentiche bestialità scientifiche.
Dopo un cappello assolutamente condivisibile, e cioè:
Di fronte a catastrofi di questa portata (al momento in cui scrivo i morti sfiorano i 250! E molti sono bambini) riesce difficile dire qualsiasi cosa.Le vite perdute, le sofferenze di chi resta e ha perso tutto: parenti, amici, casa, ambiente sociale, le distruzioni dei beni artistici sono cose che tolgono la voglia di dire ogni parola. Quel che più pesa è il senso di impotenza nell’aiutare chi è rimasto. Certo: donare sangue, sottoscrivere, anche cercare in qualche modo di partecipare ai soccorsi (ma con cautela per non essere più di impiccio che di aiuto), ma è poco, disperatamente poco rispetto all’entità della tragedia.
si pone una domanda intelligente:
Eppure dobbiamo forzarci e fare l’unica cosa possibile: capire perché questo paese resta maledettamente indifeso rispetto a catastrofi naturali inevitabili, ma che possono essere limitate nei loro effetti, mentre questo non avviene. “L’Aquila non ha insegnato niente”: questo il titolo, per una volta condivisibilissimo, dell’Huffington Post. La prevenzione resta totalmente assente.
Insomma, come non concordare? Da quando il mondo delle Scienze della Terra sta insistendo inascoltato su questo?

MA ECCO GLI ERRORI DRAMMATICI DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO. Purtroppo subito dopo il Nostro comincia a “spararla grossa”:
Il terremoto ha preso tutto di sorpresa? Malissimo, vuol dire che la necessaria opera di monitoraggio è stata fatta con i piedi ed in una zona notoriamente sismica. Non esistono terremoti che non hanno avvisaglie e sbucano all’improvviso. Questa volta a colpire è il livello molto alto del centro del sisma, sono a 4 km di profondità e vogliamo spiegazioni su questo. Poi, al solito, la Protezione civile che funziona male ed in ritardo.
Zero in geofisica, direi... Mi chiedo come sia possibile che ancora persone influenti e di una certa cultura possano scrivere cose del genere. 

I monitoraggi non hanno previsto il terremoto... mi chiedo quali siano i monitoraggi che consentono di prevedere l’arrivo di un terremoto. E soprattutto come fa a dire che non esista che un terremoto non dia avvisaglie
Mi piacerebbe sapere dove ha letto queste cose… mi pare strano che io, con 35 anni di geologia alle spalle non ne sappia niente di cose così eclatanti … 
Dopodichè, è vero: siamo davanti ad un sisma estremamente superficiale, ma francamente non capisco il livore sulla richiesta di spiegazioni sulla bassa profondità ipocentrale.

Poi confonde (probabilmente senza rendersene conto perché ha idee confuse sulla questione) monitoraggi e prevenzione, attaccando nuovamente la Protezione Civile in maniera vergognosa:
Di questo deve rispondere in primo piano l’autorità politica centrale e locale. Lasciamo passare i giorni del lutto, ma dopo i conti occorrerà farli. Vogliamo sapere perché il sistema di controllo geologico funziona così male, perché non si è fatto nulla per realizzare misure di prevenzione e consolidamento del patrimonio immobiliare, perché la protezione civile è questo pachiderma così poco funzionale.Ma, per ora, la solidarietà umana con i sopravvissuti ed il lutto per quelli che non ci sono più prevale su tutto. Questi sono i giorni del dolore, dopo verranno quelli dell’ira.
Ripeto ancora una volta di essere d’accordo con la sua richiesta di capire cosa non ha funzionato a proposito della condizione degli edifici, ma è semplicemente intollerabile che una persona seria dotata di una certa cultura nel suo ambito dica certe cose su fantomatici sistemi di controllo geologici e diffami in questo modo la Protezione civile, a cui va tutta la mia solidarietà quando attaccata ingiustamente e in questo modo.

LA MIA PRIMA RISPOSTA. Allora mi sono deciso a scrivergli e questa è la mia prima risposta:
Mi consenta.... sono un geologo, blogger scientifico nonchè collaboratore esterno del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze.
Sulle mie pagine ho spesso dibattuto la questione della prevenzione contro i georischi (terremoti, frane ed alluvioni) e su parecchie delle Sue considerazioni mi ritrovo pienamente.
Ma su una dissento totalmente: quando dice che "Il terremoto ha preso tutto di sorpresa? Malissimo, vuol dire che la necessaria opera di monitoraggio è stata fatta con i piedi ed in una zona notoriamente sismica. Non esistono terremoti che non hanno avvisaglie e sbucano all’improvviso"
E invece è proprio così. NON si prevedono i terremoti.

Allora, premettendo che "prevedere un terremoto" significa dire così: "il giorno tale, all'ora tale, la sorgente sismica (faglia) n. XXXX si muoverà provocando un terremoto di magnituo Y che darà un risentimento come da mappa allegata",  oggi sappiamo (grazie alla Scienza)  DOVE c'è un elevato rischio sismico (e qui parte il concetto di "prevenzione"). Finalmente, con il 2006 abbiamo una carta del rischio potenziale che mi trova piuttosto d'accordo (prima i rischi erano parecchio sottostimati).
Ma se solo conoscesse un pò  la letteratura scientifica in peer review in materia non direbbe una cosa del genere. Non si può sapere ancora (e non so se si riuscirà prima o poi a saperlo) QUANDO avverrà un terremoto.
Apprendisti stregoni come Giuliani (che non è un ricercatore e non lo è mai stato, mi risulta fosse un tecnico di laboratorio) non dovrebbero essere minimamente incoraggiati. E neanche chi dice che siamo in grado di prevedere i terremoti. 

LA RISPOSTA DI GIANNULI E' STATA MOLTO GENTILEGrazie per il gradito intervento di uno specialista della materia. Su un punto dobbiamo capirci: che significa Previsione di un terremoto. Nelle mie scarse conoscenze geologiche so anche io che che si può prevedere approssimativamente il dove ma non il quando, questo è pacifico. Ma solo se si tratta di previsioni non dico di lungo periodo ma neppure breve: che fra tre giorni ci sarà o meno un terremoto non te lo può dire nessuno, Ma nelle ore immediatamente precedenti (diciamo due per capirci), che io sappia, ci sono segnali di attività tellurica che possono essere considerate gravi al punto da dare un allarme, Certo, magari poi il terremoto non si verifica o si verifica dopo tempo o magari in una zona vicina ma non quella prevista, ma insomma potremmo dare un allarme, magari per far passare una notte all’addiaccio la popolazione, ma sempre meglio del rischiare una carneficina, O no?

A QUESTA E' SEGUITA UNA MIA SECONDA RISPOSTABuonasera. Le rispondo. 
Lei ha chiesto se nelle ore immediatamente precedenti (diciamo due per capirci), che io sappia, ci sono segnali di attività tellurica che possono essere considerate gravi al punto da dare un allarme. La mia risposta è lapidaria: Sa male, molto male. Sono leggende metropolitane. Nessuno ha MAI previsto un terremoto in base a fenomeni precursori. Una posizione del genere è estranea alla comunità scientifica mondiale. 
Comunque Le risponderò anche sul mio blog.

ENNESIMA RISPOSTA DI GIANNULISia chiaro io non sono un geologo e non ho mai parlato da tecnico ma da semplice cittadini che chiede ragione di quel che è accaduto. Ricorso soltanto che in occasione del terremoto in Friuli molti (non sono in grado di dire con quale competenza, non ricordo neppure i nomi) sostennero che sarebbe stato possibile dare un allarme nelle due ore precedenti (se ricordo bene) alcuni parlarono di un anomalo surriscaldamento del sottosuolo, altri di un aumento della mobilità con piccole scosse (e, come le scrive un altro intervenuto) ci sarebbero state diVerse scosse prima di quella violentissima. Poi c’è il solito argomento (che personalmente prendo con le pinze) dell’insolito comportamento degli animali che scientificamente credo sia stato poco considerato ma che, empiricamente pare abbia dato qualche risultato nella storia (comunque ci credo poco e non so come si potrebbe osservare questo comportamento animale) (Tozzi su questo aspetto ha risposto molto male in diretta al direttore del Messaggero che riproponeva questa bischerata, NdR). 
Insomma le mie sono osservazioni da profano confessatamente tale ma da cittadino, ripeto, vorrei mi si dessero informazioni più precise. Anche perchè, di fatto, osservo che il copione (Friuli, Irpinia, Umbria, L’Aquila, Emilia, ora Amatrice) è sempre lo stesso 
senza alcuna limitazione del danno nè in termini di patrimonio nè in termini (e questo è più grave) di vite umane. E forse qualcosa si può fare.

ED ECCO IL MIO PASSO SEGUENTEquelle che cita, mi spiace dirlo, sono tutte leggende metropolitane.
Le ripeto: in letteratura scientifica non c’è NIENTE in merito.
 Vede, il problema in italia è che ancora si fa fatica a distinguere fra leggende e Scienza.

Concludo scrivendo che l’unica cosa possibile è la prevenzione…
e quindi che si può modificare la definizione di previsione che ho dato prima, eliminando la data e cambiando il modo verbale, facendola diventare questa: 
le indagini scientifiche hanno accertato che la sorgente sismica (faglia) n. XXXX ha il potenziale di muoversi, provocando un terremoto che potrà raggiungere il valore di Magnitudo Y. Pubblichiamo quindi la mappa teorica di risentimento allo scopo di dare delle indicazioni per costruzione e ristrutturazione degli edifici nell’area"

CONCLUSIONE. È molto triste leggere cose del genere da persone di una certa cultura e di un certo peso politico. Anzi drammatico. Si vede quanto sia bassa a livello nazionale la cultura scientifica in generale e quella su questioni geologiche come i terremoti in particolare.
Ma sono convinto che cercando di divulgare con educazione e rispetto degli interlocutori, i geologi riusciranno a far passare il loro pensiero.
Ad eccezione di complottisti irrecuperabili e "quelli che sanno perchè hanno studiato sulla strada e non nelle università". Con certa gente c'è poco da fare e continueranno ad inquinare la Rete con le loro scemenze.

4 commenti:

Gianni Comoretto ha detto...

Purtroppo quando esiste una leggenda metropolitana che diventa parte del "lo sanno tutti" è difficilissimo smentirla. Anche a persone colte ed intelligenti.

Non vale solo per "ci sono sempre segnali premonitori dei terremoti", che poi è una versione moderna di "Dio non può essere così crudele da non avvisare, da non dare una possibilità di salvarsi".

Tanto per fare un esempio di cronaca, di fronte ad un recente caso di "rapimento di bambini" ho affermato (conosco personalmente chi studia l'argomento) che almeno nelgi ultimi 100 anni non esiste un solo caso di rapimento di bambini da parte di zingari. No, non è possibile, lo sanno tutti....

Devi ripetere, continuare a dire che no, la persona è male informata, che queste cose "ovvie" sono false, ma succede spesso, la maggior parte delle cose "ovvie" lo sono. Che esiste la scienza proprio per questo, per distinguere le cose ovvie, ma flase, da quelle un po' assurde, controintuitive, ma vere.

Unknown ha detto...

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa (Inferno III, 51)
Un OT.
L’altra sera guardavo (http://www.irea.cnr.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=754:terremoto-di-amatrice .
Il paese di Amatrice, quello che ha subito i danni più severi ed il maggior numero di vittime, non è il più vicino all’epicentro e non è stato neppure coinvolto nell’abbassamento del terreno come gli altri paesi terremotati. Credo che si tratti di un tipico effetto di sito, in attesa che studi appropriati lo confermino fornendo anche precise indicazioni sulle stratificazioni del terreno sottostante e sulla presenza di eventuali discontinuità.
Purtroppo, i vari tipi di conformazioni geologiche e la presenza di cospicue falde nelle pianure alluvionali sono all’origine dei fenomeni di “amplificazione degli effetti sismici”, endemici su tutto il territorio della Penisola e quello della Sicilia. Da qui la necessità di integrare le mappe del rischio sismico con i dati locali per determinare le massime accelerazioni a cui possono essere soggetti gli edifici.
Ancora purtroppo, il vizio delle Regioni è quello di rilassare i requisiti antisismici degli edifici, anziché inasprirli in funzione delle caratteristiche geomorfologiche delle diverse zone.
Inoltre, si parla troppo di ristrutturazioni anziché di abbattimento e ricostruzione. Molto spesso non è possibile intervenire appropriatamente sulle fondazioni degli edifici in fase di ristrutturazione installando gli smorzatori antisismici come non si può intervenire sui giunti fra i diversi elementi strutturali. Per di più, la maggior parte delle ristrutturazioni aggiungono peso all’edificio, peggiorando la situazione. Le ristrutturazioni sovente sono un’illusione piuttosto che una soluzione e permettono a ditte con pochi scrupoli di compiere lavori inutili.
Mi piacerebbe conoscere la sua opinione in merito e, se possibile, sapere di più sui fenomeni di sito presenti sul nostro territorio.
Grazie.

Aldo Piombino ha detto...

l'idea che ad Amatrice ci sia stato un effetto di sito mi era venuta anche a me la mattina stessa del terremoto dopo le prime immagini...
concordo anche con la - chiamiamola così - approssimazione delle Regioni...
In generale su questo argomento, a partire dalla scuola di San Giuliano di Puglia, di casi del genere ce ne sono in"quantità industriale" e sicuramente dopo la classificazione generale dei comuni occorre in quelli più a rischio una attenta microzonazione sismica.
Importante anche per la ricostruzione in Italia centrale.

Quanto alle ristrutturazioni... se vengono fatt ein maniera corretta bene... altrimenti appunto aggiungono problemi a problemi.
Sarà il caso di approfondire molto questo punto di vista e purtroppo lìoccasione si è presentata

Unknown ha detto...

Nutro forti dubbi che l'interesse generale sia quello (o possa diventare quello) di tutelare la sopravvivenza di forza-lavoro (donne ed uomini in carne ed ossa che soddisfano i propri bisogni) in tali aree.

Fermo restando che quello italiano è un capitalismo "straccione" quindi non abbiamo alcuna garanzia sulle capacità organizzative della "nostra" borghesia anche nelle aree metropolitane, porla come una diatriba tra scienza e politica risulta fuorviante.

Quanto capitale viene valorizzato in queste aree? Possiamo continuare a fare paragoni "giapponesi" o "californiani" fino all'infinito ma dimentichiamo sempre che lì, la forza-lavoro deve sopravvivere altrimenti si ferma tutto.