domenica 6 febbraio 2011

Il Tyrannosaurus rex: predatore attivo o mangiatore di carogne?

Questa è sicuramente una delle più divertenti polemiche della paleontologia: il Tyrannosaurus rex era un predatore attivo o si nutriva di carogne? Era un mostro che sceglieva o attaccava le sue vittime oppure un opportunista che mangiava quello che trovava? 

Nell'impossibilità di vedere dal vivo il suo comportamento i ricercatori si sono divisi nei due schieramenti (senza considerare che, comunque, sarebbero possibili entrambi i comportamenti, come fanno per esempio oggi leoni e iene, i quali se trovano per esempio un leopardo o un ghepardo con una preda in bocca se possono non gliela lasciano di sicuro!).
In questi anni non sono mancati gli articoli sull'argomento, con le idee sviluppate in base ad intuizioni ricavate da indizi come i vecchi paleontologi alla “tenente Colombo”, sia con studi “modello CSI”: indagini che si basano su sofisticati modelli matematici dell'animale in cui si stimano massa muscolare, velocità e quant'altro. 

Come per la questione “estinzione della fine del Cretaceo”, mi ricordo di un numero di Le Scienze di qualche anno fa in cui si parlava proprio di questo, con due articoli, in cui in uno si sosteneva la tesi “cacciatore attivo”, mentre nell'altro la tesi era "Tyrannosaurus rex, unospazzino”.
Fondamentalmente all'epoca sono rimasto più convinto dell'ipotesi “predatore attivo” da un indizio che reputo “abbastanza decisivo”: le ossa di adrosauri mostrano tracce di morsi da parte di tirannosauri, mentre quelle dei cornuti (e probabilmente aggressivi almeno mentre si difendono) triceratopi no.
Se fosse stato un semplice mangiatore di carogne non capisco come sarebbe possibile che i cadaveri di adrosauri gli piacessero di più di quelli dei triceratopi. È quindi probabile che i tirannosauri preferissero come preda più i placidi adrosauri che i triceratopi, la cui testa corazzata e cornuta poteva rappresentare un'arma di difesa importante (e comunque erano anche piuttosto pesantini, sicuramente più dei loro parenti bipedi dal muso schiacciato). 

In questi giorni è uscito un lavoro piuttosto interessante sull'argomento, che fa pendere ancora di più la bilancia sul ruolo di predatore attivo del grande carnivoro, ad opera di Chris Carbone, Samuel T. Turvey and Jon Bielby , sulla nota rivista Proceedings of the Royal Society B.
Una prima considerazione è che nella fattispecie parliamo esclusivamente di Tyrannosaurus rex, la cui massa da adulto era superiore alle 5 tonnellate e non di altri tirannosauridi più piccoli quali Albertasaurus che arrivavano al massimo alla tonnellata di peso.
Questi Autori prendono in considerazione l'ambiente di vita del Tirannosauro nel Nordamerica, notando come almeno il 50% degli erbivori erano piccole creature del peso compreso tra 55 e 85 kg. Su questo bisogna fare alcune considerazioni:
- anche se esistevano alcuni grandi animali come sauropodi, adrosauri, ceratopsidi etc etc, una buona parte della biomassa non era composta da organismi di grandi dimensioni ma da animali di dimensioni inferiori a quelle di molti mammiferi pleistocenici (la diffusione dell'uomo ha diminuito o distrutto la maggior parte di questi grandi mammiferi per cui bisogna riferirsi per il confronto a qualche migliaio di anni fa),
- il confronto con territori tropicali o subtropicali attuali meno densamente popolati dall'uomo come l'Africa ci danno un quadro simile
- bisogna ricordare che c'erano diversi animali molto piccoli, fra i quali mammiferi (generalmente insettivori ed erbivori) e non solo placentati, anche marsupiali e multitubercolati
- esistevano all'epoca molti teropodi di piccole dimensioni (cito per esempio i dromeosauridi, difficilmente alti più di 2 metri e dal peso inferiore ai 50 kg)
è evidente che – comunque – in mancanza di iene, avvoltoi e quant'altro qualcuno dovesse svolgere per forza il ruolo di mangiatore di carogne
- non è detto che per forza una specie debba essere sempre predatore o sempre spazzino: sono noti comportamenti misti
- un'altro particolare di non trascurabile importanza è che un predatore attivo ed un mangiatore di carogne non presentano grandi diversità anatomiche e funzionali, a partire da forma dei denti, odorato etc etc

Ora veniamo ai tirannosauri. Perchè è stata avanzata l'ipotesi che si nutrissero di carogne? Principalmente perchè le loro zampe anteriori erano molto ridotte. Quanto alla vista sembra che non fosse tanto precisa, ma sicuramente avevano una visione binoculare. Sono argomenti a parer mio molto deboli:
- l'odorato e il morso particolarmente efficaci non mi pare possano essere per forza indizi di un comportamento piuttostchè di un altro: l'odorato può servire per sentire da lontano una carogna, ma anche per fiutare una preda e i denti potenti possono servire sia per azzannare una preda viva che per poi nutrirsene, a prescindere da chi l'ha fatta fuori, se il soggetto che se ne nutre o no.
- in quanto alle piccole zampe anteriori, ricordo come i Diatrymiformi del Paleocene e le Phorusrhacidae, i famosi “uccelli del terrore” non avessero bisogno delle zampe per comportarsi da efficienti carnivori.

La novità del lavoro di Carbone &c è che fino ad oggi erano state considerate e calcolate le caratteristiche anatomiche dei tirannosauri ma non erano stati compiuti studi sull'ecologia dell'epoca in rapporto ai nostri bestioni e quindi quanti e quali potessero essere i loro eventuali competitori nel settore “animali spazzini”

Dunque, all'epoca c'erano 4 classi dimensionali di dinosauri carnivori, in peso:
- tra 15 e 25 kg: dromeosauridi e celurosauridi (per alcuni dei quali forti indizi indicano la predisposizione alla attività di mangiare carogne)
- tra 50 e 70 kg: troodontidi e caenagnathidae (maniraptoridi)
- sulla tonnellata: tirannosauridi di “piccole” dimensioni come albertasaurus
- sulle 5 tonnellate: tirannosaurus rex

Vediamo quindi quali erano i potenziali fornitori di carne: tralasciando i mammiferi, troppo piccoli per influire nella dieta di animali molto grossi, c'erano dinosauri erbivori di varie dimensioni, anche in questo caso raggruppabili in varie classi: 
- al vertice grossi sauropodi e dinosauri cornuti. I primi probabilmente erano un po' come elefanti, rinoceronti ed ippopotami attuali: troppo grandi per essere cacciati (ed anche nei ceratopsidi dotati di buone armi di difesa) ma nel contempo troppo pochi per essere una dieta utile quando defunti
- oltre l'80% della biomassa era composta da forme la cui massa non era superiore ai 60 kg
- vi erano poi un certo numero di elementi intermedi, fra i 100 e i 500 kg, più animali della classe dimensionale degli adrosauri e altri  iguanodontidi

Uno “spazzino” specializzato ha bisogno di alcune caratteristiche particolari:
- una elevata mobilità che però deve accompagnarsi ad un basso costo energetico
- la capacità di capire dove c'è una carcassa
- la capacità di arrivare velocemente nel luogo

Il “successo” degli animali spazzini sta nel loro numero: per nutrirsi di carogne bisogna essere i primi ad arrivarci e gli Autori hanno calcolato che per i tirannosauri non era molto semplice arrivare “primi”: la caratteristica fondamentale è quella di essere un camminatore instancabile e vediamo che camminare per 18 km al giorno significava “coprire” circa 3 km quadrati. In questo modo ci volevano una media di 6 giorni per trovare una carcassa di 75 kg e ben 55 per trovarne una di 700.

Questo valore lo calcolano ipotizzando di avere la potenzialità di “vedere” un cadavere a una distanza massima di 80 metri. Da questo gli Autori deducono che il Tyrannosaurus rex doveva per forza essere un predatore attivo: i piccoli teropodi erano molti di più pertanto arrivavano prima sulle carcasse. Non sfugge inoltre che questi valoro siano abbastanza compatibili per l'alimentazione appunto di un carnivoro di piccole dimensioni ma a questo modo un animale di oltre 5 tonnellate difficilmente poteva sopravvivere.

Onestamente il valore di 80 metri mi sembra un po' troppo basso per uno spazzino specializzato, ma anche raddoppiandola si arriva a 3 e 22 giorni, che sono obbiettivamente ancora numeri “da fame”.
Quindi per poter essere uno “spazzino” avrebbe dovuto avere un raggio di azione molto maggiore, cosa che non traspare dalle caratteristiche anatomiche.

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