L'allerta meteo in Toscana per martedì 9 settembre 2025 è una dimostrazione di come normalmente le aree interessate da questi provvedimenti si rivelino ben più estese di quelle dove in effetti succede qualcosa. Vale soprattutto per le allerte "gialle" o "arancioni". Nel caso toscano ci sono state precipitazioni molto intense in zone estremamente ristrette (addirittura interessate da allerta gialla) ed è chiaro che l'attuale stato dell'arte della ricerca non permetta di risolvere estensioni così limitate. La questione importante è che nella stragrande maggioranza dell'area interessata è successo veramente poco (come, appunto, succede di solito), e che a livello di opinione pubblica questo sia considerato un falso positivo. Il rischio è che la popolazione si assuefaccia e prenda sottogamba la questione oppure ancora protesti per i provvedimenti adottati. Inoltre molti siti meteo forniscono previsioni specifiche comune per comune questi siano "più bravi" della Protezione Civile e di qualsiasi altra organizzazione pubblica che si occupi di meteorologia. Purtroppo chi non conosce le dinamiche delle allerte non è in grado di capire perché vengano adottati certi provvedimenti. a partire dalla chiusura delle scuole e dalla sospensione di varie manifestazioni. Onde evitare che monti la sfiducia nei confronti del sistema di Protezione Civile (anche grazie ai soliti tribuni che guardano alla pancia anziché alle conseguenze delle loro azioni) penso sia necessaria una ampia opera di comunicazione da parte della Protezione Civile (o di chi per essa).
IL PROBLEMA FONDAMENTALE: IL CONCETTO DI ALLERTA, A PRESCINDERE DAL COLORE. Spesso si trova chi pensa (anzi ritiene un dato di fatto) che a fronte di quantitativi industriali di allerte arancioni, in genere è già tanto se piova e che spesso gli unici eventi che hanno causato danni di un certo rilievo si sono verificati in stato di allerta gialla.
Queste convinzioni nascono da una non conoscenza della questione, cioè di come funzionano il sistema di previsioni meteorologiche e quello delle allerte. Perché non è che con l’allerta gialla non succeda niente, semplicemente c’è la possibilità che in un’area molto localizzata succeda un guaio, con appunto i sunnominati “danni di un certo rilievo”. Idem con l’allerta arancione: non è detto che piova dappertutto e forte nell’area indicata in arancione; anzi, in generale non è così, come appunto faccio notare in questo post. Ma quando l’allerta è arancione è molto difficile, almeno in Toscana, che non succeda niente; in genere fa davvero guai almeno in un’area ristretta.
PRECISIONE SPAZIALE DELLE PREVISIONI. Inoltre ricorderei anche due problemi importanti:
1. PROBLEMA SCIENTIFICO: le previsioni del tempo sono "probabilistiche" e non "deterministiche" e allo stato dell'arte attuale non è possibile che siano più precise di quanto lo sono, specialmente nello spazio (diciamo che è più evidente ua previsione sbagliata nello spazio, mentre se la precipitazione comincia alle 14 anzichè alle 15 la cosa viene sentita meno). Certo, alle volte si verificano degli errori e sia i “falsi positivi” (noti come flop) che i “falsi negativi” danneggiano agli occhi dell’opinione pubblica la credibilità del sistema.
1. PROBLEMA SCIENTIFICO: le previsioni del tempo sono "probabilistiche" e non "deterministiche" e allo stato dell'arte attuale non è possibile che siano più precise di quanto lo sono, specialmente nello spazio (diciamo che è più evidente ua previsione sbagliata nello spazio, mentre se la precipitazione comincia alle 14 anzichè alle 15 la cosa viene sentita meno). Certo, alle volte si verificano degli errori e sia i “falsi positivi” (noti come flop) che i “falsi negativi” danneggiano agli occhi dell’opinione pubblica la credibilità del sistema.
2. LE COSIDDETTE PREVISIONI LOCALI DEI SITI METEO: purtroppo un po' di colpa è anche dei siti meteo, una buona parte dei quali notoriamente considero personalmente solo delle macchine acchiappaclick per allodole tramite pagine che sparano titoloni. Ma il problema, presente ahimè anche in alcuni fra i (pochi) siti autorevoli che esistono (e che consulto), è il vizio di fornire in dettaglio per ogni ora e località i mm di pioggia. Pertanto una grossa fetta dei loro utenti ritiene credibili queste previsioni, e si stupisce che le previsioni su cui sono basate le allerte non abbiano tale precisione e, soprattutto sono portati a pensare che che chi lavora in questi siti sia "più bravo" di coloro che lavorano alla Protezione Civile e in qualsiasi altra organizzazione pubblica che si occupi di meteorologia.
GLI EVENTI IN TOSCANA DEL 9 SETTEMBRE. Quello che è successo in Toscana martedì 9 settembre è particolarmente esplicativo al riguardo e dimostra come, almeno in quel caso, una previsione per singola località sia quantomeno estremamente difficile. Vediamo 4 casi:
1. CARRARA. Nella carta 1 vediamo le piogge della notte fra lunedì e martedì tra le 1.00 e le 5.00 nella zona di Carrara: a fronte di un valore intorno agli 80 mm fra Sarzana e Massa sulle pendici delle Apuane si sono registrate precipitazioni maggiori, addirittura doppie. Per fortuna il reticolo fluviale della provincia di Massa è – come quello ligure – capace di assorbire piogge del genere e quindi i fiumi non sono neanche arrivati al livello di guardia (altrove, anche in Toscana, piogge del genere avrebbero causato ben altri danni). Inoltre, se a Massa sono caduti 80 mm di pioggia, a Seravezza - distante appena una decina di km verso sud - sono caduti appena 20 mm. Da notare che la zona di allerta dove è avvenuto questo evento, contrassegnata con "V" è la Versilia (zona che non comprende i comuni - tipicamente versiliesi - di Viareggio, Massarosa e Seravezza, ma include in provincia di Massa quelli di Massa, Carrara e Montignoso). Da notare che la zona di allerta Versilia era interessata da una allerta "gialla" e non "arancione"
2. PORTOFERRAIO. Nella carta 2 vediamo quello che è successo nel pomeriggio all’Elba: l’isola si estende in direzione EW per circa una trentina di km e nella sua parte orientale sono caduti da 90 a 120 mm di pioggia in due ore e mezzo, mentre nella punta occidentale la precipitazione è stata di appena 5 mm
3. VALDARNO INFERIORE. Nella carta 3 una pioggia estremamente forte (quasi 80 mm) si è abbattuta su Montopoli, mentre intorno nello stesso periodo i valori sono stati contenuti in 20 mm (addirittura zero a Pontedera, una dozzina di km più a W)
4. ISOLA DEL GIGLIO. Nella carta 4 la sera di martedì è caduta una pioggia fortissima all’isola del Giglio, mentre all’Argentario e alla Gorgona non è praticamente piovuto. Se ci fossero stati dei pluviometri nel mare tra Elba e Giglio, questi avrebbero presentato sicuramente valori importanti, ma lungo la costa le precipitazioni sono state molto limitate
ZONE DI ALLERTA E ZONE DI PRECIPITAZIONI INTENSE. Martedì 9 settembre c’era l’allerta gialla a Carrara, l'allerta arancione negli altri tre casi ma chiaramente come si vede dalla carta delle precipitazioni delle 24 ore la popolazione della maggior parte dell’area interessata potrebbe aver pensato “ma che l’hanno fatta a fare l’allerta arancione?” Insomma, ci può essere stata la sensazione di una allerta che in realtà è stata considerata un falso positivo (un flop).
All’Elba avrebbero pensato così a Pomonte, mentre al contrario a Portoferraio qualcuno avrà pensato che “avrebbero dovuto mettere l’allerta rossa” e a Carrara avranno pensato che il colore giusto fosse almeno l'arancione.
I PROBLEMI PRATICI DELLE ALLERTE. La domanda è: sarebbe stato possibile fare delle previsioni così accurate, separando l’Elba orientale da quella occidentale o la zona di Massa da quella di Seravezza e ipotizzare che una pioggia così forte avrebbe colpito Montopoli, lasciando indenne Pontedera, precisando quei pochi millimetri nelle aree circostanti? Oppure che piovesse così tanto al Giglio ma niente all’Argentario?
La risposta è NO.
Proclamare un'allerta ha i suoi problemi anche per i cittadini, non solo per il sistema di Protezione Civile: provvedimenti come chiusura delle scuole (con i relativi disagi per molti genitori), la non effettuazione del mercato settimanale, la chiusura di parchi pubblici e sottopassi, il divieto generale di manifestazioni dei più diversi generi e altri provvedimenti che non sto ad elencare hanno un impatto nella vita quotidiana.
Quindi si rende necessaria un’opera di sensibilizzazione della popolazione: ieri in Toscana la percentuale di popolazione per la quale l’allerta pare stata esagerata (quindi un falso positivo) è stata sicuramente superiore a quella che ha avuto dei problemi (e anche grossi, a Portoferraio). E siccome ovviamente si tratta di una caratteristica intrinseca dell’allerta arancione nell’attuale “stato dell’arte” della meteorologia, ne consegue che la “gggente” continuerà a pensare che le allerte siano paragonabili alla classica situazione di “al lupo a lupo” e questo comporta il rischio che molti cittadini se ne freghino altamente di quando vengono proclamate (e ignorarle può essere molto, ma molto pericoloso, a cominciare dal transitare nei sottopassi) e protestino perché viene rinviata la sagra paesana. Ho addirittura letto commenti nei quali le allerte sarebbero un modo “creativo” di chi ha qualche responsabilità per togliersela e pararsi da critiche, sia pubbliche che mosse in tribunale.
Da ultimo si deve riflettere su un aspetto non marginale: oltre alle vittime inutili (tipo quelli che sono andati a “salvare la macchina” o a prendere i soldi nascosti in cantina) succede che ci siano vittime lungo i fiumi in aree dove, pur esistendo l’allerta non è piovuto, però situate a valle di aree dove è piovuto. Questo succede specialmente in bacini di media dimensione, dove le piene arrivano veloci e la mancanza di piogge locali toglie completamente la percezione di un problema in arrivo.
LA NECESSITÀ DELLA FORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE. Insomma, il sistema di Protezione Civile funziona, anche se come ogni cosa è perfettibile. Funziona molto meno la percezione delle allerte nella popolazione, anche per gli evidenti disturbi e disservizi che provocano e su questo ci sarà parecchio da fare nell’immediato futuro. Questo ovviamente per far capire come si arriva a provvedimenti del genere e responsabilizzare la cittadinanza, Ma anche per evitare il moltiplicarsi di personaggi e di siti che per i più vari motivi cerchino di sobillare e cavalcare l'eventuale malcontento prima che il problema inizi a sfuggire di mano.
Nella formazione ci sarebbe comunque da parlare anche di un'altra questione e cioè che ià adesso il primo problema, da quando ci sono gli smartphone che trasmettono immagini e filmati di un evento in corso, è che la Protezione Civile arriva sempre "dopo".
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