Arrivano finalmente le prime precisazioni intorno all'oggetto che il 19 luglio ha colpito Giove.
Il giorno dopo la scoperta fatta dall'astronomo dilettante australiano Anthony Wesley, gli astronomi del JPL Glenn Orton and Leigh Fletcher, hanno osservato il pianeta con il telescopio da 3 metri posto sulla vetta del Mauna-Kea, nelle Hawaai e hanno notato sopra alle nubi che ricoprono il pianeta una nube di detriti, piuttosto grande, all'incirca delle dimensioni di Marte.
La nube indica chiaramente che l'oggetto è esploso nell'atmosfera superiore di Giove, prima di toccare le nuvole, e quindi il "buco" sulla copertura nuvolosa - ribattezzato "macchia di Wesley" - è stato provocato dall'impatto di un insieme di detriti più o meno grandi che si erano un pò sparsi. Questo ne spiega le dimensioni piuttosto grandi rispetto a quelle supposte dell'oggetto. La cicatrice durerà parecchio tempo, almeno qualche settimana. C'è anche la possibilità che si siano formati degli aerosol.
Per questo, anche il telescopio spaziale Hubble è stato orientato verso Giove, nonostante fosssro in corso delle operazioni di manutenzione: l'avvenimento era troppo importante e ha provocato una "rivoluzione" nell'agenda della più che longeva e fortunata missione spaziale.
C'è anche la conferma che nessuno nei giorni precedenti aveva ancora fotografato l'autore del botto, visto che non è stato trovato in nessuna delle immagini scattate nei giorni precedenti, immagini che sono state tutte attentamente scandagliate. Quindi è praticamente venuto dal nulla. Un fatto normale per un oggetto di poche centinaia di metri di lunghezza a quella distanza dalla Terra, ma piuttosto pericoloso se anziché provocarne la caduta sul pianeta la forza gravitazionale di Giove lo avesse spedito verso l'interno del Sistema Solare.
Resta il dubbio se fosse una cometa o un asteroide. Per fortuna c'è quella nube di detriti nell'atmosfera gioviana sopra la copertura nuvolosa. Gli scienziati sperano di ricavarne l'analisi, in particolare cercheranno di capire se vi è contenuta acqua. Nel caso la soluzione “cometa” diventa altamente probabile: un corpo proveniente dall'esterno del Sistema Solare la cui traiettoria, avvicinandosi al centro del sistema. lo ha portato nel campo gravitazionale di Giove, da cui non è riuscito ad uscire.
Il giorno dopo la scoperta fatta dall'astronomo dilettante australiano Anthony Wesley, gli astronomi del JPL Glenn Orton and Leigh Fletcher, hanno osservato il pianeta con il telescopio da 3 metri posto sulla vetta del Mauna-Kea, nelle Hawaai e hanno notato sopra alle nubi che ricoprono il pianeta una nube di detriti, piuttosto grande, all'incirca delle dimensioni di Marte.
La nube indica chiaramente che l'oggetto è esploso nell'atmosfera superiore di Giove, prima di toccare le nuvole, e quindi il "buco" sulla copertura nuvolosa - ribattezzato "macchia di Wesley" - è stato provocato dall'impatto di un insieme di detriti più o meno grandi che si erano un pò sparsi. Questo ne spiega le dimensioni piuttosto grandi rispetto a quelle supposte dell'oggetto. La cicatrice durerà parecchio tempo, almeno qualche settimana. C'è anche la possibilità che si siano formati degli aerosol.
Per questo, anche il telescopio spaziale Hubble è stato orientato verso Giove, nonostante fosssro in corso delle operazioni di manutenzione: l'avvenimento era troppo importante e ha provocato una "rivoluzione" nell'agenda della più che longeva e fortunata missione spaziale.
C'è anche la conferma che nessuno nei giorni precedenti aveva ancora fotografato l'autore del botto, visto che non è stato trovato in nessuna delle immagini scattate nei giorni precedenti, immagini che sono state tutte attentamente scandagliate. Quindi è praticamente venuto dal nulla. Un fatto normale per un oggetto di poche centinaia di metri di lunghezza a quella distanza dalla Terra, ma piuttosto pericoloso se anziché provocarne la caduta sul pianeta la forza gravitazionale di Giove lo avesse spedito verso l'interno del Sistema Solare.
Resta il dubbio se fosse una cometa o un asteroide. Per fortuna c'è quella nube di detriti nell'atmosfera gioviana sopra la copertura nuvolosa. Gli scienziati sperano di ricavarne l'analisi, in particolare cercheranno di capire se vi è contenuta acqua. Nel caso la soluzione “cometa” diventa altamente probabile: un corpo proveniente dall'esterno del Sistema Solare la cui traiettoria, avvicinandosi al centro del sistema. lo ha portato nel campo gravitazionale di Giove, da cui non è riuscito ad uscire.
2 commenti:
Quel "ha colpito Marte" nella prima riga è un lapsus, nevvero?:-)
lapsus corretto...
grazie!
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