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giovedì 3 giugno 2010

Una buona notizia: I terremoti sono prevedibili (almeno così sostiene la magistratura)

Sono semplicemente stupefatto: giunge oggi la notizia che la Procura della Repubblica dell'Aquila ha notificato alcuni avvisi di garanzia ai membri della Commissione Grandi rischi, relativi a quanto detto nella riunione all'Aquila del 31 marzo. L'accusa è piuttosto grave: omicidio colposo.
Ricordo brevemente la questione: da un paio di mesi nella zona c'era una attività sismica di fondo piuttosto robusta, con tanto di chiusura di scuole, verifiche di eventuali danni, qualche cornicione pericolante etc etc. Il tutto fino allo sciame sismico piuttosto intenso tra il 30 marzo e il 3 aprile 2009, quandi ci sono stati almeno 3 eventi con magnitudo uguale o superiore a 3, associati ad un evento principale con M=4 nel pomeriggio del 30. Questa sequenza si è sviluppata a sud dell'Aquila, Noto che pure Sulmona, una cittadina ad una cinquantina di km dall'Aquila, era stata interessata da una scossa di magnitudo 3.8 il 29 marzo.

Al panico concorrevano le scomposte urla di Giuliani che diceva di avere i dati di un imminente terremoto studiando le emissioni di radon. Ho parlato del (possibile) nesso fra radon e terremoti qui e anche delle cosiddette previsioni di Giuliani . Non tutti si ricordano che sempre il buon Giuliani telefonò il 29 marzo al comune di Sulmona sbraitando di sgomberare la cittadina perchè stava per scatenarsi nei dintorni della cittadina una scossa devastante.
Quindi il 31 marzo 2009, cioè 6 giorni prima del terremoto che sconvolse la città, la Commissione grandi rischi si riunì proprio all'Aquila. Ne ho parlato qui.

Riprendo da quel post alcune considerazioni preliminari:

1. Il terremoto dell'Aquila è stato devastante non di per sé, ma soprattutto per lo standard delle costruzioni: la mappa dello scuotimento parla chiaro. Non mi pare si debba dare la colpa a Boschi, Bertolaso &c se sono crollati edifici recenti costruiti senza tenere conto del rischio sismico o, peggio ancora, non rispettando le normative.

2. Neanche è colpa loro se nessun amministratore si era posto il problema che una buona parte delle case di tutta l'area siano state costruite su terreni non adatti (per esempio perchè soggetti ad amplificazioni locali delle onde sismiche per la stratigrafia locale) o che non erano in grado di resistere a scosse di questa intensità. Faccio notare che da circa 30 anni (!!) si sapeva perfettamente che questa zona era sede di un gap sismico, con tanto di letteratura scientifica in materia (e persino articoli su “Le Scienze”.....).

3. nella storia della sismologia non si conoscevano casi in cui si sia scatenata una scossa molto forte in mezzo ad uno sciame. Uno studio dell'INGV affermava che c'era per la zona abruzzese il 30% di probabilità che avvenisse una scossa con M=5. Sono ragionevolmente sicuro che questa notizia sia arrivata alla Protezione Civile non oltre il 17 febbraio 2009

4. parlando quindi di previsione, ricordo che prevedere un terremoto nel significato letterale della parola vuol dire dichiararne giorno, ora, epicentro, profondità e intensità della scossa.

5. diversi mesi fa Boschi aveva affermato una cosa che forse non è stata capita: non ha detto che era impossibile che si verificasse una scossa, ma che con la sequenza in atto non c'era un aumento della probabilità che avvenisse nella zona una scossa. Cioè che le probabilità che avvenisse una scossa importante continuavano ad esserci (ed erano alte), ma questo indipendentemente dalla presenza dello sciame sismico.

Ora, secondo il sito del quotidiano Repubblica, il Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini avrebbe detto che "Non si tratta di un mancato allarme, l'allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case". Essendo un virgolettato, immagino che venga riportata una sua dichiarazione testuale.


E' chiaro ed evidente che una cosa del genere non possa bastare a lanciare un allarme sismico. Pensate un po' a quanti eventi del genere accadono in Italia tutti gli anni: in base al principio di precauzione si potrebbe predisporre lo sgombero di popolazioni solo perchè si è registrata una scossa di una certa entità o uno sciame sismico? E per quanto?

Vorrei sapere su che basi scientifiche il Dottor Rossini abbia detto ciò: trovatemi un caso al mondo in cui sia andata così. Neanche in California, dove le faglie sono perfettamente visibili e il regime tettonico è sostanzialmente semplice e soprattutto chiarissimo, siamo a livello previsionale.

È la solita storia della scienza che in Italia è considerata una questione di serie B e la Cultura con la C maiuscola è quella umanistica. Il dottor Rossini è sicuramente fra questi: se avesse una solida base di cultura scientifica una bischerata del genere non l'avrebbe mai sostenuta.


Dopo:

- aver fatti una figura da imbecilli davanti a tutto il modo con tutti quei poveri morti a causa della inadeguatezza delle costruzioni
- essere stati presi in giro da tutte le persone con un po' di sapere scientifico in testa a causa dei tanti fan del radonista Giuliani

ecco la botta finale: tutto il mondo saprà quindi che secondo un Procuratore della Repubblica Italiana i terremoti sono diventati prevedibili.

AL PROFESSOR ENZO BOSCHI E AGLI ALTRI ACCUSATI VADA TUTTA LA MIA STIMA E LA MIA SIMPATIA.

CONSIGLIO LORO SOLTANTO UNA COSA:

LA PROSSIMA VOLTA CHE C'È UNO SCIAME SISMICO FATE SGOMBERARE PER “TERREMOTO IMMINENTE” TUTTE LE CASE IN UN RAGGIO DI 100 KM DALL'EPICENTRO DELLO SCIAME. È PIÙ SICURO E NON CORRERETE RISCHI (A PARTE QUELLO DI FARE UNA FIGURA DI....)

venerdì 5 giugno 2009

tra storia e sismologia Il terremoto dell'Abruzzo era prevedibile?



Torno ad occuparmi del terremoto abruzzese perchè ci sono dei fatti nuovi che meritano attenzione. Quello che sto per dire potrebbe sembrare molto grave. Probabilmente lo è, ma è inevitabilmente detto con il senno di poi.

CONSIDERAZIONI GENERALI SU FORTI TERREMOTI NELL'AREA ITALIANA

Sul blog di Marco Cattaneo, di “Le Scienze” (Indiscutibilmente una persona seria e un giornale serio - merce rara in Italia....).ci sono delle annotazioni importanti. Vi si legge che solo 4 dei 13 terremoti di magnitudo superiore a 5,5 verificatisi in Italia dal 1961 a oggi sono stati preceduti da una sequenza sismica con almeno una scossa di magnitudo 3,8 o superiore entro un mese prima dell’evento ed entro un raggio di 50 chilometri dall’epicentro. Per la precisione: Belice 1968; Friuli 15 settembre 1976; Umbria-Marche 1997; L’Aquila 2009.
Aggiungo che anche a San Giuliano di Puglia ci sono sicuramente stati dei foreshocks, sia pure inferiori a 3.9 Non capisco perchè Paolo Gasperini dell'INGV abbia scelto proprio questa intensità come discriminante (ma sia ben chiaro che non oso minimamente criticare questa scelta che sicuramente sarà ben motivata!).
Negli altri 9 casi non ci sono state scosse di M > 3,8 che hanno preceduto il sisma maggiore. E qui c'è una giusta considerazione: quante decine di scosse sono avvenute in Italia con intensità paragonabile o superiore senza aver dato luogo ad un forte terremoto?
In uno dei post successivi al terremoto scrissi che lanciare un allarme dpo ogni scossa con M maggiore di 3 significherebbe riempire le autostrade di convogli della protezione civile.
Quindi su questa base la decisione partorita nella famosa riunione aquilana del 30 maggio è ineccepibile, anche perchè gli “allarmi radon” sono stati lanciati da una persona il cui unico lavoro reperito in rete fa semplicemente ridere, come ho già scritto in un post apposito.

PERÒ.... C'È UN PERÒ: LA SISMICITÀ STORICA IN ABRUZZO

La quantità di terremoti registrati in Abruzzo è notevole e ci sono anche delle fonti discordanti. Ad esempio c'è chi cita il terremoto del 27 novembre 1456 come il più terribile in tempi storici per l'Italia Centrale: ebbene, di questo evento non c'è traccia nel catalogo parametrico dei terremoti italiani dell'INGV, in quello di Mercalli e in quello di Baratta.
Persino Giuseppe Mercalli è in contrasto con il catalogo dell'INGV: parla di una scossa forte il 20 settembre 1731, quando il catalogo ne pone una il 15 ottobre.
Comincianod un breve excursus storico, è possibile che il sisma registrato a Roma nell'849 abbia avuto l'epicentro in Abruzzo.
Nel 1315 sembra che sia stata colpita solo L'Aquila. Invece pochi anni dopo, nel 1349, la scossa si inquadra nell'ambito di una forte crisi sismica in tutta l'Italia. Apportò danni fino a Roma.
Anche il 27 novembre 1461 sembrerebbe un evento isolato e di interesse locale. Da notare che ci furono molte repliche e una scossa molto forte forte 20 giorni dopo. Il catalogo dell'INGV riporta un terremoto nel 1498.
Nel 1703 (quasi 250 anni di “buco”, un periodo in cui non avvennero terremoti distruttivi) ci fu uno dei più forti terremoti dell'Appennino Centrale: nonostante l'epicentro sia probabilmente vicino a Norcia, l'Aquila subì parecchi danni. Le scosse ebbero ancora una volta degli effetti anche a Roma e furono seguite giorni dopo da una replica piuttosto forte
C'è poi il “mistero” del 1730/32: durante un'altra crisi sismica che sconvolse l'Italia centromeridionale, Giuseppe Mercalli scrive che nel Settembre 1731 “parecchi sismi avvennero negli Abruzzi specie uno rovinoso il giorno 20” . Dico “mistero” perchè nonostante il mio appello che è stato pubblicato anche dagli amici di “Abruzzo Svegliati”, non sono riuscito a sapere niente di questa sequenza sismica. Il catalogo dell'INGV – come ho fatto notare poco sopra – riporta un evento il 15 di ottobre, a SE del capoluogo abruzzese, due giorni prima del teremoto che sconvolse Foggia.
Gli appunti di Mercalli sono piuttosto precisi e coincidono con numerosi dati della bibliografia attuale. Li ho perchè li ho trovati in un libro di Giovanni Flores dal titolo “Il Terremoto”: comprato quasi controvoglia e solo perchè il mio edicolante insistette per vendermelo circa 25 anni fa, devo dire che prima di internet è stato una manna di informazioni. Ricordo solo che dopo il terremoto di Assisi dissi che la terra avrebbe tremato fino a Pasqua, ed ebbi ragione: lo capii proprio leggendo gli appunti del grande sismologo contenuti in quel libro.

L'EVENTO DEL 6 APRILE NON ERA FORSE COSÌ INASPETTATO?

Il 30 aprile c'era la gente per le strade per una ennesima scossa che aveva anche fatto qualche danno
L'evento del 1703 si è originato un po' a distanza da quest'area, verso il reatino. Ci sono evidenze di alcuni eventi significativi qualche mese e qualche giorno prima di quella scossa. Anche se qualche sospetto c'è, nulla fa pensare a uno sciame come quello del 2009 . Non c'è quindi una somiglianza precisa con quanto successo quest'anno, ma è chiaro come prima del sisma ci sia stata una certa attività. Mi chiedo inoltre se nel 1707 si sia trattato di un unico terremoto o di una serie di scosse innescate da quella principale, avvenute lo stesso giorno o nei giorni successivi riportate poi male dalle fonti,. Comunque ricordo che all'epoca la sismicità strumentale non era osservabile e/o che si possa aver perso il ricordo di eventuali piccole scosse.

Per quanto riguarda la “misteriosa” sequenza del 1731, è probabile che la scossa principale del 20 settembre (o del 15 ottobre?) sia stata preceduta da uno sciame, altrimenti secondo me Mercalli avrebbe parlato di un forte terremoto seguito da molte repliche. E' quasi sicuro invece che il terremoto di Avezzano del 1915 sia giunto improvviso.

Insomma, in altri casi avvenuti in zona un evento forte è stato preceduto da qualcosa. Anzi, Mario Baratta, un altro importante sismologo, afferma nel suo “I terremoti d’Italia” (del 1901!) che degno di essere ricordato sì è che i grandi parossismi aquilani successi nel 1315, 1461, 1498, 1646, 1786, 1791, 1809, 1848, 1849, 1887 si sono presentati tutti sotto forma di periodi sismici più o meno lunghi con un rilevantissimo numero di scosse". Capito? Questo da solo non può dire molto, perchè a prima vista potrebbe benissimo essere che la sequenza sia stata innescata da una scossa principale iniziale e non esserci una fenomenologia come nel 2009. Però la storia del 1703 potrebbe indicare qualcosa di più simile.
(Fra parentesi pure Baratta non parla dello sciame mercalliano del 1731, nè dell'evento del 1456).

Già l'analisi storica della sismicità avrebbe potuto destare una certa attenzione. Ma aggiungiamo altre due cose:
1. già negli anni 80 la Marsica e le aree adiacenti erano in Italia nel ristretto cerchio delle zone a più alto rischio, assieme a Forlivese, Monti Iblei, Capo d'Orlando e due aree in Calabria: sono le aree in cui siamo vicini al limite massimo della ripetizione di un evento particolarmente forte
2. (e questa è bella!) a metà di aprile, in un convegno a Napoli sulla previsione dei terremoti è stata mostrata una mappa con la distribuzione della probabilità di un evento di magnitudo superiore a 5,5 tra il 2008 e il 2012. Indovinate quel era la zona con la probabilità maggiore? Risposta: l'Abruzzo, dove le possibilità stimate erano del 30%! Mi domando se quella carta era nelle mani di Boschi 15 giorni prima e la risposta più logica mi pare quella affermativa.

LA RIUNIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE ALL'AQUILA DELLA FINE DI MARZO

Boschi ignora completamente tutto questo e nella sua relazione punta su altri fatti e cioè:
1. L’area è stata interessata da sequenze sismiche anche recentemente che non hanno portato a nessuna scossa di una certa intensità (nella immagine in verde la sequenza dei primi mesi dell'anno, in giallo quella a Sulmona e in nero gli altri eventi meno recenti della zona)
2. Non ci sono state fino a quel giorno variazioni significative nella profondità degli ipocentri
3. il rilascio di energia è più o meno costante (nonostante che le scosse presentino una distribuzione irregolare nel tempo, ndr).
4. Le Magnitudo massime si concentrano nella parte meridionale della sequenza
5. l'ultimo evento di una certa importanza è stato uno di M=4 nel 1985

In ogni caso Boschi ha affermato una cosa che forse non è stata capita: non ha detto che era impossibile che si verificasse una scossa, ma che con la sequenza in atto non c'era un aumento della probabilità che avvenisse nella zona una scossa. Cioè che, sciame sismico nza in atto o no, le probabilità che avvenisse una scossa continuavano ad esserci, ma indipendentemente dalla presenza dello sciame (e probabilmente sapeva che erano elevate...).

In effetti, non considerando la bibliografia (e la mappa di cui sopra), i segnali erano tutto sommato tranquillizzanti. Personalmente, prima di approfondire la questione, pensavo anche io la stessa cosa. Mi chiedo – sempre e ovviamente con il senno di poi – se questa sottovalutazione è dovuta alla Scienza, alla Politica o a un mix delle due.


CONCLUSIONI

So benissimo – e lo preciso ancora una volta – di parlare con il senno di poi e con questo non dico che era possibile prevedere il terremoto nel significato letterale della parola, e cioè dichiarare giorno, ora, epicentro, profondità e intensità della scossa.
Non ho la minima idea di quale potrebbe essere stata la gestione degli eventi, in caso di un riconoscimento dei rischi. Però i dati avrebbero dovuto consigliare quantomeno una certa prudenza, uno studio, almeno preliminare, dello stato dei palazzi pubblici e – forse – sgomberare le situazioni più a rischio?
Ma avremmo avuto forse a che fare con il panico della popolazione? Forse era questa la peggiore delle preoccupazioni?
Io non lo so davvero come sarebbe andata.

martedì 28 aprile 2009

Le cosiddette previsioni di Giuliani

Incominciamo da un particolare: in questi giorni si parla di un Giuliani, in realtà il lavoro reperito su internet è stato scritto da Gioacchino e Roberto Giuliani e da un fisico russo, Victor Alekseenko. Vi si legge anche che il metodo era stato mostrato anche ad un ente di ricerca americano (presumo il Servizio Geologico degli Stati Uniti) ma che non ci sono state risposte.
Veniamo ora ai dati contenuti nel documento: i Giuliani affermano di aver previsto una serie di terremoti nel 2002 e ne fanno un elenco. Oltre all'elenco, che come vedremo è lacunoso e privo di significato, non vengono segnalati per comparazione i dati rilevati dal loro apparecchio, dati che sono necessari per illustrare le correlazioni e per poter vedere come un certo terremoto sia correlato alle variazioni nel tasso di emissioni di radon in atmosfera.
E invece niente, soltanto una descrizione dell'apparecchio, una storia della ricerca ma nessun dato in proposito... Per cui dobbiamo semplicemente fidarci di quello che dicono. Già questo è un aspetto che da solo toglie credibilità al lavoro, lasciando semplicemente libero di crederci chi ci crede acriticamente (e per crederci bisogna non avere una buona cultura scientifica) e magari lasciando nel dubbio qualche agnostico. Quindi non è possibile accettare scientificamente un lavoro così impostato, di cui conservo una copia ad imperitura memoria (e a scanso si modificazioni future da parte degli autori).
Prendiamo ad esempio il periodo che va dal 3 agosto al 23 ottobre del 2002 (dati poi ripetuti alla pagina successiva insieme ad altri).

Vediamo in dettaglio le scosse indicate:

1. 3 agosto 2002 42°.6 13°.0 C. Italia M 3.2: mi risultano in quel giorno 3 lievi scossette vicino a Cascia e un 2.8 in mare a largo del Cilento. Probabilmente si riferisce ad un evento registrato vicino a Palestrina. Magnitudo trascurabile ed eventi che succedono quasi tutti i giorni. Non si capisce su che basi questa possa essere una previsione attendibile e come abbia fatto a prevedere proprio quello e come mai altri sismi più forti nelle vicnanze non abbiano dato riscontro.

2. 06 settembre 2002 41°.9 12°.5 S. Italia M 4.5. Le coordinate sono quelle di Centocelle, nota borgata romana. Di questo evento non c'è traccia nei cataloghi e neanche nei giornali. Invece lo stesso giorno si attiva la sequenza del Tirreno Meridionale, che comincia con una scossa di M=5.9 che ha provocato danni anche ingenti nella zona di Palermo. Nella zona ci sono state 4 scosse superiori a 4 e altre 24 superiori a 3 in due giorni! Nulla di ciò è indicato

3. 07 settembre 2002 41°.6 15°.8 S. Italia M 2.7. E' il giorno dopo la grande scossa di Palermo. Con quella zona in piena atività "vede" una scossa nella zona di Manfredonia, realmente avvenuta.

4. 09 settembre 2002 42°.4 11°.8 C. Italia M 4.5. Anche in questo caso nessun terremoto è segnalato in quella zona, tranne quello del 18 ottobre, un mese dopo, nelle immediate vicinanze.

5. 24 settembre 2002 41°.7 13°.3 S. Italia M 2.5. Siamo sempre nel Lazio, fra Anagni e Frosinone. Nessun evento segnalato nel momento. Qualcosa di vicino c'è, entro un raggio d una ventina di kilometri, nei 30 giorni precedenti e successivi (Sezze, colli albani)

6. 06 ottobre 2002 39°.6 12°.4 Tirreno M 3.2: nulla da segnalare. La zona è stata interessata da sismi il 18 di ottobre. Intanto proseguiva imperterrita la sequenza sismica un pò più a sud.

7. 19 ottobre 2002 40°.7 12°.7 Tirreno M 2.9: non c'è nulla in proposito

8. 23 ottobre 2002 42°.7 17°.3 Adriatico M 4.0: e questa in effetti è una correlazione giusta.

Un primo commento è che NON sono stati indicatii i 5 terremoti più forti del periodo e cioè il 5.9 del 6 settembre nel Tirreno a largo di Palermo (tacendo delle sue replche più forti) , un 4.8 nel mare davanti a Ostia il 2 ottobre, un 4.4 presso Viterbo il 18/10 e, sempre il 18/10 altre 2 scosse nel Tirreno centro-meridionale.

Nel periodo indicato la scossa del 6 settembre ha attivato una delle sequenze sismiche più folte degli ultimi anni: è continuata per diverso tempo con altre 4 scosse forti, il 20, 27, 28 settembre e 2 ottobre. Rimanendo a valori di M compresi fra 3 e 4, nell'area si sono registrate 64 scosse dal 6 al 30 settembre, 11 in ottobre, 6 in novembre e 2 in dicembre, per tacere di quelle inferiori: fra settembre e ottobre alla zona sono associate 559 scosse con M maggiore di 2. Ricordo come nel periodo con alcuni amici si scommetteva regolarmente caffè o gelati per chi avesse azzeccato l'ora della prossima scossa (il regolamento richiedeva un valore di almeno M=2.8, altrimenti non ci si saltava fuori...). Eppure cita un paio di eventi inesistenti nell'area un pò più a nord.
Inoltre se prendiamo l'Abruzzo e i suoi dintorni nel periodo indicato ci sono stati ben 19 eventi, fra i quali anche un 3.4, e nessuno è stato previsto (o, almeno, segnalato)

Proseguendo con la tabella successiva viene omesso lo sciame di Catania della fine di Ottobre (con 4 scosse da M=4 in una giornata) e indica gli eventi di San Giuliano di Puglia (sempre, continuo a ripetere senza un grafico o altri dati di controllo), un evento di magnitudo 3.3 il 30/03, sempre nel Tirreno e un altro in data 11/4 nella stessa zona.

Quindi direi che questi tanto decantati rilevamenti non sono poi così precisi. Tutt'altro. E che il modo di illustrarli è davvero poco scientifico.
Ma veniamo ora ad alcunei imprese del Giuliani degne di nota: Carlo Cattaneo, nel suo blog, porta un link a un post del blog “donne democratiche
Lo segnalo anche se è un sito politico per il suo contenuto. L'inizio è esilarante: nel 2001 stavamo osservando il misuratore di particelle cosmiche presso l’Istituto quando, in corrispondenza del terremoto in Turchia, rilevammo una quantità straordinaria, rispetto al solito, di radon. Praticamente un terremoto di M:5.4 in Turchia sparge radon in tutta la crosta dell'area mediterranea.... In tutta la crosta, perchè il Nostro autore le misure le prende qualche metro sotto la superficie per non essere influenzato dai venti (che nel caso provocherebbero sicuramente un aumento dei valori di Radon se provenissero dai Colli albani)

Segue una dissertazione quasi astrologica: i dati ottenuti in questi 9 anni di studi, ci hanno consentito di rilevare un rischio sismico maggiore nel periodo invernale che va da novembre ad aprile. Senza voler banalizzare, ma per semplificare i concetti, posso aggiungere anche che l’attività sismica è strettamente correlata alle fasi lunari. In particolare quest’anno, il sistema Terra-Luna, si è venuto a trovare al Perielio (Punto più vicino al Sole, in Inverno) con la Luna nello stesso periodo alla minima distanza dalla Terra, e con il Pianeta Venere allineato, in fase di Venere piena anch’essa vicina. L’attrazione gravitazionale delle masse sulla Terra hanno intensificato l’effetto marea sul nostro pianeta, rendendo gli eventi sismici più rilevanti, rispetto agli altri sciami, cui siamo stati interessati negli anni precedenti.
Mi domando perchè l'influenza della luna sia maggiore fra novembre e aprile. Forse perchè il sole è òeggermente più lontano (mi pare a memoria 152 contro 147 milioni di kilometri)? E qunto possa influire Venere. Giuliani, di che segno sei? (non voglio saperlo... non so neanche di che segno sono (sarei...) io...
E poi il capolavoro: Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini, in quanto lo sciame sismico andrà scemando con la fine di marzo. Non propriamente una previsione azzeccata, direi.... (ma la Terra nel perodo si avvicina al sole...)

Cattaneo cita poi la ricostruzione, ripresa dal Corriere della Sera, che avevo già letto il giorno dopo il terremoto su “il Capoluogo”, in cui si parla di un Giuliani che il 31 marzo si sgola con il sindaco di Sulmona, dicendo che dovevano sgomberare perchè c'era in arrivo una scossa molto forte (quel giorno la cittadina era appena stata colpita da una scossa di una certa importanza)
Giuliani suscita addirittura l'ilarità generale quando in un convegno tenutosi il 16 aprile asserisce di avere visto con il radon addirittura il terremoto di Sumatra del 2004....

La conclusione è che tutto questo vocìo sul lavoro di quest'uomo e dei suoi collaboratori è la classica follia italica. Sono dati forse interessanti (non ho mai negato che il radon possa essere usato per scopi di previsione sismica), ma da interpretare in una logica più vasta. Il soggetto però con il lavoro disponibile online non fa che peggiorare la sua posizione, con un articolo assolutamente fuori da ogni schema scientifico e privo di riscontri oggettivi
Buono solo per i cultori della “scienza non ufficiale” (di cui mi dovete trovare un risultato utile che uno...) e di tutti quelli che in Italia, paese dei 60 milioni di allenatori della nazionale migliori di quello che è stato scelto per farlo, credono sia possibile ergersi ad esperti pur non conoscendo nulla o credendo, conoscendo poco, di sapere tutto. Aggiungiamoci pure le leggende urbane che da quando c'è internet girano con velocità impressionante e capirete come sia possibile che Giuliani sia diventato per alcuni sprovveduti un eroe nazionale. Fra questi elementi ce n'è uno che, dimostrando di non sapere neanche cosa sia una faglia, è riuscito in un forum da me frequentato per altre cose a dire che io non so neanche cosa sia la geologia....

martedì 21 aprile 2009

L'edilizia in italia e il terremoto aquilano: il disastro annunciato in mezza Italia


Rimettendo a posto una serie di appunti scritti a mano e quindi scampati dai guai del PC, vedo che già il martedì dopo il terremoto avevo annotato che Giuliani e le polemiche innescate dalle sue dichiarazioni non solo mi stavano infastidendo (termine molto eufemistico...), ma potevano essere molto utili per non parlare della tragica realtà e cioè che sono crollati o sono ormai inagibili edifici la cui antisismicità doveva essere stata curata con grande attenzione. Mi riferisco e agli edifici pubblici in generale e a costruzioni recenti. Sapere che il sisma ha provocato il crollo o ha reso inagibili prefettura, ospedale, questura e che sono crollati la Casa dello Studente e le scuole, lascia veramente sbalorditi.
Si rincorrono pure voci su edifici recenti da abbattere, dichiarati antisismici. E pare che L'Aquila sarebbe stata declassata da un punto di vista sismico qualche anno fa, un'altra notizia che non posso confermare.
Ieri i telegiornali parlavano di 3 edifici dichiararti agibili su 4, ma senza specificare il dato e cioè a che zona si riferisse. Classico esempio di notizia confusa e quindi inutilizzabile senza delle precisazioni.

Però basta vedere la mappa dello scuotimento per rendersi conto che, alla fine, è stata sì una scossa fortina, ma in fin dei conti non terribile. Quasi 300 morti sono un tributo assolutamente fuori da ogni logica per un paese civile, anche tenendo conto della bassa profondità ipocentrale, peraltro considerata nella mappa in questione.
Annoto che se le scuole fossero state ben costruite (o ristrutturate) una scossa del genere gli avrebbe fatto ben poco.

E' stato detto da più parti che la costruzione di un'autostrada fa più audience elettorale rispetto alla messa in sicurezza dei principali edifici pubblici (scuole comprese).
Però dopo i morti di San Giuliano e quelli dell'Aquila voglio proprio vedere se ci si ostinerà a non far niente...
Non c'è neanche la scusa che le mappe di pericolosità sismica siano vecchie e/o inadeguate. Quelle odierne sono piuttosto valide.
Però ricordo benissimo come sindaci ed amministratori locali vari abbiano spesso protestato per l'inclusione dei loro comuni nelle aree sismiche, una cosa considerata di "ostacolo allo sviluppo (edilizio...) del territorio".

Il problema è culturale: purtroppo gli ultimi 90 anni in Italia hanno coinciso sia con un enorme aumento dell'urbanizzazione, sia con un periodo di quiete sismica.
Un discorso che faccio da tempo, ma che fino ad oggi non avevo scritto. O, meglio, ne ho accennato sul post scritto il giorno stesso del terremoto.

Dopo il 1915 abbiamo avuto soltanto 8 eventi degni di essere ricordati in oltre 90 anni: Irpinia 1930 e 1960, Belice 1967, Friuli 1976, ancora Irpinia 1980, Umbria 1997, Molise 2002 e Abruzzo 2009. Per giunta ben 3 degli 8 eventi considerati hanno avuto per teatro la stessa area in maniera piuttosto inaspettata (è il caso di dirlo sopratuttto per il 1980).

Adesso prendiamo 3 casi di persone nate in diversi periodi.
La prima nasce nel 1925: è troppo giovane per ricordarsi Irpinia 1930 e quindi il primo terremoto lo ha "vissuto" nel 1960, quando aveva 35 anni. Nel 1980, a 55 anni, ne aveva vissuti 4
Io sono nato nel 1960 e nel 1980, a 20 anni, avevo provato 3 terremoti importanti in Italia, più una nutritissima serie di scosse di minore importanza. Cito a memoria Lentini, Ancona, Tuscania, mentre negli anni 80 ci furono eventi importanti in Valnerina e Abruzzo (Opi e Villetta Barrea per l'esattezza). Ho anche dei ricordi confusi di un fortissimo evento nella ex-Yugoslavia, mi pare nel 1969.
La terza persona nasce nel 1975. difficilmente si ricorda dell'Irpinia e quindi il primo terremoto lo ha visto ad Assisi a 21 anni.

In altre parole tra 1960 e 1980 abbiamo avuto 4 terremoti forti in 20 anni e addirittura 3 in 13. Una media del genere ci porterebbe attorno ai 20 eventi per secolo!
Questa è una dimostrazione che la distribuzione dei terremoti in Italia non è casuale, ma gli eventi si addensano in "crisi sismiche".
Una crisi sismica minore c'è stata tra il 2002 e il 2003: ricorderete il terremoto di San Gkiuliano, le sequenza del Tirreno Meridionale e delle Timpe catanesi, le eruzioni di Stromboli (con relativo tsunami) e dell'Etna. La calma tornò solo dopo un forte terremoto sulla costa algerina, che al di là di essere geograficamente in un altro continente, è geologicamente la continuazione della Sicilia Settentrionale.
E chiaro ed evidente che una nuova crisi sismica prima o poi (speriamo poi...) si verificherà. E se sarà come quella della seconda metà del XIX secolo, culminata all'inizio del XX scecolo con i terremoti di Messina ed Avezzano, saranno dolori a meno che non si riqualifichi l'edilizia in molte zone dell'Italia soprattutto centro-meridionale.

Occorre quindi un grande piano di investimenti per esaminare accuratamente l'edilizia esistente, a partire da quella pubblica necessaria in caso di emergenza (prefetture, ospedali, caserme, uffici comunali, scuole) e vedere di mettere a norma quanto prima questi edifici nelle zone a massimo rischio.
Occorre la predisposizione di piani di emergenza a livello locale.
Occorre preparare la popolazione al rishio: un cittadino informato ha maggiori possibilità di cavarsela. Per farlo e per verificare la bontà di questi piani occorrono le esercitazioni che coinvolgono la popolazione, come le fanno in Giappone o in California.
In termini di edilizia privata occorre costruire il nuovo in zone geologicamente più sicure, che esistono anche all'interno della fascia sismica principale. E si deve scartare l'idea di costruire in zone non sicure: la scuola di San Giuliano è l'esempio più terribile di dove NON costruire o ristrutturare e di come le caratteristiche sismiche possano variare enormemente anche in pochi metri.
E anche abbandonare il vecchio ove non fornisse garanzie a causa della costruzione e/o della situazione geologica.

In un paese dove abbiamo assistito alla più bieca speculazione edilizia con tecniche costruttive e materiali quantomeno discutibili in molti casi, l'impresa è titanica, soprattutto da un punto di vista culturale.
Ma il prezzoi da pagare sarà inevitabile in termini di morti e distruzioni.
I quasi 300 morti di questi giorni gridano vendetta.
E quindi occorreranno anche leggi piuttosto drastiche nei confronti di costruttori e professionisti, qualora si ravvisino delle irregolarità nelle costruzioni.






lunedì 20 aprile 2009

dopo 15 giorni interrompo il silenzio - considerazioni sul terremoto

Il mio silenzio in queste due settimane è dovuto fondamentalmente a 3 motivi:

1. ho avuto diverse cose da fare, non ultimo cose ferroviarie tra sottoattraversamento fiorentino e un fantastico giro a oltre 300 km/h sulla nuova linea ad alta velocità che da dicembre collegherà Firenze e Bologna in 35 minuti.

2. sto raccogliendo notizie sul sisma abruzzese. Ho voluto riflettere molto prima di scrivere qualcosa sull'argomento e non mi sembra opportuno in questo momento occuparmi di altro su scienzeedintorni, pur avendo altro materiale pronto o quasi. Mi sono riguardato decine di articoli in materia di previsioni sismiche e ne ho anche trovati altri. Ringrazio particolarmente una persona che mi ha fornito alcune dritte importanti e che non posso nominare per problemi di anonimato su un forum. Ho anche esaminato il lavoro di quel Giuliani, su cui pubblicherò un post a breve. Anticipo solo che tra la geofisica e Giuliani sussiste una differenza maggiore di quella che c'è fra Pavarotti e uno che va a cantare fischiato l'Aida a "La Corrida".

3. ho avuto anche dei guai con il PC, strascico del passaggio a linux e di un backup irrimediabilmente (pare...) rimandato per pura pigrizia. Fra l'altro in quei dati c'erano i dati ottenuti da ore di studio passate ad incrociare i dati di Giuliani con quelli dell'Iris Earthquake Browser.
Anche adesso sto scrivendo da un internet point.
Noto con non celabile soddisfazione che finalmente la polemica si è spostata dalla "previsione" alla "prevenzione". Dopo che tutto il mondo ci ha riso dietro per la qualità dell'edilizia e per le supposte previsioni, finalmente si fa sul serio. Mi auguro senza distinzioni politiche che tutti vogliano essere molto severi su quello che è successo. Mi attendo non grida manzoniane come dopo San Giuliano, ma inchieste serie e veloci e una ricostruzione veloce e corretta sia da un punto di vista tecnico che da quelli politico - economico - finanziari e che venga urgentemente preso in coinsiderazione un piano straordinario per la messa in sicurezza almeno degli edifici strategici nelle aree a maggior rischio sismico.



PRIME RIFLESSIONI GEOLOGICHE A FREDDO




Capisco le polemiche sulla prevenzione. Se anche io fossi una persona "normale" e cioè con una bassa conoscienza delle Scienze della Terra pure io avrei pensato che la sequenza di eventi sismici avvenuti all'Aquila in questi mesi era il segnale che si stava preparando un evento importante.
Invece per un geologo o un geofisico era l'esatto contrario: uno sciame sismico non prevede un aumento così drammatico dell'intensità delle scosse. queste sequenze infatti sono caratterizzate da una serie di scosse di intensità raffrontabile (almeno per qulle più forti - ce ne saranno sempre di più deboli). Molto fitti all'inizio, gli eventi tendono a diradarsi e a diminuire di intensità, sebbene ci possano essere delle recrudescenzew verso la massima intensità registrata all'inizio
Sciami che vanno in verso opposto sono molto rari e proprio per questo balzano agli onori della cronaca: è successo per esempio nel 2008 nello Utah. Ne ho parlato qui.
In altre parole, la probabilità di avere un evento importante non varia se in corso ci sia uno sciame o no.
Noto infine che oltre al caso attuale, pure il terremoto di Assisi e quello di San Giuliano hanno avuto dei precursori (nel caso di Assisi c'era già stata una scossa distruttiva precedente, sia pure meno intensa). Ma se si dovesse generare un allarme con sfollamento di popolazione tutte le volte che si verifica un terremoto di magnitudo 3 o superiore in Italia ci sarebbero 200 allarmi all'anno.
Per esempio: ieri sera avreste forse sgomberato mezzo Piemonte?