martedì 16 febbraio 2010

La nuova estensione della missione della sonda Cassini: 14 anni intorno a Saturno

Alcune “vecchie” missioni spaziali stanno dando delle soddisfazioni notevoli. I due rover su Marte da 6 anni continuano a macinare dati su dati anche se Spirit, finito nella sabbia e con due ruote fuori uso su 6 è da un paio di mesi considerato una sonda “fissa”. Opportunity invece continua imperterrito nelle sue peregrinazioni e ora si sta accingendo a visitare un cratere da impatto “recente”. Molto meglio di quello che ha fatto l'anno scorso Phoenix, la cui missione è durata pochi giorni anche se ha dato la straordinaria certezza della presenza di acqua nel suolo marziano. Forse passato il freddo inverno delle alte latitudini del pianeta rosso, ci sarà un tentativo di rimetterla in funzione.
Il telescopio spaziale Hubble, impresa comune a NASA e ESA, non finisce di stupire, anche se la fine delle missioni shuttle ne impedirà la ulteriore manutenzione.

Ma oggi parliamo di Cassini, la veneranda sonda che, lanciata nell'ottobre 1997, dopo 7 anni di marcia di avvicinamento al pianeta degli anelli, dal 2004 sta fornendo immagini e dati sul meraviglioso mondo di Saturno e dei suoi satelliti. In Cassini c'è anche un po' di Italia. Infatti la prima fase della missione era, come recitava la newsletter “una missione in cooperazione fra la NASA, l'Agenzia spaziale Europea e l'Agenzia Spaziale Italiana”.
Il nome scelto per la missione principale è quello di Giandomenico Cassini, uno dei più grandi astronomi del XVII secolo e scopritore di diversi satelliti di Saturno.

Fra i primi successi della missione il “lander” europeo Huygens (dedicato proprio allo scopritore di questo astro), che atterrò su Titano il 14 gennaio 2005, fornendo le immagini dalla superficie del grande satellite di Saturno: per la prima volta una sonda umana si è posata su un satellite di un altro pianeta e mai c'era stato un atterraggio così lontano dalla Terra.
L'interesse per Titano è dato soprattutto dal suo essere l'unico satellite del sistema solare dotato di atmosfera. Gli strumenti di Cassini lo hanno fotografato e analizzato a più riprese, negli oltre 60 fly-by finora avvenuti.
La prima missione doveva finire nel 2008, ma le buone condizioni della sonda hanno permesso di prolungarne il servizio per altri due anni, fino al settembre 2010. Essendo il pianeta dagli anelli vicino all'equinozio, il prolungamento è stato chiamato “missione equinozio”
E adesso la sorpresa: la NASA annuncia con comprensibile entusiasmo, che la missione sarà prolungata fino al 2018 per arrivare al solstizio e quindi ci sarà la possibilità di vedere le modificazioni stagionali di Saturno e dei suoi satelliti. In realtà qualche sentore della notizia c'era stato: per esempio rinunciare ad alcune correzioni di rotta per non sfruttare troppo il combustibile (la propulsione è fornita da motori ad idrazina, mentre l'elettricità è fornita da piccoli generatori nucleari). Ma i nuovi 8 anni sono un valore al di là dell'ipotizzabile....

Sono oltre 100.000 le fotografie che Cassini ha scattato di tutti i satelliti, degli anelli e del pianeta stesso. E proprio gli anelli sono stati uno degli obbiettivi principali di Cassini. Ma ovviamente non sono stati studiati solo gli anelli: se la missione Galileo aveva permesso di vedere attorno a Giove gli oceani ghiacciati di Europa e gli enormi vulcani di Io, Cassini ha scoperto che il ciclo del metano su Titano è simile a quello dell'acqua sulla terra, con fiumi, laghi e piogge di questo idrocarburo e pure fenomeni di criovulcanismo,

Fra le scoperte più clamorose ci sono anche i geyser di Encelado e la strana superficie di Giapeto, con la sua dicotomia fra una zona risplendente e una oscura ed un cratere da impatto dal raggio di un quarto quello del satellite. Insomma, come per Giove, anche Saturno è un vero sistema planetario in cui ogni satellite ha la sua storia da raccontare. Storia che continuerà ad essere raccontata ancora, quindi per ben altri 8 anni.

4 commenti:

Juhan ha detto...

Una piccola osservazione: il satellite con il cratere gigante è Mimas (Mima?).
Volendo fare il pistino anche la frase sul lander Huygens (mi raccomando la pronuncia: è olandese) si presta a fraintendimenti.
Ma in ogni caso ottimo post; ho dimenticato i trascorsi con i creazionisti e le censure subite.

Aldo Piombino ha detto...

grazie. Come Mimas anche Giapeto ha un grosso cratere.

Quanto alle "censure" volevo solo stemperare gli animi...

Juhan ha detto...

Ops. Mimas è il mio preferito, mi ha fatto saltare la mosca al naso, come sai m'infiammo facilmente (a volte). Poi però mi passa ;-)

Il Savinese ha detto...

Ciao,vuoi fare scambio link?
Saluti
Giacomo