mercoledì 6 aprile 2011

Il caso De Mattei: la petizione per chiederne le dimissioni dal CNR e alcune considerazioni sulle sue ultime uscite

Allora, ora siamo alla petizione per chiedere le dimissioni di De Mattei dalla vicepresidenza del CNR. La pubblicano gli amici di dimissionidemattei. Questo è il link. Ovviamente invito tutti a firmare e a diffondere l'iniziativa.

Continuo a pensare che la prestazione sui terremoti a Radio Maria non sia stata la peggiore impresa del soggetto, dato che alla fin fine parlava di religione e non di scienza, ma la situazione è quella che è. 

Ci sono però degli sviluppi. In particolare è interessante questa intervista del Nostro al Corriere della Sera, in cui si comincia al solito con la questione del relativismo etico “denunciato anche da Benedetto XVI”.

Evidentemente l'acculturatissimo vicepresidente del nostro massimo ente di ricerca scientifica non ha capito una cosa fondamentale: su questioni che investono la sfera morale come aborto, pena di morte, eutanasia, adulterio etc etc ci possono essere opinioni diverse e queste opinioni possono anche cambiare nel corso della storia umana (mi risulta che anche i Papi nella veste di capi di stato abbiano condannato a morte delle persone, cosa che oggi Benedetto XVI non si sognerebbe nemmeno di pensare, probabilmente). Come anche la filosofia, alla fine, spesso è fatta di discorsi più o meno loogici.

Ma la Scienza è un'altra cosa, da quando è stato stabilito il primato delle osservazioni sulle idee, anche se l'illustre letterato, come la maggior parte dei letterati italiani, la considera una cultura minore.

Cioè, la scienza non è in se stessa morale o immorale (anche se su certe ricerche in campo biologico la morale - o, meglio, l'etica - ci entra eccome). Ma non vedo cosa c'entri la morale con chimica, fisica, scienze della Terra e con tutti i fenomeni osservati e osservabili. Come non si capisce cosa ci debba entrare in proposito Dio. 
Eticamente potrebbe essere deplorevole che il leone maschio, una volta conquistato un branco di leonesse, uccida tutti i piccoli. Però succede normalmente. La Scienza in questo caso si limita ad osservare il fenomeno e a darne una spiegazione: le femmine smettendo di allattare sono subito pronte a nuove procreazioni, questa volta con il nuovo maschio. 

Questa evoluzione nel comportamento dei leoni maschi potrebbe quindi essere considerata eticamente aberrante, come ha detto Sermonti nell'ormai leggendario convegno del 2009 nella sua comunicazione "l'evoluzionismo, una ipotesi eticamente aberrante" non è fare Scienza. Oddio, secondo qualcuno potrebbe anche esserlo... il fatto è che il fenomeno, piaccia o non piaccia a De Mattei, Fratus, Bertolini e compagnia, è accertato.E quindi che sia "morale" (in che senso????) o no non aggiunge niente alla ricerca e allo studio della questione.

Ricordo alcune delle idee espresse in quel convegno, di cui ho parlato qui, delle vere e proprie perle:

- Evoluzionismo: un'ipotesi eticamente aberrante
- Dalla scienza un secco rifiuto all'evoluzionismo
- La termodinamica contraddice l'evoluzione
- Il tempo richiesto dalla sedimentazione contraddice l'ipotesi evoluzionista
- Ma dove sono quei milioni di anni
- Dinosauri: molto più "moderni" di quanto si creda...
- Le datazioni radiometriche non sono affidabili

Secondo me queste idee (termine forse un pò ottimistico per definirle...) sarebbero bastate per schiantarlo fuori dal CNR. Invece gli hanno dato soldi pubblici per pubblicarne gli atti...
In confronto la storia del castigo di Dio è un particolare insignificante...

De Mattei poi sempre sul Corriere insiste con la questione che “l'evoluzionismo è indimostrabile sul piano sperimentale: di fatto è un mito che si sta sgretolando. Sono sempre più numerosi gli scienziati che lo rigettano, come quelli che ho riunito a Roma due anni fa”.
Oddio, definire “scienziati” almeno alcuni elementi di quel manipolo di personaggi che hanno partecipato a quel convegno. è un po' dura. . . Ma soprattutto è fantastico sapere da lui che il fronte evoluzionistico si stia sgretolando... il problema è che se lo dice a Radio Maria gli ascoltatori gli credono...
Anche in questo si vede la disonestà intellettuale del personaggio che mente sapendo di mentire ad un uditorio che prende per oro colato qualsiasi cosa esca dalla bocca di chi parla a quei microfoni.

Il fatto è che De Mattei è una trottola in movimento: oggi parla di evoluzione (oddio.. parla... termine un po' eccessivo...), poi del concilio Vaticano II, (di cui non mi pare sia un fervente sostenitore), delle catastrofi naturali tirando fuori un vescovo di 100 anni fa senza specificarlo, è sempre in giro per convegni...
E nell'intervista al Corriere prosegue attaccando il Cardinale Gianfranco Ravasi: ovviamente Scienzeedintorni non è un blog che parla di teologia, né il sottoscritto potrebbe essere qualificato a parlarne (potrei comunque invitare un teologo a farlo, ma, dati gli argomenti che tratto, soltanto in riferimento al caso De Mattei). 

A questa segue l'ultima - per adesso – uscita (sempre a Radio Maria) sui barbari che avrebbero distrutto l'impero romano come punizione di Dio per la diffusione dell'omosessualità, riscoprendo un autore cristiano del basso medioevo del cui oblio nessuno fino ad oggi si era preoccupato. 

Con tutto il chiasso che ha creato l'esternazione sui terremoti, il proseguire su questa strada dimostra che non sono attività casuali, ma che ci sia dietro un progetto, degno della setta, i “Legionari di Cristo” a cui appartiene. Pertanto l'antievoluzionismo dematteiano potrebbe essere funzionale, insieme a tutti gli altri interventi, a qualcosa di grosso che cova sotto la cenere come una lotta fra alcuni settori della Chiesa e che quindi sia semplicemente usato come scusa per colpire il Cardinale Ravasi, che sicuramente non appartiene allo schieramento oltranzista della destra religiosa, con la scusa del suo posizionamento fra gli evoluzionisti. 

Dispiace fortemente che il CNR sia purtroppo coinvolto in una disputa interna alla Chiesa Cattolica o, ancora peggio, ad una offensiva di alcuni settori oltranzisti all'interno della stessa.

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