Sull'ultimo numero di Le Scienze
(Dicembre 2012) c'è uno dei “soliti” editoriali del buon Marco
Cattaneo, spesso polemici – ovviamente a ragione – nei confronti
della situazione italiana. Questo editoriale porta degli interessanti
spunti su come la classe dirigente italiana veda la ricerca
scientifica e tecnologica e il futuro del nostro Paese. Mi riallaccio a un altro post che ho scritto recentemente sui rapporti fra cultura umanistica e cultura scientifica
Che cosa ha scritto il direttore di Le
Scienze? Che è rimasto quantomeno perplesso da un intervento di Luigi
Zingales a metà novembre nella trasmissione “Servizio Pubblico”.
Che ha detto Luigi Zingales? Che
l'Italia ha un futuro radioso (non so se Cattaneo riporta il termine esatto usato)
perchè ci sono miliardi di cinesi e indiani che vogliono vedere
Roma, Firenze e Venezia. Secondo Zingales quindi dovremo prepararci a
vivere di solo turismo.
Mi pare poco...
Abitando (con orgoglio) a Firenze e avendo la fortuna di dover percorrere quasi tutti i giorni la parte centrale dei lungarni in bicicletta o in scooter, sono in grado di toccare con mano quanto siano amati a livello mondiale i Beni Culturali italiani e sono convintissimo dell'importanza (anzi, della necessità) di investimenti nel settore; parlo ovviamente di investimenti intelligenti e quindi non solo colate di cemento nel settore alberghi e ristorazione, ma attrezzature e servizi per il turismo, anche e soprattutto innovativi (fra l'altro togliendosi il vizio di considerare il turista come un pollo da spennare).
Cattaneo poi fa notare una cosa molto
interessante: Zingales fa parte di una associazione dal nome
“Alleanza, lavoro ed impresa” autrice di un manifesto dal titolo
“Fermare il declino”. Leggendo nel loro sito vediamo che negli
ultimi mesi le riflessioni dell'associazione sono state condivise da
un gruppo di “accademici, professionisti, imprenditori, manager ed
esponenti dell’associazionismo e della società civile”. In
questo manifesto non si trovano termini come “scienza” e
“tecnologia” (chiedono però collaborazione a non ben precisati “scienziati”,
termine citato solo in tale occasione), mentre il termine “ricerca”
viene inserito una volta sola parlando del fatto che non vogliono nelle loro fila “funzionari di partito o miliardari alla ricerca di sconti e
prebende a fronte d’immani conflitti d’interesse”.
Insomma, per risorgere l'Italia ha bisogno di economia, privatizzazioni,
liberismo etc etc... ma niente Ricerca Scientifica e Tecnologica (forse perchè per finanziarla lo Stato abbisogna di entrate?).
Anzi, Cattaneo racconta che nella
stessa trasmissione lo Zingales, pluridecorato esponente della teoria
economica in entrambe le sponde dell'Atlantico Settentrionale, ha
detto che in Italia fare biotecnologie non ha senso perchè siamo in
ritardo e abbiamo università di basso livello.
Ignoro se abbia lo stesso giudizio in
rapporto alle altre Scienze e allora sarebbe bello ricordargli i
successi scientifici dei ricercatori italiani, in Patria e
all'estero. Ottenuti malgrado la nostra classe dirigente. E scommetto
che conosce tutti i numeri dell'economia mentre ignora che, classifiche alla mano, l'Italia è sempre
fra le Nazioni scientificamente avanzate, lo si vede proprio su Le Scienze di questo mese. Sempre malgrado (quasi)
tutto.
E qui ricordo le sciagurate parole di un ex ministro per il quale le Olimpiadi a Roma sarebbero state una “occasione di sviluppo”... cioè questo è il concetto di sviluppo di buona parte dei politici nostrani, il cemento. Grandioso....
E qui ricordo le sciagurate parole di un ex ministro per il quale le Olimpiadi a Roma sarebbero state una “occasione di sviluppo”... cioè questo è il concetto di sviluppo di buona parte dei politici nostrani, il cemento. Grandioso....
Certo che se questa fosse l'opinione generalizzata nel mondo dei “decisori” sull'ambiente scientifico,
si capirebbe in parte il perchè dei tagli alla ricerca e
alle università.
E qui casca l'asino, nel senso che
purtroppo è vero: la maggior parte dei decisori di scienza e
tecnologia non sa praticamente nulla. Magari di lettere, storia e
filosofia sì (e difatti abbiamo avuto uno storico del medioevo al
CNR, lasciamo perdere.... anche se un pò di notorietà la devo alla
polemica con quel soggetto e i suoi accoliti)
Cerchiamo di capire le motivazioni di questo.
In primis la Scienza non vivifica
l'intelletto. Parola di Benedetto Croce, unica cosa nella quale sono
d'accordo con lui persino i filosofi esistenzialisti...
In seconda battuta bisogna chiedersi
cosa ne sappiano gli italiani di Scienza.
Firenze quest'anno è stata la sede del congresso internazionale di Comunicazione in Scienza e Tecnologia 2012 (PCTS –Public communication in Science and Technology”). La cerimonia di
apertura si è svolta a Palazzo Vecchio nel Salone dei
Cinquecento (questa sala è un ottimo esempio di ambiente
esteticamente ineccepibile ma anche capolavoro della ricerca
tecnologica di quel tempo!). Piero Angela ha tenuto nell'occasione
uno splendido intervento; fra l'altro ha spiegato che di scienze
l'italiano medio ne sa poco, ma è in buona compagnia: anche buona
parte dei “decisori” (politici, industriali e quant'altro) ne
sanno davvero poco.
.
In effetti che spesso la selezione
del personale di ricerca e di docenza nelle Università italiane sia
discutibile sono in pochi a metterlo in dubbio, però - come ha fatto notare Cattaneo - mi sa che la loro offerta formativa non sia proprio malvagia, se i ricercatori italiani all'estero godono di ottima considerazione (aggiungo: una reputazione parecchio migliore di quella della nostra classe dirigente... siamo molto più avanti nelle classifiche internazionali sulla Scienza rispetto a quelle sulla corruzione... ).
Purtroppo che l'Italia sia un paese pieno di asini da un punto di
vista scientifico è sotto gli occhi di tutti, a cominciare dai settori di cui si occupa Scienzeedintorni (ho sentito pronunciare certe asinate su
alluvioni e /o terremoti da rabbrividire, e non soltanto nei gruppi di Facebook, anche da politici importanti .).
E spesso ripeto che la colpa di certi
disastri non è un elevato tasso di irresponsabilità da parte di chi ha gestito le scelte urbanistiche, lo smaltimento dei rifiuti, l'approvvigionamento di energia: un irresponsabile è uno che sa di stare facendo o dicendo una idiozia; ma spesso si tratta di pura ignoranza su come stiano davvero le cose... Lo stesso dicasi per certi sgangherati atteggiamenti contro alcune opere
pubbliche. Vero, alcune lasciano perplesso pure il sottoscritto, che peraltro, proprio perchè possiede una cultura specifica in materia, si è sempre dichiarato favorevole alla TAV, a tramvie e metropolitane e impianti di produzione di energia senza idrocarburi (solare, geotermico, eolico e quant'altro)
Purtroppo i nodi vengono al pettine molto
spesso, come recentemente al processo dell'Aquila, dove si condannano
gli scienziati e nessuno fa una inchiesta penale sul perchè la città
abruzzese non era stata inserita nella prima fascia di pericolosità
sismica....
Mi chiedo cosa sarebbe successo se quella persona colpita dal lutto e che ha denunciato gli scienziati avesse avuto un barlume di cosa siano Geologia e Geofisica: forse avremmo avuto un processo alla classe politica che ha clamorosamente errato la zonazione sismica anzichè ai componenti della Commissione Grandi Rischi?
Dal dopoguerra ad oggi sono nati quartieri dove capitava (o,
meglio, dove qualcuno voleva costruire su propri terreni) senza
tenere conto delle condizioni idrogeologiche o del rilievo e, nella
previsione che “andremo tutti in automobile” senza una logica
tale da poter essere serviti decentemente da servizi di mobilità
pubblica. Le case sono un colabrodo energetico, la maggior parte degli italiani non sa distinguere un anfibio da un rettile nè che l'idrogeno non è una fonte di energia ma un sistema per stoccarla etc etc etc
Oggi forse le cose stanno cambiando: dopo l'ubriacatura ottimistica dell'Uomo capace di dominare tutto finalmente in questi anni si comincia a capire che in molti settori non si può andare avanti così, anche se non è passato tanto tempo da quando appena 30 anni fa, mi ricordo di ggggente che si domandava “come mai al giorno d'oggi non è possibile fermare l'eruzione dell'Etna”. Era il 1983, l'anno in cui ci fu una grandissima eruzione del vulcano siciliano, e nell'occasione fu persino fatta una prova per deviare la colata.
Oggi forse le cose stanno cambiando: dopo l'ubriacatura ottimistica dell'Uomo capace di dominare tutto finalmente in questi anni si comincia a capire che in molti settori non si può andare avanti così, anche se non è passato tanto tempo da quando appena 30 anni fa, mi ricordo di ggggente che si domandava “come mai al giorno d'oggi non è possibile fermare l'eruzione dell'Etna”. Era il 1983, l'anno in cui ci fu una grandissima eruzione del vulcano siciliano, e nell'occasione fu persino fatta una prova per deviare la colata.
Per rendersi conto che l'Uomo fosse un
po' meno onnipotente dell'ipotizzato ci sono volute le alluvioni e le
frane degli ultimi anni....
Oggi traffico, inquinamento, danni per frane e alluvioni e una bolletta energetica salatissima sono il prezzo da pagare a tutto questo.
Cosa dobbiamo fare, quindi? Batterci
per una alfabetizzazione scientifica a tutti i livelli, dalla
“casalinga di Voghera” al parlamentare.
Come? Certo la televisone qualcosa ha
fatto, la Rai con Superquark per esempio (purtroppo controbilanciato
da Voyager....), da quando Mario Tozzi è andato sugli schermi
finalmente la gente ha capito cosa fanno i geologi (manco sapevano
cos'era la Geologia, pensavano che il geologo fosse quello
che andava per grotte... giuro....), Focus è una rivista che vende bene
(anche se mi pare che ci siano dei problemi pure lì). Altre
trasmissioni come “Missione Natura” o vari documentari che si
vedono sul digitale terrestre (in particolare ancora una volta sul
canale di Focus, che però si autocontrobilancia magistralmente
parlando degli avvistamenti di alieni....). Qualcosa c'è anche sui canali Mediaset.
E gli ascolti di Superquark dimostrano
comunque che la “domanda” ci sarebbe. Io per quanto posso il mio contributo cerco di darlo, anche collaborando alle attività della “Associazione caffà-scienza di Firenze”, di cui prossimamente parlerò.
Fino a quando nessuno riuscirà a
convincere una classe dirigente che mediamente “ha la cultura
scientifica di un diciottenne asino” dell'importanza della cultura scientifica sarà difficile poter “fermare
il declino” dell'Italia, aspettando le legioni di turisti indiani e
cinesi.
Mi auguro che ci si riesca prima di
morire per mancanza di ossigeno economico: non è che i miliardi di cinesi ed indiani verranno da domani....
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