lunedì 21 aprile 2014

Le anticipazioni di Science sul rapporto ICHESE confermate: difficile una interferenza delle attività umane in relazione ai terremoti del 2012


PICCOLA PRECISAZIONE PER INIZIARE: questo post è stato scritto ben prima che uscisse il rapporto del "Laboratorio di monitoraggio Cavone" che ha definitivamente escluso rapporti fra la sequenza sismica del 2012 e qualsiasi attività umana connessa all'estrazione di idrocarburi.

Douglas Adams, in una delle sue solite geniali battute disse: la gente vuole sapere le cose, poi che siano giuste o sbagliate non è importante. E, aggiungo vuole sapere di avere ragione. Le polemiche di questi giorni sulla commissione ICHESE ne sono un eccellente esempio. Io, che invece voglio essere informato e obbiettivo, mi sono letto le oltre 200 pagine del rapporto. In questo post cerco di riassumere quanto è venuto fuori, per poter parlare con cognizione di causa con tutti quelli che continueranno a parlare a vanvera della questione senza aver letto l'articolo di Science (a partire dal titolo) né, tantomeno, il rapporto ICHESE stesso. Sono contento di una cosa: ho ricevuto parecchi messaggi privati e ho letto in rete diversi apprezzamenti pubblici al mio primo post sulla questione, anche se in diversi mi hanno fatto notare che la maggior parte di quanto è scritto in rete dice cose diverse da quanto è stato scritto da Science e nel rapporto stesso. Purtroppo l'Italia è piena di sedicenti esperti o di giornalisti che non sanno nulla di quello di cui parlano. E la disinformazione impazza. 

Come anticipato da Science il rapporto ICHESE è giunto ad una conclusione molto vaga: gli esperti concludono che "non si può escludere" una relazione fra estrazioni petrolifere e scossa del 20 maggio la quale poi, a sua volta, avrebbe determinato la seconda, quella del 29 maggio, che provocò il maggior numero di vittime. L'ho già fatto notare nel post (molto cliccato!) che ho scritto subito dopo il can-can mediatico sull'articolo di Science perché, avendo in mano l'articolo originale, ho potuto leggerlo (bastava fare così per capire cosa c'era scritto, cosa che non molti hanno fatto, traendo conclusioni sbagliate sempliemenne per setito dire). 

Addirittura, per evitare di dire idiozie sarebbe bastato leggere meglio il titolo dell'articolo: Human Activity May Have Triggered Fatal Italian Earthquakes, Panel Says. Quindi già il titolo stesso NON proponeva per il rapporto ICHESE la categorica conclusione della mano dell'uomo, senza un minimo punto interrogativo. Insomma, non c'era scritto "surely have induced" ma "may have triggered", il che, secondo una normale prassi di rigore nel riportare le notizie, avrebbe dovuto consigliare una certa prudenza nelle conclusioni.

Ad ogni modo la commissione conclude che i dati sono carenti e che occorrerebbe il lavoro di un'altra commissione. Come il Professor Ortolani mi chiedo su quali nuovi dati la nuova commissione dovrebbe lavorare... 
Insomma, non è che la montagna abbia partorito un topolino, sono stati i giornali a scambiare un topolino per una montagna, e inoltre questo topolino deve avere dei discendenti per capirci qualcosa. 
Non contesto comunque il fatto che non siano arrivati a delle conclusioni definitive: la Scienza non è ognisciente e pertanto non è detto che si possa sempre capire o chiarire le cose. Un aspetto non molto chiaro - se non sconosciuto - a molta gente.... 
Vi consiglio di andare a leggere il post del buon Mucciarelli, che in particolare di queste cose (sismicità indotta) se ne è occupato, prima e dopo il terremoto. Da quel post ho tratto anche alcuni passi in questo mio post.

DIFFERENZE FRA TERREMOTI INDOTTI DALL'ATTIVITÀ UMANA 
O ATTIVATI DALL'ATTIVITÀ UMANA 

Una delle questioni fondamentali (della quale parlano in pochi) è la differenza fra terremoti indotti e terremoti attivati dall'attività umana.
Vediamo cosa scrive Mucciarelli:
"La commissione si è quindi concentrata sull'unico sospetto rimasto sulla scena del delitto: il campo di estrazione di idrocarburi di Cavone, tra Novi di Modena e Mirandola. Viene esclusa la possibilità che questa attività abbia indotto (induced) il terremoto dell'Emilia, ma si dice che non si può escludere la possibilità che lo abbia attivato (triggered), fornendo un minimo aumento di sforzo ad una faglia che era pronta a scattare. Trigger in inglese è il grilletto del fucile: se lo tiriamo succede qualcosa solo se l'arma ha già il colpo in canna, e nelle conclusioni del rapporto viene detto che probabilmente la faglia del primo terremoto (20.05.12) era già carica e pronta."

Molto elegante e chiarissima, da parte di Marco, in particolare questa traduzione / spiegazione / confronto dei termini inglesi induced e triggered, che merita un approfondimento, giustamente inserito a pagina 9 del rapporto ICHESE, dove si trova anche il disegno qui accanto:

- terremoti “indotti” (induced): le attività antropiche producono cambi nel campo di sforzi del terreno tali da produrre un evento sismico. Un particolare importante è che in questo caso non è detto che la faglia sia necessariamente in uno stato di sforzo naturale tale che si sarebbe rotta in un futuro.
Appartengono a questa categoria, ad esempio, i terremoti dell'Oklahoma lungo faglie attive durante l'orogenesi ercinica, oltre 250 milioni di anni fa (per esempio la Wilzetta Fault), e nel contesto tettonico attuale assolutamente non più attive. 
Chiaramente una faglia rimane pur sempre una zona di debolezza e quindi se qualcosa si deve muovere si muoverà proprio lungo una vecchia faglia, non ne verrà prodotta una nuova.
In generale questo avviene a causa di iniezioni di fluidi nel terreno per vari scopi (geotermia, stoccaggio in profondità di liquidi inquinati, sollecitazione di pozzi petroliferi): tali fluidi possono raggiungere una zona di faglia e con la propria pressione diminuire l'attrito che la tiene ferma, quindi mettendola in movimento.

- Terremoti “attivati" (triggered): si tratta di terremoti attivati su faglie che già sono sotto sforzo (quindi in generale zone dove l'attività tettonica è un fatto “normale”): una piccola perturbazione generata dall'attività umana risulta sufficiente per muovere il sistema da uno stato “quasi-critico” (prossimo alla rottura) a uno “stadio instabile” (che coincide con la rottura). Un particolare importante è che con ogni probabilità anche senza intervento umano il terremoto ci sarebbe stato lo stesso in un futuro “prossimo” (geologicamente parlando) e quindi l'evento sismico è stato semplicemente anticipato.

Come ho già detto, la sismicità indotta è un vaso al chiuso che trabocca e senza l'intervento umano non si sarebbe neanche bagnato, mentre la sismicità attivata è un vaso all'aperto già quasi pieno in cui l'attività umana fornisce la goccia che lo fa traboccare prima della prossima pioggia, quando sarebbe traboccato da solo. 
Io spero che questa distinzione fra sismicità indotta e attivata sia chiara a tutti, compresi quelli che hanno sposato da sempre l'idea che le trivellazioni sono alla base del terremoto, che dovrebbero saper realmente dimostrare il perché in questo caso il terremoto è stato indotto o attivato (c'è anche una terza soluzione del problema: che sia stato solo un evento naturale). Lo so, non hanno chiaro nulla e magari blatereranno anche contro il sottoscritto e altri che chiedono di trattare questi argomenti con rigore scientifico e non con la geofisica da bar – sport studiata alla iutiùb iunivèrsiti e su siti come quello di Lannes.

Da notare che fra i casi in studio c'è il famoso terremoto di Cavriago del 1951, avvenuto proprio mentre era in corso l'estrazione di idrocarburi da un giacimento oggi esaurito.

ESTRAZIONE E STOCCAGGIO DI IDROCARBURI E INIEZIONE DI FLUIDI IN EMILIA NEGLI ANNI PRECEDENTI IL MAGGIO 2012 E LE CONNESIONI CON LA SISMICITÀ 

Nel rapporto ICHESE sono state prese in considerazione diverse possibili fonti di disturbo antropico sulla sismicità.
Il sito di stoccaggio di gas più vicino è a Minerbio, una cinquantina di km a SE della zona epicentrale della prima scossa del 2012. Questo impianto è stato escluso dallo studio perché non sono possibili scambi di liquidi o gas tra questo e la struttura sismogenetica sottostante per la presenza in mezzo di un forte spessore di sedimenti impermeabili.
Per lo stesso motivo lo studio ha escluso connessioni con altri pozzi per attività petrolifera, come quello di Spilamberto e quello di Recovato.
È stata invece considerata l'attività di un pozzo geotermico a Ferrara, che dopo una attenta analisi è stato escluso come ancorchè minima concausa.

Il focus principale si è quindi rivolto al pozzo di iniezione dei liquidi “Cavone 14”, operativo tra il 1993 e il 2012 e situato nella concessione di Mirandola. L'acqua veniva iniettata ad una profondità di poco superiore ai 3 km, duecento metri circa sotto il contatto fra l'acqua e il petrolio, con un massimo di attività fra il 2004 e il 2009 come si vede da questo grafico. In totale si tratta di due milioni e mezzo di metri cubi di acqua. Il valore può sembrare elevato, ma non è così, è pari, spannometricamente, a un cubo di poco più di 135 metri di lato.
Si tratta di un quantitativo minimo (tanto per un raffronto, è un centesimo di quanto iniettato a Groeningen, in Olanda in un importante giacimento di gas).
Tra settembre e novembre 2008 e nel novembre 2011 c'è stata una rapida diminuzione sia di produzione che di iniezione, senza variazioni nel tasso di sismicità. Tra aprile e maggio 2011 invece la rapida crescita di estrazione di greggio e iniezione di acqua corrisponde ad un aumento del tasso di sismicità.


IL RAPPORTO ESCLUDE LA SISMICITÀ INDOTTA
MA NON ESCLUDE A PRIORI LA SISMICITÀ ATTIVATA

Molti studi fanno notare come la iniezione di fluidi sia un meccanismo molto più efficace per provocare terremoti rispetto all'estrazione, specialmente salendo di Magnitudo degli eventi. Lo si vede dalla figura a pag.36 del rapporto, qua riprodotta. In effetti, mentre è stato possibile correlare attività sismica sostanziosa alla iniezione di liquidi in zone naturalmente asismiche come gli USA centrali, la stessa cosa non si può dire in caso di estrazione. E questo perché in generale è proprio l'aumento di pressione dei liquidi e nei gas lungo una faglia che ne permette il movimento. La sismicità osservata in caso di pura estrazione esiste, ma è molto debole.
In ogni caso la sismicità dovuta esclusivamente ad attività antropica (quindi, attenzione, quella di tipo “1”, la “sismicità indotta”, non quella “attivata”!) segue dei trend diversi da quelli della simicità normale.
La questione è se queste variazioni abbiano una connessione con il cambio del tasso di sismicità del 2012. 
La commissione nota, dunque, che il processo sismico iniziato prima del 20 Maggio 2012 e continuato nella sequenza sismica del Maggio – Giungo 2012 è statisticamente correlato all'aumento della produzione e della iniezione nel campo del Cavone. E siccome recenti ricerche sulla diffusione degli sforzi suggeriscono che le faglie attivate possono trovarsi anche a decine di Km di distanza dalle zone di attività di estrazione e iniezione, decide di investigare. È su queste basi che “con l'attuale stato dell'arte delle conoscenze in materia, la commissione ha investigato la possibilità di una connessione tra azioni di estrazione, iniezione e stoccaggio di fluidi e l'attività sismica in Emilia tra il maggio e il giugno 2012”.

La maggior parte dei casi documentati di sismicità indotta, non solo in aree di attività petrolifera, sono associati ad acquiferi dove, per una vasta serie di motivi, attività di iniezione di fluidi hanno indotto variazioni nella pressione delle falde. Con la modellazione usata non si evidenziano a Mirandola particolari variazioni nella pressione dei liquidi fino a parecchi kilometri di profondità, perché gli acquiferi vicini sono in grado di compensarle agilmente; invece è possibile distinguere dalla successione degli eventi una sismicità indotta da una sismicità naturale e la distribuzione delle repliche della scossa del 20 maggio è perfettamente in linea con quella teorica di un normale terremoto tettonico. 
Per queste due motivazioni pertanto viene esclusa la circostanza che si sia davanti ad un caso di sismicità indotta

Inoltre viene confermata una circostanza importante, e cioè che "in base ai dati di sismicità storica si può ritenere molto probabile che il campo di sforzi su alcuni segmenti nel sistema di faglie attivato nel 2012 fosse ormai prossimo alle condizioni necessarie per generare un terremoto di Magnitudo intorno a 6", mentre il movimento delle faglie è stato quello ipotizzato precedentemente per eventi del genere in quella zona.
E non viene esclusa a priori la possibilità che ci siano state delle vie preferenziali di uscita dei liquidi iniettati lungo faglie in stato di sforzo.
Quindi è forse possibile essere davanti ad un esempio di “sismicità attivata”, nella quale la distribuzione delle repliche segue un andamento indistinguibile da quello di una sismicità naturale

Anche se, aggiungo io, l'unico indizio è la quasi contemporaneità fra incremento dell'iniezione di liquidi a Cavone e sequenza sismica. Inoltre la struttura che lo ha provocato era riconosciuta perfettamente come struttura attiva e capace di produrre eventi del tipo di quelli che ci sono stati.
Ma la conclusione principale è che la scossa del 20 Maggio 2012 è completamente fuori dall'area di influenza di qualsiasi attività svolta a Mirandola


COMMENTO SULLE CONCLUSIONI DEL RAPPORTO

Quindi qui posto la seconda osservazione di Mucciarelli che completa un po' quello che avevo scritto io sulla localizzazione della prima scossa  "Nelle conclusioni del rapporto si dice che la seconda scossa è stata "triggerata" dalla prima per trasferimento di stress. Ora la cosa che sembra un po' strana è che il campo Cavone è molto più vicino alla seconda scossa che non alla prima. Se la faglia della seconda scossa era anch'essa pronta a scattare ed è stata attivata dal terremoto del 20 maggio, perchè non si è mossa lei per prima visto che è più vicina alla supposta sorgente della perturbazione degli sforzi? La stessa commissione ICHESE chiede che vengano fatti calcoli più approfonditi per poter valutare la effettiva intensità dello sforzo generato dalle estrazioni/reiniezioni e le modalità della sua diffusione, e confrontare questi valori con il trasferimento di stress per terremoto."

E qui viene il bello: il sismologo “medio” godrebbe da matti a poter descrivere su basi fisiche lo stato di una zona di faglia quando sta per rompersi e generare così un terremoto. Ho usato i termine godrebbe, perché per adesso tutto ciò è un sogno e nessuno è in grado di stabilire cosa si intende per faglia che sta per muoversi. 
Perché? Perché ancora i meccanismi fisici tramite i quali un accumulo di sforzo provoca un terremoto sono ancora oscuri (se lo fossero più probabilmente si riuscirebbe a prevedere i terremoti...). Quindi, la possibilità che le iniezioni a Cavone abbiano indotto il terremoto è una ipotesi speculativa bella e buona, un esercizio mentale.

Quanto alla nuova commissione, mi chiedo come sia possibile ottenere dei dati sullo stato di stress prima degli eventi del 2012...: il campo di sforzi dopo la serie di scosse è sicuramente cambiato e non capisco come sia possibile ricavarne il precedente.
Insomma, alla fine tanto rumore per un nulla scientifico, che però sta innescando le più vaste dichiarazioni di gente che di estrazione di idrocarburi, sismicità ed altre cose ha una visione quantomeno approssimativa ma si erge a italico maestro del pensiero.

AMARE CONSIDERAZIONI SU POLITICA E SOCIETÀ 
IN RAPPORTO AL TERREMOTO EMILIANO

E come al solito giova ricordare che abbiamo avuto morte e distruzione con accelerazioni cosismiche ridicole rispetto a quelle che si registrano in altre parti del mondo più civilizzate senza che succeda nulla, lungo una "sorgente sismogenetica" (leggasi: faglia) ben nota e in zone che la cartografia sismica dava per zone a rischio dal 2004, quando sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale le Mappa di Pericolosità Sismica. 
Qualcuno si è chiesto cosa sia stato fatto in zona a livello regolamentare e cosa sia stato fatto per adeguare le strutture, almeno quelle di edifici pubblici come ospedali e scuole, che dovrebbero essere quelle più sicure, in grado di accogliere i primi i feriti, le seconde i senzatetto? C'è chi aveva la percezione di vivere in una zona caratterizzata da un certo rischio, visto che oltre le carte del 2004 anche la sismicità storica consigliava una “certa prudenza”?
Facile dare la colpa al petrolio, in questo caso.... (detto da uno che i combustibili fossili li vede come il fumo negli occhi...).
La Regione ha recepito tempestivamente le indicazioni pubblicate a partire dal 2004, mettendo in sicurezza almeno gli edifici pubblici, chiudendo gli edifici fatiscenti e obbligando a realizzare le nuove costruzioni secondo le regole antisismiche? I moderni capannoni, costruiti meglio, per esempio non sarebbero crollati. La situazione sarebbe tornata rapidamente alla normalità e non ci sarebbero stati tutti questi strascichi. 
È del tutto evidente che si è cercato e si cerca in ogni modo di sviare l'attenzione dai veri aspetti critici dell'accaduto, forse perché si teme di doverne rispondere a vari livelli.

Un'ultima considerazione: la Regione Emilia – Romagna ha deciso di non autorizzare più ricerca e stoccaggio di idrocarburi o cose del genere. Come Mario Tozzi ritengo che ci sarebbero motivazioni ben più fondate e serie di questa per smettere di estrarre ed usare idrocarburi. Simpatizzare per i "no-triv" non significa dire che questa sia una motivazione intelligente.... 
Spero che non passi l'equazione “fine dell'attività di estrazione e stoccaggio di idrocarburi e fine dell'attività sismica”......
Perchè potrebbe esserci un brutto risveglio.... (dopo il quale qualcuno darà la colpa alle attività del passato?)

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