giovedì 29 gennaio 2009

Alla ricerca di megaterremoti del passato: 2. la costa pacifica tra California e Alaska


Un altra zona della costa pacifica americana in cui sono state trovate tracce evidenti di terremoti violentissimi con lo stesso meccanismo di quello di Sumatra del 2004 (terremoti di thrust, provocati da una faglia suborizzontale) è in Nordamerica, in un'area precedentemente ritenuta quasi sicura.
Gli abitanti della Cascadia, una regione che comprende California Settentrionale, Oregon, lo stato di Washington e la Columbia Britannica si sentivano tranquilli. In effetti nell'area esiste un “buco” sismico, una zona in cui non si sono registrati terremoti molto intensi da quando queste zone sono state colonizzate dagli europei.
Dal 1964 in Alaska continentale ci sono stati oltre 15 terremoti con M maggiore di 7.0 (e fra questi il sisma di Anchorage del 1964, che appartiene proprio alla categoria dei terremoti di thrust e provocò uno tsunami), in California ce ne sono stati almeno una ventina e nessuno lungo la costa della Cascadia. Se scendiamo di magnitudo a 6.5, di eventi nell'area ne vediamo una dozzina, ma nulla in confronto alle parecchie decine che hanno scosso nel periodo California e Alaska. L'idea che città come Vancouver, Seattle e Portland fossero in una zona sismicamente tranquilla (o meglio, in cui i terremoti, sebbene forti, non raggiungano energie disastrose) era quindi ben radicata nella popolazione, nelle autorità e nella comunità scientifica.
La costa pacifica delle Americhe è contraddistinta da placche oceaniche che scendono sotto a quelle continentali, una situazione che teoricamente consente lo scatenarsi di devastanti “terremoti di thrust”. La sismicità della California centromeridionale è una eccezione, legata a un margine di zolla trascorrente, in cui le due zolle scorrono lateralmente lungo la famosa faglia di San Andreas. Per questo la California non può avere terremoti fortissimi come quello di Anchorage, ma essendo il sistema molto superficiale (e sulla terraferma) una scossa di intensità molto minore (un valore di magnitudo attorno a 7) può rivelarsi tremendamente devastante come una scossa più forte ma più profonda e soprattutto con un epicentro localizzato in mare, qualche decina di kilometri a largo della costa.
Purtroppo anni fa fu dimostrato che il buco della Caascadia è dovuto esclusivamente alla mancanza di eventi durante gli ultimi 2 secoli e anche in questa zona si sono verificati dei fortissimi terremoti accompagnati pure da tsunami.
I primi sospetti sono venuti, negli anni 90, dallo studio delle tradizioni delle popolazioni locali. A causa dell'età molto recente dell'avvenimento, una parte dei racconti erano ancora abbastanza precisi quando furono registrati (i primi attorno al 1860). Narrano di una grande scossa: la terra incominciò a tremare e a saltare, poi la grande acqua (l'oceano Pacifico) rotolò sulla terra. Una descrizione estremamente precisa, condita nelle varie zone da racconti su canoe e villaggi spazzati via.
Altre leggende, più elaborate, parlarono di una Balena, un essere terribile che stava uccidendo i suoi simili e quindi per gli indigeni c'erano poca carne e poco olio. Ma poi in loro soccorso venne il Thunderbird che lottò contro la balena spingendola sulla terraferma dove ci fu una seconda lotta, probabilmente un ricordo delle frane collegate al sisma. Il Thunderbird è l'uccello del tuono, un animale delle leggende nordamericane, ma forse più
Le informazioni erano troppo lineari per non essere prese sul serio ed allora qualcuno incominciò a indagare a fondo.
Dopo aver selezionato decine di racconti, è stato facile collegare questo terremoto con uno tsunami “orfano” (cioè senza un corrispondente terremoto) che colpì il Giappone nella notte del 26 gennaio 1700, che quindi rimane la data più probabile per l'ultimo terremoto significativo che ha colpito la Cascadia. Si stima che il sisma abbia avuto una magnitudo tra 9.0 e 9.3 e abbia provocato una rottura di ben 600 kilometri di lunghezza tra la California settentrionale e la Columbia Britannica, provocando l'annientamento di molti villaggi dei nativi americani lungo la costa.
Questo evento rientra pienamente fra i terremoti di thrust e risolve l'enigma della presunta mancanza in zona di forti terremoti, nonostante la subduzione attiva. Sembra che la faglia sia “bloccata” a causa dell'attrito. Ma siccome la zolla di Juan de Fuca continua a scivolare sotto quella nordamericana, gli sforzi continuano ad accumularsi e prima o poi vinceranno l'attrito lungo la faglia e ci sarà un terremoto di intensità estremamente alta.
Non è detto che le tante tradizioni locali si riferiscano tutte allo stesso episodio (in particolare quelle con le leggende più elaborate), ma possono riferirsi anche ad eventi più antichi
Per capirci di più furono cercate delle tracce e ne fu trovata una piuttosto semplice: le morie di alberi. Quest'area infatti ospita delle grandi foreste. L'effetto fondamentale di un terremoto come questo è di abbassare di colpo il suolo, dopo una lunga fase in cui il terreno si rigonfiava. Sugli alberi lungo le coste queste oscillazioni hanno delle conseguenze piuttosto pesanti: al rigonfiamento è connesso un riempimento del terreno da parte di acque dolci, che ne favorisce la crescita. L'abbassamento repentino provocato dal sisma, invece, porta le radici degli alberi a contatto con delle falde acquifere salate per cui molti alberi muoiono. Scavando delle trincee e vedendo e datando le morie di alberi è stato visto che l'area negli ultimi 10.000 anni ha subìto delle scosse simili a quella del gennaio 1700 ad intervalli irregolari compresi fra un minimo di 300 fino ad un massimo di 600 (1.000 secondo altre fonti) anni.
Questa scala temporale non è molto tranquillizzante, visto che sono appena passati i 300 anni dalla scossa precedente. Dopo il terribile evento del dicembre 2004, così bene documentato grazie alle tante telecamere che la gente si porta appresso, soprattutto in vacanza, nessuno può dire di non poter rendersi conto di cosa sia uno tsunami. Infatti le autorità locali sono molto preoccupate e stanno studiando le mosse che dovranno essere fatte nel caso di un nuovo terremoto disastroso nell'area.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' possibile che la dorsale medio pacifica sia scivolata sotto l'America settentrionale nella zona copresa tra Cascadia e Messico occidentale? e se fosse così, ci sono tracce?

Francesco

Aldo Piombino ha detto...

certamente! Le montagne rocciose sono un orogene che si è venuto a formare principalmente tra il cretaceo e il terziario inferiore in una situazione simile a quella andina odierna.
L'originale struttura a falde è stata poi smembrata nella zona a est della California dall'apertura del "basin and range zone".
ti posto un link nel quale al secondo punto ("geological setting") troverai un riassunto molto stringato ma anche molto esplicativo
http://academic.emporia.edu/aberjame/field/rocky_mt/rocky.htm

Se poi si va più a sud, allora si vede come il meccanismo che tu hai citato potrebbe anche "funzionare" con la zolla di nazca e quella della nuova scozia, ora isolate fra loro ma è possibile che facessero parte di una stessa zolla con la dorsale che in parte è subdotta sotto l'america meridionale.

Se hai alte domande non esitare!